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Cultura

In memoria dell’antropologo Nino Buttitta

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Mercoledi 27 febbraio eri, l’aula magna dell’edificio 12 del campus di Viale delle Scienze (Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale) è stata intitolata al professor Antonino Buttitta.

Antonino Buttitta (1933-2017) è stato, fino al 2005, docente ordinario di Antropologia culturale alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, di cui è stato preside dal 1979 al 1992. E’ stato direttore del Dipartimento di Beni Culturali Storico-Archeologici, Socio-Antropologici e Geografici, nonché presidente del Corso di Laurea in Beni demoetnoantropologici e della laurea specialistica in Antropologia Culturale ed Etnologia.

Ha fondato “Uomo & Cultura. Rivista di studi antropologici” (Palermo, Flaccovio); “Nuove effemeridi. Rassegna trimestrale di cultura.” (Palermo, Edizioni Guida); “Archivio Antropologico Mediterraneo” (Palermo, Sellerio) e “Thalassa” (Milano, Bretschneider). Ha diretto la rivista “La Sicilia” (Palermo, Flaccovio). Ha diretto le collane “Nuovo Prisma”, “Tutto e subito”, “Quaderni di poesia” per la casa editrice Sellerio.

E’ stato Presidente della “Società Italiana di Studi Semiotici” e Segretario Generale della “International Association for Semiotic Studies”. E’ stato Presidente della Scuola Internazionale di Scienze Umane e del Centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani.

Si è occupato attivamente di museografia entroantropologica e ha coordinato il Censimento dei Beni etnoantropologici della Sicilia nell’ambito della Legge della Regione Sicilia l.r. 37/1978, collaborando all’istituzione di diverse strutture museali tra cui il Museo internazionale delle Marionette “Mario Pasqualino” di Palermo, il Museo etnoantropologico della Valle del Belice di Gibellina (TP), il Museo della Vita e del Lavoro contadino di Campobello di Mazara (TP), il Museo del Sale nella Salina Culcasi di Paceco (TP). E’ stato Direttore scientifico del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, sede di Palermo, fino al 2013.

Ivan Scinardo e Nino Buttitta

Insegnò anche all’Università IULM dirigendo, tra l’altro, il locale dipartimento in cui rientrano gli studi antropologici.

Buttitta-NinoMa il professor Buttitta fu impegnato anche nel mondo politico come segretario regionale del Partito Socialista Italiano negli anni ’80; nel 1990 fu eletto consigliere comunale di Palermo. Nella XI legislatura della Repubblica Italiana fu membro della Camera dei deputati per il Partito Socialista Italiano (1992-1994).

“Ho fatto subito mia la proposta di intitolazione dell’Aula Magna al prof. Antonino Buttitta, per la grande figura che rappresenta – ha commentato il rettore dell’Università degli Studi di Palermo,  Fabrizio Micari – Senza dubbio la sua spiccata personalità, i cui tratti fondamentali si riassumo nella grandissima capacità di studioso, nella sua forza e nel suo carisma, ha determinato la vita della Facoltà di Lettere. La sua figura illustre rafforza l’identità del nostro Ateneo che trae il suo orgoglio proprio da quelle persone straordinarie che ne hanno fatto la storia, con i loro studi e con le loro idee. In questi ultimi anni – ha continuato – sentiamo molto spesso parlare di Terza Missione, l’insieme delle attività con le quali le Università entrano in interazione diretta con la società affiancando le tradizionali missioni di didattica e ricerca. Possiamo dire che il prof. Buttitta l’aveva scoperto già molto tempo fa, incarnando perfettamente il dovere dell’Università di impegnarsi per la crescita della società, portando avanti idee e conoscenza con il carattere fiero e leale che lui possedeva, aprendosi il più possibile verso l’esterno e non chiudendosi dentro le proprie mura. La sua straordinaria lezione – ha concluso il rettore – è un modello non solo per il nostro presente, ma soprattutto per il nostro futuro”.

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Cultura

I ponti della memoria

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Entrare nella Fondazione ”Marco Besso ” a Roma che ospita la mostra ” I ponti della memoria : l’ Arte che travalica i confini ” è un privilegio sia perché offre l’ occasione per visitare la prestigiosa Fondazione Fondazione ”Marco Besso ” sia perché si beneficia della visione degli arazzi , delle sculture , delle opere e delle tessiture di carta , tutte opere di Marussia e Tania Kalimerova.

La mostra

La mostra in esposizione nei saloni della Fondazione consente ai visitatori di vivere una straordinaria esperienza,densa di emozioni che si fondono e si insinuano ,a poco a poco, nell’ animo di sensazioni e sentimenti profondi . Osservare e ammirare le creazioni delle due artiste sorelle è un trasferirsi con la mente in uno spazio dove la magia della bellezza, il calore umano ,la fantasia, la sincerità e l’ entusiasmo per la propria arte , elaborati con tecniche varie e originali , affascinano e commuovono con sensazioni di gioiosa serenità.

Le opere

Nelle opere delle due sorelle emerge sempre un senso costruttivo originato dalla loro stessa formazione nella patria bulgara. In ambedue è presente una forte creatività ,che ,in Marussia prematuramente scomparsa, esprime un’ anima ardente intessuta da punte drammatiche. In Tania invece si coglie una serena visione della realtà , pur sempre disincantata, ma capace di trascinare in una dimensione fiabesca. Il pensiero delle due artiste è analogo indubbiamente frutto della matrice bulgara, ma si dipana in modi
diversi e personali. In Marussia traspare una sofferta costruzione delle forme che gravano incombenti e provocano forte impatto nel cuore del visitatore.

Tania, la musicista

In Tania, musicista e cantante lirica, affiora la dolcezza della melodia. Le sue composizioni appaiono delicate , intrecciate ,ma pur sempre aree e leggere e capaci di trascinare in una realtà ,densa di armoniosa serenità ,che tocca in profondità e al tempo stesso rasserena l’ animo del visitatore.

La mostra delle due artiste evidenzia un percorso artistico segnato ancora una volta da un ulteriore successo delle creazioni e ammirato da gran parte del mondo culturale e della società del nostro tempo. Un sentito ringraziamento va quindi alle due artiste.

Laura Bisso

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Cultura

Educare all’affettività, una sfida per la scuola

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Educare l’affettività è quell’arte specialissima che dà senso a ciò che accade nel cuore dei ragazzi e impegna ad aiutarli nell’orientare il cuore verso il bene e la felicità e a indicargli la giusta direzione.
La data, annunciata da tempo dall’Ufficio diocesano di Pastorale scolastica, ha consentito la partecipazione di numerosi docenti, i quali hanno avuto modo di riflettere e approfondire il tema dell’educazione all’affettività, che va ben oltre quello dell’educazione sessuale,  spesso proposto come attività integrativa al curricolo scolastico

Educarsi per educare”, è il costrutto verbale che pone al centro lo studente come fine, ma sollecita una diligente preparazione all’arte educativa ed impegna a “saper guardare tutti e saper osservare ciascuno”, per favorire il processo di formazione integrale dello studente, come persona e come cittadino.

L’educazione all’affettività necessita un animo pronto ed una esplicita intenzionalità di ricercare il miglior bene per i propri studenti attraverso la proposta culturale di una scuola di qualità e di una palestra formativa nella sfera cognitiva ed affettiva.

Dopo il saluto introduttivo del prof. Marco Pappalardo, direttore dell’ufficio di Pastorale scolastica, l’Arcivescovo di Catania, Mons Luigi Renna, ha tracciato le linee guida del percorso formativo, orientato a colmare i deficit di paternità e di maternità, intrecciando i temi relativi alla  persona, ai sentimenti, alla relazione e quindi promuovere l’arte del “generare”,  “prendersi cura”, “accompagnare,”  “guidare”, “lasciare andare”, rendendo ciascuno protagonista attivo e responsabile nel processo di crescita.

L’intervento dello psicologo, sessuologo ed educatore, Saverio Sgroi, ricco delle espressioni dirette dei ragazzi,  raccolte dai questionari  proposti agli studenti durante gli incontri formativi nelle vare scuole, ha delineato il percorso che un bravo educatore ha il compito di svolgere per essere guida, modello esemplare e maestro di vita.

Ascoltando le espressioni dei ragazzi “sto con te perché mi fai star bene” si coglie un aspetto ancora incompleto dell’amore inteso come dono, capacità di donare e di  donarsi all’altro e quindi “amare per tutta la vita”.

Il percorso formativo accompagna il passaggio dalle emozioni che sono brevi, immediate, legate al presente, verso il sentimento che va coltivato e richiede riflessione e diligenza, per poi conseguire il traguardo finale che  si esprime nella passione di amore,  termine che richiama anche il sacrificio e la rinuncia.

La regola pedagogica di Michel Quoist: insegnare ai ragazzi a “pensare col cuore e amare col cervello”, attiva un chiasmo intrecciando i verbi e le azioni, assicurando una garanzia di successo e di crescita armonica. Educare gli adolescenti all’amore vuol dire, infatti, aiutarli ad avere un rapporto equilibrato col proprio corpo e con la propria sessualità, che li condurrà ad un’idea di un amore umano, capace di contenere in sé, in maniera completamente integrata, la sessualità e la diversità di genere.: L’identità, l’intimità, il pudore, la fragilità delle relazioni  e poi ancora il tempo,

l’autostima, l’amore, la difesa dell’amicizia, la gelosia, la fiducia  e la ricerca di  interessi comuni, costituiscono i campi di azione e di interventi educativi da espletare nell’esercizio della professione di docente, educatore, adulto.

Per educare l’affettività e la sessualità ci vogliono  docenti e genitori che sappiano dedicare a questo lavoro le loro migliori energie, trasmettendo ai ragazzi l’idea che il sesso non è un giocattolo. Buona parte della felicità di una persona dipende da come viene vissuta la sessualità nel rapporto con sé stessi e con gli altri.

Il secondo intervento è stato svolto dal prof. Fredy Petralia, docente di informatica presso l’Istituto San Francesco di Sales di Catania, il quale con passione ha trasmesso ai docenti la ricca esperienza di guida nel saper  insegnare come utilizzare il telefonino, e i social media, presentando gli abusi , i rischi e le conseguenze di un uso scorretto e improprio di tali strumenti nella costruzione di relazioni e di comunicazione tra i compagni e gli amici. La diffusa pornografia sui social trasmette l’idea di una sessualità povera, aggressiva, spesso violenta, e provoca traumi che segnano fortemente la propria esistenza. I ripetuti episodi di stupro che riempiono le pagine di cronaca,  hanno come genesi la mancanza di educazione in famiglia e la carente azione formativa della scuola.

Rispondendo agli interventi i relatori hanno ulteriormente sviluppato le molteplici emergenze educative che rendono la società fluida, priva di regole e di controlli nella costruzione delle tre fasi della vita che declinano nell’infanzia “io sono amato”; nell’adolescenza “ imparare a conoscere e ad amare se stessi” e nella giovinezza e nella  maturità  insegna a “saper amare gli altri”.

Giuseppe Adernò

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Cultura

Il tricolore della Foncanesa

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io e la cura delle malattie neoplastiche del sangue FON. CA. N E. SA.

La delegazione ANCRI è stata accolta dalla presidente Agata Rosalba  Zappalà Massimino , la quale ha presentato le origini e le finalità di  “Casa Santella”, centro di accoglienza presso il policlinico di Catania,

Il prof. Francesco Di Raimondo, direttore della Divisione clinicizzata di ematologia del Policlinico ha evidenziato i positivi benefici dei pazienti che sono sereni nel sapere i loro familiari ben accolti a “Casa Santella” e la testimonianza di alcuni ospiti ha confermato lo stile di cooperazione e di familiarità che si instaura tra i pazienti.

 

l presidente della sezione catanese, Gr. Uff. Giuseppe Adernò, insieme ai Cavalieri Antonio Benfatti e Antonina Panebianco delegati nazionale e sezionale alla “Solidarietà sociale “, hanno donato alla Fondazione la bandiera d’Italia come segno di riconoscimento per il generoso e lodevole servizio  socio assistenziale offerto dal 1999 ai familiari dei pazienti ricoverati nel reparti delle malattie del sangue, anche in memoria della giovane Santella Massimino, prematuramente scomparsa.

Sono intervenuti alla manifestazione i Cavalieri: Mariella Gennarino, Annamaria Polimeni, Salvatore Vicari, Antonio Alecci, Fabio Raciti e Giuseppe Gennarino.

Molto apprezzato il messaggio augurale inviato dal Presidente Nazionale ANCRI, Cav. Antonello De Oto dell’Università di Bologna.

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In Tendenza