Eventi
UNESCO – Da oggi Palermo nel Patrimonio mondiale
‘Neppure il nome di una persona ne indicava necessariamente l’origine etnica o la religione: su un contratto di vendita immobiliare datato 1169 si nomina un certo Christodoulos, figlio di Abul-Sayyid e Sitt al-Husun, figlia a sua volta di Pietro di Castronuovo (che firmò in latino); alla vendita erano presenti Simeone, figlio di Andrea al-Rahham (che firmò in arabo) e Teodoro, figlio di Leone al-Khanzari (‘Leone l’allevatore di maiali’ in arabo), che firmò in greco. Anche gli ebrei di Sicilia parlavano arabo, ma lo scrivevano in caratteri ebraici’.
Il Sindaco Leoluca Orlando ha iniziato con questa citazione, tratta dall’edizione di febbraio 2016 di National Geographic e riferita alla Palermo Arabonormanna, il suo discorso in occasione della cerimonia di apposizione della targa del Patrimonio mondiale Unesco sul Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina, il primo dei 9 monumenti inseriti nel sito seriale ‘Palermo Arabonormanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale’.
Alle manifestazioni sta partecipando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha scoperto la prima targa.
L’elenco dei 9 monumneti e il calendario delle manifestazioni è riportato al link www.unescoarabonormanna.it
Di seguito e in allegato, il testo integrale del discorso del Sindaco di Palermo:
Signor Presidente della Repubblica, differente, calorosa gratitudine.
A nome del Comitato di pilotaggio e della città di Palermo, con i sindaci di Cefalù e Monreale, ringrazio il Presidente della Repubblica, che con la Sua presenza conferma e rafforza l’importanza di questa cerimonia e dei valori che essa rappresenta, avendo accolto l’invito che ho rivolto insieme con il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.
Passato e Presente.
Passato, presente e futuro.
1169 -2016
1169 – ‘Neppure il nome di una persona ne indicava necessariamente l’origine etnica o la religione: su un contratto di vendita immobiliare datato 1169 si nomina un certo Christodoulos, figlio di Abul-Sayyid e Sitt al-Husun, figlia a sua volta di Pietro di Castronuovo (che firmò in latino); alla vendita erano presenti Simeone, figlio di Andrea al-Rahham (che firmò in arabo) e Teodoro, figlio di Leone al-Khanzari (‘Leone l’allevatore di maiali’ in arabo), che firmò in greco. Anche gli ebrei di Sicilia parlavano arabo, ma lo scrivevano in caratteri ebraici’ .
A proposito dell’inserimento del sito seriale di Palermo Arabonormanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale nel Patrimonio mondiale dell’Unesco.
2016 – Qualche giorno fa, conversando con una giornalista che sta realizzando un libro sulle notti di Palermo, sulle tante storie che si intrecciano nella notte della nostra città, le ricordavo che sempre più spesso la notte finisce con le antiche preghiere cristiane, accompagnate dal salāt al-fajr, il primo momento giornaliero di preghiera dei musulmani.
Un richiamo all’attualità di Palermo, al nostro essere intimamente e profondamente multiculturali, alla nostra storia millenaria fatta di incroci, intrecci, sovrapposizioni e arricchimenti fra tante culture.
Oggi celebriamo e festeggiamo un evento legato al passato, a monumenti carichi di storia e storie. Ma oggi celebriamo e festeggiamo anche un presente vissuto ed un futuro possibile.
Credo che forse mai come in questo caso, un patrimonio storico, artistico e culturale, un patrimonio dell’Umanità leghi e rappresenti in modo così forte e simultaneamente il passato e il presente.
Come ebbi modo di ricordare al Comitato dell’Unesco di Bonn, che poco più di un anno fa accettò la candidatura di Palermo Arabo-Normanna e delle Cattedrali di Cefalù e Monreale per il Patrimonio Mondiale, questi monumenti rappresentano e sono espressione certamente della storia e dell’architettura di questa parte del nostro paese, ma sono anche simboli dello spirito e dei valori del nostro popolo, del popolo siciliano.
Quello spirito e quei valori, che sono il risultato della nostra storia, amo definirli come il ‘Mosaico di Palermo’. Un mosaico, sì.
E mai, guardando allo splendore della Cappella Palatina qui a pochi metri da noi, ma anche alla magnificenza delle cattedrali di Cefalù e Monreale, parola fu può giusta per unire architettura e società, eccellenza artistica e vita quotidiana.
Un mosaico, quello di Palermo, che rispecchia nel quotidiano una società siciliana che sempre più e sempre meglio si compone di tante diversità, tanti pezzi che hanno colori, forme, stili e storie diverse, ma che solo insieme e uniti compongono una immagine ed una armonia. Diversità che si fa a volte sincretismo, a volte realtà interculturale, sempre e comunque multiculturale.
Un mosaico di diversità con una cornice di uguaglianza: ‘to be different, to be equal’. Essere diversi perché tessere di colore e forme diverse; essere uguali perché esseri umani.
Perché se è vero che, come scrivemmo nel dossier di candidatura per l’Unesco, ‘il sincretismo arabo-normanno ebbe un forte impatto nel medioevo, contribuendo significativamente alla formazione di una koinè mediterranea, condizione fondamentale per lo sviluppo della civiltà mediterraneo-europea moderna’, è altrettanto vero che nell’oggi di Palermo e della Sicilia la fusione e l’intreccio fra l’arabo e il normanno, fra il mediterraneo e l’europeo è ciò che ci rende unici.
Una città Palermo, una realtà la Sicilia, che ha radici migranti, che cerca di dimostrare che è possibile coniugare radici e ali, senza più essere soffocata dalle proprie radici – come tante volte in passato – per l’assenza di ali e senza farsi spazzar via da ali senza radici.
E’ questa unicità che è oggi un motivo di orgoglio, come motivo di orgoglio è l’odierno riconoscimento Unesco.
Non mi riferisco all’orgoglio, che c’è comunque ed è scontato, dell’essere Sindaco di una Città Metropolitana che oggi entra nel Patrimonio mondiale dell’Umanità, orgoglio che condivido con i sindaci di Monreale e Cefalù.
Mi riferisco all’orgoglio di essere sindaco di una città, che non si limita ad accogliere le vestigie di un passato arabo-normanno, ma che negli ultimi anni, e ancora in questi giorni, ha mostrato e mostra con i fatti concreti di essere nel suo intimo araba e normanna, mediterranea ed europea.
Anzi, mi si permetta di dirlo senza falsa modestia e guardando a quanto avviene intorno a noi, tanto nel Mediterraneo quanto in Europa: oggi Palermo e la Sicilia esprimono per alcuni aspetti il meglio del Mediterraneo e il meglio dell’Europa, mentre il primo e la seconda sono traversati da conflitti e violenze, negano e vedono negati i propri valori e la propria storia.
Mentre nel Mediterraneo e in Europa i valori di tolleranza, convivenza e pace vengono negati e calpestati, a Palermo e in Sicilia in questi anni abbiamo provato e stiamo provando a renderli prassi quotidiana.
Una città nella quale gli stessi ebrei definivano ‘mesquita’, piccola moschea il luogo ebraico di culto.
Non senza difficoltà certamente, ma con un impegno costante perché il nostro DNA arabo e normanno, ma anche bizantino ed ebraico, così come mitteleuropeo, perché quel DNA si manifesti nell’essere accoglienti e solidali.
Si manifesti e diventi fatto concreto nel mostrare al Mediterraneo e all’Europa che il riconoscimento, l’accoglienza e la valorizzazione delle differenze sono, oggi come nel passato, oggi come nei secoli in cui questi nove splendidi monumenti furono costruiti, lo strumento per immaginare e realizzare concretamente un futuro di pace e sviluppo.
La nostra è una città che considera la mobilità internazionale non un problema da affrontare con approccio soltanto umanitario e certamente non soltanto securitario, ma un diritto umano, sempre più spesso coincidente con il diritto alla vita e alla dignità umana; è una città che considera un valore la diversità e ritiene l’accoglienza il più efficace contributo alla sicurezza e allo sviluppo.
Dicevo che oggi celebriamo un passato ed un presente. Ma certamente oggi, tutti qui insieme ed ai massimi livelli istituzionali del Paese, della Regione e della Città Metropolitana, ci assumiamo un grande impegno per il futuro.
Ci assumiamo l’impegno concreto e pratico a preservare questi monumenti, a renderli fruibili e accessibili, a farne strumento di sviluppo turistico ed economico. Volano di crescita per i nostri territori.
Ma ci impegniamo soprattutto a proseguire la strada culturale e storica che questi monumenti ci indicano; ci impegniamo ad essere ancora e sempre unici perché diversi, ad essere noi stessi perché riconosciamo, accogliamo e valorizziamo gli altri, tutti gli altri nella loro ricchezza e diversità. A fare della contaminazione culturale il nostro modus operandi.
Ci assumiamo l’impegno concreto e pratico a preservare questi monumenti, a renderli fruibili e accessibili, a farne strumento di sviluppo turistico ed economico, volano di crescita per i nostri territori. Ma ci impegniamo soprattutto a proseguire la strada culturale e storica che questi monumenti ci indicano; ci impegniamo ad essere ancora e sempre unici perché diversi, ad essere noi stessi perché riconosciamo, accogliamo e valorizziamo gli altri, tutti gli altri nella loro ricchezza e diversità. A fare della contaminazione culturale il nostro modus operandi.
Ci assumiamo, in buona sostanza, l’impegno ad essere ancora arabonormanni, mediterranei ed europei, in sintesi, Signor Presidente della Repubblica, autentici buoni italiani.
Eventi
Cinema e Inclusione sociale
Sindrome di Down & diritti – Inclusione e lavoro al centro dialogo tra associazioni, istituzioni, imprese, giornalisti e artisti per la Giornata mondiale della sindrome di Down il 21 marzo, un calendario ricco di eventi dal 18 al 25 marzo
Palermo – Dal corso di giornalismo su cinema e inclusione alla mostra fotografica, dal convegno al crowfunding, ricco il calendario d’iniziative che si svolgerà a Palermo dal 18 al 25 marzo, promosso ed organizzato dall’associazione Sportiva Dilettantistica SporT21 Sicilia guidata da Giampiero Gliubizzi. “Combattere il muro dell’indifferenza ponendo al centro il diritto alla dignità di vita della persona con disabilità, il leit
motiv della kermesse che culminerà giovedì 21 marzo in occasione della Giornata mondiale delle persone con la sindrome di Down, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2011. Salute, sport, lavoro, durante e dopo di noi, i temi del convegno “Diritti in movimento…parliamone” che si terrà giovedì 21 marzo dalle 9,30 nella Sala dei Dipinti dei Giardini del teatro Massimo di Palermo.
“Quest’anno per il terzo anno vogliamo essere presenti- dice Giampiero Gliubizzi- per ricordare la Giornata Mondiale della Sindrome di Down e dare voce ad alcuni temi specifici che coinvolgono la disabilità. Ma soprattutto abbiamo capito che solo una giornata non basta per accendere i riflettori sui diritti delle persone con sindrome di Down e da qui l’idea di un racconto a più voci che utilizzando linguaggi diversi, dalla fotografia al
gusto con la produzione artigianale della birra T21, possa dispiegare le diverse sfaccettature di un mondo, quella della disabilità, sconosciuto ai più. Ma soprattutto – continua Gliubizzi- vogliamo provare a dare dei segnali forti alla famiglie perché possano comprendere appieno che, nonostante tutte
le difficoltà, l’associazionismo e la partecipazione sociale possono aiutare a migliorare la vita dei nostri ragazzi con disabilità”.
Al via lunedì 18 marzo con “Cinema e Inclusione: quando l’informazione giornalistica attinge dalla cinematografia” la giornata formativa rivolta ai giornalisti organizzata dall’OdG di Sicilia che si terrà alla Sala Bianca del Centro Sperimentale di Cinematografia della Scuola nazionale sede di Palermo. Ai saluti di Roberto Gueli, presidente Odg Sicilia, seguiranno le relazioni di Ivan Scinardo, giornalista Direttore della Scuola nazionale di
Cinema, sede Palermo, di Travor Graham, regista docufilm “Le ricette dello chef Antonio per la rivoluzione” e di Giampiero Gliubizzi.
Interverrà l’attore, Matteo Contino. Il corso sarà aperto anche al pubblico per meglio tenere alta l’attenzione riguardo le problematiche sulla disabilità, dall’inclusione lavorativa ai percorsi per un durante e dopo di noi realmente possibile. Saranno proiettate alcune clip del docufilm realizzato del regista australiano Travor Graham “Le ricette dello chef Antonio per la rivoluzione”che mostra il dietro le quinte della cucina guidata
dallo chef Antonio De Benedettto che vuole cambiare il mondo insegnando un mestiere ai giovani apprendisti come il giovane Mirko Piras con la Sindrome di Down per iniziare a prendere posto al tavolo della vita.
Da martedì 19 e fino al 25 marzo, sarà possibile visitare la mostra fotografica “Inclusione e lavoro: uno scatto per il futuro” realizzata dai fotografi Massimiliano Ferro e Maristella Rana, all’ex Fonderia alla Cala a Palermo. La mostra che sarà inaugurata martedì 19 alle 16.30, è un racconto per immagini dei ragazzi dell’Asd SporT21 Sicilia e dell’Assciazione Italiana Persone Down di termini Imerese al lavoro in occasione di alcuni momenti
che li coinvolgono nella produzione della Birra T21 al Birrificio Bruno Ribadi di Terrasini, sia , in cucine ed in sala,durante le attività di formazione previste dal progetto regionale “BeerT21 Up da mastri a maestri.” Realizzato nei locali del ristorante I Giardini del Massimo.
Giovedì 21 marzo, il convegno “Diritti in movimento…parliamone”. Salute, sport, lavoro, durante e dopo di no, i temi del convegno che prende spunto dal progetto BeerT21 Up – da mastri a maestri, inizierà alle 9,30 nella Sala dei Dipinti dei Giardini del teatro Massimo di Palermo. Un dialogo aperto tra le tra le istituzioni, le associazioni e gli imprenditori con particolare attenzione agli aspetti normativi, alle esperienze avviate in tutta Italia, alle aspettative e alla realtà per le persone con disabilità dopo l’emanazione della L. 112/2016 (conosciuta anche come legge del “Dopo di noi”). Sarà l’occasione per presentare alcune delle “buone pratiche” avviate in Italia che hanno come tema sia l’inserimento lavorativo sia il durante
e dopo di noi. Modera la giornalista Anna Cane.
Dal 18 marzo a fine aprile al via il crowfunding per la raccolta fondi per l’acquisto di un pulmino per gli atleti speciali dell’Asd SporT21 Sicilia.
Cinema
Giancarlo Giannini e le sue invenzioni
Giancarlo Giannini e le sue invenzioni infiammano il pubblico del Teatro Doglio di Cagliari. Protagonista di Sardegna Mediterranea – L’isola del Genio e dell’Ingegno, evento promosso dalla Fondazione Mont’e Prama con la Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, l’attore ha ripercorso la sua carriera cinematografica, lunga 70 anni, attraverso una serie di aneddoti e racconti legati proprio alle sue invenzioni. Del resto, ammette Giannini, “sono arrivato alla recitazione per caso, da sempre la mia passione è stata l’elettronica, sono un perito elettronico industriale. Noi abbiamo uno strumento straordinario, le mani, e grazie a queste mani, posso svolgere tantissime attività. Mi conoscete tutti come attore e doppiatore, ma io sono anche un falegname, un fabbro. Visto che di mani parliamo, sono anche uno straordinario cuoco”.
Una delle invenzioni più famose di Giancarlo Giannini è stata una giacca speciale che costruì per Robin Williams nel film Toys, il film di Barry Levinson del 1992: “Una giacca parlante, capace di emettere suoni e di parlare 6 lingue, compreso il giapponese. Me la chiesero i produttori americani. Per realizzarla lavorai 6 giorni e 6 notti, senza sosta. La caratteristica speciale è che tutto l’impianto, con le luci, doveva essere esterno, perché il pubblico doveva vedere che si trattava di un oggetto speciale”.
Intervistato da Ivan Scinardo, Giornalista e Direttore della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia, Giancarlo Giannini ha ripercorso alcune tappe fondamentali della sua carriera. Dal debutto al cinema, nel 1965, ha interpretato oltre 150 film, ottenendo anche una nomination all’Oscar, fino al riconoscimento sulla Walk of Fame, l’unico attore italiano insieme a Rodolfo Valentino.
Si emoziona quando sullo schermo viene proiettata la foto insieme alla regista Lina Wertmüller: “Lei era quella brava, era grandissima, le devo tutto. Aveva una visione unica sulle cose del mondo, sulla vita, sul cinema”. E il pensiero ritorna indietro, al 1974, a quella scena memorabile girata insieme a Mariangela Melato in una Sardegna selvaggia, la spiaggia di Cala Fuili, in quella pellicola che è entrata a pieno diritto nella storia del cinema mondiale: “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”.
Giannini ha recitato anche in Hannibal, il film diretto da Ridley Scott nel 2001, appartenente alla saga de Il silenzio degli innocenti, ispirato ai romanzi di Thomas Harris. Nella pellicola interpreta il ruolo del commissario Rinaldo Pazzi. Altre scene memorabili, come il dialogo serrato con Anthony Hopkins (Hannibal Lecter): “Lui è un attore pazzesco, dalla punta dei piedi fino all’ultimo capello della testa. Lavorare con lui ha significato imparare tante cose. Guardavo come si muoveva, come parlava, scrutavo le sue espressioni facciali durante le scene. Lui è uno di quelli che bisogna guardare, per assimilare l’arte della recitazione, per imparare. Nella mia carriera ho avuto dei maestri straordinari, registi e colleghi che mi hanno aiutato a diventare quello che sono”.
Come doppiatore, ha prestato la voce a Jack Nicholson e Al Pacino in diverse significative interpretazioni. Il pubblico di Cagliari è rimasto ancora una volta affascinato nel vedere una delle scene più famose di Shining, il film del 1980 diretto e sceneggiato da Stanley Kubrick, insieme a Diane Johnson. È la scena di “Wendy, dammi la mazza”, un altro pezzo di storia del cinema che, secondo alcuni, soltanto Giannini poteva interpretare come doppiatore italiano. “Doppiare certe scene è davvero difficile, anche per la quantità di parole e la velocità che caratterizzano i dialoghi. Credo che in questo caso mi abbia aiutato anche la mia propensione allo studio. Sono un perfezionista, leggo e rileggo il copione fino all’ultimo secondo, dovunque mi trovi. Solo così – ha concluso Giannini – si ottengono grandi risultati”.
Il servizio di Roberta Lai per Telesardegna:
Cultura
“Sembra vivo!” Reportage a palazzo Bonaparte a Roma
Entrare a palazzo Bonaparte a Roma, nella centralissima piazza Venezia , per vedere la mostra “sembra vivo!” e’ un ‘esperienza unica, stupefacente ed emozionante.
Salendo per le scale si ha gia’ l’ impressione di cloni umani, dal ragazzo che guarda verso la finestra alla ragazza seduta e poi..
Ecco si palesa la mostra in carne e ossa..
‘Sembra vivo! ‘è una mostra iperrealista che induce il visitatore a riflettere sull’essenza della realta’ e su cio’che si vede e sulla relativa percezione.
te a Jago e a Leandro Erlich, diffonde la cultura di un’arte profondamente innovativa, stravolgente e travolgente l’osservatore.
Gli artisti esposti sono 29 e costituiscono il gotha nello scenario internazionale: da Maurizio Cattelan (presente con opere iconiche quali i piccioni dell‟installazione “Ghosts” o la famosa banana, meglio detta “Comedian”) a Ron Muech che espone anche una gigantesca testa di uomo “Dark Place”, fino a George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson et alii.
Una vasta selezione di opere, provenienti da collezioni di tutto il mondo, che ha il sigillo del movimento iperrealista. Movimento che, dagli anni „70 in poi, e’cresciuto ,evolvendosi con tecniche innovative per realizzare opere verosimili da confondersi con quelle umane.
Le sculture sembrano essere incarnazione di quanto affermato da Albert Einstein:. ”la realtà è una semplice illusione , sebbene molto persistente “.
Le. sculture iperrealistiche emulano infatti le forme, i contorni e le texture del corpo umano , creando una strabiliante illusione visiva e un‟estrema verosimiglianza.
Si viene ingannati dalla pelle verosimigliante , dai capelli, dalle barbe, dalle dita e persino dagli occhi che riproducono il battere del ciglio Umano.
Sembrano effettivamente vive, manca loro la favella e “Sembra vivo!” e’ una cantilena ricorrente davanti alle incredibili opere di Maurizio Cattelan, Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman e tantissimi altri.
L osservatore viene totalmente ingannato da queste opere che nel circuito visivo talora non sempre distingue le opere dalle persone che visitano la mostra.
Le opere sono così reali da confondere i visitatori trasportandoli in un mondo al confine tra vero e l’illusione.
“Think different”è fondamentale, ovvero la mostra è un invito a guardare la realta’ con occhi diversi,con una mente volta al cambiamento e all‟ innovazione.
Laura Bisso
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