

Cultura
Diritti e difesa dei minori, incontro del Kiwanis
NON DIMENTICARE IL QUARTIERE SAN CRISTOFORO
“ nel corso del meeting promosso dal Kiwanis Club Catania Est (tenutosi all’Hotel Nettuno il 3 dicembre u.s.) in occasione della presentazione del service del Club indirizzato al quartiere della Salette di Catania, sul tema: “Diritti, tutela e difesa dei minori”
Dopo i saluti del Presidente del Club dr. Angelo Nassisi, il dr. Placido Asero, Coordinatore dell’Area Tecnico-Pedagogica dell’Istituto Penitenziario per Minori (IPM) di Bicocca, ha presentato “L’esperienza del penitenziario minorile e la realtà del reinserimento nella vita sociale”. Dei 17 Istituti Penitenziari Minorili attivi in Italia, ben quattro sono in Sicilia e assistono 340 ragazzi dai 14 ai 18 anni. A Catania sono 19 i ragazzi che svolgono un percorso di educazione in vista del reinserimento sociale sotto la guida degli educatori che operano con un approccio umanizzante prendendosi cura degli assistiti con sollecitudine e facendosi carico dei loro problemi in un clima positivo all’insegna della relazione e dell’affettività, attraverso tirocini formativi mirati a consentire l’acquisizione di regole e competenze lavorative. Il relatore ha anche messo in evidenza i positivi traguardi di reinserimento raggiunti da alcuni giovani già ospiti dell’IPM che oggi lavorano onestamente.
E’ seguito l’intervento del prof. Alfredo Petralia che dopo aver sintetizzato le iniziative svolte dalla Unione Exallievi Salesiani della Salette (tra cui borse di studio a favore di giovani meno abbienti, raccolte e distribuzione di viveri ad immigrati e bisognosi, sostegni a giovani meritevoli, ecc.) ha presentato la realtà sociale della periferia sud storica di Catania vista attraverso l’interpretazione che ne hanno dato gli allievi delle scuole medie ai quali è stato chiesto di descrivere il loro quartiere: in 140 temi i ragazzi hanno tracciato un quadro dal quale emerge la loro percezione dell’ambiente in cui vivono indicandovi nel trinomio degrado, delinquenza e droga gli elementi di criticità; ma i ragazzi hanno anche messo in evidenza come siano presenti tra gli abitanti risorse quali solidarietà, speranza di un futuro diverso e attaccamento al quartiere, facendo emergere una richiesta di opportunità di lavoro, di spazi di aggregazione e di decoro urbanistico come antidoti per la rinascita del quartiere anche come parte realmente integrata con la città. Un dossier con i temi dei ragazzi riportati integralmente è in preparazione. Concludendo il relatore ha rilevato come al diritto dei ragazzi di sognare debba corrispondere il dovere degli adulti, istituzioni e cittadini, di adoperarsi nel concreto affinché quei sogni diventino realtà.
Alle relazioni in programma sono seguiti interventi che hanno integrato opportunamente la discussione arricchendola. Don Giuseppe Cutrupi, direttore della Casa Salesiana della Salette ha evidenziato come l’Oratorio della Salette, dove i Salesiani operano da 74 anni, rappresenti un presidio di educazione accogliendo oltre 300 ragazzi nelle molteplici attività che vi si svolgono, un avamposto che promuove aggregazione sociale pur tra difficoltà ma con spirito di dedizione in un ambiente complesso sebbene pieno di potenzialità positive che possono dispiegarsi e fruttificare se ben orientate e sostenute. Particolarmente significativi gli interventi: del dott. Orazio D’Antoni, già assessore comunale e promotore di molteplici interventi di riqualificazione del quartiere; della prof.ssa Teresa Patania, che ha operato nel settore della dispersione scolastica dei ragazzi del quartiere; del dott. Elio Garozzo, Kiwanis International Trustee e dell’avv. Enzo Martines i quali hanno evidenziato la necessità che vengano conosciuti e valorizzati i tesori nascosti del quartiere, testimonianza di una città che rinasce dopo l’eruzione lavica del 1669; del dott. Angelo Collura che ha sollecitato la ricerca di una cooperazione in rete tra le associazioni perché il quartiere possa costruire un rapporto organico con la Città.
Ha chiuso l’evento l’intervento del dr. Epifanio Giuffrida, Luogotenente Governatore della Divisione 2 Etna Patrimonio dell’Umanità che, in “visita ufficiale”, ha reso particolare onore all’importante service kiwaniano che il Kiwanis Club Catania Est ha inteso lanciare per promuovere un cammino di riscatto sociale e culturale del quartiere San Cristoforo-Salette e dell’intera periferia sud di Catania.
Giuseppe Adernò
Cultura
Giuseppe Lavenia racconta la guerra

struire soltanto nella vicendevole fiducia”
Queste espressioni del messaggio di Papa Francesco per la 57.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, hanno motivato l’ultimo incontro culturale del 18° Festival della Comunicazione, che ha avuto luogo, sabato 20 maggio nel Salone dei Vescovi.
Giuseppe Lavenia , giovane giornalista RAI, originario di Adrano, ha raccontato i 95 giorni trascorsi a Codogno, il 21 febbraio 2020 con il “paziente 1” e la successiva esplosione del Covid 19. L’esperienza dei primi giorni della pandemia hanno segnato fortemente l’opinione pubblica ed ha contribuito ad una presa di coscienza in relazione al benessere sociale.
Il racconto ha coinvolto l’attento pubblico ed è stato evidenziato lo stile di comunicazione e di relazione che il giornalista mette in atto nel preparare i servizi di informazione per il grande pubblico della televisione.
La paura e la tensione provata nei campi di guerra, al suono delle sirene di allarme; il contatto con i profughi che lasciano la loro terra per sfuggire ai bombardamenti; l’incontro con i bambini oncologici e l’improvvista e originale partita di calcio, sono alcune delle immagini del racconto che Giuseppe Lavenia ha fatto “parlando col cuore” e testimoniando come nella trasmissione di una notizia ci sono modi diversi di comunicare e quando si trasmettono valori si entra in sintonia con il pubblico/lettore/spettatore e parte un messaggio che aiuta a vivere bene.
L’incontro, moderato da Marco Carrara, di Bergamo in presenza e Dorella Cianci di Cerignola in videocollegamento sul tema “Comunicazione , guerra, disarmo” è stato promosso anche con la collaborazione del diacono Alessandro Rapisarda, dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali.
L’Arcivescovo Mons Luigi Renna, a conclusione dell’incontro, apprezzando il prezioso lavoro dei giovani giornalisti ha fatto luce sulla vocazione/missione del comunicatore che nel dare notizie che possono “costruire o distruggere, orientare o disorientare, rendere felici o infelici”, facendo partire il messaggio dal cuore, ricco di attenzione e sensibilità umana, trasmette certamente un raggio di speranza e di futuro. Come affermava Giorgio La Pira: “C’è una primavera che si prepara in questo inverno apparente ”
Giuseppe Adernò
Cultura
Etica della comunicazione, un convegno a Catania

Nella giornata conclusiva del 18° Festival della comunicazione” il tema ”L’etica della comunicazione, promozione della salute e benessere” è stato proposto quasi come sintesi del cammino in preparazione alla 57° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Sono stati messi a dimora tanti piccoli semi i giornalisti e i comunicatori hanno il dovere di rende vivo e dinamico il cantiere della comunicazione secondo le indicazioni del messaggio di quest’anno ha percorso i sentieri della comunicazione analizzando le molteplici ambiti relativi alla coesione sociale, ai principi e ai valori della sussidiarietà, del senso della vita, al ruolo della donna nella società, al controllo delle emozioni, alla paura come dono, alla cultura del digitale in famiglia, al messaggio del Verga e alla comunicazione delle buone notizie, e all’incontro con i giornalisti inviati di guerra. Non sono mancati i temi emergenti della nostra realtà locale: la legalità, la dispersione scolastica e la valorizzazione del territorio Etna e i principi dell’ecosostenibilità ambientale.
ETICA DELLA COMUNICAZIONE nelle professioni nell’attenzione alla salute e l’agire etico della pubblicità
Nell’incontro di sabato 20 maggio è stato affrontato il tema dell’ETICA DELLA COMUNICAZIONE, o forse ancor meglio ETICA NELLA COMUNICAZIONE non come enunciazione teorica, ma come etica, che sollecita un comportamento inteso come modo di pensare e di sentire i principi morali e deontologici che poi si traducono nell’agire, nell’azione incarnata nell’esercizio della professioni attraverso i compiti sociali specifici delle varie professioni, orientate tutte al benessere del singolo e della collettività che corrisponde.
Tutto ciò afferisce alla pratica Politica, intesa come ricerca del bene comune, di quel benessere sociale che investe l’integralità della dimensione umana.
Il tema del benessere è stato il filo conduttore degli interventi che hanno aiutato a riflettere a interiorizzare e consolidare principi e valori e poi si traducono nelle azioni e nell’esercizio della cittadinanza attiva e responsabile, che impegna ciascuno a rispondere con abilità e competenza nelle molteplici esperienze esistenziali
Ha introdotto gli interventi, coordinati dal prof. Giuseppe Adernò, presidente provinciale UCSI, l’Arcivescovo Mons Luigi Renna, che già nella conferenza stampa dei presentazione del Festival, tra i processi di innovazione nella diocesi ha inserito il “cantiere dei giornalisti” affinché nell’esercizio della “vocazione di operatori dell’informazione si sentano parte integrante della Chiesa”
Il tema della 57° Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali Parlare col cuore e farlo con mitezza” completa la trilogia dei verbi: Andare e vedere; Ascoltare con l’orecchio del cuore, che negli anni precedenti hanno scandito i passi del percorso formativo e di guida etica proposto da Papa Francesco.
Il prof. Felice Giuffrè, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Catania e membro laico del CSM nel magistrale intervento ha riletto i principi etici della Carta costituzionale , che definiscono le caratteristiche della deontologia professionale che sollecita e impegna ogni cittadino, soggetto sociale, a cooperare per il bene comune ed essere testimone credibile dei valori sanciti della Costituzione.
Con una ricchezza di esperienza e di saggezza professionale dott, Augusto Consoli , specialista in ambito psichiatrico, docente di bioetica, presidente nazionale della Società scientifica per lo studio delle dipendenze patologiche; coordinatore del Gruppo alcologico regionale e del gioco d’azzardo patologico della Regione Piemonte ha trattato bel rapporto tra etica e bioetica il tema del “benessere” che tende allo star bene del cittadino nella dimensione della salute fisica e mentale e in riferimento all’ambito sanitario ha analizzato gli aspetti della comunicazione dialogica tra medico e paziente e nella presentazione degli antidoti alle difficoltà emergenti ha evidenziato la capacità critica di saper interpretare i messaggi che possono creare distorsioni nella condivisione dei percorsi di salute, auspicando che tale prassi metodologica non fosse riservata ai medici “eroi” o delegata alla chatGPT.
L’intervento della giornalista Pinella Leocata ha indirizzato l’attenzione ai casi di malasanità e di cattiva gestione del servizio sanitario
L’ottica di una comunicazione responsabile e del businnes etico , grazie al contributo della dott.ssa Emilia Grazia Costa, di Torino esperta in ricerca, marketing e vendite , responsabile dei progetti speciali della Rai sui tema della pubblicità ha offerto all’attento pubblico nuovi orizzonti di cittadinanza attiva e di positiva fruizione dell’ecosfera mediale che comprende i molteplici canali della comunicazione e delle relazioni sociali,
L’agire etico della pubblicità e l’ottica di una comunicazione commerciale responsabile impegna ad rispettare indicazioni e norme di certificazione, misurazione, sostenibilità e per essere a servizio di tutti necessita di un’attenzione speciale anche nei confronti delle disabilità, creando un modello di “pubblicità inclusiva”.
Interventi specifici sull’etica nella professione del giornalista sono stati proposti dal presidente nazionale della FISC, (Federazione Settimanali Cattolici), Mauro Ungaro, il quale ha esplicitato le finalità del servizio di informazione e formazione che svolgono i settimanali cattolici, che “danno voce a chi voce non ha “ ed il segretario nazionale UCSI e tesoriere dell’Ordine dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Salvo Di Salvo, nel constatare come i social media, alla portata di tutti, diffondono notizie, e non sempre vere e circostanziate, sollecitano la responsabilità del giornalista che racconta la verità “con lo stile sapiente della carità”.
Cultura
Il messaggio della 57° Giornata delle Comunicazioni

“Parlare col cuore e farlo con mitezza”
E’ stato illuminante l’intervento del giornalista Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI, il quale ha evidenziato come il tema proposto conclude la trilogia dei verbi, scandita dagli ultimi tre messaggi annuali: Andare e vedere (consumare le suole delle scarpe), Ascoltare con l’orecchio del cuore, Parlare col cuore e farlo con mitezza”
Rileggendo i titoli dei dieci messaggi di Papa Francesco si ricostruisce il cammino della narrazione che diventa incontro, dialogo, messaggio di verità e di speranza per le famiglie, per la società, per la storia di ogni uomo, a servizio dell’intera comunità umana.
Nel messaggio del 2014 “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro” la sottolineatura del termine autentico, trova riscontro nell’esercizio della prossimità ben descritto dalla parabola del “Buon samaritano” che si ferma, scende, vede, ascolta il dolore dell’uomo e parla col cuore agendo, fasciando le ferite, offrendo un servizio, rispondendo ad un bisogno, “secondo verità e carità”
Queste parole sollecitano l’impegno a disarmare il linguaggio e renderlo prossimo “col cuore”, centro pulsante della vita.
Il convegno è stato introdotto e moderato da Suor Cristina Beffa, delle Figlie di San Paolo, la quale, nel descrivere il percorso del Festival che quest’anno ha come centro la diocesi di Catania, ha annunciato che la prossima tappa sarà la diocesi di Tortona.
La prof. Gianna Maria Cappello, dell’Università di Palermo, presidente del MED – Associazione italiana per l’Educazione ai Media- ha messo in luce i rischi e le opportunità che la comunicazione in rete veicolata dai social-media producono per i giovani. L’intento educativo è orientato a coltivare la consapevolezza, ed un’efficace relazione tra le persone,
La velocità della rete digitale sollecita creatività e alto senso civico, dando spazio anche all’Educazione civica che oggi comprende anche l’educazione digitale.
Il terzo intervento è stato affidato al prof. Massimiliano Padula, docente di “Scienze della comunicazione sociale” presso l’Istituto Pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense, autore di testi come “Comunica il prossimo tuo- Cultura digitale e prassi pastorale” e “Comunicare il bene”.
Il prossimo 60° anniversario del decreto conciliare “Inter mirifica” – 4 dicembre 1963, ripropone il tema della comunicazione tra le “meravigliose invenzioni tecniche del nostro tempo” e sollecita un’attenta riflessione affinché la comunicazione fatta col cuore risulti efficace e produttrice di bene.
La fecondità spirituale del messaggio cristiano si traduce in generatività umana , superando la dicotomia tra fede e cultura e nella prassi comunicativa di oggi dal tradizionale ruolo di consumatori di notizie, con il digitale, oggi considerato “bene primario”, ogni persona diventa fonte editoriale, produttore e distributore di notizie e messaggi.
Nel dibattito che è seguito alle relazioni sono stati evidenziati i temi della pastoralità e della catechesi, e sono stati ribaditi i principi della responsabilità e della formazione indispensabile per rispondere in maniera adeguata alle mutate prassi comunicative della società di oggi,
L’Arcivescovo, Mons Luigi Renna, a conclusione dell’incontro, esprimendo soddisfazione per la convergenze delle diversi arti comunicative che sono state presentate nel ricco programma del Festival: convegni, libri, teatro, musica, arte ,cinema, solidarietà, citando l’espressione dei San Francesco di Sales , “Amare bene per dire bene” ha dettato la prassi operativa del buon comunicatore, capace di trasmettere messaggi e parole, pensate col cuore.
Giuseppe Adernò
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