Editoriali

#1euroafamiglia, parte la campagna di raccolta

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L’hashtag lo ha lanciato nei giorni scorsi la Fondazione Forum Famiglie, attraverso una campagna mirata alla raccolta fondi per aiutare migliaia di famiglie in ginocchio dalle conseguenze economiche della pandemia. Attraverso un impegno minimo di 1 euro, si potranno aiutare migliaia di persone che in questo periodo stanno avendo problemi a pagare la rata del mutuo o le bollette, e stanno dando fondo ai risparmi accumulati. Il progetto non si ferma all’aiuto economico ma, attraverso una rete di consulenti familiari e associazioni specializzate, offre a chi ne avrà bisogno servizi di supporto per qualsiasi necessità familiare. L’idea, spiegano i responsabili del forum,  è quella di dare non solo soldi, ma creare una rete di “famiglie per le famiglie”. Maggiori informazioni si possono avere andando sul sito: fondofamiglie.org. Si stima che in Italia il costo di un figlio da zero a 18 anni per un reddito medio è di 171mila euro. Di questa crisi che ha colpito i nuclei familiari più deboli ne ha parlato anche il premier Mario Draghi nel suo discorso al Senato, “tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza”. Secondo una ricerca del Sole 24 ore tra i giovani prevale l’esercito di persone con contratti a tempo, lavoratori autonomi o disoccupati. Gli sgravi fiscali non bastano e la politica risponde con lentezza. Rispetto a questi scenari inquietanti il governo, dal prossimo mese di luglio sta per varare l’assegno unico universale; la riforma, fortemente voluta dal governo giallorosso e già finanziata con 3 miliardi per il 2021 (e circa 6 miliardi a regime),  prevede l’introduzione di un contributo mensile per ciascun figlio under 21. Il nuovo assegno dovrebbe sostituire le tante misure esistenti, dalle detrazioni per i figli a carico, agli assegni al nucleo familiare, fino al bonus bebè. E se l’annuncio fa ben sperare centinaia di migliaia di famiglie, rimane da sciogliere il nodo economico; bisognerò trovare le risorse necessarie affinchè dal passaggio all’assegno unico alcune famiglie non rischino di rimetterci. L’obiettivo è quello di garantire un contributo che parta da 200 euro, cui aggiungere una quota variabile in base all’Isee. Il Ddl è fermo da mesi al Senato in attesa del via libera, dopo l’ok unanime della Camera arrivato già l’estate scorsa. La commissione Lavoro di Palazzo Madama dovrebbe solo passare al voto degli emendamenti, ma il processo è in stand-by da mesi ed è stato “congelato” dalla crisi. Gli uffici del ministero della Famiglia stavano già lavorando ai decreti attuativi e hanno continuato fino alle dimissioni di Elena Bonetti. Ma per fortuna la ministra è stata riconfermata e si spera che l’iter possa realmente rispettare i tempi prefissati

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