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Alla Regione Siciliana i conti non tornano

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E’ stata questa la frase pronunciata dal procuratore generale della Corte dei Conti  di Palermo, Giuseppe Aloisio durante la sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Cresce il danno erariale e crescono i funzionari che lo commettono. 39 milioni di euro contestati nel 2015 a 361 amministratori di vario ordine e grado, politici e burocrati. Ma soprattutto cattiva gestione, uso distorto delle risorse, nessuna programmazione, impiego dei fondi per garantire la casta e non per dar man forte allo sviluppo. Sotto accusa c’è tutta la gestione della Regione Siciliana negli ultimi anni ma in particolare l’incapacità di rendere attrattivi musei e cultura. E se da un lato c’è il grave atto d’accusa della magistratura contabile con la conseguenza che si sono persi centinaia di posti di lavoro, e tante famiglie disperate, dall’altro, nei giorni scorsi, è stata trasmessa una lunga lettera al ministro della cultura Franceschini, scritta intellettuali come Camilleri e Buttafuoco, artisti come Ficarra e Picone, da vari direttori di strutture turistiche, chef e produttori vitivinicoli. “Ho letto con attenzione – scrive Franceschini, riferendosi all’appello – una lettera che vibra di preoccupazione e amore per la vostra terra. Questioni – continua – che interrogano anche me come cittadino ma soprattutto come ministro. Perché specialità – chiarisce subito – non significa separatezza e marginalità: la Sicilia è parte del nostro Paese, una parte dal fascino incommensurabile”. Franceschini cita Goethe e la celebre frase che riguarda l’Isola nel resoconto del suo viaggio pubblicato 200 anni fa – “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto” – e apre le porte per un’intesa istituzionale: “Nei termini che la Regione Sicilia riterrà, il Ministero è disponibile a supportare e sostenere, sia nella valorizzazione che nella tutela, ogni forma di collaborazione”. “L’80 per cento dei visitatori esteri del nostro Paese non scende sotto la Capitale: è chiaro che i margini di crescita per la Sicilia sono enormi”.  Dal ministro arriva anche l’annuncio di una direttiva emanata per “censire e tutelare le librerie storiche” e la previsione inserita nel nuovo decreto legge sul cinema di “forti incentivi per chi investe nella salvaguardia di sale cinematografiche, teatri e librerie storiche”. Un annuncio che va nettamente in controtendenza con quelle che sono le linee contenute nell’ultima mini finanziaria in discussione in questi giorni all’assemblea regionale siciliana in cui viene soppresso il centro regionale per la progettazione e per il restauro e per le scienze naturali ed applicate ai beni culturali! Che tristezza

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