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L’asso nella manica di Billy Wilder, film del 1951

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Recensione del film “L’asso nella manica” a cura di Ivan Scinardo tratta dal libro: Cinema#Giornalismo

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Vi ricordate la tragedia di Vermicino, nel 1981, in cui perse la vita Alfredino Rampi? La televisione di stato fece una diretta lunghissima sulla triste vicenda di questo bambino caduto dentro un pozzo artesiano.

Quell’anno fu coniata l’espressione “la tv del dolore”. Riguardando “L’asso nella manica” scritto trent’anni prima, nel 1951, dal regista americano Billy Wilder, che diresse per la prima volta Kirk Douglas, è inevitabile il parallelismo.

Il grande Kirk Douglas

Kirk Douglas è nel ruolo del giornalista senza scrupoli, che ai tempi provocò profonda indignazione nella categoria, a tal punto che la commissione del tempo censurò il film.

E’ importante rivedere “L’asso nella manica” perché viene subito in mente la parola “scoop”, quella che cerca Charlie Tatum, donnaiolo e ubriacone, cronista di razza ma senza scrupoli.

Cacciato dai principali  quotidiani di New York , Chicago e Detroit, finisce nel piccolo giornale di Albuquerque.

Con la carriera compromessa dall’alcool, disposto a tutto pur di puntare alla spettacolarizzazione della notizia e in questo caso della tragedia monta un caso giornalismo.

La  vittima principale si chiama, Leo Minosa, un povero operaio rimasto bloccato in una caverna.

Billy Wilder

Il giornalista cavalca la notizia e organizza una gigantesca giostra.

Centinaia di persone come un circo con le roulotte si stabiliscono  nel luogo della tragedia.

La scena in cui  Charles Tatum (Kirk Douglas) è in macchina con  Herbie Cock (Robert Arthur), si recano in viaggio oper fare un servizio sui serpenti.

Il loro viaggio è una vera e propria lezione di giornalismo

In sequenza la scena dentro la galleria

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