InSalute (Dott.E.Alagna)

Coronavirus: “Sono uscito per incontrare l’amante”

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Coronavirus, le autocertificazioni più assurde

“Non posso stare a casa picchì me mogghi sta facenno pulizie”, “Ho un incontro con l’amante”, “Staio ‘mpazzenno a stare a casa”, “Devo sdraiarmi a prendere il sole”

L’invito a restare a casa e ad uscire soltanto per necessità comprovate è in vigore in tutta Italia. Ma, nonostante le misure adottate dal Governo per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus, c’è chi continua a cedere alla tentazione di prendere “una boccata d’aria” per futili motivi. Anzi, tra le migliaia di segnalazioni che sono arrivate negli ultimi giorni, ci sono dei casi in cui la motivazione espressa nell’autocertificazione rasenta l’assurdo. Certo la fantasia non manca a giudicare dalle motivazioni raccolte dalle forze dell’ordine deputate ai controlli su tutto il territorio nazionale dopo il decreto del 9 marzo che vieta gli spostamenti se non per esigenze di lavoro, motivi di salute, visite mediche, acquisto di beni di prima necessità.

Coronavirus, le autocertificazioni più assurde

Tra le numerose segnalazioni arrivate in questi giorni dalle forze dell’ordine, ci sono casi in cui le motivazioni espresse sono a dir poco surreali: ecco i casi più eclatanti.

A Palermo un uomo ha risposto agli agenti sul suo ‘stato di necessità’ che doveva assolutamente sdraiarsi su una panchina per prendere il sole. Un altro ha detto: “Non posso stare a casa perché stanno facendo le pulizie”. Ma lui era già lontano chilometri dall’abitazione.

Nei giorni scorsi i controlli dei carabinieri del comando provinciale effettuati a Palermo e provincia per far rispettare le norme anti Coronavirus avevano inchiodato a Mondello tre ciclisti provenienti da Brancaccio e un cittadino che stava facendo il bagno a mare. Tutti sono stati denunciati.

A Ficarazzi avevano organizzato perfino una partitella di calcetto in strada; una coppia è stata denunciata mentre si accingeva ad appartarsi, nel parcheggio di via Basile. Due persone sono state denunciate in via Malaspina perché, davanti al carcere Minorile, esplodevano alcuni fuochi d’artificio: stavano festeggiando il compleanno del figlio che si trovava detenuto.

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