Editoriali

Bisogna imparare ad ascoltare i figli

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L’osservazione dei nostri figli è la base per aiutarli ma anche per aiutare noi stessi. Per raggiungere una preparazione adeguata bisogna essere “iniziati”: ovvero bisogna che qualcuno ci indichi i nostri difetti. Ciò non significa aspirare alla perfezione, senza debolezze, poichè esse sono fonte di enormi ricchezze come il sentimento di empatia verso il prossimo. Il Papa più volte ha invitato la chiesa ad aprirsi, a saper cogliere i cambiamenti del tempo. Per ricercare ciò che oggi il Signore chiede alla sua Chiesa, dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire “l’odore” degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce: a quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia» sono le parole del Papa. Tutti dovremmo avere il dono dell’ascolto, affinchè ci sia un confronto sincero, aperto e fraterno con il prossimo. Ed ecco che i mezzi di informazione in questo caso possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa. I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci e ad imparare gli uni dagli altri. Abbiamo bisogno di comporre le differenze attraverso forme di dialogo che ci permettano di crescere nella comprensione e nel rispetto. La cultura dell’incontro richiede che siamo disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri. I media possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi. In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, Oggi non basta semplicemente essere connessi; occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero e la rete digitale, se usata in maniera responsabile può essere a tal proposito non una rete di fili ma di persone. Un percorso di sana comunicazione deve essere costituito non solo da bravi comunicatori ma anche da attenti ascoltatori. Forse l’esercizio più utile e immediato potrebbe iniziare in casa con i figli, cominciando ad ascoltarli di più e magari evitare di aggredirli quando sbagliano.

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