Editoriali

Contro l’odio, una comunity di promozione attiva

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Mi ha fatto molto riflettere il bando, promosso dalle Politiche per l’immigrazione del Comune di Ravenna, per la selezione di giovani interessati a svolgere esperienze di volontariato nell’ambito del progetto “Fast Lisa” (“Fighting hate speech through a Law, Ict e Sociolinguistics approach”). Obiettivo è quello di realizzare azioni di contrasto all’hate speech, fenomeno sempre più diffuso, soprattutto sulle piattaforme social, che si manifesta con l’incitamento all’odio e con l’intolleranza verso gruppi o persone appartenenti a determinate categorie come stranieri, immigrati, persone di colore oppure contro le donne, o contro i disabili. Secondo quanto riferito dal Ministero del Lavoro, lo scopo è di coinvolgere 30 giovani, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, nella formazione di una community di promozione attiva del contrasto al discorso d’odio e di narrativa alternativa su una o più specifiche forme di intolleranza a scelta delle ragazze e dei ragazzi che, grazie ad operatori esperti, possa mettere a punto un metodo di lavoro comune, nonché contenuti e format innovativi per l’ideazione e la gestione di laboratori, workshop e focus group. Le volontarie e i volontari selezionati diventeranno ambasciatrici e ambasciatori del progetto, andando ad operare nell’ambito delle linee di azione individuate come prioritarie dal Comune di Ravenna e dall’Università di Bologna. Una volta selezionati, le ambasciatrici e gli ambasciatori seguiranno una formazione specifica ideata in collaborazione con l’Università di Bologna e l’Università degli studi di Urbino, poi ci sarà una fase di co-progettazione e la messa in pratica dei laboratori, dei workshop e di focus group Per poter partecipare, oltre al requisito anagrafico, sono richiesti la residenza o il domicilio, anche temporaneo, nel territorio di Ravenna e provincia. Contro questo triste fenomeno dell’hate speech, Amnesty international, chiede alle piattaforme dei social media di migliorare i meccanismi di segnalazione e di rimozione dei contenuti sensibili condividendo con gli utenti linee guida e informazioni su come agire e reagire in caso di violazioni e abusi; di investire in campagne di sensibilizzazione pubbliche; di condividere e rendere pubblici i rapporti sulle segnalazioni ricevute; di rendere pubblici i dati sulle comunità di moderatori impiegate per rispondere alle segnalazioni di violazioni e abusi; di migliorare gli standard di sicurezza e privacy. La campagna per sostenere la battaglia contro l’odio online e promuovere l’inclusione è sempre aperta e andrebbe estesa a macchia d’olio in tutto il Paese con la consapevolezza che questo fenomeno possa essere arginato perché difficilmente eliminabile.

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