Editoriali

I miei giorni con te

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È il titolo di un progetto che da due anni viene portato avanti nel padovano  ed è dedicato a chi si prende cura di un malato di demenza a domicilio. In una società in cui le risorse pubbliche sono in riduzione e i problemi sociali in aumento, vi è la necessità di ricostruire una trama sociale capace di attivare soluzioni generative. La strategia più promettente è quella di affiancare al welfare pubblico un “secondo welfare”, composto da una vasta gamma di attori collegati in rete con un forte ancoramento territoriale. Il desiderio è mobilitare gran parte della società civile, che partecipa e investe sui valori della sussidiarietà, della reciprocità e del bene comune, e coinvolgere le imprese in modo che diventino uno dei principali attori di questa “innovazione sociale”. Secondo i promotori del progetto ad oggi, purtroppo, non ci sono cure per la demenza, e almeno finora, non c’è modo di arrestare la malattia. I malati hanno bisogno di assistenza continua, e di solito questo ruolo viene assunto dalle famiglie, ma questo ha un carico a volte eccessivo su di loro. Il diritto di assistere un anziano in maniera dignitosa senza doversi indebitare (per pagare case di cura o badanti) e senza trascurare completamente il proprio lavoro e il proprio nucleo familiare sembrano argomenti purtroppo ancora lontani dal vivo del dibattito sociale. Sappiamo che un caregiver su due è in età lavorativa, ma sappiamo anche che il 40% di questi non lavora per seguire il malato. Nel campione intervistato dal Censis, tra quelli che il lavoro sono riusciti a mantenerlo più della metà riferisce difficoltà nel conciliare lavoro e assistenza, uno su quattro ha dovuto chiedere il part time e quasi la metà dichiara che la malattia del familiare lo obbliga a continue assenze dal lavoro. I caregiver, inoltre, tendono ad ammalarsi più spesso; riferiscono stanchezza, disturbi del sonno e dell’umore in percentuali significativamente più alte del resto della popolazione. Quando un familiare si ammala di demenza, questo evento impatta fortemente nella vita del lavoratore e della sua famiglia, influenzando inevitabilmente produttività e rendimento sul lavoro. Scrivendo su questo argomento, da amante del cinema, mi è venuto in mente il film d’animazione Coco, dedicato a un bambino che riesce a rianimare la sua bisnonna cantandole una canzone della sua infanzia. Il film regala una delicata rappresentazione del caregiving e della demenza, ma soprattutto ci offre un’immagine di una persona affetta da demenza che si avvicina con dignità alla fine della sua vita, circondata dall’amore.

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