Editoriali

I genitori “amiconi”. Ognuno stia al suo posto!

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Il titolo è ironico ma fotografa perfettamente il ruolo dei genitori oggi rispetto all’educazione impartita ai figli. Sta circolando molto rapidamente una riflessione che lo psichiatra Paolo Crepet ha fatto sui social a tal proposito;  secondo lui, gran parte dei problemi dei nostri ragazzi deriva proprio da una classe di genitori che ha rifiutato il proprio ruolo, preferendo quello di amiconi. Quando il buonismo educativo è così pregnante, non va bene, scrive Crepet. Noi non abbiamo più figli, ma piccoli budda a cui noi siamo devoti, per cui possono fare tutto. Scelgono dove andare a mangiare, in quale parco giochi. Siamo diventati genitori che dicono sempre di si, ma questo è sbagliato. Quando diventeranno grandi ci sarà qualcuno che gli dirà di no, magari alla prima frustrazione amorosa, magari al primo lavoro. I genitori vanno al primo incontro di lavoro del figlio di 26 anni. Poi c’è gente che non manda i figli all’Erasmus perché fa freddo. Sono un disastro questi genitori. Non possiamo generalizzare, ma in molti casi è così”. Lo psichiatra si interroga su come siamo arrivati a questo punto? Parla di declino della responsabilità. “Colpa di chi ha detto loro che le responsabilità sono un problema, mentre invece sono il metro con cui si misura la propria crescita. Sono le responsabilità e la capacità di prendere in mano la propria vita che definiscono l’essere adulto e lo differenziano da un bambino. L’idea di trovarsi una generazione di eterni adolescenti a quarant’anni fa veramente gelare il sangue”. Non ha mezze misure il professionista che dal suo punto di osservazione ha fatto diverse ricerche sul rapporto genitori – figli oltre che  avere compiuto in tanti anni di carriera una osservazione sul campo che gli ha permesso di conoscere i mutamenti generazionali. Molti genitori si riconoscono in questa disamina soprattutto quando si tratta di mandare i propri figli all’estero a studiare. Si sottovaluta molto spesso la capacità adattiva del ragazzo e la sorprendente voglia di apprendere, esplorare luoghi nuovi, conoscere altre culture e migliorare da un punto di vista evolutivo. Soltanto così i figli avranno la possibilità di fare la differenze, importare nuovi stili, tendenze e fare tesoro di ogni saggezza appresa. Responsabilizzarli significa anche questo, dimostrare che ci si fida di loro, pur facendo una violenza interiore nel pensare a tutti i pericoli cui vanno incontro e che potrebbero anche non cavarsela nelle situazioni di difficoltà. Ma anche questo è necessario nel percorso di crescita, cadere e poi rialzarsi ancora più forti di prima.

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