Editoriali

I genitori non facciano ingerenze sugli insegnanti!

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Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in un articolo pubblicato dal portale: “Orizzonte scuola”; Mario Bocola ha scritto: Gli insegnanti non sono missionari, ma professionisti dell’istruzione! Del loro operato non devono assolutamente dare conto ai genitori che vogliono a tutti i costi essere invadenti nelle scelte dei docenti”. L’insegnate si riferiva al crescente numero di casi di genitori che, in diverse occasioni, hanno giudicato l’operato degli inseganti creando un vero e proprio corto circuito  nel rapporto con  l’alunno. Succede spesso che qualche genitore riesca anche a procurarsi il cellulare del docente, non rispettando le norme della privacy, per insultarlo o addirittura aggredirlo verbalmente, perché si è permesso di mettere una nota disciplinare sul registro. Il genitore spesso anziché prenderne atto e magari correggere la condotta del proprio figlio, si scaglia contro l’insegnante ripetendo la solita vecchia frase “lei ce l’ha con mio figlio”. Genitori iperprotettivi che fanno solo male ai propri figli, perché incapaci di risolvere i problemi da soli. D’altronde la scuola non la fanno i genitori ma gli alunni e gli insegnanti. Secondo il filosofo Umberto Galimberti, riferendosi ai maestri di scuola elementare, sostiene che essi esercitano un ruolo enorme perchè non solo istruiscono ma devono anche accudire i bambini da tutte le difficoltà emotive e sentimentali. La scuola primaria è una scuola difficilissima e quella italiana è una delle migliori al mondo grazie alla devozione dei maestri che vengono continuamente attaccati dai genitori perché si sentono superiori. I genitori fanno la guerra alle maestre causando un danno psicologico pazzesco perchè i bambini prima amano i genitori e poi amano la maestra; se in casa sentono parlare male dei maestri, il bambino non capisce di chi si deve fidare”. Tornando al ruolo dei genitori Galimberti ha detto: “I genitori non dovrebbero proprio mettere bocca nel percorso scolastico; espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge”. E in ultimo fa un appello ai genitori, un appello che in realtà rivolgono loro gli stessi figli scrivendo delle lettere a Galimberti dal quale è stato tratto il libro La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo”, edito da Feltrinelli: “Per favore, cari adulti, non ci indicate il denaro e l’immagine sociale come unici obiettivi della nostra esistenza”.

 

 

 

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