Editoriali

Gioco d’azzardo, sempre più giovani affetti da ludopatia

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I dati sono da allarme sociale e ciò che colpisce maggiormente è che il fenomeno, per certi aspetti, rimane sommerso. Parliamo ancora una volta del gioco d’azzardo. Dalla prima indagine epidemiologica effettuata nell’ottobre 2018 dall’ Istituto superiore della sanità, nel quadro dell’accordo scientifico con l’agenzia delle dogane e dei monopoli, emerge che hanno giocato almeno una volta oltre 18 milioni di italiani, di cui 700 mila minorenni. Ammonta a 101 miliardi e 850 milioni la raccolta, intesa come il numero delle giocate registrate in un anno. Il riferimento è il 2017, ma le ricerche degli anni successivi riportano dati simili. Il passo alla dipendenza patologica è breve. La ludopatia è stata riconosciuta come patologia a tutti gli effetti dal Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali (Dsm 5) e dall’American Psychiatric Association.  L’azzardo è tutt’altro che un gioco; rende schiavi coloro che sempre più spesso, di fronte alla crisi economica, vengono abbagliati dagli slogan del “Vincere facile”. Nel solo 2017, fa sapere la Caritas diocesana, nel Comune di Nardò sono stati giocati 55,7 milioni di euro (1771 euro a testa) tra slot machine, gratta e vinci, lotto e scommesse sportive. A Gallipoli e Casarano, rispettivamente quasi 30 e 37,4 milioni. Di qui il progetto intitolato significativamente “Non m’illudo”, finanziato con i fondi 8xmille della Chiesa cattolica italiana e con fondi della diocesi salentina, avviato coinvolgendo parrocchie, scuole, associazioni, Comuni e la Asl di Lecce con la quale è stato siglato un protocollo. L’obiettivo è infatti quello di offrire alle vittime di questa piaga una rete di centri di ascolto localizzati nelle parrocchie del territorio e in contatto con i Serd (servizi Asl per le dipendenze patologiche) ed eventualmente anche un sostegno economico. Ma anche di creare una rete di prevenzione e contrasto al fenomeno.

Il progetto, spiega al Sir il direttore della Caritas di Nardò-Gallipoli don Giuseppe Venneri, “è nato dall’osservazione del territorio attraverso l’importantissima opera dei centri d’ascolto parrocchiali e del centro d’ascolto diocesano. Ascoltando e accompagnando le tante persone che si sono rivolte a noi abbiamo constatato che il dramma della povertà, che investe trasversalmente giovani, adulti e anziani, non è dato solo dalla mancanza di lavoro ma anche dalla perdita di speranza.

E quando viene meno la speranza si generano illusioni. Una di queste illusioni, ormai piaga sociale, è il gioco d’azzardo”. Il sacerdote definisce “sconfortanti” i dati forniti dall’Agenzia dei monopoli di Stato. A preoccuparlo sono soprattutto i giovani, tra i quali aumentano le scommesse sportive e on line. Dalle risposte ad alcuni questionari anonimi predisposti dalla Caritas salentina e distribuiti nelle parrocchie, emerge infatti che “la loro percezione del problema è pressoché nulla e si evidenzia solo quando lo sperpero delle finanze familiari ha causato un forte indebitamento”.

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