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Suole di vento: Goffredo Fofi si racconta

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Arriva con un lungo tour nelle sale italiane, dopo l’ottima accoglienza di critica al Torino Film FestivalSuole di vento – Storie di Goffredo Fofi, il film documentario di Felice Pesoli, racconto di un vagabondaggio esistenziale, culturale e politico tra i più originali e liberi del nostro paese. Attraverso straordinarie immagini di memoria e di archivio è lo stesso Goffredo Fofi a ricordare episodi della sua vita, di attivismo sociale, cinefilia, incontri con grandi protagonisti della cultura del Novecento, e soprattutto un’idea del mondo non omologabile, e fieramente condivisibile. (ELENCO SALE )

Un racconto pieno di energia, spirito, movimento e pensieri, vita culturale, decine di libri a propria firma, migliaia di interventi e dibattiti con lettori e spettatori. Goffredo Fofi non ha formule da trasmettere ma ci propone di stare in movimento, di stare nella realtà e vivere il proprio tempo sempre alla ricerca di un mondo diverso davvero possibile. Suole di vento – Storie di Goffredo Fofi inizia il suo tour nelle sale il 7 ottobre dalla Cineteca di Bologna per poi essere presentato con proiezioni evento, accompagnato dal regista e da speciali ospiti, a Torino, Milano, Roma, Firenze, Perugia, Palermo e altre tappe, lungo tutto ottobre. Suole di vento – Storie di Goffredo Fofi, è prodotto da Avventurosa con Rai Cinema, in associazione con Luce-Cinecittà e in collaborazione con AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cineteca Di Bologna e Casa Delle Visioni. Una distribuzione Luce-Cinecittà.

Goffredo Fofi non vuole essere considerato un intellettuale e veramente neppure li ama. Però ha passato la vita a fondare riviste culturali, scrivere libri, recensire film, mentre faceva anche scioperi della fame, volantinaggi ai cancelli della Fiat, mense per i bambini proletari.  Sempre su e giù dai treni, e sempre pronto a cambiare città quando la curiosità culturale e politica lo ha portato altrove: dalla natìa Gubbio a Palermo, Torino, Milano, Napoli, Roma, con una lunga parentesi parigina in un sottotetto del Quartiere Latino. Ognuno dei suoi numerosi spostamenti da una città a un’altra apre e chiude una fase del suo pensiero e del suo agire nel mondo, che si snoda, a volte anche in modo contraddittorio dall’infanzia a Gubbio alle esperienze siciliane a fianco di Danilo Dolci, dall’azione politica nella Torino operaia degli anni ’60 all’attività di creazione di reti sociali a Napoli, dalla collaborazione alla rivista Quaderni Piacentini fino all’attuale direzione del mensile Gli Asini. Nel film la necessità di Goffredo Fofi di andare di volta in volta dove ritiene sia più opportuno svolgere un efficace lavoro politico e culturale si intreccia con i ricordi delle persone che ha incontrato nel corso della sua vita, come Elsa Morante, Carmelo Bene, Danilo Dolci, Aldo Capitini, Totò, Luis Bunuel, Ada Gobetti, Raniero Panzieri, Pasolini, Fellini e molti altri. Persone con cui “è stato bello litigare” ma con cui, in certi casi, è stato altrettanto bello riconciliarsi.  E poi il ’68, i gruppi extraparlamentari, gli eccessi ideologici, la scoperta di nuovi scrittori e registi, il lavoro sociale come ultima risorsa della politica.

Dal profilo di un intellettuale eretico e di uno straordinario organizzatore culturale emerge una visione fortemente critica nei confronti della società italiana, dei suoi meccanismi di potere, delle ingiustizie che la segnano. Goffredo Fofi è spesso tagliente nei confronti degli uomini di cultura che non vogliono o non sanno più contrapporre a un progressivo processo di omologazione uno sguardo e un linguaggio critico, che rimetta al centro del pensiero una viva tensione per la giustizia sociale e per la libertà. Una vita piena di storie contrastanti e incontri straordinari, animata da un radicato e profondo orientamento pacifista e da un pensiero teso sempre al cambiamento della realtà sociale e culturale: a condizione che si trasformi in fatti, pratiche di vita, altrimenti non conta niente.

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