Editoriali

 E se i giovani diventassero guide turistiche?

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C’è un dato che conferma le previsioni della scorsa primavera e cioè che la Sicilia potrebbe ospitare oltre due milioni di turisti; questa la previsione annunciata dal quotidiano Repubblica dopo avere ascoltato i più importanti tour operator; tra giugno e luglio, in base alle camere d’albergo finora prenotate, è stato registrato il 10 per cento in più rispetto al 2019. Record di presenze a Taormina e San Vito Lo Capo, dove gli stranieri superano la popolazione italiana mentre a Siracusa sono tornati i cinesi e gli svizzeri. Numeri da capogiro anche all’aeroporto di Palermo; maggio si è chiuso con oltre 704mila viaggiatori in più rispetto al periodo pre-pandemico. Secondo gli esperti intervistati, i turisti apprezzano molto la grande bellezza del patrimonio culturale siciliano; Palermo e Trapani hanno avuto in media un 7- 10 percento in più di presenze tra aprile e giugno. Secondo il docente universitario di economia Giovanni Ruggieri, le isole sono il modello del nuovo turismo post Covid, intimistico, open air e legato ai borghi e ai piccoli centri. Case vacanza e appartamenti da condividere sono le nuove frontiere di viaggio in luoghi, come le isole, oasi autentiche e lontane dal turismo industriale che ha dominato i periodi pre pandemia”. Molti operatori però continuano a chiedersi se le città sono pronte all’accoglienza. Ovunque ci sono guide improvvisate, in barba a chi ha fatto studi ed esami per prendere il patentino; e così improvvisati cocchieri, e guidatori di motoape, con la quinta elementare, se ce l’hanno, danno informazioni ai turisti in un italiano azzardato, intriso ovviamente di dialetto, che risulta quasi sempre essere incomprensibile. Mi ha colpito l’iniziativa di un gruppo di studenti di un piccolo comune della provincia di Brescia,  Orzivecchi, che sono stati coinvolti dal loro preside in un progetto dal titolo: “Alla scoperta della storia e dei monumenti”. A spiegarlo il sindaco Gianluigi Sturla: ”È un progetto di formazione che coinvolge i ragazzi per promuovere un’esperienza di cittadinanza attiva che vuole far nascere nei giovani la consapevolezza del valore che i beni artistici e paesaggistici rappresentano per il sistema territoriale. In pratica, i giovani collaborano con il Comune per presentare ai visitatori i beni storici e artistici locali, in modo da potenziare le competenze e da diventare efficaci, linguisticamente parlando, nel contatto con il pubblico. Il lavoro è iniziato con l’incontro con un esperto conoscitore della storia locale; le apprendiste guide sono state così coinvolte nella vita sociale, culturale ed economica della comunità. Inoltre il modulo di approfondimento di guida turistica è un momento di crescita personale e di condivisione che consente l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze. Con questo progetto – concludono – i ragazzi sperimentano strategie comunicative utili all’interazione nell’ambito lavorativo dei servizi turistici, mentre la scuola può integrare la propria offerta formativa, proponendosi come elemento attivo nella formazione tecnico professionale degli allievi”. Questi si che sono modelli virtuosi da importare!

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