Editoriali

“Illuminiamo il futuro”

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La Sicilia si riconferma prima nella classifica nazionale e ai vertici dell’intera Europa, per la dispersione scolastica. Il penalizzante record vede un ragazzo siciliano su quattro abbandonare la scuola, più di novemila solo nella provincia di Palermo, specie quelle ubicate in quartieri dove sono tuttora presenti degrado, disoccupazione e povertà. Cinque bambini su cento si ritirano prima della licenza elementare; Nel 2016, un minore su 10 non è mai andato a teatro o a un museo. I ragazzi che lo scorso anno non hanno letto nemmeno un libro sono, mediamente, il 53%. In Sicilia, il 72%. Riguardo la pratica sportiva, il divario tra ragazzi che vivono in famiglie svantaggiate e ragazzi benestanti è enorme. Il dato svela malessere diffuso, disagio economico ed esistenziale: e la quota di ragazzi che non fanno sport raggiunge in Sicilia il 63%. Tra le iniziative che permettono ai bambini di partecipare gratuitamente ad attività di vario genere e ai loro genitori di usufruire di consulenze legali, psicologiche, pediatriche e di educazione alla genitorialità, si colloca, in controtendenza, la gestione dei “Punti Luce” di Save the Children, che nel 2016 hanno accolto circa 7.300 bambini. In Sicilia, ve ne sono due a Palermo, uno attivo nel quartiere Zen, le cui attività hanno finora coinvolto 188 minori, e che dal 21 dicembre 2016 offre attività di guida nello studio, laboratori sportivi, musicoterapia, rap, invito alla lettura, teatro, street art, fotografia, educazione all’uso dei new media; l’altro nei locali del Centro TAU, nel quartiere Zisa, dotato di spazi attrezzati per i diversi laboratori: pittura, musica, sport, educazione all’uso responsabile dei nuovi media, biblioteca per ragazzi e sostegno scolastico. Molti analisti ritengono che per favorire la crescita educativa si deve eliminare la povertà economica. Un minore che lascia la scuola incrementa il numero dei bambini lavoratori, e il fenomeno spesso prelude all’attività criminale: anche in questo la Sicilia ha da tempo superato i livelli di guardia. Il baluardo istituzionale per far fronte a tutto questo resta la scuola, che da centrale educativa, ha una potente funzione di integrazione, luogo di confronto nel quale, al di là del ruolo istituzionale dell’istruire, maturano i processi di integrazione e socializzazione che evitano l’emarginazione.

 

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