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In scena “Una famiglia (abbastanza) perfetta”

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Leggera, esilarante, a volte incredibilmente spassosa, la commedia che ha debuttato ieri al Teatro Al Massimo di Palermo, per la regia di Antonello Capodici, e la supervisione artistica del maestro Aldo Morgante, non ha tradito le aspettative. I protagonisti oltre allo stesso regista sono una strepitosa Giovanna Criscuolo e il sempre poliedrico e performante Cesare Biondolillo,nome d’arte Cecè. “Una famiglia (abbastanza) perfetta” è un crescendo di divertenti gag, che appartengono al percorso nobile dell’avanspettacolo, con un scrittura che scorre leggera  e che riflette i tempi moderni. La scena è fissa e potrebbe richiamare un qualsiasi soggiorno di una casa comune dove avviene di tutto. Marito e moglie ormai in crisi con un  riferimento continuo ai mancati obblighi coniugali, con lui seduto sul divano a fare la maglia e lei,  “vispa teresa”, che si muove sulla scena  con quel suo dialetto catanese capace di inondare di risate il pubblico. Giovanna Criscuolo veste i panni di Rosetta, che minaccia di abbandonare la famiglia con il sogno di fuggire con il suo macellaio, per vivere nel suo immaginario scene di sesso sfrenato. E’ sposata con l’effeminato Enzo, entrambi genitori di Letizia e Matteo, di quest’ultimo nessuno si ricorda mai come si chiama; Aurora Padalino è Letizia, figlia dei fiori, amante dell’amore “cosmico” e Ferdinando Chifari, alias Matteo, un po’ scout un pò bamboccione incollato al pc e al divano. Entrambi rispecchiano i giovani di oggi.  Sulla scena anche un prete, Don Mariano Cannatello, il bravissimo Salvatore Monte, perfetto nel suo ruolo, lui è lo zio di famiglia che pensa di coinvolgere la nipote nell’apertura di un negozio in “franchising” di oggetti sacri. Ma  il progetto non potrà mai riuscire perché si innestano elementi di disturbo come l’extracomunitario (Riccardo Isgrò) del centro di accoglienza che si innamora di Letizia; e ancora una ex spogliarellista, la sempre brava Giorgia Migliore, segretaria di un sedicente stilista, interpretato da Luciano Falletta. Una delle scene più strepitose è quella dello spogliarello di Carmelo, alias Cecè, che di professione fa il mediocre portiere del condominio ma che si trasforma, assieme ad Enzo ad una checca isterica pur di incassare un assegno da 10 milioni di euro per le vendita delle maglie di lana, realizzate proprio dal marito di Rosetta. Il finale è a sorpresa, lo sceglie il pubblico; una trovata geniale per una piece leggera  che richiama molto la commedia all’italiana.  La direzione organizzativa dello spettacolo è di Maria Teresa Augugliaro, i costumi della sartoria del teatro “Al Massimo”.

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