Editoriali

La solitudine dei giovani. Vivere in questo tempo

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“Viviamo in un tempo in cui i giovani  sono sempre più emarginati, soli e senza futuro, è il momento in cui devono farsi promotori della gioia del Vangelo e diffondere la bellezza dell’amore familiare, preoccuparsi della città, aprirsi al mondo. Sono tutte attenzioni che offriranno indirettamente e direttamente sostegno alla loro ricerca di senso e di futuro”.  A parlare è don Rosario Sultana, direttore dell’ufficio dei giovani della diocesi di Noto, lanciando un appuntamento insolito, il primo sabato di Avvento, riunire tutti i giovani del territorio per una veglia di preghiera.

“Mostraci il tuo volto e saremo salvi”; partendo dal Salmo 79 verranno chiamati i movimenti e i gruppi per un importante momento di riflessione, alla luce anche degli ultimi dati Istat sul rapporto giovani. Questi ultimi vengono visti sempre di più come poco occupati, poco coinvolti; 6 su 10 vivono ancora con i genitori, il 42% sogna un futuro all’estero. Secondo il parroco “i giovani di oggi guardano il domani senza una reale capacità di coinvolgimento nella costruzione del loro futuro, ecco perché stiamo tentando, come pastorale giovanile della diocesi di Noto di indicare nel volto di Gesù, l’uomo perfetto, la vera risposta alla domanda che i giovani si pongono nel loro bisogno di senso, nel desiderio di capire la direzione da intraprendere, alla ricerca della loro vera identità.

La veglia dei giovani in Avvento vuole essere un’occasione, un momento di preghiera per sollecitare nei giovani alcune risposte alle loro domande di futuro e di senso della vita”. Sarebbe bello che,  sul modello di questa iniziativa,  tute le altre diocesi si attivassero per andare incontro a quelle domande e interrogativi che oggi angosciano i giovani e soprattutto le famiglie, sempre immerse in angoscianti scenari che purtroppo non si aprono a futuri lavorativi certi.

E se da un lato le istituzioni spesso cadono nella demagogia, magari elargendo contributi ai giovani mascherati di propaganda politica nel nome della cultura, dall’altro la Chiesa è seriamente preoccupata sul futuro che attende le nuove generazioni in termini occupazionali. Il numero di giovani che decidono di rimanere nelle famiglie d’origine purtroppo è in ascesa e questo è un dato, chissà se proprio dai giovani stessi partisse un risveglio delle coscienze un riscatto morale oggi più che mai necessario.20

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