Editoriali

Raccontiamo il bene, contro tutte queste bad news

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E’ il titolo che prendiamo in prestito dalla ricerca dell’associazione Libera sulle pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Libera ha ricostruito la tipologia di immobili gestiti dai soggetti gestori; in molti casi la singola esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati, anche di tipologia catastale diversa. Il 40% riguarda appartamenti, abitazioni indipendenti, immobili; il 18% ville, fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale, palazzine; il 19% terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia (anche con pertinenze immobiliari); il 10% locali commerciali o industriali, capannoni, magazzini, locali di deposito, negozio, bottega, uffici. In una intervista al Mattino di Napoli, Tatiana Giannone, responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera, cita 991 soggetti dell’associazionismo, realtà del mondo religioso, gruppi dello scautismo e della cooperazione che, ogni giorno, danno una nuova vita ai beni confiscati, rendendoli sempre di più luoghi comuni. “Producono un’economia sana e pulita, che non guarda al profitto ma allo sviluppo della persona e delle sue abilità, un’economia sostenibile e con la mano tesa verso l’ambiente. Nei prossimi mesi continueremo la nostra attività di monitoraggio per arrivare a una grande assemblea nazionale, con tutti i soggetti che lavorano sui beni confiscati alle mafie e ai corrotti. Forte il nostro impegno anche per non far spegnere il dibattito politico e legislativo su questi temi: non siamo disposti ad accettare attacchi alla normativa sulle misure di prevenzione e sul riutilizzo, che riteniamo uno degli strumenti più importanti per il contrasto alle mafie e alla corruzione. Servono, invece, strumenti sempre più precisi e sistematizzati per gestire il grande numero di beni immobili e di aziende confiscate, per poter trasformare questo patrimonio in vera opportunità per il Paese”. All’intervista fa eco Avvenire, che riporta i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 25 febbraio 2023) sono 19.790 i beni immobili confiscati e destinati, mentre sono 24.529 quelli ancora in gestione da parte dell’Agenzia e in attesa di essere destinati. Sono invece 1.761 le aziende confiscate e destinate mentre sono 3.366 quelle ancora in gestione. Dai preoccupanti che spingono a molte riflessioni in primis l’occupazione giovanile. Lo stato oltre a snellire le pratiche per l’assegnazione dovrebbe mettere nelle condizioni i giovani a potere ristrutturare e rendere produttivi questi beni. Quanta disoccupazione si potrebbe alleviare grazie a questi progetti di natura sociale e di pubblica utilità?

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