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“Lo scambio”, il nuovo film di Salvo Cuccia

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Il 1995 è l’anno in cui il regista Salvo Cuccia inizia la collaborazione con il produttore Eleonora Cordaro e nella Palermo del 1995 è ambientato il suo primo film di finzione dal titolo “Lo Scambio”, uscito nei cinema lo scorso 23 giugno. In realtà la sinossi del film si snoda in un asse relazionale tra una coppia che inizia la propria giornata a tinte fosche; lei (Barbara Tabita) quarantenne, depressa e stanca di vivere per una gravidanza desiderata e mai venuta, lui (Filippo Luna) un commissario di polizia integerrimo, con un autista – guardia del corpo (Paolo Briguglia) che lo segue ovunque. Le prime immagini del film lasciano subito presagire a un noir poliziesco. Nella scrittura Cuccia ha coinvolto un magistrato, Alfonso Sabella, che di fatti di mafia è un esperto, ed è per questo che si è ispirato ad una storia vera. La tensione cresce fra i banchi del mercato, due ragazzi vengono colpiti alle spalle da sicari, il primo muore l’altro sopravvive in una lunga agonia in ospedale. A indagare un commissario di polizia, ombroso, mai sorridente, ruolo magistralmente interpretato da quello straordinario attore palermitano che è Filippo Luna. Il suo tormento non è soltanto l’indagine ma la vita che conduce sua moglie, ossessionata dalla sparizione di una bambino, nella realtà è la storia del piccolo Di Matteo, sciolto vivo nell’acido. Il film raggiunge punte oniriche di livello quando la donna immagina, in un gigantesco spazio vintage, il bambino e un immobile cavallo nero. Gli uomini del commissario assomigliano più a dei gaglioffi, come i bravi di Don Rodrigo, che non risparmiano le maniere forti nel tentare di estorcere una confessione, forse a un ignaro geometra, sul duplice omicidio al mercato. Anche lui finirà ammazzato da una cintura stretta al collo del mastodontico poliziotto, superbamente interpretato da Vincenzo Pirrotta. Con questo film Salvo Cuccia con alle spalle, videoarte, fiction e nuove forme del documentario, muove le sue pedine in uno scacchiere attoriale difficile e come un bravo giocatore di scacchi, fa le sue mosse, scambiando diversi livelli linguistici e narrativi in un contesto, Palermo, da sempre caratterizzata da ambiguità di fondo e uomini al palo, come l’anziano davanti l’officina meccanica di motorini rotti, a guardare a scrutare ogni singolo movimento in anfratti di tempo e di spazio minimi. Solo in questa città convivono linguaggi del corpo e singoli movimenti di muscoli facciali che dicono tutto e niente e Cuccia nel suo film li sa ben raccontare con primissimi piani. Lo scambio fa vedere uomini di legge che si scambiano con mafiosi in perfetti killer e viceversa, come le scene di guerriglia urbana in un condominio dove entrano mafiosi vestiti da poliziotti con i kalashnikov, a sparare senza pietà. Nel cast Filippo Luna, Barbara Tabita, Paolo Briguglia, Maziar Firouzi, Vincenzo Pirrotta, Tommaso Caporrimo, Sergio Vespertino, Orio Scaduto, con la sceneggiatura di Alfonso Sabella, Marco Alessi, Federica Cuccia, Salvo Cuccia. Prodotto da Eleonora Cordaro per Abra&Cadabra con RAI Cinema. Un film verità su quella che era Palemo negli anni novanta e che forse per certi aspetti continua a essere in modalità diverse.

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