Editoriali

Lo sfratto

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Il titolo non è una provocazione per questo inizio del 2016 ma una certezza per molte famiglie della nostra terra. Questa triste equazione è stata estrapolata da una intervista rilasciata al settimanale Vita da Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca onlus, un’organizzazione che da oltre vent’anni è attiva in alcune città italiane per fornire il primo aiuto ai più poveri e ai più deboli. «Le ultime percentuali Istat confermano quanto viviamo tutti i giorni nei nostri centri di accoglienza: le persone senza dimora sono in aumento e a preoccupare è soprattutto la loro età media, pari a 44 anni: uomini e donne nel pieno dell’età lavorativa che non trovano uno sbocco professionale» dice Sinigallia. «La povertà mette in ginocchio anche tante famiglie, che passano in breve tempo dallo sfratto, alla macchina e poi alla strada» continua. «È quindi sempre più cruciale la collaborazione tra istituzioni pubbliche e organizzazioni, per creare una rete di assistenza e integrazione sociale che consenta non solo di aiutare le persone in difficoltà ma anche e soprattutto di prevenire situazioni di emergenza». Alle preoccupanti dichiarazioni di Sinigallia arriva una risposta concreta da parte del presidente di Fiopsd, la Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora, Cristina Avonto  con un progetto chiamato housing first. “L’approccio housing first può fare la differenza perché prevede il passaggio diretto dalla strada all’appartamento gestito in autonomia, favorendo il reale reintegro sociale” dichiara l’Avonto. La sfida è quella di portare a zero nel 2016 il numero dei senza dimora. E’ chiaro che senza l’apporto delle istituzioni pubbliche questo ambizioso traguardo è impossibile da raggiungere. Nelle nostre città ma soprattutto nei piccoli paesi ci sono moltissime abitazioni vuote, che potrebbero accogliere tutte quelle famiglie che non riescono più a pagare gli affitti. Il modello di riferimento è Milano, dove Progetto Arca ha la sua sede principale, la onlus mette a disposizione complessivamente 325 posti letto per senzatetto nei centri di accoglienza. Arca monitora il territorio nell’arco della settimana attraverso le unità di strada in città e nelle periferie raggiungendo ogni mese oltre mille persone in difficoltà: offrendo loro pasti caldi, kit igienico-sanitari, coperte e sacchi a pelo. Iniziative analoghe vengono messe in atto dai volontari della Croce Rossa, nei grandi centri siciliani Palermo e Catania; nell’entroterra sono le Caritas le più attive nella raccolta di generi di prima necessità e indumenti. Il problema casa dunque diventa prioritario e si spera che la politica e le istituzioni affrontino, per questo inizio d’anno, seriamente la questione, inserendola come priorità, al fine di dare risposte concrete a tutte quelle giovani coppie che rischiano di accamparsi in strada o all’interno delle autovetture o nei migliori dei casi ritornare a vivere con le famiglie d’origine, e di questi novelli sposi  oggi ce ne sono già tanti che sono tornati a vivere con papà e mamma perché non possono permettersi un affitto o peggio l’acquisto della prima casa, nonostante i tanti proclami.

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