Editoriali

Non è una società a misura di famiglia

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Ci sono nuclei familiari soprattutto al sud dove tutti i componenti attivi, papà, mamma e figli sono disoccupati, non circola cioè denaro che provenga dalla busta paga, ovvero reddito da lavoro. Molte famiglie continuano a vivere con la pensione dei nonni e ci si chiede: fino a quando si potrà ancora andare avanti così? E’ stato pubblicato uno studio dell’Istat in cui emerge che lo scorso anno in più di un milione di famiglie, precisamente 1 milione 181 mila, tutti i componenti sono  disoccupati. Anche in questo caso il fenomeno è in crescita se si confronta con l’anno prima (+4,6%). La fascia d’età è compresa tra i 25 e i 64 anni, hanno uno o più figli e sono alla ricerca di un lavoro. 146 mila risultano madri o padri soli (nuclei monogenitore). Sono più donne (628mila) che uomini (554mila) e rispetto al 2013 si registra un rialzo.  Focalizzando l’attenzione sui senza lavoro, può anche capitare che mamme e papà a caccia di un impiego si trovino all’interno della stessa famiglia. La ricerca  dell’istituto di statistica non riporta le informazioni sulla condizione dei figli ma a un genitore a caccia di un lavoro si potrebbe accompagnare anche un figlio disoccupato, soprattutto se ci si sofferma su padri e madri in avanti con l’età (108mila tra gli over55). Le tavole pubblicate dall’Istat di recente mettono così in connessione la situazione lavorativa e la tipologia familiare, permettendo di capire come varia l’una al mutare dell’altra.  I valori più alti di disoccupazione toccano le madri e i padri che si ritrovano da soli. Fra tante notizie negative, ce n’è una che ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, quella di un bambino di 7 anni di Treviso, che ha chiesto ai genitori di trovare il lavoro al papà disoccupato del suo migliore amichetto, di nazionalità straniera. Il suo desiderio è stato esaudito. Un perfetto esempio di integrazione e solidarietà sociale  che dovrebbe essere replicato e magari adottato da tutte quelle persone che hanno un tenore di vita alto e che non possono fare la beneficenza a spot, ossia di volta in volta. La disoccupazione non si risolve così, si può solo riuscire in un giorno a far mettere insieme il pranzo con la cena.  E’ triste vedere una famiglia logora di pensieri e costretta a rinunciare quasi a tutto perché papà, mamma e figli, sono senza un reddito. I dati dell’Istat sono impietosi  e comunque non possono passare inosservati!

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