Editoriali

Combattiamo la pirateria sociale. L’uso dello smartphone

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La necessità di reintrodurre ovunque l’educazione civica nelle scuole e prevedere una sezione dedicata all’ uso consapevole delle tecnologie digitali, è ormai diventa una priorità. L’uso dello smartphone da parte degli adolescenti non può più essere sottovalutato soprattutto se si pensa che i giovani, non avendo alcun freno o parental control, tendono a trasgredire le regole. Esperti d’accordo sul ruolo della scuola, la prima centrale educativa sull’uso consapevole delle nuove tecnologie. Nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, è stato ospite dell’ Istituto Petronio di Pozzuoli (Napoli), invitato dall’Associazione Nazionale Presidi in collaborazione con il Tg3 Rai. L’incontro si è concentrato sull’uso delle nuove tecnologie per i ragazzi tra i 10 ed i 14 anni. “Le nuove tecnologie vanno utilizzate in maniera intelligente, altrimenti diventano per i ragazzi una forte distrazione. Non possiamo dire che le possiamo ignorare, dobbiamo, invece, valorizzarle e saperne trarne i giusti vantaggi”, ha dichiarato il Ministro.  “Come ministero stiamo lavorando per agevolare, nella conoscenza e gestione delle tecnologie innovative, anche gli insegnanti che così possono essere al passo con i tempi e con le esigenze dei ragazzi”, continua Fioramonti. Istituzioni e giornalisti uniti per fare fronte alla “pirateria sociale”, attraverso un’alleanza sempre più solida tra: scuola, famiglia e mondo dell’informazione. L’intento è quello di usare i social e la rete in genere in maniera attiva e non passiva. “Alla tv pubblica spetta il compito di fare da collante con le nuove generazioni per offrire contenuti specifici rispetto questa nuova era che si sta vivendo”. Lo ha dichiarato la direttrice del TG3 Giuseppina Paterniti. C’è un aspetto importante che è emerso nel corso dell’incontro la preparazione dell’insegnante rispetto ai nuovi linguaggi non solo informatici manche audiovisivi. Un corpo docente preparato deve intervenire in quelle situazioni in cui la famiglia ha fallito o non è adeguatamente pronta ai cambiamenti. Si parla infatti di insegnante 4.0 riferendosi a tutti quei docenti che sentono la necessità di aggiornarsi e adeguarsi ai tempi. Operazione non facile soprattutto quando si ha che fare con inseganti ancorati a metodi didattici ancorati al passato e assolutamente non adatti ai tempi moderni. “Quindi rispetto della legge si, genitori più attenti, ma di fronte alle tecnologie invasive dei nativi digitali, serve una consapevolezza diffusa dell’uso dei social conclude il ministro, per far si che scuola e comunità educante possano dotare questa generazione di strumenti messi a servizio di uso consapevole di tecnologie ed evitare i rischi che spesso nascondono”.

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