Cultura

A  distanza la Didattica. Non tutti possono 

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La didattica a distanza è stata già attivata, pur tra incertezze, difficoltà e problemi non indifferenti, fin dai primi giorni di sospensione dalle lezioni.

Il ricorso ad un insegnamento impartito attraverso strumenti informatici, e non in presenza, è dovuto all’ esigenza, manifestata da più componenti della scuola (docenti, alunni e genitori), di non interrompere il processo educativo del corrente anno scolastico .

In questo momento difficile per tutti, a causa della pandemia  la scuola si è rivelata capace di continuare, anche a distanza, la sua attività.

I docenti non hanno lasciato soli i propri alunni, anzi hanno studiato quale piattaforma digitale potesse soddisfare al meglio i bisogni  dei propri discenti e le proposte didattiche.

Gli insegnanti hanno sperimentato collegamenti ai portali, piattaforme didattiche, a tutto ciò che si rivelasse necessario per ridurre le distanze tra loro e gli alunni.

Si è  FORSE  trovata  la panacea in grado  di sostituirsi alla didattica tradizionale ? No, non è così .

Un’ osservazione più approfondita non può non cogliere alcune carenze,  di non facile soluzione. La prima di esse riguarda il contesto sociale e il territorio su cui insiste la scuola.

Nelle grandi periferie delle  nostre città, dove ci sono situazioni di grave disagio socioeconomico, quante famiglie hanno la possibilità di dare ai loro figli strumenti informatici per seguire le lezioni da casa?

Vero è che il Ministero dell’ Istruzione si è attivato perché le scuole acquistino devices da distribuire ai giovani studenti , ma pur realizzando tutto ciò nel breve tempo possibile , i genitori avranno le competenze per coadiuvare i figli nell’ uso ?

Un altro problema connesso alla dad riguarda la metodologia didattica. Non sono adeguati alla dad le lezioni frontali, le interrogazioni tradizionali, compiti a casa , invece occorre partire dagli studenti , dalle loro esigenze , dalle loro esperienze, dalle situazioni emotive che vivono in questo momento , dalle loro soft skills, dai compiti di realtà , che intendono svolgere .

In tal modo i docenti, gli adulti potranno essere ancora una volta, anche se a distanza,  punto di riferimento per gli alunni, che mostreranno i loro interessi e la loro profondità .

Tutto questo ci consente una riflessione:non dovremmo rivedere quel processo di insegnamento- apprendimento, ormai da 50 anni nella scuola , che talora i nostri allievi definiscono obsoleto rispetto alla velocità delle informazioni che circolano nel globo tramite mezzi informatici?

Certamente la dad puo contribuire a istruire, formare, educare e dare gli strumenti necessari per gestire complessità della realtà, però nessuna macchina può sostituire la scuola come spazio fisico, in cui lo studente trascorre buona parte della giornata: le corse nei corridoi, il vociare dei ragazzi, gli incontri – scontri con i coetanei, le dinamiche interne alla classe, sono essenziali per lo sviluppo integrale della persona, per lo sviluppo sociale dei giovani.

Ed ancora la presenza del docente a scuola,  il contatto umano con i propri discenti per cogliere le loro fragilità, talenti, attitudini ed emozioni, tutto quello che la mediazione culturale attraverso gli strumenti informatici non sempre  può dare.

Il complimento più bello che un docente riceve è il seguente: “Grazie professore per ciò che ci ha insegnato, ma soprattutto per le belle emozioni che ci ha dato”.

Laura Bisso

 

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