Editoriali

Giù le mani dalla famiglia

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La famiglia fondata sul matrimonio deve avere diritti e tutele specifiche, come prevede l’articolo 29 della Costituzione. A confermarlo i dati emersi dal decimo rapporto Cisf, (Centro internazionale studi famiglia) sui nuclei domestici in Italia, presentato nei giorni scorsi nella sede di Famiglia Cristiana. La famiglia è sempre più un punto di riferimento per gli italiani, il 93% degli intervistati la considera ”molto importante”; una percentuale in aumento rispetto all’88% del 1990. Ma questo rapporto, evidentemente non è piaciuto al ministro della Famiglia, Rosy Bindi. . ”Non me la sento – ha detto la Bindi – di distinguere fra chi e’ sposato e chi non lo e”’. Perche’ ”un uomo e una donna che stanno insieme e hanno dei figli come la chiamiamo?”. O anche, ”una coppia senza figli ma sposata la chiamiamo famiglia, perche’ due persone non sposate no?”. E il ministro piu’ direttamente chiamato in causa non ha risparmiato critiche agli estensori. A cominciare da quell’appellativo: ”rapporto”. ”Questo – ha detto la Bindi, non e’ un rapporto, ma un manifesto ideologico. E’chiaro che noi non siamo d’accordo con le dichiarazioni del Ministro. Vogliamo in questa sede, mettere in evidenza questa indagine: il 76% delle persone considera il matrimonio un’istituzione non sorpassata, dice Pierpaolo Donati professore ordinario di Sociologia all’Università di Bologna e curatore del rapporto – aumenta di importanza la sua dimensione relazionale”. Secondo lo studio, in tutta Europa la famiglia viene prima di lavoro e amicizia. L’indagine sottolinea poi che le coppie sposate durano di più rispetto alle relazioni fondate sugli altri istituti di convivenza: ”I pacs in Francia durano in media un terzo del matrimonio: se questi ultimi resistono otto-nove anni, i patti solidali non arrivano in media al quarto anno – ha spiegato Donati -. Così anche in Spagna i matrimoni omosessuali, che riguardano lo 0,5 del totale dei matrimoni, sono in media meno duraturi rispetto a quelli eterosessuali. Infine secondo uno studio dell’OMS i bambini che vivono in una famiglia tradizionale sono più felici di quelli che nascono in famiglie gay o single”. La famiglia, cui dare rilevanza da un punto di vista giuridico, sarebbe solo quello fondata sul matrimonio. I motivi non sono nuovi: presunta stabilita’, ruolo sociale, investimento sul futuro, fecondita’/fertilita’. E sulle critiche del ministro Bindi, il prof. Donati si è difeso affermando che ”il rapporto ha un approccio laico, ha lo scopo di combattere gli stereotipi sulla disgregazione della famiglia, che non diventa liquida come la società, anzi”. Quanti volessero approfondire questo rapporto, il titolo è: ”Ri-conoscere la famiglia. Quale valore aggiunto per la persona e la società?” è rintracciabile anche in rete.

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