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Speculazioni sulle piattaforme di ecommerce

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Le speculazioni sulle piattaforme di ecommerce, per prodotti come mascherine e Amuchina gel o comunque disinfettanti antisettici, si sta allargando. Divenute simbolo della diffusione del contagio da Covid-19 e del tentativo di contenerlo, sono andate a ruba in diversi Paesi. Italia inclusa, dove sembrano introvabili nelle farmacie e nei supermercati. Così, sui marketplace online i prezzi sono saliti alle stelle.

 

Se Amazon è intervenuta in modo abbastanza tempestivo, rimuovendo i casi più eclatanti, lo stesso non si può dire di altre piattaforme: su eBay si trovano per esempio ancora annunci per una singola maschera a 50 o 60 euro con descrizioni fuorvianti e del tutto prive di fondamento scientifico come “antivirus” o “protezione virus Covid”.

 

La questione inizia ad allargarsi. Amazon ha infatti allertato i venditori che partecipano al suo programma Seller. Si tratta di quello che in sostanza consente ai privati di sfruttare la vetrina del “negozio del mondo” pur gestendo in proprio tutta o gran parte della transazione, al contrario come del programma Vendor, dove il fornitore vende ad Amazon che poi si occupa di tutte le altre fasi, dal pagamento alla consegna.

 

Le speculazioni più eclatanti dei giorni scorsi, con confezioni da 4 flaconcini di Amuchina salite a oltre 100 euro o mascherine dal valore di pochi euro proposte a cinque o dieci volte il prezzo standard, sono appunto avvenute a opera di venditori terzi. Così Seattle ha recapitato loro un avviso: non alzate troppo i prezzi o saremo costretti a buttarvi fuori. Con buona pace di chi giustificava quegli incrementi col vecchio (e fuorviante) adagio “è il mercato, bellezza”. Questa roba non è mercato.

La piattaforma fondata da Jeff Bezos ha avvisato i venditori sulle mascherine che non “sono in linea” con le sue politiche di prezzo. La mail è stata visionata da Wired Usa. Un consulente di alcuni venditori di Amazon ha spiegato al magazine statunitense che gli annunci con protezioni rincarate sono stati eliminati dal sito.

E in effetti anche nella versione italiana alcuni tipi di abusi sembrano spariti, in particolare quelli relativi all’Amuchina.

Rimangono tuttavia annunci piuttosto esorbitanti per quanto riguarda le mascherine. Si tratta di inserzioni che sembrano rispuntare ogni giorno: per esempio, alla chiave di ricerca “mascherine ffp3”, la tipologia più indicata per provare a contenere i danni da contagio, si trova un annuncio che chiede ben 859,59 euro oltre a 100 euro di spedizione per 60 pezzi. Altri che propongono 5 pezzi per 76,99 euro e 15 di spedizione fino a un singolo pezzo proposto a 15 euro più 5 di spedizione. E così via, con qualche eccezione per le tipologie più semplici come quelle chirurgiche, e inutili, e una media dei prezzi comunque fortemente fuori dalla norma.   L’annuncio più eclatante su ebay era per un bidone da 5L di amuchina alla modica cifra di €1.500.000,00. Questo non è mercato, è pura follia e incoscienza.

La procura di Milano ha aperto due giorni fa un’indagine sul punto con l’ipotesi di “manovre speculative su generi di prima necessità”. Dal fronte di Amazon la questione è proprio quella: mentre i prezzi salgono anche negli Stati Uniti dove in certi casi sono già quadruplicati rispetto a gennaio, secondo la comunicazione inviata dal gigante dell’ecommerce i venditori devono rispettare la “Fair Pricing Policy”, le regole per la vendita sulla piattaforma che proibiscono di proporre prodotti per prezzi significativamente più alti di “quelli recenti offerti su Amazon o altrove”. E le cancellazioni di annunci, o l’espulsione di venditori, sarebbero avvenute un po’ ovunque.

Si tratta di una policy che di solito scatta durante le vendite festive, magari sui giocattoli o su altri prodotti richiestissimi sui quali i venditori terzi cercano di guadagnare il massimo. Peccato che ciò a cui stiamo assistendo in Italia (e non solo) sia già avvenuto in altre situazioni critiche. Capitò per esempio durante l’uragano Irma, nel 2017 in Florida, quando i prezzi dell’acqua in bottiglia schizzarono alle stelle. La “Politica sulla equità dei prezzi sul Marketplace Amazon”, corrispondente appunto alla “Fair Pricing Policy” statunitense, prevede d’altronde regole chiare: “Amazon controlla regolarmente il prezzo degli articoli presenti sul marketplace, inclusi i costi di spedizione, e li confronta con gli altri prezzi disponibili ai clienti – si legge nella sezione dedicata – se Amazon rileva la presenza di pratiche di prezzo che ledono la fiducia dei clienti, può decidere di rimuovere la Buy Box, l’offerta interessata, sospendere l’opzione di spedizione, o, in casi gravi o ripetuti, di sospendere o interrompere i privilegi di vendita”. Fra gli esempi passibili di questi provvedimenti si elencano un prezzo che “induce in errore i clienti”, “l’assegnazione di un prezzo, su un prodotto o servizio, notevolmente più elevato rispetto ai prezzi recentemente offerti sia su Amazon che su altri canali”, come visto prima, “la vendita di più unità di un prodotto a un prezzo più alto rispetto a quello di una singola unità dello stesso prodotto” e una tariffa di spedizione eccessiva.

Oltre a contrastare l’incremento dei prezzi in base a queste regole il colosso ha appunto rimosso gli annunci che proponevano false certificazioni sull’efficacia contro il virus. In questo senso qualcosa, al momento, si trova ancora pure sullo store italiano. Un annuncio parla per esempio che di una maschera che “impedisce Covid-19 polmonite” mentre in un altro annuncio (proposto alla modica cifra di 470 euro più 29 di spedizione per 36 pezzi) si legge “polmonite protezione dall’influenza”. C’è ancora molto da fare, in quel Far West digitale.

 

(Fonte: ANSA)

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