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Coronavirus, la mappa del contagio in Italia
La situazione in Italia: il 25 febbraio 2020 alle ore 19.00
È il 29 gennaio quando una coppia di turisti cinesi in vacanza in Italia si sente male a Roma. I due vengono ricoverati all’Istituto Spallanzani di Roma, centro di riferimento per le Malattie Infettive.
I due cinesi risultano positivi al coronavirus e dopo alcuni giorni sono trasferiti in terapia intensiva per grave insufficienza respiratoria.
Ecco che compare, per la prima volta, il coronavirus in Italia. C’è preoccupazione, sgomento, confusione, inesattezze dette qua e là da politici, istituzioni, dagli stessi professionisti della salute ma nessun altro delle persone venute a contatto con la coppia cinese risulta positiva.
Un paio di settimane dopo però, il 20 febbraio, il Covid-19 entra con prepotenza nel Nord Italia: viene segnalato il primo caso di positività autoctona: si tratta di un 38enne originario di Castiglione d’Adda, residente a Codogno (Lodi) e ricoverato in terapia intensiva.
Nel giro di poche ore si aggiungono altri casi in Veneto, in provincia di Padova, dove è nato il secondo focolaio. In poche ore il virus si diffonde prima in Lombardia e Veneto e poi in altre Regioni.
Ieri, 24 Febbraio, il Coronavirus ha oltrepassato lo stretto di Messina ed è giunto nel capoluogo siciliano: sono una coppia di turisti bergamaschi, arrivati in Sicilia circa dieci giorni fa.
In questo preciso momento è necessario, seppur difficile, mantenere la calma e rispettare il più possibile le dieci norme anti-coronavirus istituite dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute.
Da come igienizzare le superfici all’evitare di toccare gli occhi con le mani, dieci raccomandazioni per prevenire l’epidemia di Covid-19. Realizzato con l’adesione degli ordini professionali medici e delle principali società scientifiche e associazioni professionali, oltre che della Conferenza Stato Regioni, il manifesto è pubblicato sul sito di ministero e Iss, a disposizione di chiunque voglia diffonderlo via social o sotto forma di poster o pieghevole. Questi i dieci messaggi chiave:
1 Lavati spesso le mani.
2 Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
3 Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani.
4 Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci.
5 Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.
6 Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.
7 Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate.
8 I prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi.
9 Contatta il Numero Verde 1500 se hai febbre o tosse e sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni.
10 Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus.
Questi sono, invece, i numeri verdi istituiti dalle Regioni italiane per rispondere alle richieste di informazioni sul coronavirus e sulle misure urgenti per il contenimento del contagio:
PIEMONTE: 800333444
VALLE D’AOSTA: 800122121
LOMBARDIA: 800894545
ALTO ADIGE: 800751751
VENETO: 800462340
FRIULI-VENEZIA GIULIA: 800500300
TOSCANA: 800556060
UMBRIA: 800636363
MARCHE: 800936677
EMILIA ROMAGNA: 800033033
CAMPANIA: 800909699
SICILIA: 800458787
A questi si aggiungono il numero unico nazionale 1500 del Ministero della Salute e il 112 per la segnalazione dei casi.
Cinema
Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello

Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è il miglior film della 68° edizione dei Premi David di Donatello. «Un viaggio incredibile. Perché due belgi fanno un film italiano in italiano sulle Alpi? Una storia e un libro incredibile», ha detto il regista dal palco degli studi Cinecittà Lumina. Ad annunciare il vincitore della statuetta più ambita è stata Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano. In programma nella scaletta c’erano 25 premi divisi per varie categorie, senza contare i David alla Carriera a Marina Cicogna e i David Speciali consegnati a Isabella Rossellini e Enrico Vanzina. Carlo Conti ha aperto la cerimonia citando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Il cinema è tutti noi».
Marco Bellocchio miglior regista per «Esterno notte»
A vincere il David di Donatello 2023 come miglior regista è Marco Bellocchio per Esterno Notte. «Non me lo aspettavo, però lo accetto. Quando si diventa vecchi non bisogna fermarsi», ha detto sul palco.
Barbara Ronchi e Fabrizio Gifuni migliori attori protagonisti
Il premio come migliore attrice protagonista è invece andato a Barbara Ronchi per Settembre, che ha battuto Margherita Buy per Effetto notte e Penelope Cruz con L’immensità. «Non so se ridere o piangere. Dedico il premio a due uomini che illuminano la mia vita, se brillo è grazie a loro: Alessandro e Giovanni, che è a casa. Amore, mamma ha vinto il David!», ha detto Ronchi. Miglior attore protagonista anche Fabrizio Gifuni per Esterno notte di Marco Bellocchio in cui interpreta Aldo Moro. «Ringrazio la mia lentezza e la mia fragilità in questi tempi così decadenti», ha affermato dagli studi Cinecittà Lumina.
Emanuela Fanelli miglior attrice non protagonista
Il David di Donatello 2023 per la miglior attrice non protagonista è andato a Emanuela Fanelli per il film Siccità di Paolo Virzì. L’attrice incredula è salita sul palco per i ringraziamenti di rito: «Grazie a Paolo perché mi ha guardato e in questa mestiere bellissimo bisogna essere visti. Non so come abbia fatto a vedere lo sketch in cui prendevo in giro la periferia romana». Classe 1986, romana e comica amatissima, Fanelli ha dedicato il premio alle «persone che amo: mamma e papà, mia sorella gli amici che stanno sul divano e hanno fatto le magliette Fanelli di Donatello. Sembro il prete di Viaggi di nozze, ora me ne vado». Poi la battuta: «Mi è sembrato di esordire in Champions League con voi, non so perché ho usato questa metafora visto che non capisco di calcio», ha detto l’attrice riferendosi alla semifinale disputata questa sera, mercoledì 10 maggio, tra Milan e Inter e conclusasi con la vittoria dei neroazzurri per 0 a 2. A vincere tra gli attori non protagonisti, anche Francesco Di Leva per il film Nostalgia di Mario Martone. «Non sapete ma qui ne state premiando due: non avrei vinto senza Pierfrancesco Favino», ha detto Di Leva.
Elodie vince il premio per la miglior canzone
La migliore canzone a vincere il David di Donatello 2023 è Proiettili (ti mangio il cuore) di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, scritta e interpretata da Elodie e Joan Thiele. «Sono felice io non vinco mai», ha detto la cantante romana che è anche interprete nel film Ti mangio il cuore del regista Pippo Mezzapesa.
Migliore regista esordiente: Giulia Louise Steigerwalt
Giulia Louise Steigerwalt vince la statuetta per la migliore regista esordiente per il film Settembre con Barbara Ronchi, Fabrizio Bentivoglio e Thony.
Fotografia a Impens per «Le otto Montagne» e montaggio a Calvelli per «Esterno Notte»
Miglior direttore della fotografia Rubén Impens per Le otto montagne diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Mentre il David di Donatello per il miglior montaggio va a Francesca Calvelli per Esterno notte con la collaborazione di Claudio Misantoni.
«Il Cerchio» miglior documentario
Il premio per il miglior documentario va a Il cerchio di Sophie Chiarello: «Lo dedico ai bambini che possano trovare il loro cerchio che li accoglie», ha detto la regista.
Andò, Chitine e Gaudiosi la miglior sceneggiatura per «La stranezza»
La statuetta per la miglior sceneggiatura va a Roberto Andò con Ugo Chitine e Massimo Gaudioso per La Stranezza, film con Ficarra e Picone e Toni Servillo nei ruolo di Luigi Pirandello.
Premio per la scenografia e i costumi
Entrambi i David di Donatello vanno al film di Roberto Andò, La stranezza. In particolare, Giada Calabria per l’arredamento e Loredana Raffi. Mentre Maria Rita Barbera vince la statuetta per i migliori costumi.
Bollani miglior compositore e Iacoponi vince per il miglior trucco
Il David come miglior compositore è di Stefano Bollani per il film Il pataffio di Francesco Lagi. «La mia prima candidatura, entro nella famiglia del cinema», ha detto. Enrico Iacoponi vince, invece, il miglior trucco per la pellicola di Marco Bellocchio, Esterno Notte.
Cultura
L’urgenza di ricostruire, il libro di Barbagallo-Cucuzza

Mons Renna, Vescovo e Cittadino dialoga con i candidati alle elezioni amministrative della Città di Catania
In occasione della presentazione del libro-intervista: “L’urgenza di ricostruire” – edizioni “Il Pozzo di Giacobbe” – gli autori giornalisti Adelaide Barbagallo e Michele Cucuzza, presso l’auditorium del Palazzo della Cultura, hanno dialogato con Mons. Luigi Renna, il quale ha parlato da “vescovo” e da “cittadino catanese”. E’ questo un segno di “carità politica”, essendo “vocazione del cristiano” e compito di ogni cittadino occuparsi della polis, leggere e “prendersi cura dei bisogni della gente, ascoltare i silenzi, sollecitare la partecipazione”.
“Dialogare” è il verbo che connota la Chiesa sinodale del XXI secolo e lo stesso Papa Francesco, in occasione della prima assemblea della CEI, dieci anni fa , all’inizio del suo pontificato, il 24 maggio del 1913, presso la Basilica di San Pietro, nel dare l’avvio al cammino di riforma di una “chiesa aperta all’uomo di oggi” ha raccomandato ai Vescovi di “tornare alla freschezza delle origini” e poi, con un messaggio diretto ha detto: “Avete tanti compiti in Italia; attivate un dialogo con le istituzioni culturali, sociali e politiche” “E’ compito vostro e… non è facile”.
Mons. Renna, arrivato a Catania, ha dato concretezza a questo intenso “dialogo sociale” nella specificità dei compiti e dei ruoli, qualificandosi come “vescovo”, che tratta la realtà del mondo orientandola a Dio nella fedeltà ai valori etici e come “cittadino” che ama la sua Città e la indirizza ad una “visione” di benessere e di sviluppo.
I documenti dell’Ufficio per la pastorale sociale diocesana: “Non possiamo tacere”; “Cantieri per Catania” ed ora il libro intervista “L’urgenza di ricostruire” costituiscono i tasselli funzionali al futuro di una “buona amministrazione”.
La partecipazione all’incontro dei candidati a sindaco per le prossime elezioni amministrative e l’esposizione sintetica dei programmi elettorali dei singoli schieramenti hanno evidenziato i valori della legalità, della dignità della persona, specie nei casi di povertà, della partecipazione attiva dei cittadini, dell’attenzione ai quartieri della periferia, del passaggio dalla rassegnazione agli interventi concreti, del “saper osare” a partire dalle piccole cose concrete del quotidiano, ha consentito al pubblico di ampliare il campo di osservazione in vista di una scelta responsabile e di una partecipazione democratica orientata ad una cittadinanza attiva.
Dal Vescovo-Cittadino, che riporta nello stemma vescovile il motto “ Edificare nella carità” non vengono fornite indicazioni di nomi o di partiti, ma vengono richiamati “principi e valori “, tracciando le linee di indirizzo per superare le emergenze della dispersione scolastica, della disoccupazione, dalla diffusa microcriminalità, del degrado delle periferie e poi ancora per limitare la fuga dei talenti, di tanti giovani che con il borsone, com’era un tempo la valigia di cartone, migrano al Nord in cerca di lavoro e vivono in piccoli alloggi a Milano per realizzare i loro sogni e mettere a frutto i loro talenti.
Augurando un “buon cammino nel dialogo con la città” sono programmati incontri di ascolto dei programmi elettorali e l’Arcivescovo consegnerà il testo della Lettera pastorale di Papa Francesco: “Fratelli tutti” nella quale sono ben definiti i compiti di coloro che operano da amministratori della Città nella costante ricerca del bene comune di tutti i cittadini, nella coerenza e fedeltà ai valori etici della persona , immagine e segno della “gloria del Dio vivente”.
L’appello alla partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, tema della prossima Settimana sociale che sarà celebrata a Trento, rimane costante monito per ridurre il fenomeno dell’astensionismo e rendere ogni cittadino attivo e responsabile.
Giuseppe Adernò
Cinema
Debutta in prima serata il film: “Favolacce”

La grottesca meschinità degli adulti, egoisti e disattenti e la visione del mondo più ordinata e complessa dei loro figli: due mondi contigui destinati a incontrarsi solo in maniera deflagrante e terribile.
È il film “Favolacce”, di Damiano e Fabio D’Innocenzo, in onda lunedì 17 aprile 2023 alle 21.15 su Rai5. Nel cast Elio Germano, Tommaso Di Cola, Lino Musella, Ileana D’Ambra, Cristina Pellegrino, Giulia Melillo, Laura Borgioli, Enrico Pittari, Federico Majorana, Giulia Galiani.
In un comprensorio della periferia romana vivono diverse famiglie di estrazione popolare, legate fra loro anche dall’amicizia dei loro figli che frequentano la stessa scuola. Ma i rapporti fra gli adulti, al di là di una esile convenienza, sono intrisi di invidia e livore.
Favolacce e i ragazzi
Proprio a scuola i ragazzi apprendono come fabbricare una bomba artigianale, grazie a un insegnante che trasmette loro, involontariamente, le nozioni necessarie a mettere insieme l’ordigno. La reazione delle famiglie, pur stordite e disattente, provoca il licenziamento del docente che, prima di lasciare l’istituto, indurrà i suoi alunni a un’atroce vendetta.
Al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2020, il film – prodotto da Pepito Produzioni, Rai Cinema, Vision Distribution, Amka Film Production, Qmi – ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.
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