Teatro

“U Principuzzu nicu”, fiaba per grandi e piccini di Calcagno

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C’è una miscela di nostalgia, romanticismo e avventura nella riscrittura in versi del capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, il Picccolo Principe, a cura dell’attore e regista Giovanni Calcagno. Siciliano di Paternò, ha fondato qualche anno fa, assieme a un gruppo di giovani antropologi e appassionati di tradizioni popolari, “La casa dei Santi”, che produce lo spettacolo; si immerge nella regia e nell’interpretazione di uno dei personaggi chiave di questa fiaba, tradotta in 253 lingue, dove ancora oggi, a volerla rileggere, ti interroghi se lo scrittore francese, morto in volo in circostanze misteriose, l’avesse scritta per i bambini o per gli adulti.  Ed effettivamente sulla scena Calcagno si diverte come un bimbo, assieme a Luca Mauceri, autore  di straordinari tappetini sonori e Salvatore Ragusa, che ha disegnato le scene. Tornando allo scrittore francese del Piccolo principe, si sa che era anche un aviatore; infatti scrisse parecchio sui primi voli, durante la seconda guerra mondiale, al punto di arruolarsi nell’aereonautica francese. L’influenza dell’aviatore si respira in scena, grazie a dei pannelli in legno che si compongono e si scompongono, come delle costruzioni che i vecchi falegnami costruivano per i nipotini. Pannelli che diventano lavagne su cui disegnare una pecorella e metterla dentro una scatola. In sala alcuni bambini ma anche molti adulti. Lo spettacolo, andato in scena nella sala Streheler del teatro Biondo di Palermo, per il garbo e la delicatezza della narrazione, è stato molto apprezzato dal pubblico anche per le atmosfere magiche, pensate con grande rigore ed essenzialità. Italiano puro e dialetto siciliano spesso si mescolano, ma non sono mai incomprensibili; il libro, con le splendide illustrazioni  della regista Alessandra Pescetta, compagna di vita di Giovanni Calcagno,  e l’audiolibro con le musiche di Luca Mauceri,  sono la garanzia di una scrittura in endecasillabi e settenari. Il viaggio interstellare dura un’ora; l’aviatore spesso è come il cantastorie che conduce con mano lo spettatore a esplorare mondi che diventano a volte introspettivi dell’anima. Il piccolo principe e l’aviatore riescono alla fine a riparare l’aereo caduto nel deserto, sono pronti a ripartire purtroppo per destinazioni diverse. Tanti gli spunti per una rilettura della vita reale 2.0.

Giovanni Calcagno

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