

Cinema
Babele. Spazio Franco lanciano il Mercurio festival
Mercurio: è il dio che trasporta messaggi, è il pianeta i cui crateri hanno nomi d’artisti, è il metallo liquido dalle particelle che si fondono. E in più, Mercurio è il festival che dal 24 al 29 settembre va in scena ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
Si tratta di una prima edizione, curata dell’associazione Babel e da Spazio Franco sostenuto da Fondazione Unipolis quale vincitore del Bando Culturability ’18 e dall’Assessorato alle Culture e alla Partecipazione Democratica.
Un esperimento di multidisciplinarità e fluidità tra le arti, destinato a crescere e a modificare l’idea consolidata di festival. Ma non solo: è anche una riflessione sul ruolo degli artisti nelle direzioni (artistiche) da prendere, laddove per direzione s’intende un processo in evoluzione.
Il Mercurio Festival è nato così: gli Artisti di Babel hanno invitato diversi artisti di diverse discipline.
Dal teatro alla danza, dalla musica alle performing arts, alle arti visive, cinema, fotografia, per un festival senza sezioni o categorie, puntando su progetti che travalicano le arti di riferimento.
Non si sono però scelti i progetti o le Opere ma, rivolgendosi direttamente agli Artisti e ai loro percorsi, si è dato vita a un confronto per scegliere insieme “cosa” realizzare e con che cosa arrivare a/su Mercurio. Per la prima volta, quindi, il Festival ha dato agli artisti stessi la possibilità d’intervento.
Questo accadrà anche in futuro: gli artisti coinvolti nell’edizione 2019, sceglieranno gli artisti da inserire in programma nel 2020, sempre a partire dal confronto, dalla condivisione di percorsi e dalla stima tra colleghi.
Il festival si apre il 24 settembre alle ore 21 con la coppia Carullo-Minasi e la sua “Conferenza
Tragicheffimera” al Cre.Zi.Plus: un discorso sull’anima, su come ritrovarla; un discorso intorno ai temi
dell’uomo, dell’artista e dell’arte, di quell’arte che prescinde da ogni inganno e che, per sua natura effimera, legittima ogni piega della vita.
Il 25 settembre alle 21, allo Spazio Franco, va in scena il gruppo veneto Babilonia Teatri con “Calcinculo” uno spettacolo in cui musica e teatro si contaminano e dialogano in modo incessante e vertiginoso.
A seguire Haus Der Kunst ospita la straordinaria sessione di Bookjockey del collettivo di
Madrid In-Sonora, in collaborazione con il festival spagnolo Fiebre Photobook. L’esperimento combina l’immaginario visivo e sonoro di un gruppo di artisti sperimentali in una sorta di dj session in cui vengono “sfogliati” libri di fotografia e associati alla musica.
Il 25 e il 26 settembre Mercurio incrocia Lo stato dell’arte, un progetto di C.RE.S.CO. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea – che vuole far dialogare tra loro le voci più significative della creazione contemporanea italiana negli ambiti del teatro e della danza.
Giunto alla seconda annualità, il progetto rende possibile l’incontro tra artisti, critici e curatori nel momento della creazione invitandoli a condividere i processi in fieri, cioè tutto quell’insieme di idee, pensieri, visioni che permettono il passaggio dall’idea all’opera.
A Palermo parteciperanno le compagnie Abbonzanza-Bertoni, Carullo-Minasi, il Maestro cuntista e puparo Mimmo Cuticchio e il performer Marco D’Agostin insieme al critico teatrale Alessandro Toppi (Il Pickwick, la Repubblica) e all’organizzatore culturale Corrado Russo.
L’incontro pubblico è fissato per mercoledì 26 dalle 18.00 al Cre.Zi.Plus. Nello stesso giorno al Cinema De Seta alle ore 20:30, verrà proiettato il film-documentario Beautiful Things del compositore e fotografo Giorgio Ferrero, co-diretto con il direttore della fotografia e produttore Federico Biasin.
Viaggio sinfonico nell’ossessione del consumismo contemporaneo, il film è stato presentato alla 74ma Mostra del Cinema di Venezia e arriva a Palermo dopo aver ricevuto riconoscimenti in oltre 70 festival in tutti i continenti tra i quali il nostrano Salina Doc Fest 2018.
Alle 22:00 allo Spazio Franco va in scena First Love di Marco D’Agostin, Premio Ubu 2018 come miglior performer: un assolo di danza contemporanea poetico e intimamente autobiografico che ha entusiasmato la critica italiana e sta andando in scena su moltissimi palcoscenici della penisola.
Turi Zinna e Ippolito Chiarello sono i protagonisti degli appuntamenti del 27 settembre. Il primo sarà in scena allo Spazio Franco, alle ore 21:00, con lo spettacolo Il Muro: con questa “Cronachetta drammatronica di una civile apartheid” l’orazione di Turi Zinna, prodotta dalla compagnia catanese Retablo, affronta il tema iper-contemporaneo del muro come divisione attraverso un racconto popolare al centro del quale pone l’antieroe Gioacchino il barbiere.
Alle 22:00 Ippolito Chiarello sarà al Cre.Zi.Plus con Club 27, nei panni di un dj-speaker-narratore notturno che riporta in vita i miti del club 27 composto da quegli artisti della musica internazionale scomparsi a 27 anni: Jim Morrison, Janis Joplin, Jimy Hendrix, Amy Whinehouse.
Attraverso la loro musica, le parole, le suggestioni di una notte molto rock, senza tempo e senza spazio, in cui protagonista è il teatro e il suo pubblico, in una sorta di viaggio onirico.
“Farsi Silenzio” è una performance con Marco Cacciola. La cui drammaturgia è firmata dal talento siciliano di Tindaro Granata, che sarà in scena al Cre.Zi.Plus venerdì 28 settembre alle ore 21:00.
Seguirà alle 22:00 “Esco, sto tornando” di Andrea Masu, componente del collettivo milanese Alterazioni Video noti al pubblico per il progetto dell’Incompiuto Siciliano.
Alle 23:00 nella Piazza Bausch avrà luogo Effimera, uno spettacolo di realtà aumentata fatto di luci, suoni e video-mapping dei visual artists Pixel Shapes. Collaborerà 1999, noto cantautore palermitano.
Chiudono il festival, domenica 29 settembre, La Rappresentante di Lista, band rivelazione della scena musicale italiana. Portano in scena il loro progetto speciale Anatomia Fantastica, da Jodorowsky. A seguire la performance Figura Humana di Paolo Simioni presso il Centro Internazionale di Fotografia diretto da Letizia Battaglia.
Mercurio è inoltre attento alla formazione. Mentori di fama nazionale e internazionale saranno impegnati in workshop, masterclass e seminari destinati a professionisti del cinema, della danza e del teatro.
Dal 24 al 28 settembre Paolo Antonio Simioni, tra i migliori acting coach del panorama europeo, terrà un seminario per attori e registi promosso da Artisti 7607.
Il 24 e il 25 settembre la compagnia Abbondanza-Bertoni condurrà un workshop per danzatori e performer dal titolo L’Essere Scenico.
Il 27 settembre la Masterclass intensiva di Giorgio Ferrero aprirà agli aspiranti registi. Film-maker e sound-designer, esplora la scoperta del cinema contemporaneo nel suo rapporto con la musica. Il 28 settembre Giorgio Canali (ex CCCP) terrà un workshop di composizione e produzione discografica.
Cinema
Al via la V edizione del Sicilia Film Fest

Dall’8 al 16 agosto nella splendida cornice del Palazzo d’Aumale di Terrasini torna il Sicilia Film Fest, giunto alla sua quinta edizone che offre, come ogni anno, la proiezione gratuita di film del panorama nazionale e internazionale, incontri con personalità del cinema e della cultura e dedica uno spazio autori del domani con la possibilità di proiettare una selezione di cortometraggi.
Per l’edizione di quest’anno il Sicilia Film Fest, organizzato dalla società cinematografica Altre Storie, in collaborazione con la Regione Sicilia e il Comune di Terrasini, si ispira al celebre aforisma di Lev Tolstoj “La felicità è reale solo quando è condivisa“, proponendo commedie emozionanti e divertenti fra cui alcune anteprime nazionali.
Una festa del cinema aperta al pubblico fino a esaurimento posti con quattro appuntamenti serali, alle ore 21, che prevedono la proiezione dei film in concorso, presentati dal Direttore Artistico del Festival, Vincenzo Sacco. Madrina della quinta edizione del Sicilia Film Fest è l’attrice siciliana Marianna De Martino, che di recente abbiamo ammirato nel ruolo di Agata Scalia nella serie Netflix di grande successo Incastrati per la regia di Ficarra e Picone. L’attrice ha recitato sia in produzioni internazionali sia italiane e il suo ruolo di Camilla in Un fantastico via vai di Leonardo Pieraccioni le è valso il premio Oscar dei giovani 2013, conferito dalla Presidenza della Repubblica Italiana.
Si parte martedì 8 agosto con il primo film in gara, Bugiardo Seriale di Olivier Baroux, esilarante e ironica commedia francese in anteprima nazionale, per proseguire l’11 agosto con il film di Sydney Sibilla, Mixed By Erry, molto amato dal pubblico e dalla critica. Il 13 agosto è la volta di Il piacere è tutto mio di Sophie Hyde con una brillante Emma Thompson, seguito il 16 agosto da un’altra anteprima, Uomini da Marciapiede di Francesco Albanese, commedia con un ricco cast che vede tra gli altri, Paolo Ruffini, Herbert Ballerina, Rocio Munoz Morales, Cristina Marino, Francesco Pannofino.
Inoltre non mancheranno i Cinetalk – gli attesi dibattiti con gli ospiti ‘cinematografici’ del Sicilia Film Fest – condotti da Ivan Scinardo, giornalista professionista, direttore della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale del Cinema, che l’11 agosto avrà come ospite Fabrizio Ferracane e il 16 agosto Domenico Centamore.
I film in concorso sono valutati da una giuria presieduta dall’attore catanese Domenico Centamore, che ha recitato in grandi film e serie TV (I Cento Passi, La meglio gioventù, Il Divo, La Mafia uccide solo d’estate, la miniserie tv Il Capo dei Capi, le serie Makari e Incastrati). Fanno parte della giuria il ‘Danzastorie’ Giuseppe ‘Alosha’ Marino e la fumettista Ester Cardella. La giuria assegnerà il Faro d’Oro al miglior film, e il Faro dell’emozione alla migliore interpretazione attoriale. Ci sarà anche il pubblico a votare per assegnare il Faro d’Argento (film più votato dal pubblico), mentre il Faro alla carriera sarà per la personalità o l’istituzione che più si è distinta in ambito sociale. In concorso per il Faro del domani ci sono gli otto cortometraggi proiettati prima dei film in gara.
Il concorso è affiancato da una sezione collaterale dedicata ai cortometraggi, in particolare 8 corti animati realizzati per le canzoni dello Zecchino d’Oro, una tradizione portata avanti da Rai Kids e il Coro dell’Antoniano. I corti sono realizzati da Studio Rain di Salvo Carramusa (autore dei disegni e regista) e Maurilia Moscarelli (ceo, animatrice senior e modellatrice 3D), presente nel mondo dell’entertainment dei cartoni animati come una delle principali realtà del Sud Italia. Il Sicilia Film Fest ha deciso di premiare e valorizzare questa realtà produttiva inserendo i loro corti nell’apposito concorso secondo la formula di successo inaugurata l’anno scorso delle “scuderie cinematografiche”, per cui ogni anno il SFF promuove un diverso studio produttivo inserendo i loro lavori nella vetrina del Faro del domani.
“Per la nostra Amministrazione è un orgoglio avere dato vita ad un festival che continua ad emozionare ed appassionare un vasto pubblico – ha dichiarato il Sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci – Ringraziamo il direttore artistico Vincenzo Sacco alla guida del Sicilia Film Fest che ogni anno presenta una selezione di film di qualità – e in questa edizione ben due titoli in anteprima – ma anche occasioni di dibattito e insieme un’opportunità per stare bene insieme. Perché l’esperienza collettiva del cinema ci rinnova l’idea che la comunità non è solo un concetto astratto, ma esiste, è forte, ed è desiderosa di guardare a un domani più splendente.”
“Se vuoi essere felice, comincia. Anche questa frase è dello scrittore russo Lev Tolstoj. Il SiciliaFilm Fest ha inscritto nel suo DNA una vocazione per il rispetto, la pace e la gioia – ha aggiunto il Direttore artistico del Festival Vincenzo Sacco – Giunti al nostro quinto anno consecutivo, un traguardo non da poco, abbiamo deciso di proiettare la luce del nostro faro verso tutte le sfumature della felicità. Ringrazio l’amministrazione di Terrasini e la Regione Siciliana, tutto lo staff di Altre Storie e i collaboratori, i nostri sponsor e i nostri media partner che hanno decretato il successo delle edizioni passate, ringrazio la madrina, i giurati e gli ospiti che rendono emozionanti tutti i nostri appuntamenti, e ringrazio il pubblico sempre più numeroso, attento, coinvolto del Sicilia Film Fest che ci stimola a fare sempre meglio. Non aspettiamo più la felicità, con i film di quest’anno abbiamo voluto inseguirla.”
Il Sicilia Film Fest ha ricevuto il patrocinio di Ali – Associazione Librai Italiani di Palermo, Pro Loco di Terrasini, ed è stato realizzato grazie al sostegno e al contributo economico di: Barinello, CDS Hotels – Città del Mare, I Faraglioni, Magaggiari Hotel Resort, REC. I Media Partner del Sicilia Film Fest sono: I Love Sicilia, IlMediterraneo24, PalermoPost, Spazio Cultura, Radio In.
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Cinema
Una visione nuova dell’intellettuale Pasolini

Il film
L’intellettuale
La consapevolezza di Pasolini

La cultura è l’acquisizione del bene che deve prevalere sul male!
Cinema
Il Castello Errante di Howl, una nuova rilettura

Il Castello Errante di Howl è l’opera filmica che più inganna l’occhio tra tutti i film di Miyazaki, con tutti i meravigliosi dettagli e colori che non possono fare a meno di affascinare chiunque lo osservi. Nel 2005, anno di uscita in Italia, il target è stato principalmente rivolto ai bambini che adesso, dopo 18 anni, nel tentativo di guardare un film d’infanzia bello esteticamente senza molto senso, non possono fare altro che rimanere stupiti dal film, che con una maturità maggiore rivela di avere una prospettiva molto distante da come ci si ricordava, quasi da avere la sensazione di vedere un altra opera filmica.
Chi non ha mai guardato i film del genio indiscusso di Hayao Miyazaki, possiede una certezza: si è perso dei capolavori di spicco mondiale. Tra tutti, però, il film in questione è un caso molto particolare proprio perché è l’opera successiva alla sua più famosa Spirited Away (“La Città Incantata”), che gli è valso l’Oscar come miglior film d’animazione del 2001, unico lungometraggio ad aver vinto questo genere di premio in tutto il continente asiatico. Il Castello Errante di Howl nasconde dietro di sé il desiderio di continuare e superare un’opera che ha fatto la storia.
Quel genio di Miyazaki
Miyazaki è sempre stato molto critico sulla guerra; in questo film non fa eccezione. Il talento unico di condannare la guerra viene eseguito dal regista-sceneggiatore con semplici frasi fatte, nei momenti giusti, senza appesantire in nessun modo la trama, rendendo il pensiero quasi “scontato” a chi lo ascolta. Sembra che Miyazaki voglia combattere la bruttezza del mondo con la bellezza dell’animazione che essa stessa lo ha meravigliato in precedenza. Una storia romantica, non troppo accentuata ma con un lieto fine, un rapporto sincero, cresciuto passo passo, crea un contrasto; la guerra viene sempre affiancata all’amore, mai frivolo, come invece vengono considerate dai personaggi le cause del conflitto; un’emozione che non è seconda a nessuna, ma vissuta da personaggi che sanno bene chi sono e qual è il loro obiettivo. Da entrambi i lati però, c’è una dose importante di avidità, entrambe le parti la possiedono, eccetto i protagonisti. Rimane sempre interessante il filo conduttore con cui Miyazaki fa combaciare l’amore e la guerra: entrambi sono forze egoistiche, la differenza sta nel fine. L’amore chiede un sacrificio per donare qualcosa a qualcuno, la guerra chiede anch’ella un sacrificio togliendo qualcuno per qualcosa.
La certezza che l’amore vincerà sulla guerra è l’inno alla speranza del padre dell’animazione nipponica. E proprio quando arriva il climax della catastrofe e tutto diventa rosso e nero e pensiamo al peggio, ecco che il blu della notte stellata e il lucente azzurro dell’alba mattutina concludono la storia con un lieto fine.
Sinossi
Il destino di Sophie, una semplice ragazza, aspirante cappellaia, viene sconvolto dall’incontro fortuito di uno stregone ricercato dallo Stato ma terribilmente attraente di nome Howl. L’incontro porta la ragazza all’attenzione della famigerata Strega Delle Lande Desolate che, frainteso il rapporto con lo stregone, la maledice: avrà l’aspetto di un’anziana signora senza poter rivelare la sua condizione ad alcuno. Diretta verso le Lande Desolate si ritroverà a vivere insieme a Howl, il suo assistente Markl, un singolare demone-fiamma di nome Calcifer, uno spaventapasseri e la stessa Strega Delle Lande ridotta a una vecchietta. L’unico modo per sciogliere l’incantesimo è scoprire il segreto del patto che lega Howl al demone Calcifer.
Regia di Hayao Miyazaki
Il castello errante di Howl porta, come detto in precedenza, la firma di Hayao Miyazaki e del fantomatico Studio Ghibli, a cui è affidata la produzione, e tratto dal romanzo omonimo del 1986 di Diana Wynne Jones. All’interno del film troviamo delle caratteristiche ricorrenti in questo regista-sceneggiatore: la protagonista è una ragazza forte e carismatica (Vedasi “Nausica de La Valle del Vento”, del 1984, e “La Principessa Mononoke” del 1997); un conflitto militare combattuto attraverso mezzi volanti e ambientazione novecentesca (Vedasi “Porco Rosso” del 1992) ed esiste la magia (Vedasi “Kiki – Consegne a Domicilio” del 1989).
Inoltre è riconoscibile la regia impeccabile e curata di Miyazaki che riesce a rendere sublimi e delicate le scene di guerra facendole sembrare mere immagini di riempimento, in cui si nasconde la vera filosofia di questo straordinario artista. Un uomo che non spiega niente della storia, ma essa stessa racconta se stessa e i suoi impliciti. Ogni film del regista possiede sfaccettature diverse di crudezza e satira politica, sempre mascherate da colori accesi e allegri. In piena filosofia ariostesca l’artista riesce a indolcire i suoi temi amari con il miele dei
suoi colori. Riesce a contrapporre il tema delle scene più crude e pesanti, caratterizzate dal rosso e dal nero, con quelle di una città portuale, in questo caso, caratterizzata da una vasta varietà di colori. Il desiderio di leggerezza profondo di Miyazaki crea scene paradossali come quella del bombardamento contro la città che viene fatto sembrare un gioco, mentre i colori scuri e la drammaticità sono all’apice quando lo stregone si tinge erroneamente i capelli di un colore arancio anziché biondo. L’eccellenza che contraddistingue quest’opera filmica è la maniacale attenzione nella realizzazione dei dettagli: ci sono miriade di decorazioni, drappeggi, ornamenti, elementi, scene di cucina casalinga in cui viene fatto vedere ogni passaggio, fino ad arrivare a una montagna di monete d’oro in cui la precisione è al limite della follia: anche un occhio inesperto si può rendere conto che ogni moneta è stata disegnata a mano. Miyazaki ha sempre voluto stupire il suo pubblico con tecniche e trovate sempre più impressionanti.
Curiosità sulla produzione
Subito dopo la notizia della produzione dei film “The Cat Returns” (“La Ricompensa del Gatto” del 2002) e “Il Castello Errante di Howl”, quest’ultimo venne affidato a Miyazaki. Egli dice di aver trovato l’ispirazione durante una visita al mercato di Natale di Strasburgo.
Dopo aver adattato lo scritto della Jones come sceneggiatura, ebbe qualche problema, in quanto affidò la regia a Mamoru Hosoda, un animatore della Toei Animation (Famosa per la produzione dell’anime “One Piece”). I capi dello Studio Ghibli, tuttavia, non erano d’accordo e il film rimase fermo fino a febbraio del 2003; finché Miyazaki non decise di fare egli stesso da regista. Come ormai si è soliti aspettarcelo da questo artista, anche il tempo di lavorazione di questo film richiese molto tempo. La tecnica di animazioe utlizzata nè è la causa principale. Egli unisce tecniche digitali 2D, 3D e analogiche: un esempio è il CGI (perfettamente mascherato) per animare il castello, con l’utilizzo di 1.400 disegni fatti a mano e colorati con l’acrilico.
Il film, presentato alla 61a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, conquista il Premio Osella per il miglior contributo tecnico. Quasi un anno dopo, in concomitanza con l’uscita italiana del film, durante la 62a edizione della medesima mostra, venne premiato con il Leone D’Oro alla Carriera, diventando così l’unico regista di film d’animazione a conquistare sia l’Oscar sia il Leone D’Oro.
“Se permettete una parola. La ragione per cui Howl non voleva venire qui… ebbene l’ho capita. Questo posto è strano, fate fare scalinate a persone anziane anche se invitate da voi, le portate in stanze strane come fosse una trappola. Howl non avrebbe un animo dicevate? Certamente è un egocentrico, un codardo e non si capisce cosa gli passi per la testa, però lui è una persona corretta, vuole solo vivere libero”.
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