

In Evidenza
Teatro Biondo, la stagione 23/24, Radici
Il Ficus Magnolia è re della Sicilia ed emblema dell’anelito umano all’espansione del sapere, della ricerca di nuova conoscenza, della conquista della bellezza: ha radici profonde nella terra in cui germina, ne ha altre che escono dalla terra e creano arabeschi, ed altre ancora che si proiettano nell’aria per radicarsi più in là… ancora più in là. Così nutrito, l’albero diventa una cattedrale di bellezza. Siamo usciti dal tunnel dell’isolamento e della paura più insicuri: guerre, instabilità economica e allarme ambientale ci rendono fragili; perciò, più che mai ci interroghiamo sulla nostra identità.
L’albero
Come l’albero meraviglioso noi siamo ciò di cui ci siamo nutriti dalla nascita (radici profonde), ciò di cui abbiamo deciso di alimentarci in seguito (radici scelte), e ciò che vorremmo assimilare nel futuro, perciò lanciamo radici al vento per captare, per ricevere stimoli, per crescere. Il nostro lavoro in teatro continua in questa strada d’identità, di classici, di storie e artisti “nostri”, si arricchisce di letteratura e linguaggi di cui ci siamo innamorati, che ci hanno incantato; infine, gettiamo radici al vento per proporvi novità, curiosità, grafie ed espressioni nuove che chiedono di arricchire il nostro bagaglio culturale e il nostro pensiero, e di espandersi in tutti i terreni possibili. La stagione “Radici” offre un ventaglio di proposte per esplorare questi tre diversi sentieri e arrivare ai tre angoli della nostra identità… una Trinacria? Pamela Villoresi (direttrice artistica)
Cinema
La Sicilia di Montalbano, lo speciale Ulisse

E’ “La Sicilia di Montalbano” il titolo dello speciale di “Ulisse, il Piacere della Scoperta” che Rai Cultura propone lunedì 17 febbraio 2025 alle 21.30 su Rai 1.
Alberto Angela, in occasione del centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, dedica una puntata all’isola del commissario Montalbano. Un viaggio in un angolo della Sicilia che, grazie alla figura creata dal grande scrittore e impersonata da Luca Zingaretti, è diventato la meta desiderata di tanti turisti. Si andrà alla scoperta dei luoghi in cui sono state ambientate le avventure del commissario: Scicli, Ragusa, Modica, la Scala dei Turchi, la Fornace Penna. E poi Marzamemi, Donnafugata, la Valle dei Templi di Agrigento, Tindari.
Un viaggio incedibile
Ma non sarà soltanto un viaggio alla scoperta di paesaggi incantati della Sicilia: ogni località, infatti, costituirà la tappa di un progressivo avvicinamento a Montalbano. Nel suo cammino Alberto Angela sarà accompagnato dai protagonisti della serie diretta per anni da Alberto Sironi. Incontrerà via via il bizzarro personaggio di Catarella (l’attore Angelo Russo), il fedele ispettore Fazio (Peppino Mazzotta), il “fimminaro” Mimì Augello (Cesare Bocci) fino a imbattersi nel protagonista, Luca Zingaretti. Da tutti cercherà di farsi raccontare i tanti piccoli e grandi episodi che hanno costellato i quindici anni in cui si sono dipanati i 37 episodi in cui il commissario e i suoi collaboratori sono stati coinvolti. A tutti rivolgerà l’augurio da parte del pubblico di vederli tornare in azione.
In memoria del maestro Camilleri
Sarà, insomma, una festa in onore di Montalbano nella quale non potrà mancare un omaggio al suo creatore: Andrea Camilleri. Arianna Mortelliti, nipote dello scrittore, ricorderà il modo in cui il nonno scriveva mentre l’editore Antonio Sellerio parlerà del suo successo in tutto il mondo.
Dire Sicilia, dire Montalbano, però, è anche parlare della cucina e della pasticceria siciliana: e sarà questo il compito della scrittrice Simonetta Agnello Hornby in un trionfo di cassate, cannoli e biancomangiare.
“La Sicilia di Montalbano“, uno speciale “Ulisse, il piacere della scoperta” di Alberto Angela scritto con Fabio Buttarelli e Vito Lamberti, Aldo Piro, Emilio Quinto. A cura di Alessia Casaldi, Sara Signoretti. Produttore esecutivo Caterina Del Papa. Capo progetto Anna Maria Tiberi. Regia di Gabriele Cipollitti.
Guarda l’intervento di Alberrto Angela a Sanremo
Cinema
Dietro la curva, del regista Dario Cangemi

E’ una storia che si ripete ogni volta che la squadra di calcio del Palermo gioca in casa. Passione e fedeltà ai colori rosanero scorrono nelle vene di migliaia di tifosi. Il giovane regista, Dario Cangemi, ne sceglie uno, Giuseppe Zanchi, 43 anni, vissuti tutti sulla strada, a garantire un pezzo di pane alla famiglia e alla moglie malata.
Dietro la curva
Il film, per i suoi contenuti, richiama a un trattato di antropologia, perchè l’autore non solo segue, con rigore, le vicende umane di questa persona, che nella sceneggiatura diventa personaggio, ma l’intero microcosmo umano che gravita attorno a lui.
Il microcosmo umano
Lo spettatore è letteralmente inghiottito dal quel fiume in piena rappresentato dalla tifoseria del Palermo, che, ogni volta che la squadra del cuore vince, si riversa nei chioschi del piazzale antistante lo stadio “Renzo Barbera”. Qui non compri soltanto il panino con la milza e la birra, qui senti l’odore della cipolla fritta, di quelle panelle e crocchè, che fanno di questa città la regina del gusto.
Storie
Nella bancarella di Giuseppe, si intrecciano storie fatte di sguardi e di parole non dette. Luoghi dove si creano legami forti e dove vengono investiti tutti i sensi nella infinita varietà di colori, profumi e suoni. Allestire il chiosco è un rituale, che inizia già il giorno prima con la preparazione degli ingredienti a casa della mamma del protagonista, come a volere suggellare una tradizione e una conoscenza custodita negli anni. E’ questo il vero patrimonio culturale immateriale che rischia di scomparire. E così quell’attività semplice e umile diventa per Giuseppe e i ragazzi che lo aiutano simbolo di identità e di orgoglio da mostrare ai tifosi del Palermo. I sorrisi e le goliardate di fine servizio cedono il passo però alla tristezza. Giuseppe ha una moglie malata, che sogna di andare allo stadio ma non può e si prende cura di lei con amorevole dedizione.
Il regista
Dalle parole del regista emerge tutta la forza narrativa che diventa trasposizione filmica di una storia totalizzante, che gli è servita, per sua stessa ammissione, anche a esplorare un parte di sé. “Mi sono immerso nella vicenda umana di Giuseppe fin dal primo istante, dal primo nostro incontro, mettendo al centro della ricerca l’uomo e la sua condizione. Ho cercato di rendere la telecamera invisibile per avere accesso al suo mondo quello più intimo. Con Giuseppe è stato come conoscersi da una vita ed essersi soltanto ritrovati”.
Una sorta di introiezione psicologica, quella di Dario che già nel precedente lavoro d’esordio: “Allontanarsi dalla Linea”, aveva raccontato con grande lirismo lo spopolamento di giovani siciliani che hanno lasciato le loro famiglie per trasferirsi altrove, in cerca di una soddisfazione professionale. Le musiche di di Giacomo Scinardo Tenghi impreziosiscono questo splendido documento filmico, montato da Luca Caputi, con la fotografia di Valerio Fea. Dietro la curva ha avuto il sostegno di: TifosiPalermo e Marte Studios.
In Evidenza
Quel male oscuro, malessere di vivere!

Non è forse casuale che, a distanza di un mese, il Teatro Biondo celebri due capolavori della letteratura del novecento. A dicembre, Alessandro Haber ha portato in scena il romanzo psicoanalitico di Italo Svevo, La coscienza di Zeno, in questo giorni, il regista Giuseppe Dipasquale, dirige una straordinaria compagnia di attori, capitanata da Alessio Vassallo, ne “Il male oscuro” di Giuseppe Berto. E’ proprio quest’ultimo, nella stesura del testo, dapprima rifiutato da più di un editore e poi pubblicato nel 1964 da Rizzoli, ispirò anche l’indimenticabile Mario Monicelli, che nel 1990, nel film omonimo, affidò il ruolo da protagonista a Giancarlo Giannini. Il male oscuro celebra l’antieroe sveviano, diviso tra senso del dovere e desideri frustrati.
I costumi di Dora Argento, le scene di Antonio Fiorentino (Dipasquale le definisce una sorta di placenta cerebrale, un luogo altro), i movimenti coreografici di Rebecca Murgi e le musiche di Germano Mazzocchetti fanno da corollario ad un affiatato gruppo di attori, Cesare Biondolillo, Lucia Fossi, Luca Iacono, Viviana Lombardo, Consuelo Lupo, Ginevra Pisani, che si muovono sul palco a piedi nudi, cambiando abiti e personaggi di continuo, avvitandosi intorno a storie di profonda natura psicologica, non abbandonando mai la scena. Il protagonista è Bepi, nei panni di un elegante Alessio Vassallo, che nel cinema come nella fiction televisiva, ma soprattutto in teatro, restituisce al pubblico una interpretazione magistrale. Quasi due ore ininterrotte di recitazione, senza un minimo cedimento, con una forza espressiva a metà tra il malinconico, vivendo la paura di avere un cancro, e l’euforia finale che passa ancora a malessere di vivere.
La psicoanalisi, per stessa ammissione dell’analista, un immenso Ninni Bruschetta, gli permettere di fare un viaggio, che ci richiama all’Interpretazione dei sogni, capolavoro del 1899 di Sigmund Freud. Dipasquale fa uno straordinario lavoro intellettuale sui personaggi, sospesi tra l’onirico e il reale, cercando di fare comprendere allo spettatore le patologie psichiche, attraverso l’utilizzo della narrazione, che diventa prezioso materiale affettivo e mentale, in risposta a quel super – io, più volte ricordato dagli attori, che la coscienza, a volte tende, ad occultare.
E’ affascinante la storia di questo scrittore di cui si ha l’impressione che la vita gli sfugga continuamente di mano, che non riesce a elaborare il lutto della perdita di un padre autoritario, che vive in bilico fra una moglie e un’amante troppo giovane; le loro storie scivolano nel grottesco, alimentando nel protagonista quel male oscuro, che è la depressione. Ecco dunque che il lettino diventa catarsi, medium di purificazione tra Es, Io e Super – Io. “Il teatro come specchio della natura”, lo afferma, attraverso questa opera, il regista, richiamandosi a Shakespeare.
Dopo Palermo, la tournee va in giro in Italia grazie alla co-produzione dei Teatri Biondo, Marche e Stabile di Catania.
- ph © rosellina garbo
-
Arianna Scinardo4 anni ago
Il cocker tanto famoso quanto intelligente
-
In Evidenza5 anni ago
Biagio Conte: “Non vince il virus, Dio è più forte”
-
In Evidenza5 anni ago
Sicilia: zero decessi e zero pazienti in terapia intensiva
-
Cinema6 anni ago
Cinema e Massoneria un binomio misterioso e sorprendente
-
Cocker8 anni ago
Il cocker è fra i cani più oziosi del mondo
-
Editoriali16 anni ago
L’invidia è la vendetta dell’incapace
-
Cultura8 anni ago
Le stanze ferite: diario di viaggio nella Real Casa dei matti
-
Arianna Scinardo9 anni ago
Irish setter, cocker spaniel e cavalier king: “I cani rossi adottati prima degli altri”