

Cinema
Io Leonardo, un film introspettivo alla scoperta del genio
Pensatore, studioso, matematico, letterato, scienziato, fisico, paesaggista, geografo, urbanista, artista… Jesus Garces Lambert sceglie di raccontare Leonardo Da Vinci come un uomo fuori dal suo tempo – nonostante il costume cinquecentesco un po’ trasandato e i lunghi capelli, come l’estetica del tempo richiedeva.
Io, Leonardo si focalizza in particolare sul Da Vinci pittore, passando in rassegna alcune tra le più importanti committenze, soprattutto quelle milanesi, che il genio toscano ha avuto durante il suo percorso.
Leonardo ha in studio un occhio di bove. Lo osserva, ci gioca, lo cuoce e lo analizza anatomicamente, in compagnia del suo giovane aiutante. Questa è una delle sequenze svolte all’interno del suo atelier. Quanta materia può esserci dentro a quell’occhio? E in quello umano?
Io Leonardo, il genio
Sono tante le sfaccettature da scoprire in ogni cosa ed essere vivente. Quelle di Leonardo sono state analizzate e raccontate quasi tutte, grazie a migliaia di scritti autografi e bozzetti in cui il maestro ha lasciato i suoi appunti, oggi custoditi per la maggior parte nel prezioso Codice Atlantico, racchiuso alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e digitalizzato per una fruizione pubblica.
La figura di Da Vinci è stata scandagliata in tanti, diversi aspetti dunque.
Oggi, a cinquecento anni dalla sua morte avvenuta il 2 maggio 1519, questo personaggio straordinario è fin troppo raccontato, e Io, Leonardo ne sottolinea ancora storie, ossessioni, scoperte e personalità.
Jesus Garces Lambert, il regista
Il regista, dopo aver narrato un altro mito dell’arte con Caravaggio – L’anima e il sangue, avvia un film introspettivo, basato principalmente su un’estetica idealizzata di Da Vinci, partendo dai suoi scritti e dai suoi disegni, qui minuziosamente ben raccontati nel loro sviluppo.
È una sorta di “lettera a Leonardo”, uno scambio tra le azioni del maestro e una voce esterna, quella narrante di Francesco Pannofino che smorza lievemente il disagio di Luca Argentero nei panni di un Leonardo rappresentato in maniera stucchevolmente barocca e costruita.
Che bisogno c’è di dilatare tempo e spazio quando si racconta di Leonardo, che il tempo e lo spazio li ha dominati? Non servono episodi teatrali che lo rappresentano come un uomo diverso dagli altri, qui ritratto addirittura come un infante che affronta il mondo a modo suo.
lettera a Leonardo
Certo Leonardo era peculiare, ragionava ad altri livelli, lo si sa. Tra scene davvero auliche, i momenti buoni emergono quando le immagini si concentrano sui disegni e le opere di quel talentoso disegnatore dei volti interessanti pescati per i quartieri popolari delle città; l’ossessivo ricercatore delle emozioni umane da riportare esternamente; l’artista sperimentatore che sapeva usare tutti i mezzi, per primo e come nessuno più dopo, dalla penna, alla matita, al carboncino e sanguigna; il genio che si mette in gioco inventando maniere per realizzare un cavallo in bronzo capace di stare in piedi con le sole due zampe posteriori, o pigmenti pittorici usati a fresco.
Quel Leonardo che da Firenze, deluso dalle frivolezze alla corte di Lorenzo de Medici, si trasferisce a Milano presso Ludovico il Moro dove, parallelamente agli studi sull’uomo e sul mondo, inizia un percorso artistico personale e dagli esiti a volte persino incerti.
La dedica a Francesco Forza
Il “Monumento equestre a Francesco Sforza”, la magnifica natura rappresentata sulle arcate della Sala delle Asse del Castello Sforzesco, l'”Ultima Cena” all’interno del refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie, qui narrata alla Jesus Christ superstar, come un tableau vivant in cui Leonardo riveste i panni di Gesù, poi tradito durante il momento conviviale. E ancora la “Vergine delle Rocce”, e poi la “Gioconda”, commissionata in Italia e portata fino in Francia, quando Leonardo vi giunge nel 1517, con il giovane Francesco Melzi come assistente di bottega, alla ricca corte di Francesco I. Tutte produzioni ed esperimenti geniali, a volte falliti, altre volte rimasti come traccia eterna.
La pittura e la scienza
“La pittura è scienza, tra natura e Dio”, annota Da Vinci che parte proprio da qui, dal disegno e dal dipingere, per cercare un equilibrio tra le cose. La parte documentativa rimane interessante, perché da scoprire in Leonardo c’è sempre qualcosa. Ma per raccontarlo non c’è bisogno di tanta messa in scena. (Rossella Farinotti – Mymovies)
Cinema
100 sale per i 100 anni del Luce

Uscita evento il 17-18-19 marzo per “100 di questi anni” , commedia a episodi realizzata per il centenario dell’Istituto Luce, diretta da Andreozzi, Bruno, Gerini, Leo, Mazzoleni, Papaleo e Sibilia.
100 sale per 100 anni. Festeggia così il LUCE con il suo grande Archivio i suoi primi 100 anni di vita con 100 di questi anni, il film collettivo a episodi prodotto da Luce Cinecittà e Archivio Luce, con la collaborazione di Grøenlandia, con un’uscita evento in 100 schermi il 17,18 e 19 marzo.
Presentato in prima assoluta all’ultima Festa del Cinema di Roma –in collaborazione con Alice nella Città – il film celebra il centenario della fondazione dell’Istituto Luce, una delle più importanti istituzioni cinematografiche e culturali italiane ed europee, nata nel 1924. Alla regia del film un cast di protagonisti assoluti della nuova commedia italiana: Michela Andreozzi, Massimiliano Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Rocco Papaleo, Sydney Sibilia. A loro il Luce ha affidato il gioco di raccontare attraverso un cortometraggio, con l’aiuto delle immagini dell’immenso patrimonio dell’Archivio Luce, un tratto della nostra storia, della società, del nostro vivere, in chiave di commedia.
100 di questi anni
100 di questi anni porta così sullo schermo l’incontro tra un genere fresco e coinvolgente e le immagini di memoria e bellezza dell’immenso tesoro dell’Archivio. Con risultati sorprendenti, spiazzanti e talvolta commoventi. Riprendendo lo stile unico della commedia all’italiana, i sette registi si sono cimentati con lo straordinario archivio Luce, hanno mescolato e interpretato in maniera inedita la varietà dei materiali esistenti, lo hanno ricontestualizzate all’interno di nuove cornici ribaltando, in chiave comica, il loro senso originario. Attraverso le interpretazioni di interpreti amati e giovani talenti della commedia di oggi, intrecciati alle immagini del passato, hanno dato luce a finte autobiografie, piccole storie e vicende improbabili che giocano tra passato e presente, tra realtà e finzione, toccando temi diversi tra cinema e spettacolo, costume, bellezza, cibo, musica. Restituendo, attraverso sette piccoli film, la complessità della nostra società in tanti suoi aspetti differenti.
I protagonisti
Protagonista dei cortometraggi, oltre ad alcuni degli stessi autori/attori (Claudia Gerini, Rocco Papaleo) un cast di interpreti di apprezzato talento: Paola Minaccioni, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Federico Maria Galante, Carlo De Ruggieri, Maria Chiara Giannetta, Vincenzo Nemolato, Claudia Zanella, Francesco Leo.
100 di questi anni è scritto da Beatrice Campagna, Armando Festa, Matia Frignani, Gianni Corsi. Al montaggio, che sposa archivio e riprese originali, Angelo Musciagna, Luca Onorati, Patrizia Penzo, montatori di Luce Cinecittà e di tanto documentario d’autore italiano.
NOTA DI PRODUZIONE
I materiali dell’Archivio Luce sono un patrimonio di inesauribile ricchezza. Reportage, cinegiornali, documentari, cortometraggi d’autore, mediometraggi e lungometraggi di finzione rappresentano una ricchezza per la storia del nostro paese. L’archivio copre un arco temporale che va dagli anni Venti fino ai primi Novanta, e continua ad arricchirsi di nuove acquisizioni. Bianco e nero e colore, muto e sonoro, brevi filmati di un’ironia fulminante e approfondimenti sulla società in continuo mutamento: un repertorio cinematografico e fotografico che offre infinite possibilità di rileggere la storia della cultura e della società del nostro Paese. Questa volta, in chiave di commedia.
La commedia all’italiana
Riprendendo lo stile unico della commedia all’italiana, sette registi si sono cimentati con lo straordinario archivio Luce, hanno mescolato e interpretato in maniera inedita la varietà dei materiali esistenti, lo hanno ricontestualizzate all’interno di nuove cornici ribaltando, in chiave comica, il loro senso originario. Attraverso le interpretazioni di interpreti amati e giovani talenti della commedia di oggi, intrecciati alle immagini del passato, gli autori hanno dato luce a finte autobiografie, piccole storie e vicende improbabili che giocano tra passato e presente, tra realtà e finzione, toccando temi diversi tra cinema e spettacolo, costume, bellezza, cibo, musica. Restituendo, attraverso sette piccoli film, la complessità della nostra società in tanti suoi aspetti differenti.
(Fonte: https://cinecitta.com/2024/10/100-di-questi-anni-prima-alla-festa-del-cinema/)
Cinema
Custodi di sogni – I tesori della Cineteca Nazionale

“Ho tanti progetti che devono iniziare a camminare con l’aiuto di tutti quanti. Primo fra tutti, la nostra volontà di portare il ‘tesoro’ della Cineteca Nazionale su tutto il territorio nazionale, stiamo iniziando ad avviare collaborazioni con enti museali e regionali. Il Centro Sperimentale di Cinematografia è la culla del nostro cinema: il passato – costituito appunto dal tesoro della nostra Cineteca – il presente – rappresentato dalla Scuola nazionale di cinema – e il futuro che è l’insieme di tutto il patrimonio conservato dalla Fondazione, comprensiva di preziose realtà come l’Archivio fotografico e la Biblioteca Luigi Chiarini come pure dalla formazione dei ragazzi che escono dalla scuola. Restituire questo patrimonio e aprirlo all’esterno è la ‘via maestra’ che avviamo e che proseguiremo più avanti nel tempo”. Così la presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Gabriella Buontempo, in occasione della presentazione del festival Custodi di sogni – I tesori della Cineteca Nazionale, in programma a Roma, al CSC, allo Spazio Scena della Regione Lazio e alla Casa del Cinema dal 31 marzo al 6 aprile.
Per Gabriella Buontempo è la prima uscita pubblica dopo l’incarico ricevuto dal ministro Giuli e prende il testimone da Sergio Castellitto: “E’ bello iniziare la presidenza di questa Fondazione proprio nel 2025, anno in cui ricorrono i novant’anni dalla sua creazione avvenuta nel mese di aprile. La prima volta che ho varcato le porte del Centro avevo 22 anni ed ero l’assistente di Lina Wertmüller, devo tutto a lei. Donne come lei e come mia zia Graziella Lonardi Buontempo erano delle autentiche visionarie che mi hanno spinto ad andare avanti e anche ad accettare questo incarico, nonostante le mie perplessità”.
Il festival mette in campo tutte le professionalità legate al CSC e tra le proposte figura anche la presentazione del progetto inedito Imperium, realizzato dalla Cineteca Nazionale con Cinecittà e con l’Aamod e legato al restauro di documentari sovietici che sarà presentato il 31 marzo dal regista Sergei Loznitsa con Enrico Bufalini, Vincenzo Vita, Costanza Quatriglio, Steve Della Casa, tra gli altri. Tra i tanti ospiti troviamo Dacia Maraini, Luca Verdone, Maurizio Ponzi, Marco Tullio Giordana, Liliana Cavani, che ha lanciato un appello, durante la conferenza stampa, per la salvaguardia del cinema in sala. “Non siamo esercenti – le ha risposto Gabriella Buontempo – ma vogliamo riportare i nostri tesori sul territorio nazionale e anche metterli a disposizione del pubblico grazie alla Rai”.
Al tavolo dei relatori
La presidente, affiancata dal conservatore della Cineteca Steve Della Casa e dal direttore della Scuola Adriano De Santis, ha annunciato la prossima apertura della sede distaccata di Cagliari, specializzata in musica per il cinema. “Punteremo anche su una serie di master nella sede di Roma e nel polo del CSC presso l’isola di San Servolo a Venezia con un corso riservato agli attori: “Per la prima volta faremo formazione sui podcast, ma anche un master sul doppiaggio in collaborazione con tutte le associazioni del settore e un master condiviso con Anica su produzione e finanza”.
Lorenza Lei, responsabile Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio, ha confermato il pieno sostegno della Regione: “Essere vicini al cinema e creare opportunità per i giovani, come facciamo ad esempio con la Scuola Volonté, è una nostra priorità”.
(Fonte: https://cinecittanews.it/custodi-di-sogni-il-csc-festeggia-i-suoi-90-anni/)
Cinema
La presentazione del film “Il Nibbio”

Accompagnati dalla delegata della produzione Notorius, Irene Tomio, il regista Alessandro Tonda e l’attore Claudio Santamaria, su invito del Direttore della sede Sicilia del C.S.C. Ivan Scinardo, hanno incontrato gli studenti del corso ordinario di Documentario, di Produzione e del CSC Lab di Script Supervisor, diretti dalla docente Cinzia Liberati, per presentare il film Il Nibbio, omaggio al funzionario dei servizi segreti italiani che vent’anni fa perse la vita a seguito della liberazione in Iraq della giornalista Giuliana Sgrena. E’ stato un incontro intenso e ricco di spunti di riflessione, con numerose domande sulla sceneggiatura e sulle tecniche di riprese del film, girato tra l’Italia e il Marocco. Gli studenti hanno inoltre partecipato alla proiezione al cinema Rouge et Noire di Palermo, dove c’è stato anche un collegamento in video con la giornalista Giuliana Sgrena.
-
Arianna Scinardo4 anni ago
Il cocker tanto famoso quanto intelligente
-
In Evidenza5 anni ago
Biagio Conte: “Non vince il virus, Dio è più forte”
-
In Evidenza5 anni ago
Sicilia: zero decessi e zero pazienti in terapia intensiva
-
Cinema6 anni ago
Cinema e Massoneria un binomio misterioso e sorprendente
-
Cocker8 anni ago
Il cocker è fra i cani più oziosi del mondo
-
Editoriali17 anni ago
L’invidia è la vendetta dell’incapace
-
Cultura8 anni ago
Le stanze ferite: diario di viaggio nella Real Casa dei matti
-
Arianna Scinardo10 anni ago
Irish setter, cocker spaniel e cavalier king: “I cani rossi adottati prima degli altri”