

Cultura
Scuola media, Alzati! Rapporto della Fondazione Agnelli
Leggendo il rapporto della Fondazione Agnelli sulla Scuola media, ora “Scuola secondaria di primo grado” si constata come, mentre il mondo del lavoro è cambiato, la scuola è rimasta al passo, presentando ancor più gravi i punti di debolezza già evidenziati nel 2011 e, come dicevano i latini: “non progredi regredi est”.
Son trascorsi 10 anni dalla precedente indagine e si registra che l’età media dei docenti si attesta attorno ai 52 anni e, come si evince dalle risposte date al questionario, si segnala che molti docenti ammettono di sentirsi preparatissimi sul piano dei contenuti, ma poco attrezzati sul piano didattico. E’ mancata, infatti, in questi lunghi anni di innovazione e di autonomia, la linfa vitale dell’aggiornamento professionale, già riconosciuto come un diritto e un dovere del docente. Quel che appare più grave è il fatto che, oberati da tante incombenze burocratiche e da frequenti riunioni, molti sostengono di non avvertire la necessità di una specifica formazione per rinnovare le metodologie didattiche innovative in risposta ai nuovi linguaggi e alle esigenze dei ragazzi di oggi, nativi digitali. Le attività di formazione hanno privilegiato il settore della sicurezza e della competenza digitale, trascurando l’ambito metodologico didattico.
L’innovazione della “didattica a distanza”, adottata durante il lockdown per il Covid 19 per molti docenti è stata, purtroppo, soltanto una trasposizione di cattedra “da scuola a casa”, senza apportare alcuna modifica alle tradizionali formule di spiegazione, interrogazione e valutazione.
Nel passaggio dalla scuola Primaria alla Secondaria di primo grado i risultati in matematica peggiorano e, se si guarda all’ambiente sociale di provenienza, le differenze si aggravano ulteriormente. E così un alunno, i cui genitori non hanno un titolo di studio significativo o poco tempo da dedicare all’apprendimento dei figli, ottiene risultati inferiori negli esiti scolastici.
La formula “star bene a scuola”, star bene con se stessi, con gli altri, star bene con le istituzioni” che ha caratterizzato prima il “Progetto giovani 93”, ideato dal Sottosegretario Luciano Corradini, e poi il “Progetto Ragazzi 2000” per la scuola media durante gli anni Novanta, ha determinato certamente il boom dei progetti, anche per i finanziamenti connessi, ma è risultato poco determinante per la definizione del “Progetto scuola” come purtroppo dimostrano i dati di dispersione, di abbandono scolastico, di scarso rendimento, ed ora si registra anche un graduale incremento di richieste di “istruzione parentale”, anche a causa dei condizionamenti determinati dalla pandemia.
Alla domanda “Ti piace andare a scuola?” la risposta “Mi piace molto” è data da un numero sempre decrescente di alunni e tra i ragazzi di 13 anni il dato scende al 10%: novanta studenti su cento sostengono di “non stare bene a scuola”.
L’apprendimento, che dovrebbe essere efficace e quindi capace di modificare il modo di pensare, di sentire e di agire dello studente, viene vissuto dai ragazzi in una dimensione di forte stress.
In prima media 4 studenti su 10 dicono di sentirsi stressati dal carico di lavoro, ed in terza media la quota si alza moltissimo, specie per le ragazze che avvertono di più il carico scolastico.
Si registra spesso un clima di classe pedagogicamente ed emotivamente poco coinvolgente; un insegnamento prevalentemente frontale e trasmissivo, centrato sui libri di testo, poco orientato alla promozione del lavoro autonomo e delle strategie metacognitive.
La quinta competenza europea “imparare ad imparare” in molte realtà scolastiche non ha ancora trovato reale applicazione nelle strategie di insegnamento.
La scuola media, afferma Roberto Ricci, presidente di Invalsi, è “strisciante verso il secondo grado”, orientata sui contenuti e poco attenta al consolidamento delle competenze. Inoltre sono molti i docenti che la considerano “scuola di passaggio” e attendono il trasferimento al secondo grado, come sviluppo e progressione di carriera.
La scuola media che rappresenta il terzo biennio del primo ciclo di istruzione, si completa con la terza classe, anno ponte per il secondo ciclo e carico di una specifica dimensione orientativa.
Come afferma, infatti, Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, “La scuola media deve avere una nuova missione, la preparazione alle scelte successive e l’orientamento non può ridursi ad una ratifica della pagella, bensì alla valorizzazione delle competenze che potranno essere meglio sviluppate proseguendo gli studi ad indirizzo liceale, tecnico o professionale”
La didattica della scuola media, che per definizione “istruisce, forma e colloca nel mondo persone e cittadini”, necessita di una specifica didattica di orientamento, che potenzi esercizi e attività intesi come “compiti di realtà”, “compiti autentici” nel complesso della progettazione e lo studio va centrato su temi concreti, mettendo in atto la regola pedagogica di John Dewey “learning by doing”
Imparare facendo costituisce la via maestra dell’apprendimento e così le nozioni apprese guideranno il “saper fare” e indirizzeranno al “saper essere””.
La scuola media ha un proprio ruolo ed una specifica identità nel “Sistema nazionale di istruzione e formazione” e, a tale scopo, i percorsi di preparazione sulle metodologie didattiche è bene che siano distinti tra Scuola secondaria di Primo e Secondo grado, orientando l’attenzione alla delicata fase evolutiva del ragazzo, all’acquisizione di un metodo di studio e di lavoro, rinforzato da positive e concrete esperienze realizzate a scuola, anche in orario pomeridiano, come è previsto nel PNRR istituzionalizzando lo sport, la musica, il teatro, i laboratori e consentendo l’esercizio e lo sviluppo di competenze trasversali.
Forse così facendo la scuola sarà più bella, più dinamica e i ragazzi andrebbero più volentieri a scuola, dove si apprendono tante nozioni e si fanno esperienze utili e significative fondamentali per sviluppare la creatività e il pensiero divergente, in cooperazione con i compagni di classe.
Giuseppe Adernò
Cultura
Al cuore della democrazia, verso la sett.sociale

In cammino verso la 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia
monia e bellezza alla sinfonia della democrazia agita e vissuta
La celebrazione della XVII Giornata sociale diocesana, promossa dall’Ufficio di Pastorale sociale e Lavoro dell’Arcidiocesi di Catania, ha avviato il percorso formativo di riflessione e di progettualità, che dal 3 al 7 luglio, avrà un primo traguardo a Trieste, in occasione della 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia.
Il tema della partecipazione, verbo di azione e di coinvolgimento operativo dei cittadini nell’impegno di contribuire e cooperare alla costruzione del bene comune, ha guidato le riflessioni dei relatori e dei gruppi di studio, sollecitando una maggiore presa di coscienza del dovere civico, che si intreccia con la testimonianza dei valori cristiani nel tessuto sociale.
Dopo il saluto del direttore dell’Ufficio Don Alfio Carbonaro, l’Arcivescovo, Mons. Luigi Renna, presidente del Comitato delle Settimane Sociali dei cattolici in Italia, ha delineato il percorso della democrazia che, “prima ancora di essere una forma i governo, è l’espressione di un desiderio profondamente umano” e muove i primi passi dal desiderio e del sogno dei cattolici riuniti a Camaldoli, alla vigilia della guerra. Il Codice di Camaldoli, infatti, ha guidato i Padri Costituenti alla redazione della Costituzione Repubblicana del 1948.
Democrazia e demagogia, popolo e populismi, democrazia rappresentativa e democrazia diretta, sono stati i termini ricorrenti dell’intervento, che hanno fatto luce sul tema della “Partecipazione tra storia e futuro”, “primo indicatore della salute della democrazia”, che a Trieste offrirà spazi di innovazione sociale e culturale per la crescita del Paese e della comunità civile, nella quale i cattolici hanno il compito specifico di essere “testimoni credibili” dei valori proclamati.
Il coordinatore del “Cantiere per Catania”, Claudio Sammartino, già Prefetto della Repubblica, ha illustrato le finalità della giornata sociale, che dà l’avvio al “Secondo Seminario di formazione all’impegno sociale e politico.
Articolato in sette tappe, il seminario formativo si svolgerà presso la Scuola Superiore dell’Università di Catania e analizza la grammatica della partecipazione, prendendo in esame i temi della città, delle infrastrutture, dell’ambiente, della comunità, dell’economia, della povertà nelle periferie ed infine anche quello dell’intelligenza artificiale.
Il tessuto della democrazia intreccia le molteplici reti sociali che 40 milioni di volontari rendono vive e dinamiche, realizzando lodevoli progetti e servizi per il bene comune.
Finalità del “Cantiere per Catania”, ha detto Sammartino, non è quella di costruire un “partito”, bensì quella di comporre uno “spartito” nel quale ciascuno apporta il personale contributo di competenze e di risorse al fine di dare armonia e bellezza alla sinfonia della democrazia agita e vissuta.
Con grinta e coinvolgente entusiasmo la prof.ssa Elena Granata, docente di Urbanistica e Analisi della città e del territorio all’Università di Milano, Vice presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici in Italia, ha presentato il tema della 50° Settimana sociale, pensata non come un evento, bensì come un processo , al fine di sollecitare il coinvolgimento delle risorse di tutti gli operatori, “nel rispetto degli ambiti e degli stili di ciascuno”.
La scelta di Trieste, città di frontiera, multietnica e con diverse presenze linguistiche, emblema dell’Unità d’Italia, risponde all’intento di instaurare un nuovo metodo, attivando la palestra del dialogo e dell’ascolto, segni connotativi della sinodalità.
Il “sentire” interiorizzato invita all’azione, al fare, secondo la formula: “pensare col cuore” e “agire col cervello” e, da veri “poeti sociali”, “seminatori di cambiamento”, tutti sono chiamati a diventare protagonisti attivi, operatori di azioni concrete, di servizi efficienti e produttivi di benessere e di sviluppo.
Nel pomeriggio di sabato 11 novembre, presso la Scuola Superiore dell’Università, la prof.ssa Granata ha documentato originali realizzazioni concrete di progetti per una città vivibile, restituendo vitalità a luoghi e spazi, prima inagibili, destinati al bene comune, dimostrando come in risposta ad un bisogno, nasce un progetto, che è appunto il modo di mettere in atto un desiderio.
La democrazia assegna ai cittadini il compito di essere “placemaker”, inventori e plasmatori di luoghi da abitare, costruttori di città da vivere in risposta ai bisogni dei cittadini, piccoli e grandi, giovani e anziani.
Il susseguirsi dell’espressione: “immagina se….” impegna a migliorare il presente e a progettare il futuro, prendendosi cura delle persone e delle cose e apportando con creatività e immaginazione notevoli benefici alla società civile.
Nei lavori di gruppo, svolti nelle aule della Scuola Superiore, messi a disposizione dal Magnifico Rettore Francesco Priolo e dal presidente Prof. Daniele Malfitana, sono state analizzate alcune positive esperienze di partecipazione realizzate a Paternò e a Librino e la sintesi è stata curata nelle conclusioni della Giornata a cura del giovane Mirko Viola.
L’esercito dei volontari che operano, quasi nascosti nelle trincee del sociale, costituiscono il lievito della democrazia, che dovrebbe fermentare la massa e sfornare un buon pane, profumato e caldo.
Giuseppe Adernò
Cultura
Quando i ragazzi fanno le cose per bene

S.A, LI BATTIATI: Mercoledì 15 novembre: ballottaggio per eleggere il sindaco dei ragazzi dell’ Istituto S. Maria della Mercede
civica nella scuola, piccola città: si elegge il sindaco dei ragazzi e si costituisce il Consiglio comunale dei ragazzi con assessori e consiglieri.
Già da alcuni anni l’Istituto S. Maria della Mercede, di Sant’Agata Li Battiati, ha adottato il progetto del CCR, che quest’anno compie trent’anni, essendo stato attivato a Motta S. Anastasia nel 1993.
Con la guida dei docenti, i bambini delle classi quarte e quinte hanno elaborato dei progetti per rendere la scuola sempre più bella e con i motti: “Viviamo la scuola, creiamo il futuro” ; “Tutti insieme per una scuola e un mondo migliore” sono state costituite due liste. I risultati elettorali hanno dato vincente la lista n. 1 e sono stati eletti consiglieri: Matteo Midili, Mariasole Tenerello, Mattia Di Bella, Nicolò Lo Faro, Della seconda lista hanno riportato maggiori preferenze: Damiano Pulvirenti, Mirko Pezzino e Sabrina Messina.
Nella lista dei sindaci si sono candidati: Giada Attanasio, Sara Bertolo, Giada Carbone, Marta Magazù, Giada Carbone, Gabriele Sanfilippo, Daniele Tinè .
L’esito delle votazioni per il sindaco dei ragazzi ha fatto registrare un totale non superiore al quorum del 50% + 1 dei votanti, e quindi mercoledì 15 novembre si procederà alle votazioni di ballottaggio tra Giada Carbone e Giada Attanasio . Chi prenderà più voti sarà eletto sindaco dei ragazzi.
Giuseppe Adernò
Cultura
Legalità e democrazia – i giovani protagonisti attivi

Convegno delle Ambasciate della legalità a Montecitorio
Oltre trecento studenti di diverse regioni d’Italia hanno seguito con attenzione gli interventi del Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, dell’On. Renata Polverini, già presidente della Regione Lazio, dell’On. Carolina Varchi, vice sindaco di Palermo e Segretaria di Presidenza della Camera dei deputati.
Ha portato la sua testimonianza Salvatore Attanasio, papà di Luca Attanasio l’Ambasciatore italiano ucciso nella Repubblica democratica del Congo; gli studenti delle “Ambasciate della Legalità”, presenti in 70 scuole d’Italia, hanno socializzato le loro esperienze di impegno civico e di buone pratiche di legalità.
Al convegno sono intervenuti anche i Ragazzi Sindaci della provincia di Catania, (Belpasso, Piano Tavola e Adrano) ed il CCR di Apricena in provincia di Foggia.
La loro testimonianza è stata significativa e di stimolo ad agire guidati dalla forza delle idee e dai valori che guidano il cammino nella ricerca del bene comune.
Il preside Giuseppe Adernò ha illustrato le finalità del progetto didattico del “Consiglio Comunale dei Ragazzi” che quest’anno ha celebrato il trentennale, essendo stato attivato a Motta S Anastasia (Catania) nel 1983 e ancor prima a Morrovalle in provincia di Macerata nel 1989.
La delegazione dei CCR di Belpasso e Adrano , con la partecipazione dei Dirigenti scolastici e degli Assessori del comune di Belpasso, ha avuto anche l’opportunità di visitare i saloni e l’Aula parlamentare di Palazzo Montecitorio, “incontrare” da vicino le Istituzioni e percepire il senso dello Stato e della vita democratica.
Nel corso del convegno, guidato da Nicolò Mannino e Salvatore Sardisco, è stato presentato il libro. “Il mio nome è Amore”, che raccoglie le testimonianze di docenti e studenti sui temi della legalità e della pace.
Nella prefazione, il Prefetto Renato Cortese ha citato l’impegno dei giovani che vogliono sostituire “l’acre odore del compromesso” con il “fresco profumo della libertà e della pace”. Su questi temi “Pace e Solidarietà tra i popoli” il prossimo 24 gennaio al Campidoglio, nella sala della Protomoteca di Roma, si svolgerà il primo convegno del 2024 promosso dal Parlamento della legalità internazionale.
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