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Cultura

Cresciuti a pane e pornografia, il vuoto educativo

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Con la rivoluzione del ‘68 è stato abbattuto il muro delle regole e all’insegna della pseudo libertà di fare quel che si vuole, di  vestirsi e agire secondo i propri gusti,  spesso  espressione di capricci e di condizionamenti dettati dalla moda e dalla pubblicità, si registra un grande vuoto sociale, privo del valore del rispetto, della dignità, della valorizzazione della storia e della cultura, delle tradizioni, diventando “artistici”  e “messaggi comunicativi “ persino gli sfregi ai monumenti, le parolacce, i disegni osceni.

Pur nel cammino verso la parità di genere, la cultura maschilista ancora prevale, come documentano i numerosi femmicidi, continuando a considerare la donna come oggetto di possesso e di piacere.

È questo un risvolto inquietante della stessa società “progredita” che, se da un lato celebra la dignità delle donne, dall’altro continua tranquillamente a esprimere forme inaudite di violenza, verso cui si rimane indifferenti e rassegnati alla tolleranza.

La pubblicità, i film, i programmi televisivi hanno contribuito a rafforzare tale processo degenerativo, proponendo modelli e idoli che diventano segno di esibizione e manipolazione del corpo femminile, ridotto ad oggetto di business e di consumo.

Il laissez faire , il “tanto sono ragazzi” o il “non lo fanno apposta”, hanno  prodotto uno stile di comportamento privo di qualsiasi canone di “buona educazione”.

Il decoro dell’abbigliamento, un tempo sacro e obbligatorio, ha ceduto il passo al “non è necessario”, tanto fanno tutti così”, ognuno si veste come vuole” senza saper distinguere luoghi, momenti, occasioni che richiedono particolari accorgimenti.

La figura femminile, oggetto di pubblicità, nelle pose e nelle forme più provocanti ha prodotto un’attenzione al corpo, all’esteriorità, all’immaginazione che va oltre la  sensualità ed ecco i frutti di tanti comportamenti, veicolati anche da certi videogiochi.

I ragazzi di oggi che “hanno tutto e non sono contenti” sono cresciuti a “pane e pornografia”, desensibilizzati così alla violenza sessuale e alla crudeltà e ” bruciati” dalle droghe, dall’alcool, dal crack degenerano in peggiori conseguenze, provocandosi dolorose cicatrici.

Il pansessualismo ha ricondotto l’uomo alla sua dimensione istintiva, al materialismo bestiale che incide le coscienze più deboli prive di una guida e di modelli esemplari.

Come si legge in alcune sentenze, gli autori di tali comportamenti vengono definiti “Vittime di un “deficit educativo”, che li avrebbe condizionati con un’inammissibile concezione pornografica delle loro relazioni con il genere femminile”.
La diffusione sempre più dilagante di pornografia cartacea, cartellonistica ed ancor più nei siti web ha reso traboccante la cattiva educazione e le immagini, gli atteggiamenti, le espressioni volgari, spesso ripetute con  abitudinaria naturalezza,  hanno costruito una crosta di assuefazione a tutto ciò che non si riconosce adeguato alla dignità e al decoro della persona umana.

Si raccolgono oggi i frutti di una carenza e di un vuoto educativo da parte della famiglia, alla quale la Costituzione all’art. 30 assegna come “dovere e diritto” il compito di “mantenere, istruire ed educare i figli”.

La scuola, luogo privilegiato di istruzione e formazione, ha messo al primo posto la trasmissione dei contenuti culturali, trascurando, a volte, gli opportuni interventi educativi verso la formazione integrale dello studente e quindi anche gli aspetti relativi all’educazione alla salute, alla sessualità, all’affettività e al senso civico.

Oggi la trasversalità dell’Educazione civica che tende alla formazione del cittadino, dovrebbe coinvolgere anche queste tematiche, ma non in maniera frammentaria e occasionale.

La giornata del 25 novembre, come ha proposto il Ministro Valditara, sia l’occasione per “avviare in tutte le scuole italiane una serie di programmi per affermare la cultura del rispetto, per educare a un rapporto che sia autenticamente paritario superando quei residui di machismo, di maschilismo che ancora connotano la nostra società”.

Presentata non come “giornata della violenza contro le donne”, bensì   come “giornata del rispetto della persona e della dignità della donna”, diventi una vera lezione di vita per tutti gli studenti, promuovendo un efficace apprendimento e una reale modifica del modo di pensare, di sentire e di agire.

Anche la Chiesa in questi decenni ha messo in ombra l’attenzione alla dimensione morale, al senso del pudore, non dando una risposta  adeguata all’erotizzazione delle comunicazioni mediatiche, sempre più aggressive e pervasive e  ha cancellato dal suo vocabolario la parola “castità”, resa tabù dall’edonismo  dominante, un tempo  virtù e valore che ha formato i giovani al sacrificio, alla rinuncia, al rispetto e alla pienezza della gioia del matrimonio, integrando la sessualità nella personalità, quale funzione a servizio dell’amore, inteso come dono.

La custodia di sé e dell’altro non è un optional, ma l’unico modo in cui si possa amare davvero, umanizzando il proprio sentire.

Pensare col cuore e amare col cervello” è la regola pedagogica che ribalta le forme di egoismo e rende equilibrato e produttivo ogni nuovo apprendimento.

Scuola, famiglia e società civile, “insieme”, per vincere una battaglia di civiltà.

Giuseppe Adernò

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Cultura

“L’oro rosso dell’Etna”, il libro di Patanè

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L’epopea della civiltà del vino nelle pendici  orientali e meridionali dell’Etna ha trovato una  “preziosa botte” nel volume dello storico catanese, Antonio PataneL’oro rosso dell’Etna – Storia e etnoantropologia della viticultura orientale etnea . (Sec. XIV -XXI)

Nel prezioso volume, pubblicato dall’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale,  ricco di un ben articolato corredo documentativo, l’Autore, docente di Lettere,  e cultore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università di Catania, scrive con le mente e il cuore, facendo trasparire passione e competenza  trasmessa dal padre Alfio, mastro d’ascia e valente artigiano del legno e del palmento e della madre Peppina morta ultracentenaria fino alla fine fedele alla tradizione familiare che ha caratterizzato la vita e l’attività di intere generazioni dei paesi etnei.

Il desiderio di  custodire e tramandare   le pratiche e i riti della  vendemmia, ormai completamente scomparsi,  diventa un dono per le giovani generazioni,  scrigno prezioso per la storia del territorio etneo  della Sicilia orientale, un tempo interamente coltivato  a vigneti, dalla montagna al mare, come descritto nei primi capitoli del volume.

Nel trentennio (1880-1910 ) a causa della fillossera  il territorio della Sicilia orientale ha subito una radicale trasformazione , dando spazio agli agrumeti  che son diventati il simbolo della “Sicilia bedda” – terra di focu, di canti e d’amuri/

Facendo cantare ancora: “ st’aranci sulu nui li pussidemu / e la Sicilia nostra si fà onuri”,

Accanto all’oduri di la zagara,  che caratterizza il territorio pedemontano, nel volume si gusta il profumo del vino e si riscopre un prezioso patrimonio etnoantropolico che Antonio Patanè ha saputo armonizzare nel monumentale volume.

Nella prefazione del prof. Eugenio Magnano di San Lio domina l’Etna, (a Muntagna- Mungibeddu, di cui tutti noi “ figghi semu”, che ha prodotto disgrazie quando le colate laviche hanno sepolto città e campagne e nello stesso tempo porta  fortuna per la preziosità della sottilissima sabbia vulcanica che dà forza e sostegno alle viti. e impegna ad un costante lavoro del contadino per la sistemazione del terreno, i terrazzamenti, la costruzione di muri di recinzioni, i fabbricati  dove produrre il mosto, i macchinari per la pressatura delle vinacce e poi ancora le cantine che danno caratteristiche particolari alle città del vino dell’aerea pedemontana etnea.

Sfogliando le pagine del volume, corredate di note, tabelle statistiche  e  da un  ricercato apparato fotografico, si scoprono notizie, eventi, nomi, termini, gesti e riti che oggi è difficile immaginare e riprodurre. L’autore, infatti, a differenza degli storici che svolgono le proprie ricerche nel chiuso delle biblioteche, descrive il territorio e tratta gli argomenti con profonda conoscenza dei luoghi e del paesaggio etneo, manifestando una forte passione politica e sociale, che va oltre l’epoca antica e “romantica” della viticultura etnea.

Le molteplici mansioni dei contadini: mulattieri, pigiatori, sensali, mastri di palmento, proprietari, donne, ragazzi, carusi, bottegai, osti, raccontano la tenacia dei vignaioli che strappano terreno al bosco, al selvatico, alle aride distese laviche e danno vita al grande unico e originale giardino dell’Etna

E’ questa una lezione di vita che sollecita impegno, tenacia, costanza, forza di volontà per conseguire gli ideali di bene e di progresso sociale e civile

Giuseppe Adernò

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Cultura

UCIIM  inaugurazione nuova sede

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Inaugurata la nuova sede dell’Unione cattolica degli Insegnanti (UCIIM)

Dopo il taglio del nastro inaugurale l’Arcivescovo, accompagnato dalla presidente, Maria Antonietta Baiamonte, ha visitato una mostra fotografica sul fondatore dell’UCIIM, Gesualdo Nosengo e sono stati ricordati i presidenti della sezione di Catania, Francesco Capodanno, Nuccio Sciacchitano, Santo Gagliano.

Nell’incontro con i dirigenti e i docenti presenti, l’Arcivescovo si è intrattenuto dialogando sulla particolare  e delicata azione educativa da svolgere nelle  scuole della periferia urbana, dove si registra un’elevata percentuale di dispersione scolastica.

Sono intervenuti i presidenti delle sezioni UCIIM di Tremestieri Etneo e San Giovanni la Punta, e sono intervenuti i presidente delle altre sezioni della Sicilia Orientale, assicurando la loro partecipazione alla cerimonia ufficiale del 22 giugno, per le celebrare l’80° dell’UCIIM, fondata a Roma  il 18 giugno 1924.

Nel corso del convegno che si svolgerà presso il Castello Ursino 15 docenti riceveranno il titolo di “Ambasciatori dell’Educazione Civica”.

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Cultura

Primo raduno nazionale dei ragazzi sindaci

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e assessore comunale Nazzareno Navisse ed ora diffuso nel territorio nazionale e presente con oltre 600  “consigli comunali dei ragazzi”  in tutte le regioni

Nell’auditorium “San Francesco” di Borgo Marconi-Morrovale, gremito di  circa 300 studenti  dei diverse città e regioni  i ragazzi sindaci con la fascia tricolore hanno socializzato il progetti e le attività culturali, sociali, ricreative promosse e realizzate con impegno e tanto entusiasmo. Al termine dei lavori hanno rinnovato in maniera corale la formula di giuramento pronunziata al momento delle elezioni, rinnovando l’impegno a collaborare “per la crescita sociale e civile dalla comunità scolastica e cittadina”.

Al Raduno nazionale, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Provincia Regionale di Macerata e del Comune di Morrovalle.  Sono intervenuti il sindaco Andrea Staffolani, l’Arcivescovo di Fermo , Mons. Rocco Pennacchio, il consigliere regionale Pierpaolo Borroni, Maria Teresa Baglione dell’Ufficio scolastico territoriale di Macerata,, Barbara Di Tizio delle Prefettura e il Lgt. Emmanuele Moretti dei Carabinieri di Morrovalle.

In apertura dei lavori, coordinati dalla dirigente Arianna Simonetti e dal preside Giuseppe Adernò, coordinatore dei CCR sono stati letti i messaggi del Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana; del  Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e della moglie di Davide Sassoli, Alessandra Vittorini, nella ricorrenza della Giornata Europea.

Particolarmente significativa è stata la partecipazione della delegazione francese di Schiltgheim  (Alsazia) , dove già nel 1979  ha avuto origine  il primo “Conseil Municipal des Enfrants et des jeunes”. Nel corso del convegno sono intervenuti la consigliera  comunale Matiè Elia ed il coordinatore Aurelien Nicoletti.

Il prof. Nazzareno Navisse  ha raccontato  l’avvio del progetto a Morrovalle ed il preside Giuseppe Adernò, coordinatore dei CCR, ne ha  descritto le finalità , gli obiettivi e  gli sviluppi per una sana  e coinvolgente lezione di educazione civica , applicata attraverso un concreto “imparare facendo”.

Sono stati ricordati inoltre i ragazzi sindaci: Alessandro Giani, vittima di un atto di bullismo e Giulio Regeni che nel triennio 2001-2003 è stato sindaco dei ragazzi di Fiumicello, ucciso in Egitto il 25 gennaio del 2016

La coincidenza della data con la Giornata Europea ha guidato la riflessione sul pensiero di Vincenzo Cento, pedagogista marchigiano, ideatore degli “Stati Uniti d’Europa”, illustrato dalla prof. Simonetta Torresi,  e  sulla dimensione europea dell’educazione, è intervenuto il prof. Gianluca Contaldi dell’Università di Macerata

Al convegno, allietato dai canti del coro della scuola di Morrovalle, diretto dalla Prof. Donata Riccobelli,  e concluso con un pranzo comunitario offerto dal Comune di Morrovalle ha fatto seguito  le visite didattiche alla Casa di Leopardi a Recanati, al santuario di Loreto, alle grotte di Frasassi e particolarmente significativa  è stata la  visita istituzionale alla Repubblica di San Marino  e l’incontro con i Capitani Reggenti, Alessandro Rossi e Milena Gasperoni,

Il messaggio di compiacimento per la lodevole iniziativa e di sprone per un cammino di democrazia attiva è stato di grande stimolo per tutti i partecipanti, con l’auspicio espresso dal Segretario di Stato alla Cultura della Repubblica di San Marino, Andrea Belluzzi, di ampliare il progetto verso una dimensione europea e internazionale.

Il secondo raduno nazionale sarà coordinato dal CCR attivo nel comune di Caiazzo, cittadina nei pressi della reggia di Caserta e la Regione Marche cederà alla Campania il trofeo del CCR.

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