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87 ORE

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87 ORE, l’incredibile storia di un uomo ripreso nelle sue ultime ore di agonia dalle webcam, raccolte e montate in un film di Costanza Quatriglio

Spesso quando ci si trova davanti un cadavere, ucciso per un qualche motivo, criminologi e medici legali si interrogano sulla dinamica, con l’obiettivo di ricostruire i fatti.. C’è molta immaginazione nella ricostruzione meticolosa di chi fa le indagini. Il primo pensiero va sempre alle telecamere di sorveglianza sperando che ci siano sulla scena di un delitto e che abbiano registrato gli ultimi momenti di vita di quella persona che  sta lì, inerme su un letto d’obitorio. 87 ore di registrazioni, dal 31 luglio al 4 agosto del 2009, riprese da 9 telecamere di sorveglianza poste all’interno del reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno; sono lì a riprendere l’agonia di un uomo, Francesco Mastrogiovanni, mentre faceva il bagno, prelevato a forza per un trattamento sanitario obbligatorio, da un inspiegabile spiegamento di polizia, guardia costiera, vigili urbani.  Viene sedato, messo su una ambulanza e portato in ospedale dal quale ne uscirà, come diciamo noi siciliani, dentro un “tabuto” o cassa da morto.  La ricostruzione è stata relativamente semplice, giorno e notte le telecamere lo hanno inquadrato costantemente, legato a una barella con  robuste cinghie che gli bloccavano polsi e piedi. Pensate quante volte quest’uomo avrà desiderato andare in bagno per fare i suoi bisogni fisiologici, o alzarsi e sgranchire le gambe? Le webcam sono state impietose, hanno ripreso medici e infermieri mentre lo imbottivano di farmaci, e spesso non gli davano neanche da mangiare, senza accorgersi che stava morendo, e così fu per un edema polmonare. Il processo condannò i medici, ma assolse gli infermieri. La nipote di Mastrogiovanni, Grazia Serra, non si è mai data pace, è ha ottenuto, attraverso una ordinanza del giudice, i file delle registrazioni delle telecamere. Da qui il contatto con una delle migliori documentariste italiane, la siciliana Costanza Quatriglio, che, essendosi occupata più volte di casi di cronaca, ha realizzato il  film, titolandolo: 87 ore. La ricostruzione dei fatti mettendo in sequenza le immagini delle webcam, è stata possibile grazie anche alla bravura della  montatrice, Letizia Cautullo. E così reduce dall’importante successo ottenuto con un altro film “Con il fiato sospeso”, sull’inquinamento ambientale di un’aula di chimica dell’Università di Catania, Costanza ha visto e rivisto in maniera ossessiva ogni fotogramma decidendo appunto di realizzare un racconto per immagini, inserendo soltanto le testimonianze. E dire che con la chiusura dei manicomi, dopo la legge Basaglia, molti episodi di violenza sui pazienti, con elettroshock, o clausure forzate sembravano essere spariti e invece, la cronaca ci sta abituando a immagini sgranate, riprese da webcam nascoste da polizia  e carabinieri, come l’asilo di Pisa. Il caso di Francesco Mastrogiovanni è emblematico e ci spinge a tante riflessioni. La prima: che fine ha fatto il giuramento di Ippocrate per quei medici che non si accorgono neanche che un uomo sta morendo, e che lo abbandonano senza cure nudo in un letto. Perché continuare a fare la prima professione di aiuto, quando non sentono il benché minimo bisogno di salvare una vita? Eppure hanno studiato per tanti anni e forse hanno creduto in ciò che facevano. Ma la realtà ci spinge a leggere i fatti in maniera opposta. E’ chiaro che poi avviene la compensazione con tanti bravi medici e infermieri che si fanno  inghiottire dal quel burnout che insidia le professioni d’aiuto, i  cosiddetti caregiver. Un film forte, da vedere non solo perché è una denuncia sociale ma perché il messaggio che ancora una volta ci vuole trasmettere questa bravissima cineasta palermitana è di  sconcertante attualità.  La colonna sonora è stata scritta dai 99 posse, che hanno anche realizzato un videoclip.

Note su Costanza Quatriglio
Il suo film d’esordio, L’isola, è stato presentato al Festival di Cannes nel 2003 alla Quinzaine des Réalisateurs (Nastro d’argento per la colonna sonora originale del trombettista jazz Paolo Fresu). Ha realizzato anche diversi film documentari, trasmessi in televisione e vincitori di vari festival, tra cui il festival di Torino.  Racconti per L’isola è stato presentato, sempre nel 2003, alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e Il mondo addosso è stato presentato alla prima edizione della Festa del Cinema di Roma. Nel 2009 al festival internazionale di Locarno ha presentato l’Evento Speciale il film Il mio cuore umano sulla cantante italiana Nada Malanima, trasmesso su Rai Tre. È la regista di Terramatta, evento speciale ai Venice Days della Mostra di Venezia 2012, in cui si è aggiudicato il “Premio Civitas Vitae”. Accolto con successo unanime di pubblico e critica, Terramatta è stato designato Film della Critica 2012 dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici, ha vinto l’Efebo d’argento e il premio per il miglior film documentario al Festival del cinema italiano di Madrid. Terramatta ha vinto il Nastro d’argento per il Miglior documentario 2013. Con il fiato sospeso, dalla durata di soli 35′ e interpretato da Alba Rohrwacher, è stato presentato fuori concorso a Venezia 2013 ottenendo il Premio intitolato a Gillo Pontecorvo per il miglior film in lingua latina. Nel 2014 ha diretto il documentario Triangle, un film sul lavoro femminile che si aggiudica un Nastro d’argento al miglior documentario. Nello stesso anno partecipa al film collettivo 9×10 Novanta presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

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Il trailer

99 posse – la colonna sonora

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Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello

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Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è il miglior film della 68° edizione dei Premi David di Donatello. «Un viaggio incredibile. Perché due belgi fanno un film italiano in italiano sulle Alpi? Una storia e un libro incredibile», ha detto il regista dal palco degli studi Cinecittà Lumina. Ad annunciare il vincitore della statuetta più ambita è stata Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano. In programma nella scaletta c’erano 25 premi divisi per varie categorie, senza contare i David alla Carriera a Marina Cicogna e i David Speciali consegnati a Isabella Rossellini e Enrico Vanzina. Carlo Conti ha aperto la cerimonia citando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Il cinema è tutti noi».

Marco Bellocchio miglior regista per «Esterno notte»

A vincere il David di Donatello 2023 come miglior regista è Marco Bellocchio per Esterno Notte. «Non me lo aspettavo, però lo accetto. Quando si diventa vecchi non bisogna fermarsi», ha detto sul palco.

Barbara Ronchi e Fabrizio Gifuni migliori attori protagonisti

Il premio come migliore attrice protagonista è invece andato a Barbara Ronchi per Settembre, che ha battuto Margherita Buy per Effetto notte e Penelope Cruz con L’immensità. «Non so se ridere o piangere. Dedico il premio a due uomini che illuminano la mia vita, se brillo è grazie a loro: Alessandro e Giovanni, che è a casa. Amore, mamma ha vinto il David!», ha detto Ronchi. Miglior attore protagonista anche Fabrizio Gifuni per Esterno notte di Marco Bellocchio in cui interpreta Aldo Moro. «Ringrazio la mia lentezza e la mia fragilità in questi tempi così decadenti», ha affermato dagli studi Cinecittà Lumina.

Emanuela Fanelli miglior attrice non protagonista

Il David di Donatello 2023 per la miglior attrice non protagonista è andato a Emanuela Fanelli per il film Siccità di Paolo Virzì. L’attrice incredula è salita sul palco per i ringraziamenti di rito: «Grazie a Paolo perché mi ha guardato e in questa mestiere bellissimo bisogna essere visti. Non so come abbia fatto a vedere lo sketch in cui prendevo in giro la periferia romana». Classe 1986, romana e comica amatissima, Fanelli ha dedicato il premio alle «persone che amo: mamma e papà, mia sorella gli amici che stanno sul divano e hanno fatto le magliette Fanelli di Donatello. Sembro il prete di Viaggi di nozze, ora me ne vado». Poi la battuta: «Mi è sembrato di esordire in Champions League con voi, non so perché ho usato questa metafora visto che non capisco di calcio», ha detto l’attrice riferendosi alla semifinale disputata questa sera, mercoledì 10 maggio, tra Milan e Inter e conclusasi con la vittoria dei neroazzurri per 0 a 2. A vincere tra gli attori non protagonisti, anche Francesco Di Leva per il film Nostalgia di Mario Martone. «Non sapete ma qui ne state premiando due: non avrei vinto senza Pierfrancesco Favino», ha detto Di Leva.

Elodie vince il premio per la miglior canzone

La migliore canzone a vincere il David di Donatello 2023 è Proiettili (ti mangio il cuore) di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, scritta e interpretata da Elodie e Joan Thiele. «Sono felice io non vinco mai», ha detto la cantante romana che è anche interprete nel film Ti mangio il cuore del regista Pippo Mezzapesa.

Migliore regista esordiente: Giulia Louise Steigerwalt

Giulia Louise Steigerwalt vince la statuetta per la migliore regista esordiente per il film Settembre con Barbara Ronchi, Fabrizio Bentivoglio e Thony.

Fotografia a Impens per «Le otto Montagne» e montaggio a Calvelli per «Esterno Notte»

Miglior direttore della fotografia Rubén Impens per Le otto montagne diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Mentre il David di Donatello per il miglior montaggio va a Francesca Calvelli per Esterno notte con la collaborazione di Claudio Misantoni.

«Il Cerchio» miglior documentario

Il premio per il miglior documentario va a Il cerchio di Sophie Chiarello: «Lo dedico ai bambini che possano trovare il loro cerchio che li accoglie», ha detto la regista.

Andò, Chitine e Gaudiosi la miglior sceneggiatura per «La stranezza»

La statuetta per la miglior sceneggiatura va a Roberto Andò con Ugo Chitine e Massimo Gaudioso per La Stranezza, film con Ficarra e Picone e Toni Servillo nei ruolo di Luigi Pirandello.

Premio per la scenografia e i costumi

Entrambi i David di Donatello vanno al film di Roberto Andò, La stranezza. In particolare, Giada Calabria per l’arredamento e Loredana Raffi. Mentre Maria Rita Barbera vince la statuetta per i migliori costumi.

Bollani miglior compositore e Iacoponi vince per il miglior trucco

Il David come miglior compositore è di Stefano Bollani per il film Il pataffio di Francesco Lagi. «La mia prima candidatura, entro nella famiglia del cinema», ha detto. Enrico Iacoponi vince, invece, il miglior trucco per la pellicola di Marco Bellocchio, Esterno Notte.

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Debutta in prima serata il film: “Favolacce”

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La grottesca meschinità degli adulti, egoisti e disattenti e la visione del mondo più ordinata e complessa dei loro figli: due mondi contigui destinati a incontrarsi solo in maniera deflagrante e terribile.

È il film “Favolacce”, di Damiano e Fabio D’Innocenzo, in onda lunedì 17 aprile 2023 alle 21.15 su Rai5. Nel cast Elio Germano, Tommaso Di Cola, Lino Musella, Ileana D’Ambra, Cristina Pellegrino, Giulia Melillo, Laura Borgioli, Enrico Pittari, Federico Majorana, Giulia Galiani.

In un comprensorio della periferia romana vivono diverse famiglie di estrazione popolare, legate fra loro anche dall’amicizia dei loro figli che frequentano la stessa scuola. Ma i rapporti fra gli adulti, al di là di una esile convenienza, sono intrisi di invidia e livore.

Favolacce e i ragazzi

Proprio a scuola i ragazzi apprendono come fabbricare una bomba artigianale, grazie a un insegnante che trasmette loro, involontariamente, le nozioni necessarie a mettere insieme l’ordigno. La reazione delle famiglie, pur stordite e disattente, provoca il licenziamento del docente che, prima di lasciare l’istituto, indurrà i suoi alunni a un’atroce vendetta.

Al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2020, il film – prodotto da Pepito Produzioni, Rai Cinema, Vision Distribution, Amka Film Production, Qmi – ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.

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Massimo Troisi, dedicato all’attore

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La figura del grande attore e regista Massimo Troisi sarà celebrata durante la quarta edizione di Napoli Città Libro – Salone del Libro e dell’Editoria, in programma dal 13 al 16 aprile presso il Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli. Sarà presentato domenica 16 aprile, alle ore 15, il sesto volume di “Visioni di Cinema – Quaderni di Visioni Corte Film Festival”, dedicato a Massimo Troisi in occasione dell’anniversario dei 70 anni dalla nascita.

Il volume, curato dal giornalista Giuseppe Mallozzi, vuole essere una riflessione sul dualismo dell’essere umano, mostrando come possano coesistere coraggio e fragilitŕ. Un volume evidente nell’indecisione e nei mutamenti d’umore del protagonista, interpretato sempre da Troisi stesso. Centrale č anche l’amore, ad emergere le difficoltŕ nelle relazioni con donne emancipate, con personaggi chiamati a comportarsi in maniera contraria rispetto alle proprie convinzioni tradizionali. Massimo Troisi ha rivoluzionato il teatro e il cinema con la sua comicitŕ garbata che risalta nella mimica e nella gestualitŕ tipicamente napoletane, che sono diventate la sua maschera di attore. La sua maniera di parlare, spesso difficile da comprendere, č una peculiaritŕ inimitabile dei personaggi che interpretava. La modernitŕ del suo cinema č proprio nel proporre l’antieroe insicuro e complessato, con uno sguardo evasivo dovuto alla sua timidezza, ben visibile nel fiume di parole che fluisce per mascherarla goffamente.

Il sesto della serie di “Visioni di Cinema – Quaderni di Visioni Corte Film Festival” vuole essere un omaggio al grande attore e regista di San Giorgio a Cremano, in occasione dei settant’anni dalla nascita. Hanno partecipato con i loro scritti i critici cinematografici Ciro Borrelli, Gisella Calabrese, Gordiano Lupi, Domenico Palattella, Ignazio Senatore, approfondendo vari aspetti della sua carriera.

Il libro, edito da Ali Ribelli, è disponibile in tutti gli store online e nelle librerie.

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