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Chiusi dentro una stanza urlavano per la disperazione

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Stamattina ho il cuore in lacrime, oltre che per motivi strettamente personali, per aver appreso che Quella residenza per pazienti psichiatrici che, a turno, abbiamo seguito telefonicamente noi medici in periodo pandemico, nella realtà era un lager.
Cito un pensiero di Davide Faraone “stamattina la vergogna ha un sapore ancora più amaro, perché quando la brutalità, che di per sé fa schifo, si scaglia contro le persone con disabilità va immediatamente condannata”.
Quello che succedeva è inumano ed è inaccettabile; lo è sempre ma assume un sapore più amaro quando i destinatari di queste torture sono pazienti con disabilità: insulti, calci, schiaffi, torture, ore intere senza acqua e cibo.
Questo accadeva presso la residenza per persone con disabilità psichica “Suor Rosina La Grua onlus” a Castelbuono.
Chiusi dentro una stanza, urlavano per la disperazione, per il dolore, per la mancanza di tutto. E non vi sono anni di galera che restituiranno la serenità a queste povere vittime, non vi è galera che potrà dissipare le loro paure, i loro timori.
Gli ospiti di una struttura psichiatrica meritano la massima attenzione e dovrebbero riceverla, primariamente, da chi opera nella struttura.
Quanto male gratuito in questo mondo di merda. Quanta cattiveria, quanto poco valore dato alla vita e quanta eccessiva importanza si dà ai soldi. Chi avrebbe dovuto vigilare ha preferito barattare il silenzio della violenza contro l’assunzione del figlio e della nuora.
Lavorare in questi posti richiede sensibilità, spiritualità, attenzione, pazienza.
Perché il paziente psichiatrico, dietro a quegli occhi spenti, dietro a quello sguardo sfiorito e talvolta appassito, nasconde una luce e una coscienza che pochi posseggono a questo mondo. Perché la sofferenza rende sensibili.
Oggi gli ospiti della residenza sono liberi ma quei segni, quegli abusi, quelle ferite resteranno indelebili sul corpo e nella mente.
Perché? Perché viene permesso tutto questo? Mi convinco sempre di più che i veri animali hanno un animo migliore di quello delle persone.
A volte mi chiedo quanto sia veramente sbagliata la pena di morte!
ECCO I NOMI DI QUESTI PEZZI DI MERDA, mi auguro che vivano il più a lungo possibile e che possano non trovare mai pace.
Gaetano Di Marco, Catania, 71 anni, presidente e legale rappresentante dell’associazione “Suor Rosina La Grua onlus”.
Massimo Palmisano, Caccamo (Pa), 40 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Agostino Villaraut, Castelbuono (Pa), 37 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Romeo Guanera, Cefalù (Pa), 57 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Lorenzo Giacalone, 45 anni, Monreale (Pa) operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Paolo Conoscenti, Castelbuono (Pa), 37 anni, operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Monica Collura, 32 anni, Castelbuono (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Pietro Butera, 34 anni, Casteldaccia (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Giuseppe Amato, 36 anni, Castelbuono (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Filippo Morrione, 56 anni, Castelbuono (Pa), inserviente in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
Ai domiciliari
Carla Maria Di Marco, 43 anni, Mascalucia (Ct), socia dell’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus;
Vincenzo Prestigiacomo, 65 anni, Bagheria (Pa), collaboratore amministrativo presso l’unità operativa complessa assistenza riabilitativa territoriale dell’Asp di Palermo;
Arcangelo Donato Giammusso, 64 anni, Caltanissetta, direttore sanitario della struttura residenziale per disabili gestita dall’ associazione “Suor Rosina La Grua Onlus;
Fabrizio Cucco, 34 anni, Castelbuono (Pa), infermiere in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus;
Claudia Rezmerita Mocanu, 38 anni, Castelbuono (Pa), infermiere in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus;
Sabrina Madonia, 33 anni, Castelbuono (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua onlus”;
Giorgio Muriella, 31 anni, Caccamo (Pa), operatore socio sanitario in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”.
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Cinema

L’abbaglio, un film necessario

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Il paesaggio siciliano, quello più inesplorato è uno dei punti di forza dell’ultimo lavoro del regista palermitano Roberto Andò: “L’abbaglio”.  Già nella fase di stesura della sceneggiatura, (la riconferma di ottimi scrittori come Ugo Chiti e Massimo Gaudioso), Andò ha voluto fare diversi sopralluoghi che potessero corrispondere al suo immaginario di ambientazione delle scene. Ci sono momenti del film, con l’avanzata delle truppe borboniche e delle camice rosse, che sembra di assistere ai western di Sergio Leone, in una Sicilia, insolita, fatta, di briganti/mafiosi (superba l’interpretazione dell’attore Vincenzo Pirrotta). Grazie a questo film si esplorano antichi bagli, boschi, (quello della Ficuzza è uno scenario perfetto), fiumi e luoghi impervi, a suggellare un perfetto connubio tra territorio e racconto dell’epopea dei Mille, delle vicende del colonnello Orsini e dei suoi compagni. La maturazione artistica del duo Ficarra e Picone, già avvertita in sala nel precedente lavoro de La Stranezza, anche nell’Abbaglio si riconferma come un viatico che porta i due straordinari artisti palermitani a stare al passo con quel gigante della recitazione che è Tony Servillo; solo Andò, dietro la camera, assieme al Direttore della fotografia che ha girato con Alexa 35, Maurizio Calvesi, riesce a restituirgli una luce negli occhi che ci ricorda tanto i dipinti del Caravaggio.

Sinossi

1860, Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

Frasi

“Vedete tenente,  i siciliani hanno perso ogni speranza di potere cambiare il corso della storia, non credono più a niente, eppure nelle illusioni che muovono il mondo, e questo perché ogni volta che hanno provato a migliorare la loro condizione, i loro tentativi sono stati soffocati nel sangue da chi li domina, l’aristocrazia più corrotta e ignorante d’Europa. Voi siete giovane e avete scelto di lottare per la libertà consideratevi fortunato, tenetevela stretta questa speranza di potere cambiare il mondo”.

“Sono i giovani i destinatari di questo film, quelli che ci auguriamo possano cambiare le sorti del nostro paese. E’ un film necessario” Tony Servillo.

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Cinema

Cinema e Giornalismo

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File:La Repubblica logo.png - Wikipedia

I Love Sicilia - L'Under al Top - Dr. Giuseppe Cicero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giancarlo Giannini – Ivan Scinardo

Ivan Scinardo – Steve Della Casa

Ivan Scinardo – Alberto Crespi

Giancarlo Giannini – Ivan Scinardo

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Arianna

Braga e Bossi autori delle musiche de: “L’abbaglio”

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L’ABBAGLIO – Michele Braga ed Emanuele Bossi firmano la colonna sonora del film di Roberto Ando’

Prossimamente sarà disponibile in digitale la colonna sonora originale, a firma di Michele Braga ed Emanuele BossiI, di “L’ABBAGLIO” (edita da Edizioni Curci), il nuovo film di Roberto Andò, che arriva nelle sale italiane dal 16 gennaio distribuito da 01 Distribution.

L’Abbaglio” si colloca sul crinale di due mondi musicali ben distinti: da un lato, l’attesa di un destino epico che deve compiersi nella spedizione dei Mille; dall’altro, il tono meno serio e a tratti divertente incarnato dai due disertori che, loro malgrado, finiranno per aiutare il generale Orsini nell’impresa. Sullo sfondo, la Sicilia con tutte le sue meraviglie e contraddizioni musicali, a fare da cornice.

«Oltre ad esserci ispirati alla musica propria del periodo (e quindi chi altri se non Verdi!), abbiamo cercato una “voce narrante” originale, che legasse il racconto senza essere di parte, cercando un’epicità laica, senza celebrazioni – dichiarano Michele Braga ed Emanuele Bossi – Poter scrivere musica per grande orchestra, eseguirla e registrarla in uno dei luoghi simbolo della musica in Italia (la sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica – Ennio Morricone) è stata una rara opportunità che ci ha lusingato e che abbiamo colto con entusiasmo».

L’Abbaglio” di Roberto Andò è una produzione TRAMP LTD e BIBI FILM con RAI CINEMA e MEDUSA FILM, in collaborazione con Netflix. Nel film gli attori, Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone.

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In Tendenza