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Cultura

Da Palermo a Los Angeles in gommone: l’impresa di Sergio Davì

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La Ocean to Ocean Rib Adventure è ufficialmente iniziata: mollati gli ormeggi dal Marina Arenella. Prima tappa programmata l’isola di Maiorca. Oltre 10 mila miglia nautiche lo attendono per approdare a Los Angeles e circa tre mesi di viaggio.

Sarebbe dovuta partire lo scorso 21 novembre, ma le pesanti avverse condizioni meteomarine nel Mediterraneo hanno impedito al palermitano Sergio Davì di dare inizio alla sua nuova impresa in solitaria. Finalmente oggi, alle 12.44, il gommonauta e il suo Aretusa Explorer hanno mollato gli ormeggi dal Marina Arenella, salutati da sponsor, parenti, amici e curiosi, per dare inizio alla sua Ocean to Ocean Rib Adventure. Prima tappa programmata l’isola di Maiorca (Baleari) dove ad attendere e accogliere il capitano, al termine delle sue prime 500 miglia nautiche, vi sarà Yann Crul, proprietario del Marina Cala d’Or.

A bordo di un Rib Nuova Jolly Prince 38cc (lungo circa 11 metri), motorizzato con due fuoribordo Suzuki DF300B dual prop ed equipaggiato con elettronica di bordo top di gamma Simrad e cartografia elettronica C-Map, il capitano coraggioso tenterà di raggiungere Los Angeles, navigando prevalentemente in solitaria, lungo una rotta per metà già da lui stesso battuta, per altra metà totalmente nuova. Ancora una volta farà tappa alle Baleari, a Gibilterra, alle Canarie e Capo Verde, traverserà l’oceano Atlantico tentando l’approdo in Guyana Francese per poi proseguire verso i Caraibi, la Colombia e Panama; una volta transitato il canale proseguirà verso il Guatemala, il Messico e quindi la California.

Oltre 10 mila miglia nautiche e circa tre mesi di viaggio, con alcuni ospiti d’onore a bordo per un paio di tratte, tra i quali Massimo Nalli (presidente di Suzuki Italia), Carlos Santaella Martinez (aftersales manager in Movil Motors Importador Suzuki por España), Ruben Rabadan Gallardo (corporate manager outboard marine division in Suzuki Motor de Mexico) e Stefano Germani (Financial Manager di I-Tronik).

L’impresa è supportata da importanti collaborazioni scientifiche per la conduzione di ricerche sulla relazione tra impatto antropico e salute dell’ecosistema marino. In particolare, Davì nel corso della sua avventura effettuerà dei campionamenti di acque marine che saranno analizzate dai ricercatori dell’Izs Sicilia e dell’ATeN Center dell’Università degli Studi di Palermo per rilevare la presenza di microplastiche e metalli pesanti. Inoltre, lo stesso Davì documenterà, attraverso materiale video-fotografico, il comportamento e lo stato di benessere della fauna marina e terrestre avvistata per apposite ricerche condotte dall’Izs del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Cultura

Giuseppe Lavenia racconta la guerra

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struire soltanto nella vicendevole fiducia”

Queste espressioni del messaggio di Papa Francesco per la 57.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, hanno motivato l’ultimo incontro culturale del 18° Festival della Comunicazione, che ha avuto luogo, sabato 20 maggio nel Salone dei Vescovi.

Giuseppe Lavenia ,  giovane giornalista RAI, originario di Adrano,  ha raccontato i 95 giorni trascorsi a Codogno,   il 21 febbraio 2020 con il “paziente 1” e la successiva esplosione del Covid 19. L’esperienza dei primi giorni della pandemia hanno segnato fortemente l’opinione pubblica ed ha  contribuito ad una presa di coscienza  in relazione al benessere sociale.

Il racconto ha coinvolto l’attento pubblico ed è stato evidenziato lo stile di comunicazione e di relazione che il giornalista mette in atto nel preparare i servizi di informazione per il grande pubblico della televisione.

La paura e la tensione provata nei campi di guerra, al suono delle sirene di allarme; il contatto con i profughi che lasciano la loro terra per sfuggire ai bombardamenti; l’incontro con i bambini oncologici e l’improvvista e originale partita di calcio, sono alcune delle immagini del racconto che Giuseppe Lavenia ha fatto “parlando col cuore” e testimoniando come  nella  trasmissione di una notizia ci sono modi diversi di comunicare e quando si trasmettono valori si entra in sintonia con il pubblico/lettore/spettatore e parte un messaggio che aiuta a vivere bene.

L’incontro, moderato da  Marco Carrara, di Bergamo  in presenza e Dorella Cianci  di Cerignola in videocollegamento  sul tema  “Comunicazione , guerra, disarmo” è stato promosso anche con la collaborazione del diacono Alessandro Rapisarda, dell’Ufficio  diocesano delle Comunicazioni sociali.

L’Arcivescovo Mons Luigi Renna, a conclusione dell’incontro, apprezzando il prezioso lavoro dei  giovani giornalisti  ha fatto luce sulla vocazione/missione del comunicatore che nel dare notizie che possono “costruire o distruggere, orientare o disorientare, rendere felici o infelici”, facendo partire il messaggio dal cuore, ricco di attenzione e sensibilità umana, trasmette  certamente un raggio di speranza e di futuro.  Come affermava Giorgio La Pira: “C’è una primavera che si prepara in questo inverno apparente ”

Giuseppe Adernò

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Cultura

Etica della comunicazione, un convegno a Catania

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Nella giornata conclusiva del  18° Festival della comunicazione”  il  tema ”L’etica della comunicazione, promozione della salute e benessere”  è stato proposto  quasi come  sintesi del cammino  in preparazione alla 57° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

Sono stati messi a dimora tanti piccoli semi  i giornalisti e i comunicatori  hanno il dovere di rende vivo e dinamico il cantiere della comunicazione  secondo le indicazioni del messaggio di quest’anno ha percorso i sentieri della comunicazione analizzando le molteplici ambiti relativi alla  coesione sociale, ai principi e ai  valori della sussidiarietà, del senso della vita, al ruolo della donna nella società, al controllo delle emozioni, alla paura come dono,  alla cultura del digitale in famiglia, al messaggio del Verga e alla comunicazione delle buone notizie, e all’incontro con i giornalisti inviati di guerra. Non sono mancati   i temi emergenti della nostra realtà locale: la legalità, la dispersione scolastica e la valorizzazione del territorio Etna  e i principi dell’ecosostenibilità ambientale.

ETICA DELLA COMUNICAZIONE nelle professioni nell’attenzione alla salute  e l’agire etico della pubblicità

Nell’incontro di sabato 20 maggio  è stato affrontato il tema dell’ETICA  DELLA COMUNICAZIONE, o forse ancor meglio  ETICA NELLA COMUNICAZIONE non come enunciazione teorica, ma come etica,  che sollecita un comportamento  inteso come modo di pensare  e di sentire i  principi morali e deontologici che  poi si traducono nell’agire, nell’azione incarnata nell’esercizio della  professioni  attraverso i  compiti sociali  specifici delle varie professioni, orientate tutte  al benessere del singolo e della collettività che corrisponde.

Tutto ciò afferisce alla pratica Politica, intesa come ricerca del bene comune, di quel benessere sociale che investe l’integralità della dimensione umana.

Il tema del benessere è stato il filo conduttore degli interventi  che hanno aiutato a riflettere a interiorizzare e consolidare principi e valori e poi  si traducono nelle azioni e  nell’esercizio della cittadinanza attiva e responsabile, che impegna ciascuno a rispondere  con  abilità e competenza nelle molteplici esperienze esistenziali

Ha introdotto gli interventi, coordinati dal prof. Giuseppe Adernò, presidente provinciale UCSI, l’Arcivescovo Mons Luigi Renna,  che già nella conferenza stampa dei presentazione del Festival, tra i processi di innovazione nella diocesi ha inserito il “cantiere dei giornalisti” affinché nell’esercizio della “vocazione di operatori dell’informazione  si sentano parte integrante della Chiesa”

Il tema della 57° Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali Parlare  col cuore e farlo con mitezza” completa  la trilogia  dei verbi: Andare e vedere; Ascoltare con l’orecchio del cuore, che negli anni precedenti hanno scandito i passi  del percorso formativo e di guida etica proposto da Papa Francesco.

Il prof.  Felice Giuffrè, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Catania e membro laico del CSM  nel magistrale intervento ha riletto i principi etici della Carta costituzionale , che definiscono le caratteristiche della deontologia professionale che  sollecita e impegna ogni cittadino, soggetto sociale, a cooperare per il bene comune ed essere testimone credibile dei valori sanciti della Costituzione.

Con una ricchezza di esperienza e di saggezza professionale dott, Augusto Consoli , specialista in ambito psichiatrico, docente di bioetica, presidente nazionale  della Società scientifica per lo studio delle dipendenze patologiche; coordinatore del Gruppo alcologico regionale  e del gioco d’azzardo patologico della Regione Piemonte ha trattato bel rapporto tra etica e bioetica  il tema  del  “benessere”  che tende allo star bene del cittadino nella dimensione della salute  fisica e mentale e  in riferimento all’ambito sanitario ha analizzato  gli aspetti  della  comunicazione dialogica tra medico e paziente  e nella presentazione degli antidoti alle difficoltà emergenti ha evidenziato la capacità critica di saper interpretare i messaggi  che possono creare distorsioni  nella  condivisione dei percorsi di salute, auspicando che tale prassi metodologica non fosse riservata ai medici “eroi” o delegata alla chatGPT.

L’intervento della giornalista Pinella Leocata ha indirizzato l’attenzione ai casi di malasanità e di cattiva gestione del servizio sanitario

L’ottica di una comunicazione responsabile e del businnes etico , grazie al contributo della dott.ssa Emilia Grazia Costa, di Torino  esperta in ricerca, marketing e vendite , responsabile dei progetti speciali della Rai sui tema della pubblicità ha offerto all’attento pubblico  nuovi orizzonti  di cittadinanza attiva e di positiva fruizione dell’ecosfera mediale  che comprende i molteplici canali della comunicazione e delle relazioni sociali,

L’agire etico della pubblicità e l’ottica di una comunicazione commerciale responsabile impegna ad rispettare indicazioni e norme di certificazione, misurazione, sostenibilità   e per essere a servizio di tutti necessita di un’attenzione speciale anche nei confronti delle disabilità, creando un modello di “pubblicità inclusiva”.

Interventi specifici sull’etica nella professione del giornalista sono stati proposti dal presidente nazionale della FISC, (Federazione Settimanali Cattolici), Mauro Ungaro,  il quale ha esplicitato le finalità del servizio di informazione e formazione che svolgono i settimanali cattolici, che “danno voce a chi voce non ha “ ed  il segretario nazionale UCSI e tesoriere dell’Ordine dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Salvo Di Salvo, nel constatare come i social media, alla portata di tutti, diffondono notizie, e non sempre vere e circostanziate, sollecitano la responsabilità del giornalista che racconta la verità “con lo stile sapiente della carità”.

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Cultura

Il messaggio della 57°  Giornata delle Comunicazioni

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“Parlare col cuore e farlo con mitezza”

 

E’ stato illuminante l’intervento del giornalista Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI, il quale ha evidenziato come il tema proposto conclude la trilogia dei verbi, scandita dagli ultimi tre messaggi annuali: Andare e vedere (consumare le suole delle scarpe), Ascoltare con l’orecchio del cuore, Parlare  col cuore e farlo con mitezza”

Rileggendo i titoli dei dieci messaggi di Papa Francesco si ricostruisce il cammino della narrazione che diventa incontro, dialogo, messaggio di verità e di speranza per le famiglie, per la società, per la storia di ogni uomo, a servizio dell’intera comunità umana.

Nel messaggio del 2014  “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro la sottolineatura del termine autentico, trova riscontro nell’esercizio della prossimità  ben descritto dalla parabola del “Buon samaritano” che  si ferma, scende, vede, ascolta  il dolore dell’uomo e parla col cuore agendo, fasciando le ferite, offrendo un servizio, rispondendo ad un bisogno, “secondo verità e carità”

Queste parole sollecitano l’impegno a disarmare il linguaggio e renderlo prossimo “col cuore”, centro pulsante della vita.

Il convegno è stato introdotto e moderato da Suor Cristina Beffa, delle Figlie di San Paolo, la quale, nel descrivere il percorso del Festival che quest’anno  ha come centro la diocesi di Catania, ha annunciato che  la prossima tappa sarà la diocesi di Tortona.

La prof. Gianna Maria Cappello, dell’Università di Palermo, presidente del MED – Associazione italiana per l’Educazione ai Media- ha messo in luce i rischi e le opportunità che la comunicazione in rete veicolata dai social-media producono per i giovani.  L’intento educativo è orientato a coltivare la consapevolezza, ed un’efficace relazione tra le persone,

La velocità della rete digitale sollecita creatività e alto senso civico, dando spazio anche all’Educazione civica che oggi comprende anche l’educazione digitale.

Il terzo intervento è stato affidato al prof. Massimiliano Padula, docente di “Scienze della comunicazione sociale” presso l’Istituto Pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense, autore di testi come “Comunica il prossimo tuo-   Cultura digitale e prassi pastorale” e “Comunicare il bene”.

Il prossimo 60° anniversario del decreto conciliare  “Inter mirifica” –  4 dicembre 1963, ripropone  il tema della comunicazione tra le “meravigliose invenzioni tecniche del nostro tempo” e  sollecita un’attenta riflessione  affinché la comunicazione fatta col cuore risulti efficace e produttrice di bene.

La fecondità spirituale del messaggio cristiano si traduce in generatività umana , superando la dicotomia tra fede e cultura e nella prassi comunicativa di oggi dal tradizionale  ruolo di consumatori di notizie, con il digitale, oggi considerato “bene primario”,  ogni persona diventa fonte editoriale, produttore e distributore di notizie e messaggi.

Nel dibattito che è seguito alle relazioni sono stati evidenziati i temi della pastoralità e della catechesi, e sono stati ribaditi i principi della responsabilità e della formazione indispensabile per rispondere in maniera adeguata alle mutate prassi comunicative della società di oggi,

L’Arcivescovo, Mons Luigi Renna, a conclusione dell’incontro, esprimendo soddisfazione per la convergenze delle diversi arti comunicative che sono state presentate nel ricco programma del Festival:  convegni, libri, teatro, musica, arte ,cinema, solidarietà, citando l’espressione dei San Francesco di Sales , “Amare bene per dire bene” ha dettato la prassi operativa del buon comunicatore, capace di trasmettere messaggi e parole, pensate col cuore.

Giuseppe Adernò

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In Tendenza