

Cinema
E io ti seguo film del 2003 di Maurizio Fiume, scena
Quando è uscito questo film “E io ti seguo di Maurizio Fiume”, ha ottenuto ampio consenso di pubblico e di critica. Era il primo lavoro dedicato alla vita del giornalista campano Giancarlo Siani.
6 anni dopo uscì Fortapasc di Marco Risi e avrà ancora successo. La sceneggiatura scorre lungo la vita di Giancarlo, un giovane napoletano appassionato di giornalismo a cui viene proposto dal quotidiano Il Mattino di Napoli, di fare da corrispondente da Torre Annunziata, un luogo considerato fra i più pericolosi per la forte presenza della camorra.
E’ inevitabile quindi entrare in contatto con i malavitosi quando si scrivono articoli scomodi e così il boss Gionta decide il destino del giornalista.
E io ti seguo è un lavoro che ricostruisce fedelmente la vita di Siani fino al suo barbaro omicidio avvenuto per mano camorristica nel settembre del 1985.
Festival Internazionale di Giornalismo
Nel corso della prima edizione del Festival Internazionale di Giornalismo
Civile…Efraim Medina Reyes, scrittore colombiano, ha detto:
“Colui che ordinò di uccidere Siani voleva cancellare il suo volto e la sua voce per sempre.
L’unica risposta che possiamo dare a questo crimine atroce è mantenere vivo
il suo ricordo. Dimenticandolo diventiamo il suo assassino”.
Noi non dimentichiamo e ci siamo battuti con tutte le nostre forze…per tenere
vivo il ricordo di Giancarlo…
…Noi vi chiediamo di non dimenticare e di provare, come Giancarlo…a
cambiare questa città, questa Italia. Dipende anche da noi…dalla nostra
capacità di rispettare le regole, tutte le regole…In fondo non ci vuole molto…”
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Ecco l’impegno straordinario di un aspirante giornalista che, pur nel breve
tempo che la violenza assassina gli ha concesso, con tenacia e qualità ha lasciato il
segno della voglia di cambiamento, che può essere fonte di ispirazione per tanti
giovani. Di qui l’invocazione a non dimenticare e ad operare nel rispetto della
legalità anche nel suo nome.
Cinema
“Il mio clown”, il film di Francesco Lama

Un uomo di circa 80 anni ogni giorno si reca in un centro diurno per persone con disabilità. Si veste puntualmente da clown e partecipa alle attività del centro immerso completamente nella parte. Questa è la storia di un clown! Diventato clown nell’età della sua fragilità. Questa è la storia di un clown, che è diventato clown per sostenere i fragili e gli ultimi. Questa è una storia! Scritto e diretto da Francesco Lama, il film #ilmioclown tocca argomenti sociali importanti.
Colonna sonora di Antonio Smiriglia, direttore fotografia D
avide Cuscunà, musiche Tindaro Raffaele, prodotto dalla nucciarte produzioni con il sostegno della Fondazione Mancuso onlus, e Irritec
Cinema
Sonia Bergamasco, attrice e regista

E’ considerata una delle attrici italiane più amate. In questi giorni al cinema nel film di Alessandro Tonda, Il Nibbio, nei panni della giornalista Giuliana Sgrena. Il suo debutto alla regia nel documentario biografico su Eleonora Duse, un’attrice leggendaria che ha illuminato la strada alle generazioni successive con l’energia dirompente del suo corpo di scena. Dando voce ai testimoni, di ieri e di oggi, il film cerca di fare luce sul corpo dell’artista come strumento da scoprire, per comporre un ritratto plurale dell’attrice al presente. Sonia sarà in scena il prossimo 9 maggio a Siracusa in “Elettra” di Sofocle, diretta da Roberto Andò.
Sonia Bergamasco è attrice e regista, musicista e poetessa, diplomata in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e in recitazione presso la Scuola del Piccolo Teatro[1]. Dopo il debutto in Arlecchino servitore di due padroni di Giorgio Strehler, ha lavorato nel Pinocchio di Carmelo Bene e con registi quali Theodoros Terzopoulos e Massimo Castri, in teatro.
Nel 2003 ottiene la candidatura ai Nastri d’argento e al Globo d’oro come miglior attrice protagonista per il film La meglio gioventù. Nel cinema ha recitato con registi come Silvio Soldini, Giuseppe Bertolucci, Liliana Cavani, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Gennaro Nunziante. Nel 2016 è stata scelta come madrina della 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Sostiene l’organizzazione Medici Senza Frontiere. Nel 2017 ha visitato tre ospedali di MSF in Giordania per la campagna “Cure nel Cuore dei conflitti”[2].
Vita privata
È sposata dal 2000 con l’attore Fabrizio Gifuni e ha due figlie.
Guarda l’intervista a Radio In
Cinema
La scuola romana delle risate

Esce in sala il 17, 18 e 19 aprile, il film “La scuola romana delle risate”, un documentario del regista Marco Spagnoli. Un tributo alla grande tradizione satirica di Roma, un’opera che celebra l’ironia e la creatività di una città che ha sempre saputo ridere di se stessa e della realtà che la circonda. Con una narrazione coinvolgente, a cura di Carlo Verdone, il film esplora il modo in cui la capacità di ironizzare su tutto sia diventata parte integrante dell’identità romana, un’arte unica in Italia che si rinnova costantemente e continua a conquistare il pubblico di ogni generazione.
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