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Cultura

“Figli delle App”, la fotografia delle nuove generazioni

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Il sociologo Francesco Pira intervista le nuove generazioni digital-popolari e social-dipendenti. Il 98% ha uno smartphone, il 68% ha un profilo falso, il 60% si sente solo

Il sociologo Francesco Pira, professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi, docente di Comunicazione e Giornalismo all’Università degli Studi di Messina, parla ai nostri figli, ai ragazzi di oggi che non sono marziani ma adolescenti e giovani pieni di speranze e carichi di fragilità.

Il libro

Nel titolo provocatorio “Figli delle App”, l’autore che si definisce “immigrato digitale e adolescente, riecheggia il ritornello della canzone di Alan Sorrenti.

“Noi siamo figli delle stelle/ Non ci fermeremo mai per niente al mondo/ Per sempre figli delle stelle/ Senza storia senza età, eroi di un sogno…” e si chiede se i figli delle App siano veramente “eroi di un sogno” o vittime del consumismo tecnologico che, come afferma Zygmunt Bauman “rischia di trasformarci in individui senza storia e identità”.

I ragazzi di oggi si muovono tra App e dimensione social, in un fluire quotidiano h24 d’interazioni, produzione di contenuti e creatività mentre, con la didattica a distanza, anche l’e-learning è entrato nella loro vita.

Il sociologo Pira

Il terzo capitolo del volume “La mia via ai tempi del Covid.” è interamente dedicato ai risultati della survey online, condotta durante il lockdown, nel periodo aprile – maggio 2020, che ha coinvolto 1.858 ragazze e ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, i quali hanno risposto ad un questionario online composto da diciassette domande.

I dati

I dati evidenziano come questi adolescenti rappresentino a tutti gli effetti, la prima generazione digitale. Il 96,6% degli intervistati possiede uno smartphone e l’88,8% ha un computer. Uno degli aspetti di maggiore interesse emerso è quello relativo alla tendenza ad isolarsi rispetto all’ambiente familiare.  I ragazzi appaiono sempre più dipendenti dal gruppo di pari e, durante il lockdown, hanno vissuto una forte sensazione d’isolamento, di paura e di scoraggiamento.

Appare significativo che il 69% degli intervistati ha dichiarato di trascorrere la giornata su Instagram e WhatsApp e di essere in possesso di un profilo social falso, confermando così, come nell’era liquido-moderna, l’inganno sia diventato centrale nei processi di comprensione del reale, e la distinzione tra vero e falso non sia più percepita.

Nel testo, il prof. Pira spiega come oggi si registra il passaggio da una non-comunicazione all’iper-comunicazione, alla “vetrinizzazione” dell’io ed alla sistematica manipolazione della realtà, con impatti profondi sulle dinamiche di sviluppo della società nel suo complesso.

Nella prefazione, il prof. Giovanni Boccia Artieri, Ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Urbino, evidenzia che il libro “ripercorre le tappe di evoluzione e addomesticamento delle tecnologie” e mette  a confronto generazioni diverse che si sono evolute all’interno  di ambienti sempre più tecnologici.

Nell’incontro deontologico online, promosso dall’UCSI con l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, sul tema “Attualità della Carta di Treviso”, il prof. Pira ha sollecitato il coinvolgimento educativo dei genitori, che spesso con un comportamento da “adultescenti” rifiutano il controllo dei social e trascurano le responsabilità educative che competono loro, nell’evidente dicotomia tra connessione e relazione.

Dalla buona o dalla cattiva educazione della gioventù dipende un buon o un triste avvenire della società”. La citazione della frase di San Giovanni Bosco che apre il volume “Figli delle App”, rappresenta il filo motivazionale per una lettura attenta ed una responsabilità, capaci di rispondere all’emergenza educativa.

L’educazione alla cittadinanza digitale e l’uso corretto delle nuove tecnologie che trasmettano al mondo messaggi positivi e che promuovano la costruzione della società della conoscenza, contribuiranno a superare i rischi del cyberbullismo, del sexting, del revenge porn, del cutting, ed ora anche del Tik Tok, che, per gli effetti dannosi che producono, non possono essere chiamati “giochi”.

Giuseppe Adernò

(giuseppe.aderno1@gmail.com)

Cultura

“L’oro rosso dell’Etna”, il libro di Patanè

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L’epopea della civiltà del vino nelle pendici  orientali e meridionali dell’Etna ha trovato una  “preziosa botte” nel volume dello storico catanese, Antonio PataneL’oro rosso dell’Etna – Storia e etnoantropologia della viticultura orientale etnea . (Sec. XIV -XXI)

Nel prezioso volume, pubblicato dall’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale,  ricco di un ben articolato corredo documentativo, l’Autore, docente di Lettere,  e cultore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università di Catania, scrive con le mente e il cuore, facendo trasparire passione e competenza  trasmessa dal padre Alfio, mastro d’ascia e valente artigiano del legno e del palmento e della madre Peppina morta ultracentenaria fino alla fine fedele alla tradizione familiare che ha caratterizzato la vita e l’attività di intere generazioni dei paesi etnei.

Il desiderio di  custodire e tramandare   le pratiche e i riti della  vendemmia, ormai completamente scomparsi,  diventa un dono per le giovani generazioni,  scrigno prezioso per la storia del territorio etneo  della Sicilia orientale, un tempo interamente coltivato  a vigneti, dalla montagna al mare, come descritto nei primi capitoli del volume.

Nel trentennio (1880-1910 ) a causa della fillossera  il territorio della Sicilia orientale ha subito una radicale trasformazione , dando spazio agli agrumeti  che son diventati il simbolo della “Sicilia bedda” – terra di focu, di canti e d’amuri/

Facendo cantare ancora: “ st’aranci sulu nui li pussidemu / e la Sicilia nostra si fà onuri”,

Accanto all’oduri di la zagara,  che caratterizza il territorio pedemontano, nel volume si gusta il profumo del vino e si riscopre un prezioso patrimonio etnoantropolico che Antonio Patanè ha saputo armonizzare nel monumentale volume.

Nella prefazione del prof. Eugenio Magnano di San Lio domina l’Etna, (a Muntagna- Mungibeddu, di cui tutti noi “ figghi semu”, che ha prodotto disgrazie quando le colate laviche hanno sepolto città e campagne e nello stesso tempo porta  fortuna per la preziosità della sottilissima sabbia vulcanica che dà forza e sostegno alle viti. e impegna ad un costante lavoro del contadino per la sistemazione del terreno, i terrazzamenti, la costruzione di muri di recinzioni, i fabbricati  dove produrre il mosto, i macchinari per la pressatura delle vinacce e poi ancora le cantine che danno caratteristiche particolari alle città del vino dell’aerea pedemontana etnea.

Sfogliando le pagine del volume, corredate di note, tabelle statistiche  e  da un  ricercato apparato fotografico, si scoprono notizie, eventi, nomi, termini, gesti e riti che oggi è difficile immaginare e riprodurre. L’autore, infatti, a differenza degli storici che svolgono le proprie ricerche nel chiuso delle biblioteche, descrive il territorio e tratta gli argomenti con profonda conoscenza dei luoghi e del paesaggio etneo, manifestando una forte passione politica e sociale, che va oltre l’epoca antica e “romantica” della viticultura etnea.

Le molteplici mansioni dei contadini: mulattieri, pigiatori, sensali, mastri di palmento, proprietari, donne, ragazzi, carusi, bottegai, osti, raccontano la tenacia dei vignaioli che strappano terreno al bosco, al selvatico, alle aride distese laviche e danno vita al grande unico e originale giardino dell’Etna

E’ questa una lezione di vita che sollecita impegno, tenacia, costanza, forza di volontà per conseguire gli ideali di bene e di progresso sociale e civile

Giuseppe Adernò

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Cultura

UCIIM  inaugurazione nuova sede

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Inaugurata la nuova sede dell’Unione cattolica degli Insegnanti (UCIIM)

Dopo il taglio del nastro inaugurale l’Arcivescovo, accompagnato dalla presidente, Maria Antonietta Baiamonte, ha visitato una mostra fotografica sul fondatore dell’UCIIM, Gesualdo Nosengo e sono stati ricordati i presidenti della sezione di Catania, Francesco Capodanno, Nuccio Sciacchitano, Santo Gagliano.

Nell’incontro con i dirigenti e i docenti presenti, l’Arcivescovo si è intrattenuto dialogando sulla particolare  e delicata azione educativa da svolgere nelle  scuole della periferia urbana, dove si registra un’elevata percentuale di dispersione scolastica.

Sono intervenuti i presidenti delle sezioni UCIIM di Tremestieri Etneo e San Giovanni la Punta, e sono intervenuti i presidente delle altre sezioni della Sicilia Orientale, assicurando la loro partecipazione alla cerimonia ufficiale del 22 giugno, per le celebrare l’80° dell’UCIIM, fondata a Roma  il 18 giugno 1924.

Nel corso del convegno che si svolgerà presso il Castello Ursino 15 docenti riceveranno il titolo di “Ambasciatori dell’Educazione Civica”.

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Cultura

Primo raduno nazionale dei ragazzi sindaci

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e assessore comunale Nazzareno Navisse ed ora diffuso nel territorio nazionale e presente con oltre 600  “consigli comunali dei ragazzi”  in tutte le regioni

Nell’auditorium “San Francesco” di Borgo Marconi-Morrovale, gremito di  circa 300 studenti  dei diverse città e regioni  i ragazzi sindaci con la fascia tricolore hanno socializzato il progetti e le attività culturali, sociali, ricreative promosse e realizzate con impegno e tanto entusiasmo. Al termine dei lavori hanno rinnovato in maniera corale la formula di giuramento pronunziata al momento delle elezioni, rinnovando l’impegno a collaborare “per la crescita sociale e civile dalla comunità scolastica e cittadina”.

Al Raduno nazionale, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Provincia Regionale di Macerata e del Comune di Morrovalle.  Sono intervenuti il sindaco Andrea Staffolani, l’Arcivescovo di Fermo , Mons. Rocco Pennacchio, il consigliere regionale Pierpaolo Borroni, Maria Teresa Baglione dell’Ufficio scolastico territoriale di Macerata,, Barbara Di Tizio delle Prefettura e il Lgt. Emmanuele Moretti dei Carabinieri di Morrovalle.

In apertura dei lavori, coordinati dalla dirigente Arianna Simonetti e dal preside Giuseppe Adernò, coordinatore dei CCR sono stati letti i messaggi del Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana; del  Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e della moglie di Davide Sassoli, Alessandra Vittorini, nella ricorrenza della Giornata Europea.

Particolarmente significativa è stata la partecipazione della delegazione francese di Schiltgheim  (Alsazia) , dove già nel 1979  ha avuto origine  il primo “Conseil Municipal des Enfrants et des jeunes”. Nel corso del convegno sono intervenuti la consigliera  comunale Matiè Elia ed il coordinatore Aurelien Nicoletti.

Il prof. Nazzareno Navisse  ha raccontato  l’avvio del progetto a Morrovalle ed il preside Giuseppe Adernò, coordinatore dei CCR, ne ha  descritto le finalità , gli obiettivi e  gli sviluppi per una sana  e coinvolgente lezione di educazione civica , applicata attraverso un concreto “imparare facendo”.

Sono stati ricordati inoltre i ragazzi sindaci: Alessandro Giani, vittima di un atto di bullismo e Giulio Regeni che nel triennio 2001-2003 è stato sindaco dei ragazzi di Fiumicello, ucciso in Egitto il 25 gennaio del 2016

La coincidenza della data con la Giornata Europea ha guidato la riflessione sul pensiero di Vincenzo Cento, pedagogista marchigiano, ideatore degli “Stati Uniti d’Europa”, illustrato dalla prof. Simonetta Torresi,  e  sulla dimensione europea dell’educazione, è intervenuto il prof. Gianluca Contaldi dell’Università di Macerata

Al convegno, allietato dai canti del coro della scuola di Morrovalle, diretto dalla Prof. Donata Riccobelli,  e concluso con un pranzo comunitario offerto dal Comune di Morrovalle ha fatto seguito  le visite didattiche alla Casa di Leopardi a Recanati, al santuario di Loreto, alle grotte di Frasassi e particolarmente significativa  è stata la  visita istituzionale alla Repubblica di San Marino  e l’incontro con i Capitani Reggenti, Alessandro Rossi e Milena Gasperoni,

Il messaggio di compiacimento per la lodevole iniziativa e di sprone per un cammino di democrazia attiva è stato di grande stimolo per tutti i partecipanti, con l’auspicio espresso dal Segretario di Stato alla Cultura della Repubblica di San Marino, Andrea Belluzzi, di ampliare il progetto verso una dimensione europea e internazionale.

Il secondo raduno nazionale sarà coordinato dal CCR attivo nel comune di Caiazzo, cittadina nei pressi della reggia di Caserta e la Regione Marche cederà alla Campania il trofeo del CCR.

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