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Giornalismo

TIK TOK nessuno li chiami più giochi. Incontro UCSI

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E’ quanto emerso dall’incontro deontologico di formazione in streaming per i giornalisti, sul tema “Attualità della Carta di Treviso”, promosso dalla sezione UCSI di Catania, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, che ha assegnato 5 crediti formativi ai 72 partecipanti.

Dopo il saluto del presidente Ucsi regionale, Domenico Interdonato, Giuseppe Adernò, presidente della sezione di Catania ha introdotto l’argomento percorrendo le tappe del documento che disciplina i rapporti tra informazione e infanzia, a tutela dei diritti dei minori, redatto a Treviso il 5 ottobre 1990 dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana in collaborazione con l’associazione Telefono azzurro.

In considerazione delle ripetute violazioni della “Carta”, nel novembre del 1995 è stato redatto un “Vademecum del 1995” con le indicazioni operative da adottare, norme che sono confluite nel “Codice di autoregolamentazione TV e minori” del 2002.

Nel 2006 i diritti di tutela sono stati ampliati alle comunicazioni digitali, e dal protocollo d’Intesa del 2012 è scaturito l’inserimento di tali principi nel “Testo unico dei doveri del giornalista”; a distanza di trent’anni, la Carta va riscritta in coerenza con i nuovi linguaggi social, informatici e virtuali.

Il giornalista moderatore dell’incontro, Salvatore Di Salvo, componente della Giunta nazionale UCSI, ha coordinato gli interventi dando la parola al sociologo prof. Francesco Pira dell’Università di Messina, autore del volume “I Figli delle app”, il quale ha illustrato gli esiti di una survey online, condotta durante il lockdown, intervistando 1.858 ragazze e ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, che hanno risposto ad un questionario online composto di diciassette domande.

I dati evidenziano come gli adolescenti di oggi rappresentino la prima generazione digitale, infatti,  il 96,6% degli intervistati dichiara di possedere uno smartphone e l’88,8% ha un computer.  I ragazzi appaiono sempre più dipendenti dal gruppo di pari e, durante il lockdown, hanno vissuto una forte sensazione d’isolamento, di paura e di scoraggiamento.

Appare importante, inoltre, evidenziare che il 69% degli intervistati ha dichiarato di trascorrere la giornata su Instagram e WhatsApp e di avere un profilo social falso, confermando così, come nell’era liquido-moderna, l’inganno sia diventato centrale nei processi di comprensione del reale, e la distinzione tra vero e falso non sia più percepita.

Analizzando, poi, i recenti fatti di cronaca e i dati statistici raccapriccianti, challange social (sfide) e diseducazione dei piccoli e adolescenti, si percepisce la gravità del fenomeno e i danni che l’uso incontrollato di questi siti provoca sui minori.

Il giornalista Tiziano  Virginio Toffolo, uno dei promotori della Carta di Treviso, ha descritto con dovizia di particolari l’evento culturale e formativo che impegna i giornalisti a mettere in atto la cultura del rispetto della persona e che registra più di 18 milioni di contatti.

Come i recenti fatti di cronaca mostrano, il potere della comunicazione, non è solo quello relativo alla carta stampata, ma anche ai servizi televisivi, ai video giochi, a tutti ciò che influisce sulla psiche dei ragazzi e dei giovani.

Il diritto di cronaca s’intreccia dunque con il principio della tutela dell’identità e della personalità dei minorenni, vittime o colpevoli di reati, o coinvolti in situazioni che rischiano di comprometterne l’armonioso sviluppo psichico.

I bambini di oggi, ha detto, sono indifesi davanti alla dittatura dei social. Per questo occorre fare qualcosa. La Carta di Treviso, nei prossimi tempi dovrà essere aggiornata per fronteggiare, e quindi tutelare, sotto quest’aspetto, i giovanissimi”, affrontando in maniera sistemica l’interazione dei social, dando efficacia operativa all’Educazione alla cittadinanza digitale, nucleo significativo dell’educazione civica.

“La tutela dei minori valica i confini nazionali, ed i principi di difesa e di protezione dovrebbero essere ampliati”, ha affermato Don Fortunato di Noto, Fondatore associazione Meter.

Tutelare l’anonimato e la riservatezza dei minori, norma scritta sulla Carta di Treviso, si collega con la Carta di Roma del 2008, che coinvolge in questo processo di attenzione anche i minori extracomunitari.

L’intervento conclusivo di Franco Elisei, Presidente OdG della Regione Marche, componente della commissione che sta elaborando la revisione della Carta di Treviso “patrimonio per i giornalisti e non solo”, ha messo in luce la necessità di “renderla più interpretabile così di evitare preoccupazioni da parte dei mass media. Il minore, secondo la Carta di Treviso, non va oscurato, piuttosto va protetto”.  La testimonianza dei piccoli, evitando la spettacolarizzazione ed il sensazionalismo, è a volte più eloquente di tanti discorsi di adulti.

Uso del linguaggio, delle parole giuste, e approccio di attenzione e rispetto nei confronti del minore fanno la differenza.

Giuseppe Adernò

(giuseppe.aderno1@gmail.com)

Cultura

Giuseppe Lavenia racconta la guerra

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struire soltanto nella vicendevole fiducia”

Queste espressioni del messaggio di Papa Francesco per la 57.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, hanno motivato l’ultimo incontro culturale del 18° Festival della Comunicazione, che ha avuto luogo, sabato 20 maggio nel Salone dei Vescovi.

Giuseppe Lavenia ,  giovane giornalista RAI, originario di Adrano,  ha raccontato i 95 giorni trascorsi a Codogno,   il 21 febbraio 2020 con il “paziente 1” e la successiva esplosione del Covid 19. L’esperienza dei primi giorni della pandemia hanno segnato fortemente l’opinione pubblica ed ha  contribuito ad una presa di coscienza  in relazione al benessere sociale.

Il racconto ha coinvolto l’attento pubblico ed è stato evidenziato lo stile di comunicazione e di relazione che il giornalista mette in atto nel preparare i servizi di informazione per il grande pubblico della televisione.

La paura e la tensione provata nei campi di guerra, al suono delle sirene di allarme; il contatto con i profughi che lasciano la loro terra per sfuggire ai bombardamenti; l’incontro con i bambini oncologici e l’improvvista e originale partita di calcio, sono alcune delle immagini del racconto che Giuseppe Lavenia ha fatto “parlando col cuore” e testimoniando come  nella  trasmissione di una notizia ci sono modi diversi di comunicare e quando si trasmettono valori si entra in sintonia con il pubblico/lettore/spettatore e parte un messaggio che aiuta a vivere bene.

L’incontro, moderato da  Marco Carrara, di Bergamo  in presenza e Dorella Cianci  di Cerignola in videocollegamento  sul tema  “Comunicazione , guerra, disarmo” è stato promosso anche con la collaborazione del diacono Alessandro Rapisarda, dell’Ufficio  diocesano delle Comunicazioni sociali.

L’Arcivescovo Mons Luigi Renna, a conclusione dell’incontro, apprezzando il prezioso lavoro dei  giovani giornalisti  ha fatto luce sulla vocazione/missione del comunicatore che nel dare notizie che possono “costruire o distruggere, orientare o disorientare, rendere felici o infelici”, facendo partire il messaggio dal cuore, ricco di attenzione e sensibilità umana, trasmette  certamente un raggio di speranza e di futuro.  Come affermava Giorgio La Pira: “C’è una primavera che si prepara in questo inverno apparente ”

Giuseppe Adernò

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Cultura

Festa di S.Agata a Castania, comunicare il sacro

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In preparazione alla festa di Sant’Agata che, dopo la pausa pandemica, riprende nel fascino della sacralità l’impianto tradizionale di  terza festa popolare  a livello internazionale, l’UCSI – Unione Cattolica Stampa Italiana –  propone ai giornalisti e ai cittadini un’occasione di riflessione sul vero senso della festa, restituendo alla partecipazione popolare  un’aurea sacra che ispira reverenza e devozione.

a come tema: “Il numinoso in Sant’Agata” al fine di dare al ritorno la festa popolare un qualificato senso di sacralità, che si traduce nella convergente cooperazione per il bene comune nel segno della legalità.

 Giovedì 26 gennaio alle ore 16,00, presso la Chiesa di S Agata La

Vetere, interverranno Don Paolo Buttiglieri,   Docente di Comunicazione Sociale Università Pontificia Salesiana Giornalista- Consulente  Ecclesiastico UCSI Sicilia; Antonello Piraneo – Direttore de “La Sicilia”; Rosalba Panvini – Docente Università di Catania  – già Soprintendente ai BB.CC.; Rossella Jannello – Giornalista. Vice Presidente Regionale UCSI; Mariella Gennarino – Presidente Comitato dei festeggiamenti agatini; Francesco Marano – autore di “Tutti devoti tutti”

Al seminario, che assegna anche dei crediti formativi per i giornalisti, introdotto e coordinato dal presidente Ucsi di Catania, Giuseppe Adernò, interverrà l’Arcivescovo di Catania, Mons Luigi Renna, il quale annuncerà ai giornalisti  il FESTIVAL DELLA COMUNICAZIONE che  quest’anno  vedrà  la diocesi di Catania  della   57.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali   (21 maggio) sul tema  indicato nel messaggio del Papa  “Parlare col cuore

Il Segretario nazionale UCSI, Salvo Di Salvo, e tesoriere dell’OdG Sicilia porterà il saluto del presidente nazionale  Vincenzo Varagona e del presidente regionale Ucsi Domenico Interdonato.

Nel corso del Seminario sarà ricordato il giornalista Salvatore Fichera, improvvisamente venuto a mancare all’affetto dei familiari e degli amici e colleghi giornalisti che lo ricordano per la sua originale creatività di comunicazione per radio, titolare della prima testata giornalistica on line e dinamico sostenitore della “specialità” della festa di S Agata anche in altre regioni e nazioni.

 

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Eventi

L’accorata lettera del figlio di Piero Angela

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“Non è facile per me questo discorso. Sono abiutato ad andare a braccio. Un discorso difficile. Le persone che amiano non dovrebbero mai lasciarci.

Vorrei partire dall’ultimo comunicato di papà. Quelle sono state le sue ultime parole. Un discorso non ufficiale, è come qualcuno che parla agli amici. Siamo rimasti colpiti dal ritorno social della notizia, da quante persone lo amassero.

Il sentimento è qualcosa che rimane. E i valori sono eterni. Ci ha insegnato attraverso trasmissioni, libri. L’ultimo insegnamento me l’ha fatto non con le parole, ma con l’esempio. Questi ultimi giorni mi ha insegnato a non aver paura della morte.

Quando ha saputo che era venuto il suo tempo, ha concluso le trasmissioni, ha inciso l’ultimo disco jazz. Una forza increbile. Non ho mai visto qualcosa del genere. Aveva un approccio razionale e scientifico alla vita, per questo gli è stato possibile.

Mi è sembrato a volte di avere Leonardo da Vinci in casa. Aveva una capacità di sintesi e analisi che metteva tutti d’accordo. Amava questo aforisma: siccome una giornata lieta dà lieto dormire, una vita ben usata dà lieto morire.

. Che cercano di assaporare la vita. Era una persona con grande umorismo, capace di mettersi a suonare il pianoforte. Era bravo anche nel disegno. Cercherò anche io di fare la mia parte”.

Alberto Angela
Roma, 16 agosto 2022

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In Tendenza