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Marco Corrao, esce il video “NEBROS”

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Per la title track dell’album, un suggestivo volo fra boschi incantati, laghi montani, tradizioni e paesini nascosti tra i monti di Dioniso

ESCE IL VIDEO DI MARCO CORRAO “NEBROS”, la title track dell’album edito dall’etichetta siciliana Suoni Indelebili e realizzato anche con il contributo dell’ Assessorato ai Beni Culturali e dell’ Identità Siciliana e distribuito da IRD International Record Distribution.

Il video, girato e montato da Vincenzo Ceraso, è un vero e proprio volo – grazie alle immagini riprese da un drone – sulla bellezza del territorio Nebroideo raccontato dalla canzone. Un suggestivo scenario fatto di boschi incantati, laghi montani, tradizioni e paesini nascosti tra i monti di Dioniso, ricchi di storie e leggende.

Immagini che Marco Corrao conosce bene, visto che oltre ad essere un cantautore è anche una Guida ed un Geologo Naturalista, e che per questo vive i Nebrodi, luoghi stupendi dai colori intensi come le vite lente che li animano, da un doppio punto di vista: quello romantico dello scrittore di canzoni abbagliato dalla bellezza della natura e quello pratico del viaggio, dello studio e della scoperta continua di uno dei piu’ estesi parchi naturali di tutta Italia.

L’ALBUM

All’anno nero della pandemia – che più di tutti ha messo in crisi il settore artistico e culturale – il cantautore e produttore siciliano Marco Corrao risponde facendo uscire ben due album a suo nome. Il primo, “Pietre su pietre”, ha visto la luce nel giugno scorso. Il secondo, Nebros, Vol.1, Storie e antichi echi”, è uscito in Sicilia il 31 dicembre ma è stato distribuito su scala nazionale dal febbraio scorso, grazie a IRD.

Nebros”, come suggerisce il nome, è una raccolta di canzoni che parlano di Nebrodi, una catena montuosa della Sicilia settentrionale, nella provincia di Messina, e che raccontano leggende e storie vecchie e nuove legate al territorio.

Si va dal ricordo del giornalista Beppe Alfano ucciso dalla mafia nel 1993 (il brano è “Beppe”) al brani ispirati a canti tradizionali come quello del “Panaru manu cu manu”, intonato nel corso della raccolta delle olive sui piccoli alberi nebroidei e registrato negli anni 50 nel comune di Mirto dall’etnomusicologo americano Alan Lomax. Si parla, o meglio si canta, degli incendi che ogni anno devastano le montagne siciliane, ma anche della bellezza delle feste tradizionali come quella di San Giuseppi con la “prucissioni”, della leggenda di San Cono di Naso, di metafore e proverbi.

L’album è prodotto dallo stesso Corrao con Jono Manson e Gabriele Giambertone e si avvale anche della presenza di Alex Valle alla pedal steel e di Riccardo Tesi all’organetto.

Produzione Marco Corrao, Jono Manson, Gabriele Giambertone,

Cross Road Club Capo d’Orlando.

Distribuzione IRD International Record Distribution.

Etichetta Suoni Indelebili www.suonindelebilirecords.com

TRACK BY TRACK

Cununi: Siamo sotto il regno di Federico II di Svevia. Questa è la storia di uno dei due Santi neri dei Nebrodi, San Cono di Naso detto anche Cununi Navacita. La canzone si ispira a degli scritti presenti nella biblioteca storica del piccolo paesino, di cui Cununi fu abate del convento, Naso.

Era il 1200. Uno scandalo costruito ad arte dalla figlia di un nobile dell’ antica città Nebroidea investì San Cono. La ragazza, innamorata follemente di un giovane nasitano (così si chiamano ancora oggi gli abitanti di questo paese del messinese), scappò col giovane di umili origini, disonorando la sua famiglia.

L’unico modo per scampare ad una pena assai dura era quello di incolpare per il suo peccato d’amore un innocente, possibilmente vecchio e senza famiglia.

La giovane andò dal governatore ed indicò Cono come responsabile di stupro nei suoi confronti. Cono, condannato alla fustigazione in pubblica piazza, fu prelevato dalla sua grotta dove viveva da eremita, spogliato delle sue vesti e portato al centro del paese.

Il popolo, vedendo il Santo pieno di ferite autoinflitte sul petto ed il cilicio ai fianchi, usato per espiare le colpe di tutti, decise di liberarlo dalla morsa dei gendarmi e di riportarlo alla sua grotta a Rocca d’armi a finire in pace i suoi giorni.

Beppe: Canzone dedicata a Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia nel 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto. Lasciato solo a raccontare storie di ingiustizia e soprusi. Un cronista, un uomo curioso, un uomo che credeva nel bene e nella giustizia. L’ennesima storia sbagliata.

San Giuseppi: In molti paesi marittimi, le feste e le processioni dedicate ai Santi sono spesso animate, anche, dai pescatori. Non fa eccezione Sant’Agata di Militello, dove il Patrono, San Giuseppe, è onorato due volte l’anno: una il canonico 19 marzo, l’altra, a beneficio di emigranti e turisti, la seconda domenica di agosto.

In entrambi i casi, sono per lo più i pescatori che portano la statua in processione, ne determinano l’incedere (seguendo ovviamente le funzioni religiose), fermano tutti con un suono di campanella al momento di ricevere un’offerta, e con la medesima campanella, acconsentono la ripartenza, accompagnata dall’immancabile grido “Evviva San Giuseeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeppeeeeeeee!!!”

Quando poi la statua, scendendo da Via Campidoglio, attraversa il passaggio a livello e raggiunge il lungomare (la cosiddetta Marina), viene rivolta verso il mare. Dopo la benedizione officiata dal parroco di turno, si compie uno dei più emozionanti atti di fede, d’amore (forse anche di scaramanzia) nei confronti del Santo. Uno dei pescatori più anziani (lo stesso da diversi anni) prende il microfono per una sorta di invocazione al Santo, affinché risolva i problemi di scarsezza delle risorse ittiche, lamentando spesso il fallimento del nostro mare (mare nostrum), ed intervenga mandando ogni genere di pesce tra quelli comunemente pescati.

Ma la bellezza, la poesia, l’emozione di questo rito risiede anche nella delicatezza dell’invocazione, nella richiesta di favorire la pesca solo di ciò che serve per portare avanti la famiglia, senza eccessi (non c’è avidità).

E quindi Viva San Giuseppe, per tutto ciò che la vita in paese offre, e per tutti; per chi utilizza ogni tipo di pesca consentita, e per chi, volontariamente o per costrizione, rimane a terra a guardare o a voltarsi dall’altra parte; per chi lotta contro ogni genere di sventura, familiare, di salute, economica; per le risorse naturali che la nostra terra offre, e per l’orgoglio di quelle umane; e infine, per chi si dovesse trovare in una qualsiasi tempesta (in mezzo al mare o alla vita), Viva San Giuseppe, perché aiuti tutti, sempre, a fare ritorno a casa.

Chianci e Ridi: Un brano che rappresenta le contraddizioni di un popolo, quello siciliano, abituato a vivere immerso nel mare del contrasto e delle divisioni che diventano, all’estremo, motivo d’unione. “Chianci e ridi commu a jatta i San Vasili” (piangi e ridi come la gatta di San Basilio) è un proverbio diffuso in tutto il sud Italia. Si recitava quando un bimbo, per qualche contrarietà da nulla, smetteva di ridere e diventava piagnucoloso nel mezzo di un divertimento o, per un gesto di affetto dei grandi, smetteva di piangere e scoppiava a ridere. Un popolo un po’ bambino.

Quannu Chiovi: con la partecipazione di Riccardo Tesi ed il suo organetto, questo brano è una richiesta: Quannu Chiovi? Quando Piove? Ogni anno la zona di Nebrodi viene arsa viva da incendi dolosi che nonostante gli sforzi non si riescono a prevenire ne’ a domare con facilità. È la zona più verde della Sicilia, uno dei parchi naturali più grandi d’Europa che tocca quattro province e racchiude paesaggi e tesori culturali e naturali unici. Una preghiera.

Panaru: Il passaggio du “Panaru manu cu manu” passa e spassa durante la raccolta delle olive sui piccoli alberi nebroidei ‘nsiti di minuta e virdeddu. La canzone è ispirata da una registrazione degli anni 50, effettuata nel comune di Mirto, durante la raccolta delle olive, dall’ etnomusicologo americano Alan Lomax.

Tripodu: U Tripodu è un supporto dotato di tre piedi che serve a sostenere le pentole durante il rito della produzione casalinga della salsa di pomodoro. In questa canzone in realtà il Tripodu rappresenta metaforicamente la Sicilia che appoggia i suoi tre piedi in mare e permette ai suoi abitanti una vita immersi in una natura splendida. È la manifestazione dell’amore dell’autore per la sua terra.

Nebros: Canzone descrittiva di un paesaggio, quello Nebroideo. Valli, Fiumare, paesini abbarbicati, laghi montani, cascate: il tutto a due passi dal mare. Nebros, Cerbiatto, era l’animale di Dioniso che ancora oggi influenza le usanze, le feste e la vita degli abitanti di questi meravigliosi luoghi.

MARCO CORRAO

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Marco Corrao, cantautore siciliano, chitarrista, produttore e direttore artistico musicale, ha alle spalle tour in USA, Svezia, Danimarca, Inghilterra. Collaborazioni importanti con Eugenio Finardi, Francesco Cafiso, Giuseppe Milici, Moni Ovadia, Alex Valle, Riccardo Tesi e Oriana Civile. Produttore e autore di colonne sonore per Istituto Luce Cinecittà Titanus. E’ stato ospite insieme a Gabriele Giambertone della Festa del Cinema di Roma con il documentario “Diario di Tonnara” di Giovanni Zoppeddu ed al Torino Film Fest con “Bulli e pupe” di Steve della Casa e Chiara Ronchini. Prima di “Pietre su pietre” ha pubblicato due dischi da solista: “Twin Rivers” (2013), che segna l’uscita dall’ambito blues, e il più autorale “Storto” (2016). Un altro lavoro discografico è “Liggenni”, del 2018, scritto e interpretato con Mimi’ Sterrantino.

Ha prodotto insieme a Sara Romano e Massimo Donno l’evento nell’auditorium della Rai Sicilia “Un brano a Testa 2.0”, rassegna in omaggio a Gianmaria Testa.

Daniela Esposito strategie.de@gmail.com 3388782983

Risultato immagini per andrà tutto bene

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Cinema

Giancarlo Giannini e le sue invenzioni

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Giancarlo Giannini e le sue invenzioni infiammano il pubblico del Teatro Doglio di Cagliari. Protagonista di Sardegna Mediterranea – L’isola del Genio e dell’Ingegno, evento promosso dalla Fondazione Mont’e Prama con la Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, l’attore ha ripercorso la sua carriera cinematografica, lunga 70 anni, attraverso una serie di aneddoti e racconti legati proprio alle sue invenzioni. Del resto, ammette Giannini, “sono arrivato alla recitazione per caso, da sempre la mia passione è stata l’elettronica, sono un perito elettronico industriale. Noi abbiamo uno strumento straordinario, le mani, e grazie a queste mani, posso svolgere tantissime attività. Mi conoscete tutti come attore e doppiatore, ma io sono anche un falegname, un fabbro. Visto che di mani parliamo, sono anche uno straordinario cuoco”.

Giancarlo Giannini

Una delle invenzioni più famose di Giancarlo Giannini è stata una giacca speciale che costruì per Robin Williams nel film Toys, il film di Barry Levinson del 1992: “Una giacca parlante, capace di emettere suoni e di parlare 6 lingue, compreso il giapponese. Me la chiesero i produttori americani. Per realizzarla lavorai 6 giorni e 6 notti, senza sosta. La caratteristica speciale è che tutto l’impianto, con le luci, doveva essere esterno, perché il pubblico doveva vedere che si trattava di un oggetto speciale”.

Intervistato da Ivan Scinardo, Giornalista e Direttore della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia, Giancarlo Giannini ha ripercorso alcune tappe fondamentali della sua carriera. Dal debutto al cinema, nel 1965, ha interpretato oltre 150 film, ottenendo anche una nomination all’Oscar, fino al riconoscimento sulla Walk of Fame, l’unico attore italiano insieme a Rodolfo Valentino.

Ivan Scinardo, Giornalista, Direttore della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia

Si emoziona quando sullo schermo viene proiettata la foto insieme alla regista Lina Wertmüller: “Lei era quella brava, era grandissima, le devo tutto. Aveva una visione unica sulle cose del mondo, sulla vita, sul cinema”. E il pensiero ritorna indietro, al 1974, a quella scena memorabile girata insieme a Mariangela Melato in una Sardegna selvaggia, la spiaggia di Cala Fuili, in quella pellicola che è entrata a pieno diritto nella storia del cinema mondiale: “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”.

Giannini ha recitato anche in Hannibal, il film diretto da Ridley Scott nel 2001, appartenente alla saga de Il silenzio degli innocenti, ispirato ai romanzi di Thomas Harris. Nella pellicola interpreta il ruolo del commissario Rinaldo Pazzi. Altre scene memorabili, come il dialogo serrato con Anthony Hopkins (Hannibal Lecter): “Lui è un attore pazzesco, dalla punta dei piedi fino all’ultimo capello della testa. Lavorare con lui ha significato imparare tante cose. Guardavo come si muoveva, come parlava, scrutavo le sue espressioni facciali durante le scene. Lui è uno di quelli che bisogna guardare, per assimilare l’arte della recitazione, per imparare. Nella mia carriera ho avuto dei maestri straordinari, registi e colleghi che mi hanno aiutato a diventare quello che sono”.

Come doppiatore, ha prestato la voce a Jack Nicholson e Al Pacino in diverse significative interpretazioni. Il pubblico di Cagliari è rimasto ancora una volta affascinato nel vedere una delle scene più famose di Shining, il film del 1980 diretto e sceneggiato da Stanley Kubrick, insieme a Diane Johnson. È la scena di “Wendy, dammi la mazza”, un altro pezzo di storia del cinema che, secondo alcuni, soltanto Giannini poteva interpretare come doppiatore italiano. “Doppiare certe scene è davvero difficile, anche per la quantità di parole e la velocità che caratterizzano i dialoghi. Credo che in questo caso mi abbia aiutato anche la mia propensione allo studio. Sono un perfezionista, leggo e rileggo il copione fino all’ultimo secondo, dovunque mi trovi. Solo così – ha concluso Giannini – si ottengono grandi risultati”.

Fonte: https://www.tortohelie.it/notizie/sardegna-mediterranea-giancarlo-giannini-una-star-del-cinema-con-la-mania-delle-invenzioni/

Il servizio di Roberta Lai per  Telesardegna:

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Cultura

“Sembra vivo!” Reportage a palazzo Bonaparte a Roma

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Entrare a palazzo Bonaparte a Roma, nella centralissima piazza Venezia , per vedere la mostra “sembra vivo!” e’ un ‘esperienza unica, stupefacente ed emozionante.

Salendo per le scale si ha gia’ l’ impressione di cloni umani, dal ragazzo che guarda verso la finestra alla ragazza seduta e poi..

Ecco si palesa la mostra in carne e ossa..

‘Sembra vivo! ‘è una mostra iperrealista che induce il visitatore a riflettere sull’essenza della realta’ e su cio’che si vede e sulla relativa percezione.

te a Jago e a Leandro Erlich, diffonde la cultura di un’arte profondamente innovativa, stravolgente e travolgente l’osservatore.

Gli artisti esposti sono 29 e costituiscono il gotha nello scenario internazionale: da Maurizio Cattelan (presente con opere iconiche quali i piccioni dell‟installazione “Ghosts” o la famosa banana, meglio detta “Comedian”) a Ron Muech che espone anche una gigantesca testa di uomo “Dark Place”, fino a George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson et alii.

Una vasta selezione di opere, provenienti da collezioni di tutto il mondo, che ha il sigillo del movimento iperrealista. Movimento che, dagli anni „70 in poi, e’cresciuto ,evolvendosi con tecniche innovative per realizzare opere verosimili da confondersi con quelle umane.

Le sculture sembrano essere incarnazione di quanto affermato da Albert Einstein:. ”la realtà è una semplice illusione , sebbene molto persistente “.

Le. sculture iperrealistiche emulano infatti le forme, i contorni e le texture del corpo umano , creando una strabiliante illusione visiva e un‟estrema verosimiglianza.

Si viene ingannati dalla pelle verosimigliante , dai capelli, dalle barbe, dalle dita e persino dagli occhi che riproducono il battere del ciglio Umano.

Sembrano effettivamente vive, manca loro la favella e “Sembra vivo!” e’ una cantilena ricorrente davanti alle incredibili opere di Maurizio Cattelan, Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman e tantissimi altri.

L osservatore viene totalmente ingannato da queste opere che nel circuito visivo talora non sempre distingue le opere dalle persone che visitano la mostra.

Le opere sono così reali da confondere i visitatori trasportandoli in un mondo al confine tra vero e l’illusione.

“Think different”è fondamentale, ovvero la mostra è un invito a guardare la realta’ con occhi diversi,con una mente volta al cambiamento e all‟ innovazione.

Laura Bisso

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Cinema

Taormina Film Fest e Taormina Arte 2023

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Dal 23 giugno al 31 agosto: una lunga cavalcata di cinema e di musica e anche il teatro è presente ma in minima parte.

Dopo i saluti del presidente della Regione Renato Schifani, l’assessore al Turismo Elvira Amata ha auspicato che “Il cartellone di Taormina possa durare tutto l’anno, accompagnato da eventi artistici internazionali”. Tra gli appuntamenti più importanti il Gala Pavarotti Forever prodotto con la Fondazione Pavarotti che vede la partecipazione di alcuni tra i tenori più famosi del momento: Marcelo Alvarez, Vittorio Grigolo, Placido Domingo che ormai canta da baritono e il soprano Aida Garifullina e il siciliano Mario Biondi. La settimana poi è dedicata al cinema, tra classici proiettati al Palazzo dei Congressi e prime assolute come Lo sposo indeciso con Giammarco Tognazzi e Francesco Pannofino. Tra gli artisti presenti John Landis e Abel Ferrara. Landis terrà una masterclass alla Casa Cuseni. Altra prima italiana è l’ultimo Indiana Jones e il quadrante del Destino” per la regia di James Mangold che vedrà la presenza di Harrison Ford al Teatro Antico.    Il sovrintendente Ester Bonafede ha chiarito che “Dopo il declino del Festival, dormiente per 10 anni e un debito che ammontava a 4 milioni di euro, il cammino è ripreso con un attenzione particolare al bilancio che deve essere attento e francescano. La Sicilia – ha aggiunto – è un palcoscenico naturale e occorre moltiplicare le produzioni cinematografiche che usano l’isola come set”.     La direzione artistica è affidata a Beatrice Venezi e a Barret Wissman, un veterano dei festival italiani, che in soli due mesi hanno messo insieme il nutrito programma. Wissman ha invitato Bella Thorne per una serata di gala dedicata al lavoro degli influencer e al ruolo che questi svolgono nei social media. La Thorne presenterà il suo primo cortometraggio Paint her red. Molte le prime italiane, tra cui Jeanne du Barry con Johnny Depp, o come Billie’s magic world con Alec Baldwin.    All’Hotel Timeo il primo luglio ci sarà la masterclass di Abel Ferrara e Willem Dafoe. Durante la consegna dei Nastri d’Argento sarà premiato il film di Roberto Andò La Stranezza.     Beatrice Venezi dirigerà Il Trittico di Giacomo Puccini sabato 8 luglio con Marcelo Alvarez, mentre il 21 luglio andrà in scena Turandot diretta da Gianluca Martinenghi. Molti gli eventi musicali come Le quattro stagioni alla Villa Comunale. Per il teatro Francesco, il giullare che inventò il presepe con Luca Lazzareschi o Io ti veglierò. Io ti proteggerò omaggio di Giorgio Pasotti a Gabriele D’Annunzio. Ma la danza si prende la scena con Eleonora Abbagnato in Giulietta e Jacopo Tissi in Past/Forward. Ancora lirica il 16 agosto con Cavalleria Rusticana e Pagliacci, il duo Mascagni e Leoncavallo con la direzione di Marco Guidari

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