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Cultura

Naomi Bruno secondo sindaco dei Ragazzi

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Il sindaco Enrico Trantino e il presidente del Consiglio comunale   Sebastiano Anastasi, insieme con l’assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Guzzardi, hanno incontrato nell’aula consiliare di Palazzo degli Elefanti gli studenti del Consiglio comunale dei ragazzi (Ccr) dell’istituto comprensivo “Grazia Deledda” ed hanno presenziato alla cerimonia di giuramento del nuovo sindaco Naomi Bruno.

Il canto dell’Inno d’Italia ha introdotto la cerimonia con i simboli della Bandiera e del testo dello Costituzione.

Il Sindaco dei ragazzi uscente, Giordana Blandini ha presentato le attività svolte nel corso del suo mandato, descrivendo le molteplici esperienze di incontri e di attività istituzionali vissute da protagonista e con grande commozione ha deposto la fascia tricolore, che è stata indossata da Naomi Bruno dopo la recita della formula di Giuramento

Ad accompagnare gli studenti, la dirigente scolastica della “Deledda”, Franca Maria Branca, con la professoressa referente, Michela Di Giunta, ed il preside Giuseppe Adernò, promotore e coordinatore del progetto didattico “Consiglio comunale dei ragazzi” nelle scuole.

Presenti anche il consigliere Giovanni Magni, presidente della VII Commissione permanente “Cultura”, e diversi genitori.
“E’ una bella iniziativa – ha detto il sindaco Trantino rivolto ai ragazzi  –  però non facciamoci prendere dal simbolismo, dal pensare che ci è stato affidato un potere. Dobbiamo cercare di agire per la città, pensare che siamo innanzitutto titolari di doveri prima che di diritti, e il primo dovere è quello di chiederci ciascuno di noi come poter essere utili alla città. Concentratevi sulle cose che veramente possono rendere migliore la nostra città: basta molto poco, basta comportarsi bene, rispettare le leggi, essere educati, manifestare ai cittadini il rispetto. E per far questo non c’è bisogno né di una fascia tricolore né di una targa, c’è bisogno solo di essere cittadini innamorati di Catania”.
“In sintonia con quanto detto dal sindaco – ha sottolineato il presidente Anastasi –  mi auguro che la prima ricerca dei diritti e dei doveri venga dalla scuola. Ed è  fondamentale il rispetto per gli insegnanti, così come nella società tutta è fondamentale il ritorno agli alti valori della politica e a quell’idea di costruzione di una città che non può prescindere dall’urbanistica e da pianificazioni capaci di disegnare il futuro e, aggiungo, il presente della città”.
“Che ben vengano iniziative come questa – ha evidenziato l’assessore Guzzardi- Ringrazio il  presidente del Consiglio e il sindaco per aver dato la possibilità ai ragazzi delle scuole di vivere questa esperienza. Un modo per farli avvicinare alle istituzioni e far comprendere il lavoro di tutti i giorni di sindaco, assessori, consiglieri. Abbiamo bisogno dei giovani, che rappresentano anche la classe dirigente di domani”.

La dirigente Franca Branca ha elogiato l’impegno dei ragazzi nell’elaborazione dei progetti presentati dai singoli assessori che saranno attivati con la collaborazione dei consiglieri del CCR.

Nel messaggio di augurio il preside  Giuseppe Adernò ha consegnato ai ragazzi il “C.P.S.” che  sintetizza la Cultura, la Partecipazione e il Servizio , connotazioni specifiche del progetto del CCR.
Ecco i componenti del Ccr “Deledda” per l’anno scolastico 2003-2024 : sindaco: Naomi Bruno, vicesindaco Luisa Scammacca; assessori Adele Messina (Cultura), Gabriele Margarone (Ambiente), Luciano Gullotta (Sport),  Rosario Magrì (Infrastrutture), Giorgia Lo Castro (Inclusione e Pari Opportunità), Giusy Castorina (Salute), Valentina Calì (Economia). Presidente del Consiglio comunale dei ragazzi, Irene Anfuso; consiglieri Francesco Genovese, Melissa Ruscica, Aurora Mistretta, Sara Signorelli, Giuseppe Margarone, Giovanni Di Mulo

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Cultura

Sant’Agata e i Bambini, il loro omaggio

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Tradizionale omaggio dei bambini a Sant’Agata, protagonisti di un gesto di carità

Riproponendo un gesto della tradizione antica, quando, il 2 febbraio, festa della presentazione di Gesù al tempio, le nobildonne catanesi portavano i loro bambini in chiesa e venivano donati i vestiti ai bambini poveri, com’è rappresentato dal dipinto di Giuseppe Sciuti (1898) nel secondo altare di sinistra della chiesa di S, Agata La Vetere, la prima cattedrale di Catania.

 

Venerdì 31 gennaio, per iniziativa del preside Giuseppe Adernò come già negli altri anni, è stata rinnovato il tradizionale incontro con Sant’Agata dei bambini della scuola primaria  ed hanno partecipato 180 bambini delle scuole: “Diaz -Manzoni”, “Santi Giuffrida “ e dell’Istituto Paritario “John Dewey”

 

Dopo la lettura dialogata del racconto del martirio di Sant’Agata, eseguita da Ivano, Lavinia, Angelo, Gabriele, Paula e Gloria, alunni della classe seconda dell’Istituto “John Dewey” , coordinato dal preside Giuseppe Adernò, tutti i bambini per classe hanno aperto i loro zainetti ed hanno presentato all’altare biscotti, pasta, zucchero, e cibi a lunga conservazione, che sono stati raccolti dai volontari della Caritas in 22 ceste.

Gli alunni della scuola Diaz-Manzoni, con la guida dell’insegnante Di Stefano, hanno eseguito in chiusura il tradizionale inno a Sant’Agata.

La visita ai santuari agatini, al santo carcere e alla fornace, ha arricchito di cultura e di storia la giornata scolastica in preparazione alla festa della Santa Patrona.

Il prossimo anno, lunedì 2 febbraio, la cerimonia del dono sarà ripetuta e coinvolgerà i bambini delle altre scuole della città

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Cultura

Il dongione del sapere

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A MOTTA prende avvio l’Università delle tre età, con un percorso di incontri di educazione permanente

E’ stata inaugurata sabato 11 gennaio l’Università delle tre età a Motta S Anastasia in collaborazione con l’Irsef  e l’associazione “Immagina “ in via terre nere.

L’incontro augurale dopo il saluto introduttivo del presidente di “Immagina” Matteo Gallone, ha visto protagonista il giovane talento di chitarra Kristiano Mavilla

Sono intervenuti il dott. Giuseppe Zappalà e la promotrice del progetto , prof. Angela Giardinaro, la quale ha illustrato la genesi dell’iniziativa che intende essere un servizio alla comunità cittadina ed un positivo contributo al processo di Educazione permanente che accompagna l’ordinarietà della vita quotidiana.

Gli incontri costituiscono, infatti, una breve sosta per pensare, e poi agire in coerenza ai principi e ai valori che ciascuno interiorizza

E’ stato presentato il programma di 15 incontri a cadenza settimanale che affrontano un molteplicità di aspetti culturali: i valori e i simboli della Repubblica, l’arte, la poesia, la tecnologia e l’intelligenza artificiale, la violenza di genere,  i miti religiosi  la biodiversità, la matematica dei codici, l’opera dei pupi, il ruolo della polizia postale, l’ambiente, il territorio e l’Etna, l’arte musicale, l’Alzheimer, il disagio giovanile, la storia di Sicilia  dallo sbarco allo Statuto.

Sono stati presentati alcuni dei relatori che hanno offerto la propria disponibilità in questo servizio culturale e civico. Sono intervenuti i presidi Giuseppe Adernò, già dirigente a Motta S Anastasia dal 1989 al 2000; Vincenzo Ligresti di Paternò, i docenti relatori: Margherita Platania, Rosanna La Malfa, Maria Teresa Moscato, Margherita Francalanza, Maria Dari, Graziella Priulla, Margherita Aiello, Angela Giardinaro; Vito Sapienza, Alessandro Puglisi, Luciano Signorelli, Alessandro Napoli, Giuseppe ed Emiliano Zappalà.

Un bianco albatros di cultura si pone sull’antico dongione normanno e dall’alto diffonde piccoli semi che germogliano nel fertile terreno della comunità mottese.

Il progetto prevede anche delle escursioni culturali a Catania per la festa di S Agata, al museo dello Sbarco e sull’Etna.

Il primo incontro, a cura del preside Giuseppe Adernò, avrà luogo mercoledì 15 gennaio, sul tema: “Valori e simboli della Repubblica, diritti e doveri del cittadino” .

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Cultura

“Ci hanno nascosto Danilo Dolci”

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Cosa accomuna un maestro elementare, Giuseppe Maurizio Piscopo,  40 anni trascorsi nelle scuole, spesso più difficili, a insegnare ai bambini la cultura della non violenza e l’impegno per la giustizia sociale, con l’intellettuale Danilo Dolci, anche lui  educatore, che fra gli anni ’50 e ’60 scelse la Sicilia per promuovere il suo pensiero  soprattutto alle giovani generazioni?

Giuseppe Maurizio Piscopo

E’ inevitabile, per chi conosce bene il poliedrico Piscopo, che è anche compositore e musicista, che il titolo che ha voluto dare alla sua ultima “creatura” editoriale: “Ci hanno nascosto Danilo Dolci”, pubblicato da Navarra editore, pensare che può essere una provocazione del nostro tempo. La sua è stata una ricerca sul campo, prima di scrivere questo prezioso volume, ha girato tante biblioteche non riuscendo quasi mai a trovare i libri di Dolci, autore di più di 80 pubblicazioni di cui 25 di poesie. Cita “Chi gioca solo” il volume di 328 pagine, pubblicato per la prima volta nel 1966 da Einaudi. Un’opera ancora oggi attuale che analizza le dinamiche sociali e politiche della Sicilia del dopoguerra, con particolare attenzione al fenomeno mafioso e alle sue connessioni con il potere politico. Piscopo si interroga come mai in Italia non c’è traccia del volume e nessuno ne parla mentre si continua a leggere in Inghilterra e in America? Danilo Dolci affermava che “Chi gioca solo non perde mai”, riprendendo un antico proverbio siciliano, e scrive: “Una delle risposte più illuminanti è condensata nel significato locale della parola “associazione”, che significa molto molto spesso “associazione a delinquere”: tutti coloro non vogliono dunque correre rischi, non mirano certo volentieri ad associarsi.”

Il pensiero di Dolci

Piscopo ci fa riscoprire con questo libro la bellezza del pensiero di Dolci, contro chi in tutti questo anni lo ha voluto oscurare, da qui il sogno di farlo inserire nei piani didattici dalla scuola elementare all’università. Oggi i giovani si infiammano contro la guerra, Dolci ha dimostrato che la nonviolenza non è rimanere passivi, anzi, significa sprigionare una forza attiva e potente per il cambiamento sociale. Riprendendo gli scritti, Piscopo  evidenzia quella partecipazione popolare capace di costruire una democrazia dal basso. Approccio ancora attuale se si pensa ai giganteschi numeri di chi sceglie di non andare a votare perché disilluso dalla politica.

 Il libro

Danilo Dolci

Il libro evidenzia bene la lotta di Dolci contro la povertà, la mafia e le disuguaglianze sociali, temi ancora di grande attualità che affliggono il mondo. Ecco perché ci ricorda l’importanza di impegnarsi per una società più giusta e inclusiva. Ma tornando all’attività di maestro elementare svolta da Piscopo, i suoi bambini di un tempo, sono gli adulti di oggi  e qualcuno lo ha pure associato alla maieutica di Socrate, la stessa tecnica utilizzata a Borgo Parrini da Dolci che mirava a fare emergere la consapevolezza e la creatività dei giovani, promuovendo in loro lo sviluppo personale e comunitario.

Dolci considerava l’educazione come uno strumento fondamentale per la crescita individuale e sociale. La sua attenzione all’educazione come motore di cambiamento è ancora attuale per formare cittadini consapevoli e responsabili. Lo conosce bene Piscopo il documentario realizzato da due ex studenti della sede siciliana del Centro Sperimentale di Cinematografia, Leandro Picarella e Giovanni Rosa, dal titolo: “Dio delle Zecche”. In questo lavoro i giovani cineasti raccontano la figura, la storia, le opere di Danilo Dolci, attraverso il viaggio che il figlio più giovane, En, percorre dalla Svezia, Paese in cui è cresciuto, fino a Trappeto. Un viaggio per luoghi e persone, ma soprattutto un viaggio attraverso il tempo, alla ricerca della memoria perduta di un intero paese. Una memoria fatta di lotte, di scioperi alla rovescia, di marce per la pace. Una memoria nonviolenta.

Il libro “Ci hanno nascosto Danilo Dolci” con l’introduzione di Salvatore Ferlita e la post fazione di Amico Dolci, contiene interviste inedite e diverse fotografie concesse da Giuseppe Leone e Melo Minnella, alcune tratte dall’ archivio del Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci”. L’autore, assieme a Pier Paolo Petta, esegue con la fisarmonica la colonna sonora “Spine Sante”, trascritta da Gioacchino Zimmardi. Una vera chicca e un buon motivo per acquistare il libro.

Ivan Scinardo

 

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