

Cinema
Sicilia Film Fest, proiezioni a Cefalù e Terrasini
Dopo il successo dell’edizione zero dello scorso anno, martedì 21 luglio parte la prima edizione competitiva del Sicilia Film Fest, organizzata dalla società cinematografica Altre Storie, in collaborazione con la Regione Sicilia, il comune di Terrasini e di Cefalù. Sei appuntamenti, ogni martedì sera, fino alla serata conclusiva del 25 agosto, per raccontare, attraverso il cinema, la multiculturalità, la difficoltà di chi è ai margini ma non si arrende, in un luogo come la Sicilia, e per estensione il Bacino del Mediterraneo, da sempre punto di incontro tra ‘mondi’ diversi e per questo capace di comprendere, accogliere e contaminarsi.
Il Sicilia Film Fest vuole partire dalla Sicilia per una crociera cinematografica nel Mare Nostrum, aggiungendo ad ogni edizione una nuova tappa tra le città del Mar Mediterraneo. Si accende quindi ogni anno un nuovo “faro di cinema”, simbolo del Sicilia Film Fest, per illuminare sul grande schermo i film selezionati che il pubblico potrà vedere in contemporanea nelle diverse città,i “porti di cinema”, interessati dalla manifestazione. Un progetto che mira ad espandersi nel ‘Mare Nostrum’ con l’obiettivo di illuminare simbolicamente un percorso cinematografico di inclusione e condivisione.
Quest’anno alla splendida Terrasini, primo faro di cinema acceso sul Mediterraneo per l’edizione zero dello scorso anno e quartiere generale del Sicilia Film Fest, si aggiunge anche Cefalù, uno dei più suggestivi borghi e dei maggiori poli turistici d’Italia (dove a causa delle difficoltà causate dall’emergenza sanitaria per quest’anno ci sarà una formula ridotta) Tra le prossime tappe protagoniste del festival nelle future edizioni ci saranno Lampedusa, Pantelleria, Malta, per poi espandersi verso gli altri stati presenti sul Bacino del Mediterraneo.
Si parte martedì 21 luglio nella suggestiva cornice del Palazzo d’Aumale di Terrasini con La Rivincita di Leo Muscato (film fuori concorso che inaugura il festival), si prosegue il 28 luglio con il primo film in concorso Aspromonte del regista Mimmo Calopresti, che sarà presente insieme ad uno degli interpreti, Marcello Fonte, per salutare il pubblico. Il 4 agosto il concorso prosegue con il film La bella epoque di Nicolas Bedos, l’11 agosto con Picciridda di Paolo Licata, mentre il 18 agosto sarà la volta di A Tor Bella Monaca non piove mai di Marco Bocci che sarà presente per introdurre il film al pubblico. Il 25 agosto, a chiudere il festival insieme alla cerimonia di premiazione, ci sarà “La Volta Buona” di Vincenzo Marra, film fuori concorso.
I film saranno valutati da una giuria presieduta da Ivan Scinardo, giornalista professionista e direttore della sede siciliana del Centro sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di cinema-sede Sicilia e composta da Nicola Macaione, libraio, editore e Presidente di Ali, l’Associazione librai Italiani di Palermo, Patrizia Di Dio, presidente Confcommercio Palermo e vicepresidente nazionale Federmoda Italia, che ha creato la collezione “La Vie en rose”. Durante la cerimonia di chiusura verranno assegnati due premi, Il Faro d’oro che sarà assegnato al film vincitore e Il Faro d’oro alla carriera per la personalità o l’istituzione che più si è distinta in ambito sociale. Entrambi i premi sono stati realizzati a mano dall’artista siciliana Noemi Ballacchino. Come in ogni festival non poteva mancare una madrina d’eccezione, Giulia Arena, Miss Italia 2013, attrice e conduttrice televisiva.
Le proiezioni saranno precedute da aperitivi cinematografici, chiacchierate con il pubblico sui film in programma, moderati dalla speaker radiofonica palermitana Sara Priolo. Tutte le proiezioni, a titolo gratuito, saranno introdotte dal direttore artistico del festival Vincenzo Sacco, direttore della divisione distribuzione di Altre Storie, che ha dichiarato: 2Questo è stato un anno molto particolare, che ha visto tutti noi aggrediti dall’emergenza sanitaria Covid-19 ma che ci ha visti impegnati insieme nella lotta per controllare la diffusione del nuovo Coronavirus. Non un solo aspetto della società è stato risparmiato, e non fa eccezione il cinema. Proprio per questo sono grato ad Altre Storie e al presidente del Festival Cesare Fragnelli, alla Regione Siciliana, al comune di Terrasini, a Cefalù, a tutti i nostri partner e ospiti, per avere duramente lavorato insieme affinché la prima edizione del Sicilia Film Fest accendesse i suoi fari sul Mediterraneo lanciando un messaggio di speranza. In un periodo in cui molti festival sono stati annullati a causa dell’emergenza globale e i cinema sono ancora debilitati dalle misure restrittive, sono fiero che la crociera cinematografica del Sicilia Film Fest possa ripartire dalla Sicilia con la sua prima edizione. Non a caso i film in gara e quelli fuori concorso di quest’anno hanno tutti un comun denominatore: il desiderio di conquistare la propria rivincita, la forza di rialzarsi in piedi, nonostante tutte le avversità. Perché è questo che fa il cinema migliore: ci fa sperare nel domani, e ci fa combattere per un futuro migliore”.
Arianna Fiorenza, assessore ai Beni Culturali del comune di Terrasini, ha aggiunto: “Dopo il grande successo riscosso l’anno scorso in occasione dell’edizione zero del Sicilia Film Fest, siamo fieri di riproporre nel calendario delle manifestazione culturali la prima edizione del Festival, ormai destinato a crescere “attraccando” di anno in anno in un “porto” diverso del Mare Nostrum in cui Terrasini resta comunque il quartier generale dell’iniziativa. Anche quest’anno infatti tante novità e ospiti d’eccezione calcheranno l’atrio del Palazzo d’Aumale grazie alla coordinazione impeccabile del direttore artistico Vincenzo Sacco, che ringrazio. Un evento di alto spessore culturale, dunque, che coinvolge la città di Terrasini e di Cefalù in un gemellaggio cinematografico storico”. Il Sicilia Film Fest ha ricevuto il patrocinio di Confcommercio-Imprese per l’Italia di Palermo e di Ali, l’Associazione librai italiani di Palermo.
Cinema
La lezione di Martin Scorsese

Oggi per fare film “c’è un’enorme ricchezza. Il vecchio cinema e l’andare a vedere un film sul grande schermo possono essere in via d’estinzione, come tutti sappiamo ma c’è anche un nuovo mondo aperto, e questo è entusiasmante, grazie alle nuove tecnologie.
Oggi tutti possono girare un film, ma proprio questa maggiore libertà può rendere per voi le cose più difficili”. Parola di Martin Scorsese, protagonista ieri in una masterclass con gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma (poi visto a ingresso libero in mattinata alla Casa del Cinema), uno degli appuntamenti del suo soggiorno romano, che comprende stasera un altro incontro alla Casa del Cinema per inaugurare con Mean Streets il programma della rassegna “Carta bianca” che il regista ha curato ad hoc.
Nella conversazione con gli studenti, Scorsese si è soffermato sulla sua formazione da regista e su come è nata la sua passione per il cinema passata per Hollywood, il neorealismo (“Il cinema che sentivo più vicino”) e le nouvelle vague degli anni ’60: “Per fare film devi capire dove sei nella vita e come ci sei arrivato. Il mondo per come è oggi ti obbliga a non vivere in un vuoto. Bisogna acquisire conoscenza e consapevolezza dei maestri e anche di quelli che non lo sono stati. Studiare attraverso loro elementi come la composizione, struttura, la lingua, il colore, o assenza di colore. I maestri ti aiutano a trovare te stesso ma questo non vuol dire imitarli, Spesso si impara dai maestri solo per metterli via. Bisogna trovare la propria voce. Poi più avanti magari quei maestri li vai a riscoprire. A me ad esempio è successo con Ozu”. Il cinema “nasce da quello che permetti di vedere allo spettatore nell’inquadratura che hai scelto, dal mostrare al pubblico cosa guardare e come”.
Come regista “non so se scoprire un personaggio è qualcosa che so fare o posso guidare un attore a farlo. Con De Niro ad esempio per Mean Streets parlavamo a stento, perché ci conosciamo da quando avevamo 16 anni, e lui conosceva come me il quartiere e le persone di cui parlavamo. E’ l’unico ancora in vita che conosce il mondo da cui vengo”. Anche per Taxi driver “è stato così. In quel personaggio, la solitudine, il senso di paranoia, il venire isolato era qualcosa che conoscevamo e provavamo, come quella rabbia che schiuma dentro. Non c’era granché di cui parlare”. Per Toro scatenato, “abbiamo chiesto a Paul Schrader di scrivere la sceneggiatura, poi De Niro mi ha portato su un’isola, anche se io da newyorchese odio la sabbia e le spiagge, mentre lui le ama. Ci siamo stati due settimane e mezzo e abbiamo costruito, mettendolo in scena, tutto il film”.
Il regista prova una sintonia simile anche con attori come Ellen Burstyn, Daniel Day Lewis e ora con Leonardo DiCaprio.
“Lavoro con lui perché ha lo stesso mio interesse nelle domande sulla condizione umana anche se ha 30 anni meno di me. Ho imparato da The aviator che non ha paura di andare (emotivamente) in certi posti, non ha la paura di essere respinto dagli spettatori”. Il lavoro con gli attori “è come un organismo vivo che cresce e si sviluppa ogni giorno e mi piace essere come il pubblico per i miei attori”.
Oggi, conclude Scorsese, “spero che il pubblico continui a vedere in me il tentativo di voler studiare cos’è un essere umano, mi auguro che questo arrivi e tocchi l’animo, da The Irishman a Hugo Cabret, un film che ho fatto per mia figlia Francesca quando aveva 10 anni”. In occasione della sua visita al Centro Sperimentale, c’è stata anche per alcuni allievi del corso di sceneggiatura, la possibilità offerta in esclusiva da Hollywood Reporter Roma, di raccontare l’incontro condotto dal presidente della Fondazione Cinema per Roma Gianluca Farinelli: il risultato è uno script, o meglio una chat di gruppo, pubblicata sulla testata, che ripercorre racconti e consigli, aneddoti e suggestioni. (ANSA).
Cinema
Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello

Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è il miglior film della 68° edizione dei Premi David di Donatello. «Un viaggio incredibile. Perché due belgi fanno un film italiano in italiano sulle Alpi? Una storia e un libro incredibile», ha detto il regista dal palco degli studi Cinecittà Lumina. Ad annunciare il vincitore della statuetta più ambita è stata Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano. In programma nella scaletta c’erano 25 premi divisi per varie categorie, senza contare i David alla Carriera a Marina Cicogna e i David Speciali consegnati a Isabella Rossellini e Enrico Vanzina. Carlo Conti ha aperto la cerimonia citando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Il cinema è tutti noi».
Marco Bellocchio miglior regista per «Esterno notte»
A vincere il David di Donatello 2023 come miglior regista è Marco Bellocchio per Esterno Notte. «Non me lo aspettavo, però lo accetto. Quando si diventa vecchi non bisogna fermarsi», ha detto sul palco.
Barbara Ronchi e Fabrizio Gifuni migliori attori protagonisti
Il premio come migliore attrice protagonista è invece andato a Barbara Ronchi per Settembre, che ha battuto Margherita Buy per Effetto notte e Penelope Cruz con L’immensità. «Non so se ridere o piangere. Dedico il premio a due uomini che illuminano la mia vita, se brillo è grazie a loro: Alessandro e Giovanni, che è a casa. Amore, mamma ha vinto il David!», ha detto Ronchi. Miglior attore protagonista anche Fabrizio Gifuni per Esterno notte di Marco Bellocchio in cui interpreta Aldo Moro. «Ringrazio la mia lentezza e la mia fragilità in questi tempi così decadenti», ha affermato dagli studi Cinecittà Lumina.
Emanuela Fanelli miglior attrice non protagonista
Il David di Donatello 2023 per la miglior attrice non protagonista è andato a Emanuela Fanelli per il film Siccità di Paolo Virzì. L’attrice incredula è salita sul palco per i ringraziamenti di rito: «Grazie a Paolo perché mi ha guardato e in questa mestiere bellissimo bisogna essere visti. Non so come abbia fatto a vedere lo sketch in cui prendevo in giro la periferia romana». Classe 1986, romana e comica amatissima, Fanelli ha dedicato il premio alle «persone che amo: mamma e papà, mia sorella gli amici che stanno sul divano e hanno fatto le magliette Fanelli di Donatello. Sembro il prete di Viaggi di nozze, ora me ne vado». Poi la battuta: «Mi è sembrato di esordire in Champions League con voi, non so perché ho usato questa metafora visto che non capisco di calcio», ha detto l’attrice riferendosi alla semifinale disputata questa sera, mercoledì 10 maggio, tra Milan e Inter e conclusasi con la vittoria dei neroazzurri per 0 a 2. A vincere tra gli attori non protagonisti, anche Francesco Di Leva per il film Nostalgia di Mario Martone. «Non sapete ma qui ne state premiando due: non avrei vinto senza Pierfrancesco Favino», ha detto Di Leva.
Elodie vince il premio per la miglior canzone
La migliore canzone a vincere il David di Donatello 2023 è Proiettili (ti mangio il cuore) di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, scritta e interpretata da Elodie e Joan Thiele. «Sono felice io non vinco mai», ha detto la cantante romana che è anche interprete nel film Ti mangio il cuore del regista Pippo Mezzapesa.
Migliore regista esordiente: Giulia Louise Steigerwalt
Giulia Louise Steigerwalt vince la statuetta per la migliore regista esordiente per il film Settembre con Barbara Ronchi, Fabrizio Bentivoglio e Thony.
Fotografia a Impens per «Le otto Montagne» e montaggio a Calvelli per «Esterno Notte»
Miglior direttore della fotografia Rubén Impens per Le otto montagne diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Mentre il David di Donatello per il miglior montaggio va a Francesca Calvelli per Esterno notte con la collaborazione di Claudio Misantoni.
«Il Cerchio» miglior documentario
Il premio per il miglior documentario va a Il cerchio di Sophie Chiarello: «Lo dedico ai bambini che possano trovare il loro cerchio che li accoglie», ha detto la regista.
Andò, Chitine e Gaudiosi la miglior sceneggiatura per «La stranezza»
La statuetta per la miglior sceneggiatura va a Roberto Andò con Ugo Chitine e Massimo Gaudioso per La Stranezza, film con Ficarra e Picone e Toni Servillo nei ruolo di Luigi Pirandello.
Premio per la scenografia e i costumi
Entrambi i David di Donatello vanno al film di Roberto Andò, La stranezza. In particolare, Giada Calabria per l’arredamento e Loredana Raffi. Mentre Maria Rita Barbera vince la statuetta per i migliori costumi.
Bollani miglior compositore e Iacoponi vince per il miglior trucco
Il David come miglior compositore è di Stefano Bollani per il film Il pataffio di Francesco Lagi. «La mia prima candidatura, entro nella famiglia del cinema», ha detto. Enrico Iacoponi vince, invece, il miglior trucco per la pellicola di Marco Bellocchio, Esterno Notte.
Cinema
Debutta in prima serata il film: “Favolacce”

La grottesca meschinità degli adulti, egoisti e disattenti e la visione del mondo più ordinata e complessa dei loro figli: due mondi contigui destinati a incontrarsi solo in maniera deflagrante e terribile.
È il film “Favolacce”, di Damiano e Fabio D’Innocenzo, in onda lunedì 17 aprile 2023 alle 21.15 su Rai5. Nel cast Elio Germano, Tommaso Di Cola, Lino Musella, Ileana D’Ambra, Cristina Pellegrino, Giulia Melillo, Laura Borgioli, Enrico Pittari, Federico Majorana, Giulia Galiani.
In un comprensorio della periferia romana vivono diverse famiglie di estrazione popolare, legate fra loro anche dall’amicizia dei loro figli che frequentano la stessa scuola. Ma i rapporti fra gli adulti, al di là di una esile convenienza, sono intrisi di invidia e livore.
Favolacce e i ragazzi
Proprio a scuola i ragazzi apprendono come fabbricare una bomba artigianale, grazie a un insegnante che trasmette loro, involontariamente, le nozioni necessarie a mettere insieme l’ordigno. La reazione delle famiglie, pur stordite e disattente, provoca il licenziamento del docente che, prima di lasciare l’istituto, indurrà i suoi alunni a un’atroce vendetta.
Al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2020, il film – prodotto da Pepito Produzioni, Rai Cinema, Vision Distribution, Amka Film Production, Qmi – ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.
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