Cultura
Numero speciale de “Il Salotto della IIIG” della Pluchinotta
S AGATA LI BATTIATI – I ragazzi della III G della scuola Media “M. Pluchinotta” sono diventati piccoli “inviati e reporter” della guerra Russia-Ucraina.
Nel giornalino di classe, dall’originale titolo “”Il salotto della III G”, laboratorio e palestra di scrittura e di comunicazione verbale e non verbale, coordinato dalla Professoressa. Marilena Taormina, hanno dato visibilità ai pensieri, alle riflessioni, ai commenti e alle considerazioni, anche percepite in famiglia, sull’attualità del momento storico post Covid, sotto la coltre grigia della guerra.
Nell’articolo di spalla “La Costituzione italiana ripudia la guerra” si condensa una lezione di Educazione Civica, mentre la prima pagina è dedicata al reportage della guerra: le donne, i bambini, i soldati, i profughi, titoli e parole accompagnate da eloquenti immagini.
I commenti e le riflessioni occupano la seconda e la terza pagina, presentando contributi e approfondimenti sul tema, anche in relazione ai problemi economici, i costi dell’energia, della benzina e del gas; all’intervento del Papa che invoca la Pace e consacra la Russa al Cuore Immacolato di Maria; e poi ancora al bavaglio imposto alla stampa, la censura alla parola “guerra” ed il riferimento alle numerose “fake news” che circolano anche nei variegati servizi televisivi e ancor più nei blog e nelle news diffuse dai social media.
Originale il collegamento su WhatsApp per la rubrica “Lo dico al Salotto”, quasi finestra di ascolto tra il giovane comitato di redazione e i “lettori”, compagni di scuola.
Nell’ultima pagina appaiono alcuni interventi di carattere culturale e storico-geografico ed anche originali cruciverba, la vignetta della settimana, il calendario, le notizie, circa gli orari delle farmacie di S Agata Li Battiati.
Le copie cartacee sono state diffuse nei negozi della cittadina etnea, quale segno di presenza viva, attiva e dinamica della scuola Pluchinotta, guidata dalla dirigente Linda Piccione, la quale ha molto apprezzato il lodevole lavoro dei ragazzi, veri protagonisti di un apprendimento efficace ed efficiente, che li rende cittadini attivi e responsabili.
Congratulazioni e complimenti sono pervenute agli studenti, piccoli giornalisti dall’UCSI (Unione cattolica stampa italiana) e dalla direzione di Aetnanet.
Giuseppe Adernò
Cultura
I 165 anni di JOHN DEWEY
L’Istituto JOHN DEWEY ricorda il 165 anniversario del grande filosofo e pedagogista
Il 20 ottobre si ricordano i 165 anni dalla nascita di John Dewey, a Burlington, nello stato del Vermont, ancora oggi riconosciuto come uno dei più importanti intellettuali statunitensi del suo tempo, eclettico e influente.
Ricordare la sua data di nascita (1859) significa fare memoria della lezione di pedagogia attiva che qualifica l’apprendimento degli studenti, i quali “imparano facendo”.
Nel volume “Il mio credo pedagogico” (1897) John Dewey propone il modello della “scuola-laboratorio” e della “scuola attiva”, adottato dalla scuola montessoriana, che mette al centro l’alunno, il quale forma la sua personalità anche attraverso l’occupazione in lavori manuali, con l’aiuto dell’insegnante e interagendo coi compagni.
Di tutto il tempo che si trascorre a scuola, delle tante ore di lezione impartite dagli insegnanti, agli alunni rimane il 20% di ciò che si sente; il 30% di ciò che si vede, con l’apporto delle immagini e delle nuove tecnologie; il 50% di ciò che si fa, adottando la proposta pedagogica di Dewey attraverso il “learning by doing”.
Il fare dà concretezza al sapere e consolida l’apprendimento e quando si lavora in gruppo, adottando il “cooperative learning”, si arriva all’80% di apprendimento efficace
John Dewey, nel contesto di una società in mutamento, comprese che l’educazione per la garanzia per crescita umana e sociale e, per venire incontro ai ragazzi dei quartieri poveri di Chicago trasformo la classe in “laboratorio”.
Scompaiono i banchi, con le loro postazioni individuali, sostituiti da tavoli per il lavoro collettivo, scompaiono le materie di studio, sostituite da attività che nascono dagli interessi degli alunni e ne motivano l’approfondimento e la ricerca.
Il maestro scende dalla cattedra, e si fa facilitatore degli apprendimenti degli alunni “guardando tutti e osservando ciascuno” e dalla lezione tradizionale, trasmissiva di contenuti e di regole, si passa all’aula laboratorio, nella quale gli studenti imparano “vedendo fare” e mettono in azione gli apprendimenti divenendo essi stessi protagonisti del “saper fare” attori e costruttori di manufatti che documentano quanto appreso, e con soddisfazione vedono realizzato un prodotto da essi stessi costruito, potenziando l’autostima e l’impegno a crescere e migliorare nello sviluppo di nuove abilità che, ben esercitate, diventeranno competenze.
La classe diventa una piccola comunità, società embrionale, dove si imparano non nozioni astratte, ma cose concrete che si vedono e si fanno.
Le attività pratiche sono svincolate dalla pressione economica e diventano espressione della capacità e dell’intelligenza sociale che matura in ogni studente.
La trasmissione dei saperi, l’incontro con le conoscenze, si completa con il “saper fare”, espressione visibile di un apprendimento efficace, che contribuisce alla modifica del comportamento dello studente nel modo di pensare, sentire e agire,
orientato al “saper essere” del domani della scuola, nell’orizzonte della formazione integrale della singola persona e del futuro cittadino.
John Dewey ha insegnato a considerare la scuola come “il luogo per sperimentare l’agire dell’individuo, il suo relazionarsi con gli altri” e l’educazione viene orientata “nella prospettiva del bene comune e quindi della democrazia”.
La scuola diventa altresì “laboratorio di democrazia”, dove si realizzano anche progetti di partecipazione attiva da parte degli studenti, mediante il “Consiglio Comunale dei ragazzi” nella scuola-piccola città, società democratica embrionale, palestra di democrazia e di cittadinanza attiva, luogo privilegiato di sviluppo sociale in direzione democratica.
“Scuola senza classi”, “Scuola senza zaino” sono le formule dell’innovazione che le tre scuole d’Italia, intitolate a John Dewey, hanno attivato a Catania, a Torino e a San Martino in Pensilis, in provincia di Campobasso, come “scuola del pensiero intelligente”, “scuola progressiva”
L’aver intitolato l’Istituto al grande pedagogista americano testimonia la condivisione e la scelta di un metodo e se ne colgono costantemente i benefici, registrando i positivi risultati conseguiti dagli studenti.
È in cantiere presso l’Università di Catania l’organizzazione di un convegno per celebrare l’evento del 165° anniversario di John Dewey.
Giuseppe Adernò
Cultura
Concorso Nicholas Green 2024
CONCORSO “NICHOLAS GREEN” 2024
Premiazione all’Istituto Cannizzaro nel trentesimo anniversario
el gesto ha commosso l’Italia e ha determinato un vero effetto Nicholas che ha segnato un forte sviluppo alla diffusione della cultura della donazione degli organi In Italia e negli anni successivi all’uccisione di Nicholas i tassi di donazione di organi in Italia sono triplicati, come in nessun altro Paese al mondo. La Regione siciliana con la Legge 15/95, ha promosso , infatti, un concorso, assegnando dei premi in denaro alle scuole delle nove provincie dell’Isola, al fine di diffondere tra i giovani puntuali informazioni sulla donazione La cultura della donazione passa anche attraverso l’annuale concorso che coinvolge gli studenti a riflettere e maturare una particolare sensibilità alla cultura del dono . Tra gli studenti che hanno partecipato al concorso, si registra un reale mutamento nel modo di pensare e di sentire il problema della donazione degli organi e ciascuno diventa “alfiere” di un così nobile valore sociale e culturale, annotando il “Si” o il “Non so” nella carta di identità, così da poter essere dei potenziali donatori.
La commissione provinciale, composta dall’Avv. Salvatrice Feccia, Presidente regionale AIDO;
Angela Maria Giuliano, dell’Ufficio scolastico provinciale; Giorgio Gall, docente presso l‘Istituto Cannizzaro di Catania; Maria Rosaria Alessi, docente di Arte e Immagine presso I.C. “Pizzigoni-Carducci” di Catania; Sebastiano Benedetto Leone , Docente di Scienze e Tecnologie informatiche presso I.I.S. “Fermi-Guttuso” di Giarre, ha esaminato le numerose produzioni letterarie e artistiche inviate dalle scuole di ogni ordine grado ed ha assegnato i seguenti premi:
Per la Scuola Primaria sono stati premiati: Amalia Garofalo, I.C. “Basso” Scordia, book rilegato “Nicholas, una vita eterna”; due alunni dell’Istituto “Carlo Albero Dalla Chiesa” San Giovanni La Punta autori del plastico : “Mani che offrono la vita” Alessandro Calì e Tommaso Vinciguerra; la classe VA dell’Istituto “G. Fava” di Mascalucia: manufatto pittorico; “Un dono importante”.
Per la Secondaria di I grado: Giorgia Signorelli dell’ I.C. “Carlo Alberto Dalla Chiesa” San Giovanni La Punta con “Lettera a Nicholas” ; Giovanni Battiati dell’Istituto “Padre Allegra” di Valverde: plastico “Dona un organo, affinché una nuova vita possa sbocciare”; Sofia Capizzi dell’Istituto Dusmet. Doria: fumetto “Nicholas Green”
Della scuola Secondaria di II grado sono stati premiati: Laviani Sipione del Convitto “Cutelli” per la lirica “Mai uno senza l’altro” e due studenti dell’Istituto Cannizzaro: Daniele Russo, autore di un brano musicale “Una parte di noi” e Manuel Coco per il video-intervista “Voci di solidarietà”
Alla cerimonia di premiazione, che ha avuto luogo martedì 10 ottobre, presso l’Istituto “Cannizzaro” di Catania, hanno partecipato: il provveditore Emilio Grasso; Rosalba Laudani, docente referente del Concorso Nicholas Green, presso l’Ufficio VII -Ambito Territoriale di Catania; Giusy Mondella dirigente dell’Istituto “Cannizzaro” di Catania; la presidente regionale AIDO, avv. Salvatrice Feccia, la quale ha illustrato le motivazioni e le procedure collegate all’esercizio del “dono”, illustrando anche lo sviluppo della donazione degli organi in Sicilia; Biagia Finocchiaro la quale ha descritto l’esperienza di trapiantata di cornea ed il preside Giuseppe Adernò, tra i primi promotori del concorso e della Giornata Regionale della Donazione, il quale ha portato il messaggio di saluto di Mister Reginald Green, papà del piccolo Nicholas, il quale con la moglie Margaret è tornato in Sicilia il 29 settembre per ricordare il trentesimo anniversario del piccolo Nicholas.
Cultura
“Concerto con i Poveri”
Vaticano: il 7 dicembre “Concerto con i Poveri” con Hans Zimmer
Nato nel 2015 da un’idea di Riccardo Rossi e Gualtiero Ventura e organizzato da Nova Opera con la Direzione Artistica del Maestro monsignor Frisina, il “Concerto con i Poveri” negli anni si e’ affermato come un evento artistico unico nel suo genere, un appuntamento di solidarieta’ e vicinanza; un viaggio musicale per celebrare la bellezza e la carita’ attraverso il linguaggio universale dell’arte. L’evento e’ Patrocinato dal Dicastero per il Servizio della Caritfwa’ – Elemosineria Apostolica, dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal Pontificio Istituto di Musica Sacra. Le quattro edizioni precedenti hanno visto la partecipazione di alcuni tra i massimi esponenti del panorama musicale internazionale, tra i quali i direttore d’orchestra Daniel Oren e Speranza Scappucci ed i compositori Ennio Morricone e Nicola Piovani, oltre a prestigiose collaborazioni come quella dell’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma, il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, L’Orchestra del Teatro Verdi di Salerno, l’Orchestra Italiana del Cinema e l’orchestra Roma Sinfonietta. La partecipazione del pubblico al “Concerto con i Poveri” e’ con biglietto di invito, previa la compilazione obbligatoria del modulo disponibile dal 18 novembre sul sito internet ufficiale dell’evento (www.concertoconipoveri.org). I biglietti di invito, inviati tramite e-mail, conterranno un QR code univoco che dovra’ essere mostrato in forma digitale o cartacea al controllo accessi il giorno stesso dell’evento. (AGI)
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