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Eventi

Taobuk nelle isole minori

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I primi due appuntamenti a Santa Marina di Salina con Alessia Gazzola e a Pantelleria con Andrea Vitali

Gli eventi sono promossi dall’Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo.

Sottolinea l’Assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo:

“Puntiamo sull’insularità come connotazione culturale e turistica oltre che geopolitica”.

«Taobuk, il prestigioso festival letterario di Taormina, approda nelle “isole minori” con una rassegna che vedrà protagonisti nomi di spicco della narrativa italiana e internazionale, come Alessia Gazzola, attesa il 17 agosto a Salina, e Andrea Vitali che sarà a Pantelleria il 2 settembre». A darne l’annuncio è l’Assessore regionale Anthony Barbagallo, alla guida dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, che promuove e sostiene la manifestazione. «Puntiamo sull’insularità come connotazione culturale e turistica oltre che geopolitica – sottolinea l’assessore Barbagallo – per esaltare la storia e le tradizioni di cui è ricco l’arcipelago di ben 109 isole che formano la Regione Siciliana, la prima al mondo per numero di siti inseriti nella World Heritage List dell’Unesco. Tra questi si segnalano appunto le Eolie, da cui partiamo per questo nuovo corso, alla scoperta di luoghi di impareggiabile bellezza e depositari di uno straordinario patrimonio materiale e immateriale».

L’innovativo progetto segna per Taobuk un altro rilevante traguardo. Dopo il grande successo riportato in giugno a Taormina dalla settima edizione, il festival fondato e diretto da Antonella Ferrara continua così ad espandersi sulla scia degli importanti eventi che, tanto per citarne alcuni, hanno visto lo scorso anno le carismatiche presenze di Luis Sepúlveda a Catania e Tahar Ben Jelloun a Palermo, mentre non si è ancora spenta l’eco dell’intervento di Isabel Allende, di recente acclamata nel Teatro greco romano che sorge nel centro storico catanese.

La prima delle due tappe insulari prevede una conversazione con la scrittrice messinese Alessia Gazzola, che dialogherà con Franco Arabia sul suo ultimo giallo “Un po’ di follia in primavera”, balzato subito in testa alle classifiche, come del resto i precedenti romanzi del ciclo dedicato ad Alice Allevi, aspirante anatomopatologa, ovvero “L’allieva”, come recita il primo titolo che vede protagonista la pasticciona specializzanda, in corso all’Istituto di Medicina Legale di Roma.

 L’appuntamento con Alessia Gazzola, fissato per le ore 19 nella piazzetta Monsignor Paino, è realizzato in collaborazione con il Comune di Santa Marina di Salina, grazie alla disponibilità del sindaco Domenico Arabia e dell’Assessore comunale al Turismo Linda Sidoti. Ad arricchire la serata saranno le letture dell’attore e regista Ezio Donato e gli intermezzi musicali affidati al soprano Margherita Aiello e alla pianista Claudia Aiello.

Il personaggio di Alice Allevi, che come la sua autrice sa mettere bene a frutto la propria esperienza di medico legale, sta per ritornare a grande richiesta anche sul piccolo schermo, a conferma del formidabile riscontro della prima stagione, trasmessa su Rai1 dal 26 settembre al 31 ottobre 2016, che ha fatto registrare oltre il 21% di share con una media di 4.800.000 spettatori. Alessandra Mastronardi (Alice), Lino Guanciale (Contorti) e Dario Aita (Arthur) saranno ancora gli interpreti della serie, intitolata appunto “L’allieva”, realizzata da Endemol Shine Italy e Rai Fiction.

È questo l’effetto Gazzola. Ogni suo racconto è ormai un bestseller, la narratrice si è rivelata un vero fenomeno anche all’estero, tradotta in varie lingue tra cui francese, tedesco, polacco, turco e spagnolo. Dicono di lei e della sua creatura: “Una Kay Scarpetta di nome Alice. Ricordate questo nome perché è il nuovo personaggio seriale che ci accompagnerà per i prossimi anni» (Luciana Littizzetto). E ancora «”L’allieva” mi piace tantissimo! La trama coinvolge, lo stile è vivo, si sorride e si ride, e poi si legge d’un fiato» (Alicia Giménez-Bartlett).

“Un po’ di follia in primavera” è il sesto caso e l’ultimo (ma sarà vero?) dell’imbranata ma meravigliosa Alice, che non a caso si chiama come il personaggio di Lewis Carrol. Il libro, edito da Longanesi nel 2016, era stato preceduto da “Una lunga estate crudele”, in cui avevamo lasciato l’autoironica antieroina con i suoi mille dubbi di giovane donna in lotta con la precarietà del lavoro e dei sentimenti, tanto capace quanto insicura, ancora immersa nello studio della specializzazione, ma pronta ad affacciarsi da adulta alla vita, al lavoro, all’amore. In questo nuovo capitolo la nostra, giunta finalmente alla fine della formazione professionale e superata (almeno così spera) la tragicomica goffagine, è alle prese con l’omicidio di un rinomato psichiatra, che era stato suo insegnante. Se anche questa volta Alice brancola nel buio, la sua vita amorosa non potrebbe (il condizionale è d’obbligo) andare meglio. Archiviati i tentennamenti (se non l’attrazione) verso lo scorbutico collega e superiore CC (Claudio Conforti), sta per convolare a nozze con il suo bel reporter, il gentilissimo, sia pur inafferrabile, Arthur Malcomess, mentre il padre di lui, il “Supremo” e temibile direttore dell’Istituto, va finalmente in pensione.

Un’altra indagine, ma un altro registro narrativo ci riserva “A cantare fu il cane”, che Andrea Vitali presenterà al Castello di Pantelleria il 2 settembre, alle ore 19,30, in dialogo con il vicesindaco Angela Siragusa, nell’ambito della “Notte della poesia”, in collaborazione con il Comune e con il supporto del Comitato Preziosa Pantelleria. Il romanzo, edito da Garzanti nel 2017, è stato accolto con entusiasmo dalla critica e dagli assidui lettori dello scrittore lombardo, che qui riporta l’orologio indietro, alla fine degli anni Trenta, per raccontare misteri e tresche di paese, il suo paese, Bellano, su quel ramo del lago di Como in cui ambienta da sempre le sue storie più belle.

Andrea Vitali

 

Cinema

Giancarlo Giannini e le sue invenzioni

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Giancarlo Giannini e le sue invenzioni infiammano il pubblico del Teatro Doglio di Cagliari. Protagonista di Sardegna Mediterranea – L’isola del Genio e dell’Ingegno, evento promosso dalla Fondazione Mont’e Prama con la Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, l’attore ha ripercorso la sua carriera cinematografica, lunga 70 anni, attraverso una serie di aneddoti e racconti legati proprio alle sue invenzioni. Del resto, ammette Giannini, “sono arrivato alla recitazione per caso, da sempre la mia passione è stata l’elettronica, sono un perito elettronico industriale. Noi abbiamo uno strumento straordinario, le mani, e grazie a queste mani, posso svolgere tantissime attività. Mi conoscete tutti come attore e doppiatore, ma io sono anche un falegname, un fabbro. Visto che di mani parliamo, sono anche uno straordinario cuoco”.

Giancarlo Giannini

Una delle invenzioni più famose di Giancarlo Giannini è stata una giacca speciale che costruì per Robin Williams nel film Toys, il film di Barry Levinson del 1992: “Una giacca parlante, capace di emettere suoni e di parlare 6 lingue, compreso il giapponese. Me la chiesero i produttori americani. Per realizzarla lavorai 6 giorni e 6 notti, senza sosta. La caratteristica speciale è che tutto l’impianto, con le luci, doveva essere esterno, perché il pubblico doveva vedere che si trattava di un oggetto speciale”.

Intervistato da Ivan Scinardo, Giornalista e Direttore della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia, Giancarlo Giannini ha ripercorso alcune tappe fondamentali della sua carriera. Dal debutto al cinema, nel 1965, ha interpretato oltre 150 film, ottenendo anche una nomination all’Oscar, fino al riconoscimento sulla Walk of Fame, l’unico attore italiano insieme a Rodolfo Valentino.

Ivan Scinardo, Giornalista, Direttore della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia

Si emoziona quando sullo schermo viene proiettata la foto insieme alla regista Lina Wertmüller: “Lei era quella brava, era grandissima, le devo tutto. Aveva una visione unica sulle cose del mondo, sulla vita, sul cinema”. E il pensiero ritorna indietro, al 1974, a quella scena memorabile girata insieme a Mariangela Melato in una Sardegna selvaggia, la spiaggia di Cala Fuili, in quella pellicola che è entrata a pieno diritto nella storia del cinema mondiale: “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”.

Giannini ha recitato anche in Hannibal, il film diretto da Ridley Scott nel 2001, appartenente alla saga de Il silenzio degli innocenti, ispirato ai romanzi di Thomas Harris. Nella pellicola interpreta il ruolo del commissario Rinaldo Pazzi. Altre scene memorabili, come il dialogo serrato con Anthony Hopkins (Hannibal Lecter): “Lui è un attore pazzesco, dalla punta dei piedi fino all’ultimo capello della testa. Lavorare con lui ha significato imparare tante cose. Guardavo come si muoveva, come parlava, scrutavo le sue espressioni facciali durante le scene. Lui è uno di quelli che bisogna guardare, per assimilare l’arte della recitazione, per imparare. Nella mia carriera ho avuto dei maestri straordinari, registi e colleghi che mi hanno aiutato a diventare quello che sono”.

Come doppiatore, ha prestato la voce a Jack Nicholson e Al Pacino in diverse significative interpretazioni. Il pubblico di Cagliari è rimasto ancora una volta affascinato nel vedere una delle scene più famose di Shining, il film del 1980 diretto e sceneggiato da Stanley Kubrick, insieme a Diane Johnson. È la scena di “Wendy, dammi la mazza”, un altro pezzo di storia del cinema che, secondo alcuni, soltanto Giannini poteva interpretare come doppiatore italiano. “Doppiare certe scene è davvero difficile, anche per la quantità di parole e la velocità che caratterizzano i dialoghi. Credo che in questo caso mi abbia aiutato anche la mia propensione allo studio. Sono un perfezionista, leggo e rileggo il copione fino all’ultimo secondo, dovunque mi trovi. Solo così – ha concluso Giannini – si ottengono grandi risultati”.

Fonte: https://www.tortohelie.it/notizie/sardegna-mediterranea-giancarlo-giannini-una-star-del-cinema-con-la-mania-delle-invenzioni/

Il servizio di Roberta Lai per  Telesardegna:

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Cultura

“Sembra vivo!” Reportage a palazzo Bonaparte a Roma

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Entrare a palazzo Bonaparte a Roma, nella centralissima piazza Venezia , per vedere la mostra “sembra vivo!” e’ un ‘esperienza unica, stupefacente ed emozionante.

Salendo per le scale si ha gia’ l’ impressione di cloni umani, dal ragazzo che guarda verso la finestra alla ragazza seduta e poi..

Ecco si palesa la mostra in carne e ossa..

‘Sembra vivo! ‘è una mostra iperrealista che induce il visitatore a riflettere sull’essenza della realta’ e su cio’che si vede e sulla relativa percezione.

te a Jago e a Leandro Erlich, diffonde la cultura di un’arte profondamente innovativa, stravolgente e travolgente l’osservatore.

Gli artisti esposti sono 29 e costituiscono il gotha nello scenario internazionale: da Maurizio Cattelan (presente con opere iconiche quali i piccioni dell‟installazione “Ghosts” o la famosa banana, meglio detta “Comedian”) a Ron Muech che espone anche una gigantesca testa di uomo “Dark Place”, fino a George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson et alii.

Una vasta selezione di opere, provenienti da collezioni di tutto il mondo, che ha il sigillo del movimento iperrealista. Movimento che, dagli anni „70 in poi, e’cresciuto ,evolvendosi con tecniche innovative per realizzare opere verosimili da confondersi con quelle umane.

Le sculture sembrano essere incarnazione di quanto affermato da Albert Einstein:. ”la realtà è una semplice illusione , sebbene molto persistente “.

Le. sculture iperrealistiche emulano infatti le forme, i contorni e le texture del corpo umano , creando una strabiliante illusione visiva e un‟estrema verosimiglianza.

Si viene ingannati dalla pelle verosimigliante , dai capelli, dalle barbe, dalle dita e persino dagli occhi che riproducono il battere del ciglio Umano.

Sembrano effettivamente vive, manca loro la favella e “Sembra vivo!” e’ una cantilena ricorrente davanti alle incredibili opere di Maurizio Cattelan, Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman e tantissimi altri.

L osservatore viene totalmente ingannato da queste opere che nel circuito visivo talora non sempre distingue le opere dalle persone che visitano la mostra.

Le opere sono così reali da confondere i visitatori trasportandoli in un mondo al confine tra vero e l’illusione.

“Think different”è fondamentale, ovvero la mostra è un invito a guardare la realta’ con occhi diversi,con una mente volta al cambiamento e all‟ innovazione.

Laura Bisso

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Cinema

Taormina Film Fest e Taormina Arte 2023

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Dal 23 giugno al 31 agosto: una lunga cavalcata di cinema e di musica e anche il teatro è presente ma in minima parte.

Dopo i saluti del presidente della Regione Renato Schifani, l’assessore al Turismo Elvira Amata ha auspicato che “Il cartellone di Taormina possa durare tutto l’anno, accompagnato da eventi artistici internazionali”. Tra gli appuntamenti più importanti il Gala Pavarotti Forever prodotto con la Fondazione Pavarotti che vede la partecipazione di alcuni tra i tenori più famosi del momento: Marcelo Alvarez, Vittorio Grigolo, Placido Domingo che ormai canta da baritono e il soprano Aida Garifullina e il siciliano Mario Biondi. La settimana poi è dedicata al cinema, tra classici proiettati al Palazzo dei Congressi e prime assolute come Lo sposo indeciso con Giammarco Tognazzi e Francesco Pannofino. Tra gli artisti presenti John Landis e Abel Ferrara. Landis terrà una masterclass alla Casa Cuseni. Altra prima italiana è l’ultimo Indiana Jones e il quadrante del Destino” per la regia di James Mangold che vedrà la presenza di Harrison Ford al Teatro Antico.    Il sovrintendente Ester Bonafede ha chiarito che “Dopo il declino del Festival, dormiente per 10 anni e un debito che ammontava a 4 milioni di euro, il cammino è ripreso con un attenzione particolare al bilancio che deve essere attento e francescano. La Sicilia – ha aggiunto – è un palcoscenico naturale e occorre moltiplicare le produzioni cinematografiche che usano l’isola come set”.     La direzione artistica è affidata a Beatrice Venezi e a Barret Wissman, un veterano dei festival italiani, che in soli due mesi hanno messo insieme il nutrito programma. Wissman ha invitato Bella Thorne per una serata di gala dedicata al lavoro degli influencer e al ruolo che questi svolgono nei social media. La Thorne presenterà il suo primo cortometraggio Paint her red. Molte le prime italiane, tra cui Jeanne du Barry con Johnny Depp, o come Billie’s magic world con Alec Baldwin.    All’Hotel Timeo il primo luglio ci sarà la masterclass di Abel Ferrara e Willem Dafoe. Durante la consegna dei Nastri d’Argento sarà premiato il film di Roberto Andò La Stranezza.     Beatrice Venezi dirigerà Il Trittico di Giacomo Puccini sabato 8 luglio con Marcelo Alvarez, mentre il 21 luglio andrà in scena Turandot diretta da Gianluca Martinenghi. Molti gli eventi musicali come Le quattro stagioni alla Villa Comunale. Per il teatro Francesco, il giullare che inventò il presepe con Luca Lazzareschi o Io ti veglierò. Io ti proteggerò omaggio di Giorgio Pasotti a Gabriele D’Annunzio. Ma la danza si prende la scena con Eleonora Abbagnato in Giulietta e Jacopo Tissi in Past/Forward. Ancora lirica il 16 agosto con Cavalleria Rusticana e Pagliacci, il duo Mascagni e Leoncavallo con la direzione di Marco Guidari

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