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Cultura

Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro

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Giovanni Paolo II trasformò la sua croce in amore

Sono passati 15 anni dalla morte di Karol Wojtyla, come ricordato da Papa Francesco. Indimenticabili i giorni che segnarono il passaggio alla Casa del Padre di San Giovanni Paolo II, dopo una lunga malattia vissuta con una testimonianza cristiana che attrasse non solo i credenti ma anche persone lontane dalla Chiesa.

Un Papa da record Fu il primo Papa non italiano dopo 455 anni, il primo pontefice polacco nella storia. Il suo pontificato è durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni ed è stato il terzo più lungo della storia dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo. Fu il primo Papa a recarsi in visita nei paesi più poveri del pianeta per portare la parola di Dio oltre che la luce e la speranza, arrivando a quota 104 viaggi. Il 1° maggio del 2011 è stato proclamato beato dal suo immediato successore Benedetto XVI.

Una vita per i giovani, la pace, lo sport La grande forza di Papa Wojtyla fu la sua vicinanza ai giovani, agli indifesi, ai sofferenti, ai malati. Nel 1985 ha inaugurato la Giornata Mondiale della Gioventù, divenuta da allora in avanti un appuntamento fisso e imperdibile per i “Papa Boys”, i suoi fan prediletti che per 19 edizioni hanno riempito le piazze della città scelta dal loro idolo. Durante tutto il suo pontificato Karol si è impegnato a promuovere il dialogo con le altre religioni. Nel marzo del 2000 si recò in Terra Santa, e davanti al Muro del pianto rinnovò il “mea culpa” nei confronti degli ebrei. Nello stesso anno, in occasione del Giubileo del 2000, chiede perdono per tutti i peccati della Chiesa. Celebri i suoi appelli per la pace e la denuncia del terrorismo, nel tentativo di scongiurare la guerra in Iraq dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Fu soprannominato “l’atleta di Dio” per la sua grande passione per lo sport e la montagna.

La morte e il cammino verso la santitàIl 30 marzo 2005, Giovanni Paolo II apparve, come tante volte aveva fatto nel corso della sua vita, alla finestra su piazza San Pietro. Vi rimase per poco tempo, tentando inutilmente di parlare. Quella fu l’ultima volta che si mostrò in pubblico prima di morire. Sabato 2 aprile 2005, alle ore 21:37, si spense all’età di 84 anni, dopo l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, precarie da anni. Alle sue esequie parteciparono moltissimi capi di stato e di governo, oltre a centinaia di migliaia di fedeli giunti per dare l’ultimo saluto al loro idolo al grido di “Santo subito”. Il 1° maggio 2011 è stato proclamato Beato dal suo immediato successore Benedetto XVI. Il 27 aprile 2014 è arrivata anche la santificazione ad opera di Papa Francesco.

Al Cardinale Angelo Comastri è stato chiesto cosa ci offre oggi, in un contesto drammatico come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza Coronavirus, la vita e l’esempio di Karol Wojtyla?

“Il dilagare dell’epidemia, la crescita dei contagiati e il bollettino quotidiano del numero dei morti ha trovato impreparata la società e ha messo in luce il vuoto spirituale di molte persone. Il giornalista Indro Montanelli, poco prima di morire, uscì con questa considerazione lucida e onesta: “Se debbo chiudere gli occhi senza sapere da dove vengo e dove vado e che cosa sono venuto a fare su questa terra, valeva la pena che aprissi gli occhi? La mia è una dichiarazione di fallimento!”. Queste parole di Montanelli fotografano la situazione di una parte dell’attuale società. Anche per questo, l’epidemia spaventa: perché in tanta gente si è spenta la fede. Giovanni Paolo II era un credente, un credente convinto, un credente coerente e la fede illuminava il cammino della sua vita.”

 

(Fonte: Vatican news)

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Cultura

I Cavalieri della Repubblica in cammino

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A PESCARA CONVEGNO  PER IL DECENNALE ANCRI

I Cavalieri della Repubblica in cammino sul sentiero della Solidarietà

Nelle splendide sale dell’Hotel Adriatico di Montesilvano -Pescara   il prof. Marco Olivetti, docente di Diritto Costituzionale alla LUMSA di Roma  e membro della commissione  dei 35 esperti chiamati dal Presidente della Repubblica  per le riforme istituzionali, ha  sviluppato il tema sul “Principio della solidarietà nella Costituzione italiana”, mettendo a fuoco il valore solidarietà, inteso come aiuto tra le persone, muto sostegno tra i cittadini , sulla scia dei “diritti sociali” che scaturiscono da una “solidarietà paterna” che spetta allo Stato , come ben espresso nella Carta dei Diritti dell’Unione Europea  negli articoli 27-38, che trovano riscontro nell’art. 2 della Costituzione quando si richiamano i “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociali”.

Nell’art. 52 della Carta Costituzionale vengono altresì richiamati i doveri   di “solidarietà fraterna” che impegna ogni cittadino alla: difesa della Patria, fedeltà alla Repubblica, al rispetto delle norme tributarie che costituiscono la garanzia dei servizi di assistenza, salute, scuola, tutela del cittadino.

Nella voce solidarietà si intrecciano diritti e doveri, che vengono applicati ed esercitati nell’impianto organizzativo delle autonomie locali, nelle quali ciascun ente collabora e contribuisce alla costruzione del bene comune a beneficio di tutti i cittadini dello Stato italiano.

 

Attenzione all’altro

Il valore dell’attenzione all’altro,  alle periferie, agli emarginati, ai profughi, alle molteplici povertà sociali impegna ogni cittadino a mettere in azione gesti e comportamenti di attenzione, di rispetto e di concreto aiuto.

Una particolare attenzione è stata riservata dal Relatore alle derive libertarie (droga, aborto, gender, eutanasia)  che nella società di oggi, dominata dal relativismo, pervadono il tessuto sociale e corrodono le redici dei valori.

Dopo il saluto del presidente  dimissionario Prof. Antonello De Oto dell’Università di Bologna, è stato letto il messaggio del Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ai convegnisti in occasione del V raduno nazionale, auspicando, come recita il motto ANCRI “Parati sumus iterare” a rinnovare le azioni di legalità e di impegno civile che hanno fatto meritare la prestigiosa onorificenza.

L’impegno

L’impegno per una solidarietà agita qualifica il contributo sociale e civile dei Cavalieri della Repubblica e i molteplici  i interventi delle  sezioni  vengono coordinate dal delegato nazionale Antonio Benfatti.

IL presidente emerito, Uff. Tommaso Bove, ha percorso il cammino storico dell’associazione fondata nel 2014 ad Anzio, aggregando soltanto gli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica ed ora presente nel territorio nazionale con quattromila aderenti.

Al teatro Circus di Pescara ha avuto luogo la serata di gala, aperta alla cittadinanza,con la partecipazioni di illustri artisti della regione.

La domenica,20 aprile,  dopo la solenne  S. Messa nella Cattedrale di Pescara, dedicata a San Cetteo, con l’esposizione di numerosi labari delle sezioni regionali e territoriali  e con  la recita della preghiera del Cavaliere, nella piazza del monumento dei Caduti è stata deposta una corona di alloro dal Sindaco  Carlo Mascia, dal presidente Ancri Antonello De Oto   e della presidente della sezione ANCRI di Pescara, Annamaria Di Rita.

Hanno partecipato alla manifestazione cittadina gli studenti delle scuole medie e superiori di Pescara, che hanno eseguito il Canto degli italiani, utilizzando il linguaggio dei segni, e portando una grande bandiera tricolore.

L’annullo postale, nella ricorrenza del 10° anniversario della fondazione dell’Ancri,  ha suggellato la solenne ricorrenza.

Giuseppe Adernò

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Cultura

Esplorando il Ruolo del Critico d’Arte

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Esplorando il Ruolo del Critico d’Arte: Guida alla Comprensione e all’Apprezzamento dell’Arte Contemporanea

Nel vasto panorama dell’arte contemporanea, il ruolo del critico d’arte emerge come una figura chiave nella guida del pubblico attraverso le complesse opere e idee dei creatori contemporanei. Questo articolo si propone di esplorare il significato e l’importanza del critico d’arte, analizzando il suo ruolo nel contesto dell’arte contemporanea e fornendo linee guida su come apprezzare e comprendere meglio le opere d’arte attraverso il suo punto di vista esperto.

Chi è il critico d’arte?  e sensibilità artistica, il critico d’arte è in grado di analizzare e valutare le opere d’arte, contestualizzandole nel contesto storico, sociale e culturale in cui sono state create. Il suo ruolo non è solo quello di giudicare le opere, ma anche di fornire un’interpretazione critica e una narrazione che aiuti il pubblico a comprendere e apprezzare l’arte contemporanea in modo più profondo.

Funzioni del critico d’arte: Il critico d’arte svolge diverse funzioni cruciali nel mondo dell’arte contemporanea:

  1. Interpretazione: Il critico d’arte interpreta le opere d’arte, analizzandone il significato, le tecniche utilizzate e il contesto in cui sono state create. Questa interpretazione aiuta il pubblico a cogliere le sfumature e i messaggi impliciti nelle opere.
  2. Educazione: Il critico d’arte educa il pubblico sull’arte contemporanea, fornendo informazioni e contestualizzazioni che permettono di apprezzare meglio le opere d’arte e il loro significato.
  3. Valutazione: Il critico d’arte valuta le opere d’arte in base a criteri estetici, concettuali e tecnici, contribuendo così a definire il valore e l’importanza delle opere all’interno del panorama artistico contemporaneo.
  4. Critica: Il critico d’arte critica le opere d’arte, mettendo in luce sia i loro punti di forza che le eventuali debolezze. Questo aiuta gli artisti a crescere e a migliorare, e stimola il dibattito e la riflessione critica nel mondo dell’arte.

Come apprezzare l’arte attraverso gli occhi del critico d’arte: Per apprezzare e comprendere meglio l’arte contemporanea attraverso il punto di vista del critico d’arte, è utile seguire alcune linee guida:

  1. Informarsi: Leggere le recensioni e gli articoli dei critici d’arte su riviste specializzate, siti web e giornali può fornire preziose informazioni sulle opere d’arte e sugli artisti contemporanei.
  2. Analizzare: Osservare attentamente le opere d’arte e cercare di coglierne i dettagli, le tecniche utilizzate e i messaggi impliciti. Chiedersi cosa l’artista voglia comunicare e come il critico d’arte interpreta l’opera può arricchire la comprensione dell’arte.
  3. Contestualizzare: Considerare il contesto storico, sociale e culturale in cui è stata creata l’opera d’arte può aiutare a comprenderne meglio il significato e l’importanza. Il critico d’arte fornisce spesso queste contestualizzazioni nei suoi articoli e recensioni.
  4. Riflettere: Dopo aver esaminato un’opera d’arte attraverso il punto di vista del critico d’arte, riflettere su come questa interpretazione abbia influenzato la propria comprensione e percezione dell’opera. Condividere opinioni e discutere con altri appassionati d’arte può arricchire ulteriormente l’esperienza di apprezzamento dell’arte contemporanea.

Conclusioni: Il critico d’arte svolge un ruolo fondamentale nell’arte contemporanea, aiutando il pubblico a comprendere, apprezzare e interpretare le opere d’arte in modo più profondo e significativo. Attraverso la sua analisi critica e la sua narrazione esperta, il critico d’arte arricchisce il dialogo culturale e contribuisce alla crescita e alla valorizzazione dell’arte contemporanea. Prestare attenzione al punto di vista del critico d’arte può arricchire notevolmente l’esperienza di fruizione dell’arte contemporanea e stimolare la riflessione critica nel pubblico.

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Cultura

Accoglienza della vita, un dovere sempre

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La legge non può negare un diritto

Ritorna ancora una volta il saggio detto : “Ogni bimbo che nasce è segno che Dio non si è ancora stancato degli uomini. Ogni bimbo che muore è segno che l’uomo si è stancato di Dio”.

Nella proposta di approvazione delle legge sull’aborto da parte dell’Assemblea Generale del Parlamento Europeo,non si leggono i segni di una conquista democratica e di civiltà, bensì la negazione dei diritti naturali della persona umana, chiamata alla vita.

“Viviamo in un tempo di drammatica denatalità, in cui l’uomo sembra aver smarrito il gusto del generare e del prendersi cura dell’altro, e forse anche il gusto di vivere. Una culla simboleggia invece la gioia per un bimbo che viene alla luce, l’impegno perché possa crescere bene, l’attesa e la speranza per ciò che potrà diventare”.

Le parole di Papa Francesco cadono nel vuoto e i legislatori seguono i loro programmi di distruzione e di morte, cancellando quei valori che hanno segnato di arte, cultura e bellezza la storia del pianeta terra.

Il documento “Dignitas infinita”, recentemente pubblicato dal Dicastero della Dottrina della Fede, afferma che la dignità appartiene a ogni essere umano, senza differenza di condizione, di razza, di età, di sesso  e la  medesima  parola “dignità” apre  il titolo primo della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, dove si dice che “la dignità umana è inviolabile”.

Ciascuna persona umana ha una dignità infinita, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi.

Questa dignità, che è ontologica,  non viene concessa dallo Stato e riguarda ogni sfaccettatura della persona, purtroppo subisce violazioni, quando è toccata da povertà, guerra, migrazione, tratta, violenze contro le donne, aborto, maternità surrogata, eutanasia e suicidio assistito, scarto dei diversamente abili, teoria gender, cambio di sesso, violenza digitale

Il figlio nel grembo materno partecipa di questa dignità ed il fondamento di tutte le altre norme è, infatti,  il diritto alla vita

La formula che si intende introdurre nella Carta Europea così recita: “Ognuno ha diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativo servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”.

L’aborto si qualifica come un servizio sanitario, una cura della salute , ma nello stesso tempo si pone in ombra e si  cancella  l’ingiustizia dell’uccisione del figlio, senza neanche proteggere la maternità “difficile” che segna discriminazioni e penalizzazioni a carico delle mamme.

Mentre si registra il calo delle nascite si contano 42 milioni e 600 mila aborti,  a quali si aggiungono quelli illegali. Le motivazioni che inducono le donne ad abortire sono molteplici e queste cicatrici restano impresse nella loro esistenza.

Siamo immersi nel mistero della sofferenza; la vita è un mistero, nascere per morire è già un mistero. Dove trovare un punto d’incontro tra chi crede e non crede? Se non è la persona umana nella sua dignità il terreno comune su cui ci possiamo ritrovare credenti, miscredenti, diversamente credenti e atei, dove ci possiamo ritrovare? Non credo che esista un altro terreno comune: la persona umana è quel terreno sacro davanti al quale ci togliamo le scarpe.

Chi crede è molto avvantaggiato perché nella persona umana vede l’immagine di Dio, ma anche per chi non crede la persona umana ha un immenso valore.

La ricerca e la valorizzazione di un nuovo umanesimo dovrebbe ampliare gli orizzonti per la costruzione di una società più umana e più vera, per una concreta ed efficace costruzione del bene comune

Giuseppe Adernò

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In Tendenza