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Eventi

9 maggio   quattro grandi eventi da ricordare

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9 maggio   quattro grandi eventi da ricordare

Molte le ricorrenze del 9 maggio e quest’anno occupa il primo posto la  “Festa della Vittoria” e parata militare  di Mosca  a 77 anni dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale e l’atteso discorso del Presidente Putin in merito alla guerra con l’Ucraina e si auspica la cessazione del conflitto e il dialogo, scongiurando una terza guerra mondiale.

Il 9 maggio anniversario della “Dichiarazione” che   il Ministro degli Esteri francese Robert Schuman fece nel 1950 proponendo di creare la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (Ceca), progenitrice dell’odierna Unione Europea, dal 1985 è il giorno dedicato all’Unione Europea e tornano in mente le parole e l’appello di Davide Sassoli, giornalista e Presidente del Parlamento Europeo, deceduto l’11 gennaio di quest’anno.

L’Europa ritrovi l’orgoglio del suo modello democratico di libertà e di prosperità e, secondo il suo auspicio “il prossimo 9 maggio, data in cui si celebra la Giornata dell’Europa, sia l’occasione di una manifestazione comune, forte e unitaria, che testimoni l’impegno comune per il progetto europeo e per i valori e la civiltà che trasmette».

A Davide Sassoli vengono dedicate, piazze, panchine, parchi e viene ricordato nelle conferenze e nei numerosi incontri di studenti # lascuolaparladieuropa, nell’ambito del progetto “Educare alla cittadinanza europea”, con l’obiettivo di avvicinare gli studenti ai temi della cittadinanza europea e a ciò che questo significa in termini di opportunità per il futuro.

“Uomo di ideali e non di ideologie”, adottando la metodologia del dialogo, ha animato la democrazia di “idee forti dai modi gentili”, nella visione di un’Europa intesa come “punta avanzata di umanità, cultura, resilienza e democrazia”. 

“Ha sfondato muri di gomma con la tenacia della tua gentilezza, con l’ostentazione del rispetto per gli altri, con lo sfinimento del dialogo, la forza della prudenza e la dirompenza della mitezza”.

Il Parlamento Europeo lo ha riconosciuto come “presidente mito e prossimo”; come “vero e sincero amico”ed  il gesuita Padre Francesco Occhetta ha detto che Sassoli era “capace di scagliare come un arciere, nel cuore parole pacate e calibrate che hanno modellato il nostro Paese e l’Europa,  ed erano parole che profumano di fraternità”.

L’amore, infatti, non si divide, si moltiplica, si mette a servizio degli altri, si dona e diventa “Bene comune”.

La data del 9 maggio unisce Roma e Cinisi. La capitale d’Italia e un piccolo paese della Sicilia. Due luoghi molto distanti ma, uniti nel dolore. Nel 1978 sono avvenute due stragi e due barbare uccisioni: quelle di Aldo Moro e di Peppino Impastato.

Il 16 marzo 1978 lo statista democristiano, Padre Costituente Aldo Moro, venne rapito dalle Brigate Rosse. La mattina di quel triste giorno, poco dopo le 9, un commando delle Br entrò in azione in via Fani. I terroristi rossi con un tamponamento fermarono le auto, aprirono il fuoco uccidendo i cinque uomini della scorta, caricarono il presidente della Dc su una Fiat 132 blu.

L’organizzazione terroristica rivendicò il sequestro, che si concluse drammaticamente 55 giorni dopo con l’uccisione dello statista. Quel 9 maggio, con una telefonata, i terroristi rossi lanciarono un’ultima, drammatica comunicazione. Il cadavere di Aldo Moro venne ritrovato dalla polizia, verso le 13,30, nel portabagagli di una Renault 4 rossa in via Caetani, vicino alle sedi di Dc e Pci.

A Roma il Presidente della Repubblica e le alte cariche dello Stato hanno reso omaggio con una corona di fiori al grande Statista e nell’aula di Montecitorio si celebra la giornata delle vittime del terrorismo.

 Peppino Impastato venne assassinato da Cosa Nostra nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978.

Dopo aver fondato Radio Aut, emittente libera attraverso cui sbeffeggiava e denunciava delitti e affari mafiosi di Cinisi e Terrasini, soprattutto del capomafia Gaetano Badalamenti, quello stesso anno si era appena candidato alle elezioni comunali nella lista di Democrazia Proletaria. Inizialmente il delitto venne etichettato come un atto terroristico finito male, di cui lo stesso Peppino sarebbe stato autore e vittima. Ma il fratello Giovanni e la mamma Felicia si spesero con tutto loro stessi per far emergere la verità, avere giustizia e vedere riconosciuta, e punita, la matrice mafiosa di quell’omicidio. L’inchiesta venne formalmente riaperta nel 1996 grazie alla testimonianza del collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo, che indicò come esecutore dell’assassinio Vito Palazzolo, che fu condannato dalla Corte d’assise il 5 marzo 2001 a trent’anni di reclusione. E come mandante Gaetano Badalamenti, l’11 aprile 2002 fu condannato all’ergastolo.

Il nove maggio del 1993 Giovanni Paolo II dalla valle dei templi ad Agrigento e dinnanzi a migliaia di giovani radunati a Piano San Gregorio lanciò un monito di conversione ai mafiosi “Lo dico ai responsabili – urlò profeticamente il Papa polacco – convertitevi. Verrà una volta il giudizio di Dio”.

In quell’occasione il Papa incontrò anche i genitori del Giudice Rosario Livatino ora beato

Quel grido è stato raccolto dal Parlamento della Legalità Internazionale che diffonde tra giovani la cultura della legalità attivando progetti di pace, di solidarietà e di fratellanza anche attraverso le “ambasciate” aggregazione di giovani sui valori condivisi  e come ogni anno il presidente Nicolò Mannino insieme al vice presidente Salvatore Sardisco a Piano San Gregorio hanno celebrato l’evento e il vescovo di Agrigento, Mons. Carmelo Ferraro ha scritto sul banner del Parlamento della Legalità Internazionale: “A voi che siete la risposta vivente al grido di San Giovanni Paolo II”.

Una targa di marmo posta dal Parlamento della Legalità internazionale con una dedica affettuosa a San Giovanni Paolo II e un cero esagonale rivestito di mattonelle colorate realizzato dai detenuti del carcere palermitano del “Pagliarelli”. Segni indelebili di un cammino di fede e di riscatto”.

Giuseppe Adernò

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Cultura

Il numinoso in S.Agata a Catania

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Ritorna la festa nel segno della legalità e del bene comune

Dopo la pausa pandemica la festa di Sant’Agata riprende nel fascino della sacralità l’impianto tradizionale in un’aurea sacra che ispira reverenza e devozione.

Ai giornalisti e cronisti della festa dall’incontro formativo promosso dall’UCSI, presso la Chiesa di S Agata La Vetere, sono giunti alcuni suggerimenti di indirizzo per comunicare “col cuore” il senso vero della sacralità della festa.

Come ha detto l’Arcivescovo Mons. Luigi Renna, nel presentare le linee guida del seminario “Il numinoso in Sant’Agata”, citando i teologi Rudolf Otto, Dietrich Bonhoeffer ed il filosofo Emmanuel Levinas, occorre centrare l’attenzione sui volti dei devoti che pregano la Vergine martire e quindi saper cogliere e comunicare il mistero di sacralità e di riverenza.

Perché si possa “parlare col cuore” secondo le indicazioni del messaggio della 57° Giornata mondiale delle comunicazioni, occorre vivere la festa dall’interno e come ha testimoniato il direttore de “La Sicilia”, Antonello Piraneo: partecipare alla Messa dell’Aurora e condividere il dialogo di fede del primo incontro dei fedeli con la Santa Patrona. Emozioni, commozioni, preghiere, invocazioni, ringraziamenti costituiscono le “parole del cuore” che, raccolte dai giornalisti, diventano messaggio e cultura per il lettore, cronaca e testimonianza di valori.

Elemento essenziale del sacro è il “numinoso”, termine coniato dal teologo tedesco Rudolf Otto nell’opera “Il Sacro” (1917) ed indica l’esperienza peculiare di una presenza invisibile, maestosa, potente che ispira terrore e fascino. Don Paolo Buttiglieri, consulente dell’UCSI e docente di comunicazione sociale all’Università Pontificia Salesiana, ha tracciato il percorso storico e filosofico della fenomenologia della religione e come il “misterium ineffabilis” e l’augustum della santità stimolano e accompagnano la ricerca del sacro che a volte raggiunge anche l’estasi e il misticismo.

La festa grande di Sant’Agata è segno visibile del “numinoso” e nell’intreccio dei riti  e dei momenti salienti della festa si coglie la forza della “numinosità”,  sentimento di oscura potenza del soprannaturale, ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo.

La prof. Rosalba Panvini , archeologa e già Sovrintendente dei Beni Culturali, ha presentato una carrellata di immagini di reperti  archeologici siciliani che descrivono il senso del sacro nelle civiltà micenee, greche, latine, fino ai nostri giorni.

Nella festa di S Agata si intrecciano elementi di devozione popolare, di tradizioni e  di folklore che vanno letti e descritti con attenzione e ricerca della “spiritualità”.

La presidente del Comitato dei festeggiamenti, Cav. Mariella Gennarino, nel presentare i dati numerici delle previsioni di partecipanti alla festa ha tracciato le linee indicative per lo svolgimento sereno e ordinato delle diverse manifestazioni nel segno della legalità e dell’impegno civico.

Nell’introdurre la nona edizione del seminario, “Comunicare il sacro”, progetto avviato nel 2015, il presidente Giuseppe Adernò, ha letto il messaggio inviato dalla giornalista Rossella Jannello, impossibilitata a partecipare come gli altri anni ed è stato ricordato il giornalista Salvo Fichera, recentemente venuto a mancare all’affetto dei familiari e dei tanti amici.

Il saluto del Segretario nazionale UCSI, Salvo Di Salvo, e Tesoriere dell’Ordine dei giornalisti, ha indirizzato l’attenzione verso il tema del messaggio della 57° Giornata delle comunicazioni sociali: “Parlare col cuore”, sollecitando un responsabile impegno etico nell’esercizio della professione che dà “acqua pulita alla gente che desidera costruire un mondo migliore” e racconta la verità “con lo stile sapiente della carità, per allargare la casa della speranza”.

 I prossimi appuntamenti formativi per i giornalisti convergono nel “Festival della Comunicazione “che si svolgerà nel mese di maggio e l’Arcidiocesi di Catania sarà protagonista a livello nazionale, con la collaborazione dei Padri Paolini ed un coinvolgimento attivo degli enti e delle associazioni che operano nel settore.

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Cultura

Didacta: infrastruttura culturale per la scuola siciliana

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FIERA DIDACTA: infrastruttura culturale per la scuola siciliana

Un evento eccezionale e significativo,  realizzato  con la collaborazione e il sostegno della Regione Siciliana e del Comune di Misterbianco  ed ha raccolto l’adesione di 75 aziende leader del settore scuola  le quale hanno presentato importanti novità nel settore dell’elettronica (robotica, sistemi di automazione, LIM di nuova generazione computer, tablet, schermi ecc.),case editrici,  riviste, libri e materiale didattico per la scuola  dell’infanzia, software didattici e suggerimenti applicativi  per creare ambienti didattici innovativi 4.0, aule immersive, ecosistemi di apprendimento e contenuti digitali ed editoriali di ultima generazione.

La  qualificata presenza istituzionale alla cerimonia inaugurale che si è svolta nella Main Hall di SICILIA FIERA Exhibition Meeting Hub alla presenza del Comitato organizzatore, del Prefetto e dell’Arcivescovo di Catania, del direttore generale dell’Ufficio scolastico Regionale, Giuseppe Pierro e  del sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro.

In videocollegamento  il Presidente della Regione, Renato Schifani ha formulato gli auguri per il lieto evento, dichiarando che,  “Didacta raccoglie la sfida dell’innovazione nel mondo dell’istruzione, che parte dalla scuola materna fino alle superiori e all’università, e in quello delle professioni. La specializzazione e la professionalità sono sempre più una meta ambita dai vari competitors, in un nuovo mondo globalizzato didattico, professionale, industriale e telematico. Ecco perché bisogna cogliere questa sfida”.

Con visibile soddisfazione Davide LeonarduzziDirettore Generale di Sicilia Fiera  ha espresso la gioia della realizzazione di un progetto avviato un anno e mezzo fa il 6 aprile 2021

“Questa  prima edizione di Didacta a Sicilia Fiera, è  un evento più importante a livello europeo  per chi opera nel mondo della formazione, Sicilia Fiera  dà il via alla costituzione di un Ente fieristico, il primo del Meridione, che proietta la Sicilia su una piattaforma internazionale di scambio, innovazione e buone prassi per la grande industria della scuola. L’Ente Fiera tende a dare una risposta a una richiesta che da anni era pressante: di avere un luogo di incontro e confronto innovativo dove i mercati possano darsi appuntamento”.

Facendo eco all’intervento dell’ex assessore regionale alle infrastrutture, Marco Falcone, il direttore  regionale  Giuseppe Pierro,  ha definito che la Fiera “ un qualificato momento di riflessione e di formazione, vera infrastruttura culturale per la scuola siciliana che si apre ad un processo di innovazione”.

Lorenzo Becattini, presidente di Firenze Fiera, plaudendo all’iniziativa siciliana ha evidenziato lo stile di accoglienza e il grande entusiasmo degli operatori garanzia per il proseguimento  dell’iniziativa con  la prossima edizione nel 2023, 

“E’ questa  la prima mostra che organizziamo fuori della Toscana,, ha detto, ringraziando” il Comitato organizzatore e le  aziende che ci hanno seguito fino qui da tutta Italia”.

Cinzia Torrisi, Responsabile scientifico delle Linee culturali e scolastiche della Città metropolitana di Catania, ha dichiarato inoltre: Abbiamo bisogno che si innovino le strutture scolastiche nella nostra regione, che si intervenga anche sulle attrezzature in modo che i nostri giovani possano trovarsi al passo con quelli delle altre regioni italiane”

Al taglio del nastro di inaugurazione sono intervenuti anche 17 ragazzi sindaci della provincia di Catania, coordinati dal preside Giuseppe Adernò,   con la fascia tricolore, in rappresentanza degli studenti siciliani ai quali sono destinati i benefici formativi e di innovazione che la Fiera presenta  attraverso  i 230 workshop  e convegni.

Il primo degli eventi formativi, condotto dal direttore generale dell’Ufficio scolastico Regionale, Giuseppe Pierro è stato dedicato all’attuazione del PNRR nella scuola 4.0  ed hanno partecipato oltre 500 dirigenti scolastici provenienti da tutte le provincie della Sicilia.

Una conferenza di servizio speciale che ha consentito la presentazione ufficiale del funzionari della Direzione Generale , del servizio ispettivo e dei Direttori degli Uffici territoriali, ex provveditorati.

Gli interventi della presidente dell’INDIRE,Cristina Grieco e dell’INVALSI, Roberto Ricci,  enti partner della Fiera , hanno orientato l’attenzione verso un nuovo orizzonte di scuola attiva e capace di dare risposte ai bisogni dell’oggi.

La responsabiltà dei dirigenti nel saper  utilizzare con profitto i fondi assegnati dal PNRR troverà riscontro nel processo di superamento della dispersione scolastica , grave emergenza della scuola siciliana.

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Cultura

La Comunità Srilankese in festa con  S. Agata

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Ta le tante comunità straniere integrate nel catanese, quella cingalese e srilankese è una comunità numerosa e attiva.  Nella provincia di Catania l’Istat ha registrato nel 2021 3.832 presenze, duecento in più rispetto al 2020. I cittadini originari dello Sri Lanka residenti in Italia sono 112.018 ed in Sicilia 12.809.

La comunità cattolica Srilankese (cingalese e Tamil) presente e attiva in Città e in 41 Comuni della Città Metropolitana di Catania, ha rinnovato la XVIII  tradizionale festa comunitaria e si è ritrovata unita in preghiera nel Duomo di Catania, domenica 16 ottobre.

La festa è stata organizzata dal cappellano etnico della comunità srilankese di Catania, Sac Duminda Suresh Kumar Hettiarachchige Appuhamy, in accordo con il parroco della Basilica Cattedrale di Catania, Mons. Barbaro Scionti.

La celebrazione è stata preceduta da una folcloristica processione accompagnata dalla banda, composta da ragazzi in abiti scozzesi e i giovani e gli adulti hanno indossato per la festa i colorati costumi della tradizione srilankese.

Accolti sul sagrato dall’Arcivescovo di Catania, Mons Luigi Renna, con il tradizionale omaggio della collana di fiori, nel messaggio di saluto è stata elogiata la qualificata partecipazione e la testimonianza di un virtuoso esempio di integrazione, apprezzando il forte senso religioso e la particolare devozione per Sant’Agata. “Catania vi ama” ha detto mons. Renna, “apprezza la vostra gentilezza, la serietà e l’onestà nel lavoro”.

Un particolare messaggio di accoglienza è stato rivolto anche dall’Arcivescovo emerito Mons. Salvatore Gristina, il quale ha salutato con gioia i fedeli, srilankesi come avveniva negli anni passati.  Una bella tradizione che arricchisce la Chiesa di Catania. Mons. Joe Neville Perera,,  delegato della Conferenza Episcopale dello Sri Lanka, ha ringraziato Mons. Gristina per l’attenzione pastorale che ha riservato alla Comunità srilankese

Prima della celebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Joe Neville Perera, Coordinatore nazionale delle comunità cattoliche srilankesi in Italia,  è stato rinnovato il rito dell’accensione di un caratteristico cero di devozione verso Sant’Agata  da parte delle Autorità religiose presenti.

La comunità srilankese che si è distinta negli ultimi anni per l’attivismo esemplare con il quale si è integrata nella città di Catania, dando il buon esempio ai cittadini catanesi con lodevoli iniziative di volontariato.

Durante l’offertorio sono stati offerte numerose ceste di prodotti alimentari destinati ai poveri e la partecipazione al sacro rito è stato  un ammirevole segno di profonda e convinta religiosità

Conclusa la S. Messa, il Coordinatore nazionale ha incontrato i fedeli srilankesi per lo scambio dei saluti e la comunità etnica ha concluso la festa con momento di convivialità e “agape fraterna” nei giardini del parco Gioeni ed in pazza Duomo, affollata di turisti hanno testimoniato con i loro caratteristici e colorati abiti l’originalità della loro cultura,

In un periodo storico in cui i rapporti tra immigrati e autoctoni sono difficili e tumultuose. l’esempio virtuoso di integrazione e di senso civico della Comunità srilankese è lodevole e si apprezza anche la generosa distribuzione gratuita di bottigliette d’acqua fresca ai devoti durante la processione di Sant’Agata.

Giuseppe Adernò

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In Tendenza