In Evidenza
“Rimettendo la nostra vita nelle mani di Dio, usciremo dalla pandemia”
Vaccinare chi vive ai margini della società, i senza dimora, che rischiano di restare fuori dalla campagna di immunizzazione. L’iniziativa “Accanto agli ultimi”, lanciata dal governo regionale, in collaborazione con il Comune di Palermo, punta a raggiungere i più poveri. Si tratta di persone esposte al contagio e, quindi, potenziale veicolo di trasmissione del virus. Persone che spesso non riescono a raggiungere i centri vaccinali, perché affetti da varie patologie, prive di mezzo proprio e, soprattutto, talvolta ignare della possibilità di proteggersi con la vaccinazione, o ancora di avere diritto alla stessa.
La regione Sicilia è un esempio di come la copertura vaccinale va garantita in primis alle fasce sociali meno abbienti della popolazione. Le vaccinazioni dello scorso 13 maggio alla Missione Speranza e Carità, fondata dal missionario laico Biagio Conte, ne sono la dimostrazione; si rivela dunque una iniziativa di alto valore sociale prima ancora che di prevenzione sanitaria.
Nessuno deve rimanere indietro ed è per questo che gli operatori sanitari, medici e infermieri dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, impegnati nell’emergenza covid-19, di concerto con il Commissario Straordinario per l’Emergenza Covid dell’area Metropolitana di Palermo, hanno vaccinato i primi sessanta ospiti della Missione con sede nel capoluogo siciliano: uomini che vivono ai margini della società, gli Ultimi, i più sofferenti, direi gli invisibili, coloro ai quali tutti i giorni passiamo accanto senza neppure rivolgere uno sguardo compassionevole e che, proprio per la precarietà del loro stato di salute, sono coloro che rischiano gravi complicanze in caso di contagio da Sars-CoV-2. I senza fissa dimora sono stati prima sottoposti a tampone, poi ad anamnesi e, infine, vaccinati.
Lo scorso 24 maggio è stato il turno dell’accoglienza femminile della Missione di Speranza e Carità, sita in via Garibaldi nel capoluogo siciliano. 50 le dosi inoculate alle donne, alle mamme e alle Sorelle della comunità. Nelle prossime settimane seguiranno altre giornate di vaccinazione rivolte ai senzatetto e ai residenti dei quartieri più disagiati. Sono state somministrate dosi di vaccino Johnson&Johnson che, in quanto monodose, è più adatto alle categorie fragili ai quali così è stata fornita così una copertura immediata, dosi di vaccino pfizer e moderna a coloro i quali, invece, durante la fase di anamnesi, è stata riscontrata una particolare patologia; per tale motivo gli stessi/le stesse si sottoporranno alla seconda dose di vaccino.
“Sento nel mio cuore di ringraziare le istituzioni e gli operatori sanitari, i medici e gli infermieri tutti, per aver dato inizio alle vaccinazioni in questi luoghi dove tanti fratelli e sorelle sono accolti per iniziare un cammino, una vita nuova; dove risiedono gli ultimi, quelli che non hanno più un tetto un riparo. Queste vaccinazioni ci stanno dando tanta forza e coraggio per uscire da questa emergenza.
Invito tutti a farlo, a sottoporsi alla vaccinazione: solo così, e rimettendo la nostra vita nelle mani di Dio, usciremo dalla pandemia” – queste le parole che Biagio Conte ha rivolto agli operatori sanitari e alle istituzioni del Comune di Palermo che hanno dato inizio alla vaccinazione dei Fratelli della Missione da lui stesso fondata.
“Tutto questo – continua Fratel Biagio – è un bellissimo segno di Speranza e di Carità nella nostra città di Palermo. Continuiamo così, in tutti i luoghi dove ci troviamo, compiamo tanti gesti e segni di Carità che diano speranza, conforto e amore soprattutto ai più sofferenti. Con questo mio vaccino invito tutti quanti a non chiudersi nel proprio io, ma ad aprirsi e ad aiutare gli altri. Vi invito a vaccinarvi, per contribuire ad allontanare le paure generate dal terribile virus. Tutto questo però insieme al buon Dio a cui ognuno di noi affida la propria vita e il proprio vivere quotidiano. Perché lui vede e provvede e si serve di tutti noi per portare avanti il suo messaggio, anche attraverso il vaccino.”
Questo accade in Sicilia mentre nel resto dello stivale le vaccinazioni anti Covid avanzano, lasciando nel limbo le persone senza dimora. Ad accendere i riflettori sul tema, qualche giorno fa, è stato Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di strada e consigliere regionale del Pd in Emilia-Romagna: “Dovremmo ricordare che nel piano vaccinale vanno inserite anche le persone senza dimora”, sottolinea Mumolo.
Il piano vaccinale, così come definito dal Ministero della Salute, prevede una priorità per le persone vulnerabili per patologia, per i possessori di Legge 104 articolo 3 comma 3, per le persone che si trovano all’interno di comunità, ma non dà alcuna indicazione riguardo le persone che vivono in strada, che non sono poche e che, più di altre, sono maggiormente esposte al contagio.
In Sicilia la vaccinazione rivolta a questa fascia di popolazione è stata organizzata di concerto con gli enti del terzo settore, quindi con le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, che conoscono gli utenti e hanno agevolato il processo di recupero degli stessi.
Altra categoria esclusa dalla vaccinazione riguarda le persone sprovviste di tessera sanitaria, aventi codice STP o ENI. Il problema del mancato inserimento di questa fascia di popolazione nel piano vaccinale si inserisce nel tema più ampio della necessità di concepire un piano sanitario che preveda la presa in carico dei senza fissa dimora da parte del sistema sanitario nazionale.
Eppure l’articolo 32 della Costituzione afferma che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Pertanto, quanto fatto in Sicilia, seppur lo può sembrare, non è nulla di straordinario, o almeno non dovrebbe esserlo.
I senza fissa dimora costituiscono una fascia di popolazione fragile, dunque vulnerabile, ed in quanto tale andrebbe protetta e attenzionata al pari delle altre. La vaccinazione dovrebbe solamente risultare un atto medico doveroso, non generoso e sensazionale. Ci auguriamo, noi operatori sanitari impegnati in prima linea nell’emergenza covid-19, che quanto iniziato in Sicilia possa, nelle prossime settimane, essere ripetuto anche nelle altre regioni del paese.
Cinema
“La Notte” di Michelangelo Antonioni
“La Notte” di Michelangelo Antonioni a Venezia 81
Nell’ambito della 81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale presenterà in anteprima mondiale nella sezione Venezia Classici la versione restaurata de La notte (1961) di Michelangelo Antonioni con Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau e Monica Vitti. La proiezione ufficiale sarà il 30 agosto, alle 14.15 nella sala Corinto, per pubblico e accreditati.
“L’avventura, è uno dei film della mia vita. All’epoca ne rimasi folgorato – ha scritto per il dossier del Centro Sperimentale Gianni Amelio – Se il motore de L’avventura è anche narrativo, in La notte è tutto chiuso nella tensione del non-racconto, nell’espressività assoluta dell’immagine nuda. Le parole, come nell’ultima sequenza, si rovesciano su loro stesse”.
“Lidia e Valentina, le protagoniste del magnifico La notte, si stagliano tra architetture urbane e paesaggi reali a dimostrare già visivamente la loro potente presenza”, scrive nel dossier Angela Prudenzi. “Tra due donne lontane e un uomo assente il film indaga i sentimenti di una coppia al capolinea e svela la tentazione di un tradimento che, all’alba, in uno squarcio di lucidità, confermerà la verità di quel matrimonio finito”, secondo Laura Delli Colli.
Antonioni è stato il regista che più di altri, nella cultura italiana del dopoguerra, è diventato la stella polare del cinema d’autore internazionale: non a caso da Wenders a Wong Kar Wai, spesso i registi capaci di inventare e possedere uno stile, lo hanno considerato un punto di riferimento cruciale. La sua passione per la forma delle immagini, il suo occhio pieno di stupore, curiosità e attenzione nei confronti delle donne, la sua capacità di ritagliare angoli del nostro mondo contemporaneo e mostrarcelo sul grande schermo come se fosse un pianeta enigmatico, inesauribile, minaccioso e affascinante, hanno dato vita ad una avventura unica fatta di film come esperienze mentali e sensoriali.
Il restauro, curato da Sergio Bruno, lungo e impegnativo, consente di riscoprire il cinema di un maestro ma anche l’arte del direttore della fotografia, Gianni Di Venanzo, tra i più importanti del cinema italiano contemporaneo, che in La notte dota le inquadrature di un bianco e nero grafico e spettrale, di carbone e metallo, come nella celebre “alba livida” del finale, dove al cielo abbacinante si oppone la luminescenza irreale dei prati.
Il Centro Sperimentale ha realizzato per il restauro del film un dossier con le testimonianze, tra le altre, di Enrica Fico Antonioni, Andrea Guerra, Beppe Lanci, Maria Pia Luzi, e un’ ampia provvista di materiali critici e di documentazione con la collaborazione di Gianni Amelio, Franco Bernini, Sergio Bruno, Laura Delli Colli, Luca Pallanch, Fabio Melelli, Angela Prudenzi, Silvia Tarquini.
Cinema
Cinema, a Sciacca la Rassegna su Germi
Con la proiezione nell’Arena Giardino della Multisala Badia Grande de “Il cammino della speranza” film girato a Favara nel 1950 e che tratta il tema drammatico dell’emigrazione, si è conclusa ieri sera la rassegna organizzata da Sino Caracappa e patrocinata dal comune di Sciacca dedicata alla figura di Pietro Germi, nel cinquantesimo anniversario dalla sua morte. La serata è stata introdotta dalla interessante presentazione del libro dal titolo “Pietro Germi il Siciliano”, del 2014, scritto dal catanese Sebastiano Gesù, critico cinematografico e storico del cinema italiano morto nel 2018. Un libro che oltre alla presentazione del regista Pasquale Scimeca contiene anche una prefazione firmata da Sino Caracappa. A parlarne sono stati Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, e il cineasta Carmelo Franco, di professione avvocato. Ad intervistare i due ospiti è stato Raimondo Moncada. La serata ha poi visto anche la proiezione dei fuori scena di Sedotta e abbandonata di Vincenzo Raso. Alla Rassegna Pietro Germi ci sarà un’appendice programmata per il 28 settembre, con un convegno dal titolo “Il cinema di Pietro Germi e la Sicilia”, su cui abbiamo chiesto un’anticipazione a Sino Cacarappa.
Cinema
Luce Cinecittà a Locarno 77 con due titoli
Luce Cinecittà è alla 77ma edizione del Locarno Film Festival (7-17 agosto) con due titoli di giovani registe italiane. Nel Concorso Internazionale Sulla terra leggeri, esordio al lungometraggio di Sara Fgaier, già autrice del corto Gli anni , presentato al Festival di Venezia 2018 (Orizzonti) e vincitore sia dell’EFA come miglior cortometraggio europeo che il Nastro d’argento. Come montatrice e produttrice Sara Fgaier ha realizzato diversi film, tra cui La bocca del lupo (2009) e Bella e Perduta (2015) di Pietro Marcello.
Cosa accade se non ricordiamo più l’amore della nostra vita? È la domanda al centro del racconto della regista spezzina. Il protagonista, Gian, lotta contro l’oscurità di un’improvvisa amnesia. Miriam, la figlia che non riconosce, gli consegna un diario, scritto a vent’anni, che ruota tutto intorno a Leila, la ragazza con cui ha scoperto l’amore nell’arco di una notte. Solo cercandola potrà ritrovare se stesso. Nel cast Andrea Renzi, Sara Serraiocco, Emilio Scarpa, Lise Lomi, Maria Fernanda Cândido, Stefano Rossi Giordani, Amira Chebli ed Elyas Turki.
Sulla terra leggeri è prodotto da Limen, Avventurosa e Dugong films con Rai Cinema. La Vendita Internazionale è curata da Rai Cinema International Distribution, mentre la Distribuzione Italiana è di Luce Cinecittà. Il progetto è stato sviluppato dal TorinoFilmLab e finanziato con il TFL Production Award per € 40.000.
In Concorso nella sezione Cineasti del Presente Real, il nuovo lungometraggio di Adele Tulli che torna alla regia dopo la rivelazione della sua opera prima Normal, anche questa coprodotta e distribuita da Luce Cinecittà, presentata in anteprima alla Berlinale e vincitrice della Menzione opera prima ai Nastri d’Argento.
Un nuovo viaggio poetico e inatteso dentro un mondo in cui siamo quotidianamente immersi, divenuto talmente abituale da non farci rendere conto quanto sia sconosciuto ed estraniante: il mondo digitale. Una realtà che ha rivoluzionato le vite di noi tutti, e che il documentario indaga con le stesse lenti tecnologiche, creative e relazionali con cui è strutturata. Una mappa documentata e senza preconcetti che ci mostra con sguardo inedito e curioso un territorio ineffabile, alieno e insieme familiare.
Real è un viaggio filmico, visionario e coinvolgente, dentro al mondo disincarnato della rete, un multiverso digitale parallelo dove ogni cosa esistente è trasformata dalla fisica dell’ossigeno e del carbonio alla logica dei bit. Un documentario creativo che esplora la trasformazione dell’esperienza umana nell’era digitale, facendo luce sui molti aspetti, a tratti perturbanti, del vivere digitalizzato e iperconnesso: i protagonisti – umani, robotici, virtuali – sono alle prese con relazioni virtuali, lavori digitali, cybersessualità, case e città del futuro, automatizzate e sorvegliate. Raccontano di cultura dell’autorappresentazione, di nuove dipendenze e patologie, di alienazione e isolamento ma anche di identità libere dai confini fisici del corpo.
Real ha uno sguardo inedito e sperimentale, utilizzando poeticamente le stesse lenti di accesso ai nuovi territori digitali: visori, webcam, smartphone, camere di sorveglianza, sguardi meccanici e virtuali che raccontano di un nuovo modo di fare esperienza del reale. Senza risposte o giudizi, ma con la curiosità e la freschezza di un occhio atterrato su un nuovo pianeta, R E A L ci porta su una soglia, al di là e al di qua di un confine incerto. Con un approccio algoritmico e visivamente inedito, un documentario che è un viaggio immersivo nella nostra fantascientifica realtà di tutti i giorni: come ci si sente a essere umani nell’era digitale.
Prodotto da Pepito Produzioni e FilmAffair con Rai Cinema e Luce Cinecittà, in collaborazione con Les Films d’Ici il film sarà distribuito nei cinema da Luce Cinecittà. La distribuzione internazionale è curata da Intramovies. Scritto e diretto da Adele Tulli, Real vede la fotografia di Clarissa Cappellani e Francesca Zonars, il montaggio di Ilaria Fraioli, Adele Tulli, le musiche originali di Andrea Koch, la produzione creativa di Laura Romano. È prodotto da Agostino Saccà per Pepito Produzioni, Valeria Adilardi, Luca Ricciardi, Laura Romano, Mauro Vicentini per FilmAffair in collaborazione con Charlotte Uzu di Les Films d’Ici.
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