

Cultura
Quando i ragazzi fanno le cose per bene
S.A, LI BATTIATI: Mercoledì 15 novembre: ballottaggio per eleggere il sindaco dei ragazzi dell’ Istituto S. Maria della Mercede
civica nella scuola, piccola città: si elegge il sindaco dei ragazzi e si costituisce il Consiglio comunale dei ragazzi con assessori e consiglieri.
Già da alcuni anni l’Istituto S. Maria della Mercede, di Sant’Agata Li Battiati, ha adottato il progetto del CCR, che quest’anno compie trent’anni, essendo stato attivato a Motta S. Anastasia nel 1993.
Con la guida dei docenti, i bambini delle classi quarte e quinte hanno elaborato dei progetti per rendere la scuola sempre più bella e con i motti: “Viviamo la scuola, creiamo il futuro” ; “Tutti insieme per una scuola e un mondo migliore” sono state costituite due liste. I risultati elettorali hanno dato vincente la lista n. 1 e sono stati eletti consiglieri: Matteo Midili, Mariasole Tenerello, Mattia Di Bella, Nicolò Lo Faro, Della seconda lista hanno riportato maggiori preferenze: Damiano Pulvirenti, Mirko Pezzino e Sabrina Messina.
Nella lista dei sindaci si sono candidati: Giada Attanasio, Sara Bertolo, Giada Carbone, Marta Magazù, Giada Carbone, Gabriele Sanfilippo, Daniele Tinè .
L’esito delle votazioni per il sindaco dei ragazzi ha fatto registrare un totale non superiore al quorum del 50% + 1 dei votanti, e quindi mercoledì 15 novembre si procederà alle votazioni di ballottaggio tra Giada Carbone e Giada Attanasio . Chi prenderà più voti sarà eletto sindaco dei ragazzi.
Giuseppe Adernò
Cultura
Al cuore della democrazia, verso la sett.sociale

In cammino verso la 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia
monia e bellezza alla sinfonia della democrazia agita e vissuta
La celebrazione della XVII Giornata sociale diocesana, promossa dall’Ufficio di Pastorale sociale e Lavoro dell’Arcidiocesi di Catania, ha avviato il percorso formativo di riflessione e di progettualità, che dal 3 al 7 luglio, avrà un primo traguardo a Trieste, in occasione della 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia.
Il tema della partecipazione, verbo di azione e di coinvolgimento operativo dei cittadini nell’impegno di contribuire e cooperare alla costruzione del bene comune, ha guidato le riflessioni dei relatori e dei gruppi di studio, sollecitando una maggiore presa di coscienza del dovere civico, che si intreccia con la testimonianza dei valori cristiani nel tessuto sociale.
Dopo il saluto del direttore dell’Ufficio Don Alfio Carbonaro, l’Arcivescovo, Mons. Luigi Renna, presidente del Comitato delle Settimane Sociali dei cattolici in Italia, ha delineato il percorso della democrazia che, “prima ancora di essere una forma i governo, è l’espressione di un desiderio profondamente umano” e muove i primi passi dal desiderio e del sogno dei cattolici riuniti a Camaldoli, alla vigilia della guerra. Il Codice di Camaldoli, infatti, ha guidato i Padri Costituenti alla redazione della Costituzione Repubblicana del 1948.
Democrazia e demagogia, popolo e populismi, democrazia rappresentativa e democrazia diretta, sono stati i termini ricorrenti dell’intervento, che hanno fatto luce sul tema della “Partecipazione tra storia e futuro”, “primo indicatore della salute della democrazia”, che a Trieste offrirà spazi di innovazione sociale e culturale per la crescita del Paese e della comunità civile, nella quale i cattolici hanno il compito specifico di essere “testimoni credibili” dei valori proclamati.
Il coordinatore del “Cantiere per Catania”, Claudio Sammartino, già Prefetto della Repubblica, ha illustrato le finalità della giornata sociale, che dà l’avvio al “Secondo Seminario di formazione all’impegno sociale e politico.
Articolato in sette tappe, il seminario formativo si svolgerà presso la Scuola Superiore dell’Università di Catania e analizza la grammatica della partecipazione, prendendo in esame i temi della città, delle infrastrutture, dell’ambiente, della comunità, dell’economia, della povertà nelle periferie ed infine anche quello dell’intelligenza artificiale.
Il tessuto della democrazia intreccia le molteplici reti sociali che 40 milioni di volontari rendono vive e dinamiche, realizzando lodevoli progetti e servizi per il bene comune.
Finalità del “Cantiere per Catania”, ha detto Sammartino, non è quella di costruire un “partito”, bensì quella di comporre uno “spartito” nel quale ciascuno apporta il personale contributo di competenze e di risorse al fine di dare armonia e bellezza alla sinfonia della democrazia agita e vissuta.
Con grinta e coinvolgente entusiasmo la prof.ssa Elena Granata, docente di Urbanistica e Analisi della città e del territorio all’Università di Milano, Vice presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici in Italia, ha presentato il tema della 50° Settimana sociale, pensata non come un evento, bensì come un processo , al fine di sollecitare il coinvolgimento delle risorse di tutti gli operatori, “nel rispetto degli ambiti e degli stili di ciascuno”.
La scelta di Trieste, città di frontiera, multietnica e con diverse presenze linguistiche, emblema dell’Unità d’Italia, risponde all’intento di instaurare un nuovo metodo, attivando la palestra del dialogo e dell’ascolto, segni connotativi della sinodalità.
Il “sentire” interiorizzato invita all’azione, al fare, secondo la formula: “pensare col cuore” e “agire col cervello” e, da veri “poeti sociali”, “seminatori di cambiamento”, tutti sono chiamati a diventare protagonisti attivi, operatori di azioni concrete, di servizi efficienti e produttivi di benessere e di sviluppo.
Nel pomeriggio di sabato 11 novembre, presso la Scuola Superiore dell’Università, la prof.ssa Granata ha documentato originali realizzazioni concrete di progetti per una città vivibile, restituendo vitalità a luoghi e spazi, prima inagibili, destinati al bene comune, dimostrando come in risposta ad un bisogno, nasce un progetto, che è appunto il modo di mettere in atto un desiderio.
La democrazia assegna ai cittadini il compito di essere “placemaker”, inventori e plasmatori di luoghi da abitare, costruttori di città da vivere in risposta ai bisogni dei cittadini, piccoli e grandi, giovani e anziani.
Il susseguirsi dell’espressione: “immagina se….” impegna a migliorare il presente e a progettare il futuro, prendendosi cura delle persone e delle cose e apportando con creatività e immaginazione notevoli benefici alla società civile.
Nei lavori di gruppo, svolti nelle aule della Scuola Superiore, messi a disposizione dal Magnifico Rettore Francesco Priolo e dal presidente Prof. Daniele Malfitana, sono state analizzate alcune positive esperienze di partecipazione realizzate a Paternò e a Librino e la sintesi è stata curata nelle conclusioni della Giornata a cura del giovane Mirko Viola.
L’esercito dei volontari che operano, quasi nascosti nelle trincee del sociale, costituiscono il lievito della democrazia, che dovrebbe fermentare la massa e sfornare un buon pane, profumato e caldo.
Giuseppe Adernò
Cultura
Legalità e democrazia – i giovani protagonisti attivi

Convegno delle Ambasciate della legalità a Montecitorio
Oltre trecento studenti di diverse regioni d’Italia hanno seguito con attenzione gli interventi del Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, dell’On. Renata Polverini, già presidente della Regione Lazio, dell’On. Carolina Varchi, vice sindaco di Palermo e Segretaria di Presidenza della Camera dei deputati.
Ha portato la sua testimonianza Salvatore Attanasio, papà di Luca Attanasio l’Ambasciatore italiano ucciso nella Repubblica democratica del Congo; gli studenti delle “Ambasciate della Legalità”, presenti in 70 scuole d’Italia, hanno socializzato le loro esperienze di impegno civico e di buone pratiche di legalità.
Al convegno sono intervenuti anche i Ragazzi Sindaci della provincia di Catania, (Belpasso, Piano Tavola e Adrano) ed il CCR di Apricena in provincia di Foggia.
La loro testimonianza è stata significativa e di stimolo ad agire guidati dalla forza delle idee e dai valori che guidano il cammino nella ricerca del bene comune.
Il preside Giuseppe Adernò ha illustrato le finalità del progetto didattico del “Consiglio Comunale dei Ragazzi” che quest’anno ha celebrato il trentennale, essendo stato attivato a Motta S Anastasia (Catania) nel 1983 e ancor prima a Morrovalle in provincia di Macerata nel 1989.
La delegazione dei CCR di Belpasso e Adrano , con la partecipazione dei Dirigenti scolastici e degli Assessori del comune di Belpasso, ha avuto anche l’opportunità di visitare i saloni e l’Aula parlamentare di Palazzo Montecitorio, “incontrare” da vicino le Istituzioni e percepire il senso dello Stato e della vita democratica.
Nel corso del convegno, guidato da Nicolò Mannino e Salvatore Sardisco, è stato presentato il libro. “Il mio nome è Amore”, che raccoglie le testimonianze di docenti e studenti sui temi della legalità e della pace.
Nella prefazione, il Prefetto Renato Cortese ha citato l’impegno dei giovani che vogliono sostituire “l’acre odore del compromesso” con il “fresco profumo della libertà e della pace”. Su questi temi “Pace e Solidarietà tra i popoli” il prossimo 24 gennaio al Campidoglio, nella sala della Protomoteca di Roma, si svolgerà il primo convegno del 2024 promosso dal Parlamento della legalità internazionale.
Cultura
Don Antonio Corsaro, prete scomodo!

Padre Corsaro il 5 novembre avrebbe compiuto 114 anni, essendo nato a Camporotondo nel 1909, come Papa Francesco, ha vissuto il dramma dell’emigrazione e suo padre Ludovico, guardia di finanza, muore tragicamente schiacciato dalla carrozza di un tram a Buenos Aires, dopo pochi mesi che vi è arrivato per cercare fortuna insieme con la sposa diciottenne Grazia Longo e il figlio Antonio di 14 mesi.
Antonio e la giovanissima madre tornano a Camporotondo Etneo in casa del nonno Gaetano, falegname. La madre per vivere fa la sartina, insieme a cinque sorelle. Dopo 15 anni di vedovanza si risposa col fratello del marito, Angelo, e avrà due tigli, Giuseppina e Ludovico, che si trasferirono a Roma,
Antonio nel 1921 entrò nel seminario arcivescovile di Catania, dove il 20 ottobre del 1933 venne ordinato sacerdote. Quest’anno avrebbe compiuto 90 anni di sacerdozio.
Nel 1938 conseguì la laurea in Lettere e Filosofia alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi su “Storia dell’umanesimo in Sicilia nei secoli XII – XIII” ed ebbe modo di incontrare e frequentare Carlo Bo, Vittorio Sereni, Mario Luzi, Oreste Macrì, Salvatore Quasimodo, fondatore dell’Ermetismo.
La sua carriera non fu facile, Padre Corsaro è stato considerato un prete rivoluzionario di sinistra, ed anche comunista, prete rosso, prete scomodo, prete sciolto, prete senza parrocchia. Tutte definizioni che non rispettano la verità, forse perché la sua vocazione religiosa lo ha reso prete capace di stare con gli umili, con i poveri, e nello stesso tempo prete di frequentare e dialogare anche con gli artisti e i letterati.
Oggi sarebbe in perfetta sintonia con le innovazioni ecclesiali di Papa Francesco.
Si dedicò anche alla traduzione di alcune poesie di Thomas Stearns Eliot e Mallarmé
Antimilitarista convinto, si rifiutò di andare in Africa, come cappellano militare, alla conquista dell’Etiopia.
Seguì, invece, con accorata partecipazione la guerra civile spagnola e lo amareggiò molto quel che accade sotto il franchismo.
Coevo di Giorgio La Pira, di Giuseppe Dossetti, di Amintore Fanfani, di Piero Bargellini, e poi ancora di padre David M. Turoldo, di Mario Luzi, personaggi che hanno scritto la poesia della Letteratura e della politica dell’Italia nata dalle macerie del conflitto mondiale, protesa ad una appassionante aurora di ricostruzione, con entusiasmi e idee, di cui anche oggi si ha ardente necessità.
Nel 1959 assieme a Sebastiano Adamo, Vito Librando, Manlio Sgalambro e Fiore Torrisi, fondò un’importante rivista di letteratura, “Incidenza”, che fa scandalo negli ambienti ecclesiastici per il suo programma inteso ad instaurare un dialogo tra cattolici e marxisti, tra riformismo e cattolicesimo avanzato. Alcune pagine del suo “Diario di un prete” indisposero l’arcivescovo di Catania. Mons. Guido Luigi Bentivoglio, che gli intimò di sciogliere la redazione “atea” e non pubblicare più la rivista, sospendendolo dall’insegnamento in seminario.
Negli anni Ottanta, il sacerdote poeta divenne la firma più prestigiosa del settimanale diocesano “Prospettive” ove continuò a costituire una guida intellettuale di prim’ordine per la sua cultura vastissima e di respiro europeo.
Suo è il testo del Prefatio della Messa di Sant’Agata, come pure dell’inno alla Vergine Martire.
Ha insegnato all’Istituto San Benedetto di Catania, al Liceo Spedalieri, e poi ancora è stato assistente di Letteratura Italiana presso l’Università di Urbino (retta dall’amico Carlo Bo), e quindi titolare della cattedra di Letteratura Francese prima al Magistero di Perugia nel 1957 e poi al Magistero di Palermo nel 1968 sino al pensionamento nel 1982.
Con Gianni Salvo fondò “Il piccolo Teatro di Catania” e con Roberto Commercio guidò la corrente del “Verticalismo”
Nel 1987 per incarico del sindaco Francesco Bellia, ha scritto il libro “Camporotondo Etneo, storia, costume, immagine”, con la dedica “Ai miei genitori la cui memoria è viva in questa mia storia” e per descrivere il suo paese natale ha scelto la metafora poetica: “E’ una tonda melagrana / che ha sassi per chicchi e per scorza la lava: / Camporotondo si chiama”.
La poetessa Vera Ambra, presidente dell’associazione Akkuaria, e il giornalista Francesco Giordano , promotori di diverse edizioni del “Premio internazionale di Poesia Antonio Corsaro”, il prossimo 24 novembre hanno promosso un incontro culturale in ricordo del Poeta, presso la Biblioteca “Vincenzo Bellini” di Via Sangiuliano 307, in Catania.
Giuseppe Adernò
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