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Cultura

Biagio Conte lascia l’Italia: migrante per i diritti umani

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Nella serata dello scorso lunedì 8 luglio, Fratel Biagio ha lasciato Palermo imbarcandosi nel traghetto Palermo Genova: il video messaggio del missionario laico

Nella serata dello scorso lunedì 8 luglio, Fratel Biagio ha lasciato Palermo imbarcandosi nel traghetto Palermo Genova. Sente di vivere l’esperienza di emigrante italiano, attraverserà luoghi come la Svizzera, la Germania, il Belgio, i cui confini, nei decenni scorsi, sono stati sempre terra di passaggio per una moltitudine di popoli di diversa etnia, razza e religione.
Prima di partire ha lasciato uno scritto che qui è letto ad alta voce nel video di Riccardo Rossi, anche lui della Missione Speranza e Carità.

“Messaggio per i religiosi, le famiglie, i volontari, i benefattori, le istituzioni, le forze dell’ordine, i giornalisti, i professionisti, gli artisti, le associazioni. In questo prezioso silenzio e abbandono alla montagna Dio non mi ha abbandonato dandomi un forte messaggio che è doveroso comunicarlo.

Profondamente umiliato e tristemente sofferente nel più intimo del mio cuore mi preparo ad andare via dall’Italia come un esiliato, ma come cittadino italiano anch’io mi faccio e mi rendo un’emigrante, come tantissimi emigranti umiliati nel passato e che fino ad oggi continuano ad andare via dall’Italia.

Sento nel mio cuore questa voce: andare e portare nelle prove e nelle persecuzioni il prezioso messaggio di pace e di speranza affinché si possano scuotere le dure coscienze, aprire i cuori duri, le contorte menti di tanti uomini e donne che ancora oggi sono lontani dalla verità, dalla giustizia e dalla pace.

E dove mi recherò in tale città, paese e nazione sarò anch’io un immigrato, uno straniero in terra straniera così finalmente potrò condividere ed essere solidale con i tanti fratelli e sorelle emigranti e con i tantissimi fratelli e sorelle immigrati di tutto il mondo.

Non accetto le ingiustizie e la divisione dei popoli, l’intolleranza e le discriminazioni. Ma spero in un mondo migliore affinché ognuno di noi possa contribuire ad essere costruttore di vera giustizia e di vera pace.

Prenderò anch’io la barca, il traghetto come gli emigranti del passato e gli immigrati di oggi, da Palermo fino a Genova e poi continuerò a piedi in preghiera e penitenza fino al confine con l’Europa portando nel cuore e per iscritto i veri diritti umani e il vero umanesimo. Attraverserò nuovamente la regione Liguria e la Lombardia passando dal Duomo di Milano dove dedicherò una preghiera per tutti i popoli, per l’uguaglianza, la pace, la speranza e per una vera fratellanza.

Poi passerò recandomi al comune di Milano, alla regione, al governo per un saluto ricco di giustizia, di pace e di speranza affinché l’Italia ritorni ad aprirsi e ad essere nuovamente più solidale.

Poi a piedi entrerò in Europa e nei vari stati e nazioni, mi recherò al Parlamento Europeo comunicando il prezioso dovere e impegno nel costruire la tanto attesa Unione Europea e al più presto quella mondiale per costruire così tutti insieme un mondo migliore nel rispetto di tutti gli esseri umani, dell’ambiente e della natura”.

Pace e Speranza
Fratel Biagio, Piccolo servo inutile

Cultura

Giuseppe Lavenia racconta la guerra

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struire soltanto nella vicendevole fiducia”

Queste espressioni del messaggio di Papa Francesco per la 57.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, hanno motivato l’ultimo incontro culturale del 18° Festival della Comunicazione, che ha avuto luogo, sabato 20 maggio nel Salone dei Vescovi.

Giuseppe Lavenia ,  giovane giornalista RAI, originario di Adrano,  ha raccontato i 95 giorni trascorsi a Codogno,   il 21 febbraio 2020 con il “paziente 1” e la successiva esplosione del Covid 19. L’esperienza dei primi giorni della pandemia hanno segnato fortemente l’opinione pubblica ed ha  contribuito ad una presa di coscienza  in relazione al benessere sociale.

Il racconto ha coinvolto l’attento pubblico ed è stato evidenziato lo stile di comunicazione e di relazione che il giornalista mette in atto nel preparare i servizi di informazione per il grande pubblico della televisione.

La paura e la tensione provata nei campi di guerra, al suono delle sirene di allarme; il contatto con i profughi che lasciano la loro terra per sfuggire ai bombardamenti; l’incontro con i bambini oncologici e l’improvvista e originale partita di calcio, sono alcune delle immagini del racconto che Giuseppe Lavenia ha fatto “parlando col cuore” e testimoniando come  nella  trasmissione di una notizia ci sono modi diversi di comunicare e quando si trasmettono valori si entra in sintonia con il pubblico/lettore/spettatore e parte un messaggio che aiuta a vivere bene.

L’incontro, moderato da  Marco Carrara, di Bergamo  in presenza e Dorella Cianci  di Cerignola in videocollegamento  sul tema  “Comunicazione , guerra, disarmo” è stato promosso anche con la collaborazione del diacono Alessandro Rapisarda, dell’Ufficio  diocesano delle Comunicazioni sociali.

L’Arcivescovo Mons Luigi Renna, a conclusione dell’incontro, apprezzando il prezioso lavoro dei  giovani giornalisti  ha fatto luce sulla vocazione/missione del comunicatore che nel dare notizie che possono “costruire o distruggere, orientare o disorientare, rendere felici o infelici”, facendo partire il messaggio dal cuore, ricco di attenzione e sensibilità umana, trasmette  certamente un raggio di speranza e di futuro.  Come affermava Giorgio La Pira: “C’è una primavera che si prepara in questo inverno apparente ”

Giuseppe Adernò

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Cultura

Etica della comunicazione, un convegno a Catania

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Nella giornata conclusiva del  18° Festival della comunicazione”  il  tema ”L’etica della comunicazione, promozione della salute e benessere”  è stato proposto  quasi come  sintesi del cammino  in preparazione alla 57° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

Sono stati messi a dimora tanti piccoli semi  i giornalisti e i comunicatori  hanno il dovere di rende vivo e dinamico il cantiere della comunicazione  secondo le indicazioni del messaggio di quest’anno ha percorso i sentieri della comunicazione analizzando le molteplici ambiti relativi alla  coesione sociale, ai principi e ai  valori della sussidiarietà, del senso della vita, al ruolo della donna nella società, al controllo delle emozioni, alla paura come dono,  alla cultura del digitale in famiglia, al messaggio del Verga e alla comunicazione delle buone notizie, e all’incontro con i giornalisti inviati di guerra. Non sono mancati   i temi emergenti della nostra realtà locale: la legalità, la dispersione scolastica e la valorizzazione del territorio Etna  e i principi dell’ecosostenibilità ambientale.

ETICA DELLA COMUNICAZIONE nelle professioni nell’attenzione alla salute  e l’agire etico della pubblicità

Nell’incontro di sabato 20 maggio  è stato affrontato il tema dell’ETICA  DELLA COMUNICAZIONE, o forse ancor meglio  ETICA NELLA COMUNICAZIONE non come enunciazione teorica, ma come etica,  che sollecita un comportamento  inteso come modo di pensare  e di sentire i  principi morali e deontologici che  poi si traducono nell’agire, nell’azione incarnata nell’esercizio della  professioni  attraverso i  compiti sociali  specifici delle varie professioni, orientate tutte  al benessere del singolo e della collettività che corrisponde.

Tutto ciò afferisce alla pratica Politica, intesa come ricerca del bene comune, di quel benessere sociale che investe l’integralità della dimensione umana.

Il tema del benessere è stato il filo conduttore degli interventi  che hanno aiutato a riflettere a interiorizzare e consolidare principi e valori e poi  si traducono nelle azioni e  nell’esercizio della cittadinanza attiva e responsabile, che impegna ciascuno a rispondere  con  abilità e competenza nelle molteplici esperienze esistenziali

Ha introdotto gli interventi, coordinati dal prof. Giuseppe Adernò, presidente provinciale UCSI, l’Arcivescovo Mons Luigi Renna,  che già nella conferenza stampa dei presentazione del Festival, tra i processi di innovazione nella diocesi ha inserito il “cantiere dei giornalisti” affinché nell’esercizio della “vocazione di operatori dell’informazione  si sentano parte integrante della Chiesa”

Il tema della 57° Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali Parlare  col cuore e farlo con mitezza” completa  la trilogia  dei verbi: Andare e vedere; Ascoltare con l’orecchio del cuore, che negli anni precedenti hanno scandito i passi  del percorso formativo e di guida etica proposto da Papa Francesco.

Il prof.  Felice Giuffrè, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Catania e membro laico del CSM  nel magistrale intervento ha riletto i principi etici della Carta costituzionale , che definiscono le caratteristiche della deontologia professionale che  sollecita e impegna ogni cittadino, soggetto sociale, a cooperare per il bene comune ed essere testimone credibile dei valori sanciti della Costituzione.

Con una ricchezza di esperienza e di saggezza professionale dott, Augusto Consoli , specialista in ambito psichiatrico, docente di bioetica, presidente nazionale  della Società scientifica per lo studio delle dipendenze patologiche; coordinatore del Gruppo alcologico regionale  e del gioco d’azzardo patologico della Regione Piemonte ha trattato bel rapporto tra etica e bioetica  il tema  del  “benessere”  che tende allo star bene del cittadino nella dimensione della salute  fisica e mentale e  in riferimento all’ambito sanitario ha analizzato  gli aspetti  della  comunicazione dialogica tra medico e paziente  e nella presentazione degli antidoti alle difficoltà emergenti ha evidenziato la capacità critica di saper interpretare i messaggi  che possono creare distorsioni  nella  condivisione dei percorsi di salute, auspicando che tale prassi metodologica non fosse riservata ai medici “eroi” o delegata alla chatGPT.

L’intervento della giornalista Pinella Leocata ha indirizzato l’attenzione ai casi di malasanità e di cattiva gestione del servizio sanitario

L’ottica di una comunicazione responsabile e del businnes etico , grazie al contributo della dott.ssa Emilia Grazia Costa, di Torino  esperta in ricerca, marketing e vendite , responsabile dei progetti speciali della Rai sui tema della pubblicità ha offerto all’attento pubblico  nuovi orizzonti  di cittadinanza attiva e di positiva fruizione dell’ecosfera mediale  che comprende i molteplici canali della comunicazione e delle relazioni sociali,

L’agire etico della pubblicità e l’ottica di una comunicazione commerciale responsabile impegna ad rispettare indicazioni e norme di certificazione, misurazione, sostenibilità   e per essere a servizio di tutti necessita di un’attenzione speciale anche nei confronti delle disabilità, creando un modello di “pubblicità inclusiva”.

Interventi specifici sull’etica nella professione del giornalista sono stati proposti dal presidente nazionale della FISC, (Federazione Settimanali Cattolici), Mauro Ungaro,  il quale ha esplicitato le finalità del servizio di informazione e formazione che svolgono i settimanali cattolici, che “danno voce a chi voce non ha “ ed  il segretario nazionale UCSI e tesoriere dell’Ordine dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Salvo Di Salvo, nel constatare come i social media, alla portata di tutti, diffondono notizie, e non sempre vere e circostanziate, sollecitano la responsabilità del giornalista che racconta la verità “con lo stile sapiente della carità”.

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Cultura

Il messaggio della 57°  Giornata delle Comunicazioni

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“Parlare col cuore e farlo con mitezza”

 

E’ stato illuminante l’intervento del giornalista Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI, il quale ha evidenziato come il tema proposto conclude la trilogia dei verbi, scandita dagli ultimi tre messaggi annuali: Andare e vedere (consumare le suole delle scarpe), Ascoltare con l’orecchio del cuore, Parlare  col cuore e farlo con mitezza”

Rileggendo i titoli dei dieci messaggi di Papa Francesco si ricostruisce il cammino della narrazione che diventa incontro, dialogo, messaggio di verità e di speranza per le famiglie, per la società, per la storia di ogni uomo, a servizio dell’intera comunità umana.

Nel messaggio del 2014  “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro la sottolineatura del termine autentico, trova riscontro nell’esercizio della prossimità  ben descritto dalla parabola del “Buon samaritano” che  si ferma, scende, vede, ascolta  il dolore dell’uomo e parla col cuore agendo, fasciando le ferite, offrendo un servizio, rispondendo ad un bisogno, “secondo verità e carità”

Queste parole sollecitano l’impegno a disarmare il linguaggio e renderlo prossimo “col cuore”, centro pulsante della vita.

Il convegno è stato introdotto e moderato da Suor Cristina Beffa, delle Figlie di San Paolo, la quale, nel descrivere il percorso del Festival che quest’anno  ha come centro la diocesi di Catania, ha annunciato che  la prossima tappa sarà la diocesi di Tortona.

La prof. Gianna Maria Cappello, dell’Università di Palermo, presidente del MED – Associazione italiana per l’Educazione ai Media- ha messo in luce i rischi e le opportunità che la comunicazione in rete veicolata dai social-media producono per i giovani.  L’intento educativo è orientato a coltivare la consapevolezza, ed un’efficace relazione tra le persone,

La velocità della rete digitale sollecita creatività e alto senso civico, dando spazio anche all’Educazione civica che oggi comprende anche l’educazione digitale.

Il terzo intervento è stato affidato al prof. Massimiliano Padula, docente di “Scienze della comunicazione sociale” presso l’Istituto Pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense, autore di testi come “Comunica il prossimo tuo-   Cultura digitale e prassi pastorale” e “Comunicare il bene”.

Il prossimo 60° anniversario del decreto conciliare  “Inter mirifica” –  4 dicembre 1963, ripropone  il tema della comunicazione tra le “meravigliose invenzioni tecniche del nostro tempo” e  sollecita un’attenta riflessione  affinché la comunicazione fatta col cuore risulti efficace e produttrice di bene.

La fecondità spirituale del messaggio cristiano si traduce in generatività umana , superando la dicotomia tra fede e cultura e nella prassi comunicativa di oggi dal tradizionale  ruolo di consumatori di notizie, con il digitale, oggi considerato “bene primario”,  ogni persona diventa fonte editoriale, produttore e distributore di notizie e messaggi.

Nel dibattito che è seguito alle relazioni sono stati evidenziati i temi della pastoralità e della catechesi, e sono stati ribaditi i principi della responsabilità e della formazione indispensabile per rispondere in maniera adeguata alle mutate prassi comunicative della società di oggi,

L’Arcivescovo, Mons Luigi Renna, a conclusione dell’incontro, esprimendo soddisfazione per la convergenze delle diversi arti comunicative che sono state presentate nel ricco programma del Festival:  convegni, libri, teatro, musica, arte ,cinema, solidarietà, citando l’espressione dei San Francesco di Sales , “Amare bene per dire bene” ha dettato la prassi operativa del buon comunicatore, capace di trasmettere messaggi e parole, pensate col cuore.

Giuseppe Adernò

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In Tendenza