A dieci anni dall’apertura della sede, 9 nuovi diplomati vanno ad aggiungersi ai 24 degli anni precedenti per la terza cerimonia di consegna delle ambite pergamene del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo.
Gli studenti hanno festeggiato la fine di un percorso d’eccellenza che li ha portati a ottenere l’importante specializzazione in “Regia del documentario”.
Numerose le autorità sul palco della sala bianca, l’assessore regionale al Turismo, sandro Pappalardo in rappresentanza anche del Presidente della regione Nello Musumeci; il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il Direttore generale del Centro sperimentale di cinematografia Marcello Foti, in rappresentanza del presidente della Fondazione CSC Felice Laudadio, la Preside caterina D’Amico e i due direttori artistici, l’attuale Pasquale Scimeca e Roberto Andò che ha selezionato e portato a compimento il corso di documentario degli studenti neo diplomati.
Seduti in prima fila anche il direttore dell’Ufficio speciale per il cinema e audiovisivo della regione siciliana Alessandro Rais; ospite anche il Direttore della Scuola di Cinema Svizzera, Domenico Lucchini e il prefetto Isabella Giannola. Durante la serata sono stati ricordati i professori scomparsi, Nino Buttitta e Giovanni Oppedisano, che hanno dato un importante contributo per l’avvio delle attività didattiche.
L’assessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo, ha voluto rendere merito dell’attività svolta a favore del cinema in Sicilia, dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, anche grazie all’impegno dell’ufficio speciale per il cinema. “Il suo direttore, Alessandro Rais, mi ha entusiasmato, descrivendomi una realtà che ancora non conoscevo, ha detto l’assessore; ma vederla dal vivo è tutt’altra cosa. Credo che sia davvero un punto di eccellenza del nostro assessorato. Rivolgendosi ai neo diplomati a chiesto loro di innamorarsi sempre più di questa terra perché avranno davvero grandi soddisfazioni nel raccontarla con gli occhi dei documentaristi.
Il Sindaco Leoluca Orlando prendendo la parola ha dichiarato: il Centro sperimentale di Cinematografia è una eccellenza del nostro Paese e di Palermo, è testimonianza e conferma del cambiamento culturale della nostra città che in questo anno è Capitale della Cultura. Questo anno servirà ad esaltare le eccellenze della nostra città, come il CSC, servirà a far emergere nuove eccellenze, come i ragazzi che si sono diplomati e, infine, servirà a mandare in soffitta le finte eccellenze della nostra città, che hanno vissuto dell’isolamento di Palermo dei passati decenni.
Il Direttore generale del CSC in rappresentanza del presidente Felice Laudadio, Marcello Foti si è complimentato con le istituzioni per il sostegno a tutte le iniziative del centro, ricordando che quest’anno si festeggiano a maggio 10 anni dall’apertura della sede ai canteri Culturali della Zisa. La Preside Caterina D’Amico ha voluto ringraziare tutti i cineasti che si sono susseguiti negli anni nella conduzione delle lezioni e dei laboratori. Per il Direttore didattico Pasquale Scimeca la scuola è una sorta di bottega dove si impara un mestiere fra i più belli al mondo. Presente anche il direttore didattico uscente Roberto Andò che ha selezionato e portato gli allievi al diploma; ha ringraziato i docenti che lo hanno affiancato nel comitato scientifico.
Dopo la consegna delle pergamene a: Carlotta Berti, Michelangelo Ferrara, Riccardo Campagna, Vincenzo Costantino, Giada di Fonzo, Giovanni Gaetani, Silvia Miola, Gavril Salvato e Benedetta Valabrega, la preside ha chiamato sul palco il regista Daniele Ciprì, leggendo la motivazione del diploma Honoris causa che è stato consegnato a Ciprì assieme a Andò e Scimeca.
Questa la motivazione:
Uno degli artisti più eclettici e al tempo stesso più originali, personali e riconoscibili del nostro cinema e della nostra televisione – è fotografo, regista, direttore della fotografia, autore di colonne sonore, docente apprezzato e amatissimo dai suoi studenti. Fin dai tempi di “Cinico Tv”, in coppia con Franco Maresco, ha raccontato la periferia palermitana con uno stile unico, mettendo in scena personaggi al confine tra il disagio sociale e un surrealismo visivamente raffinatissimo. Ha poi diretto – assieme a Maresco – film magnifici come “Lo zio di Brooklyn” e “Totò che visse due volte”, e ha messo il proprio stile visionario al servizio di registi come Marco Bellocchio (“Vincere”, David di Donatello per la miglior fotografia), Claudio Giovannesi, Roberta Torre, Luca Miniero, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Ha esordito “in solitario” nella regia con “È stato il figlio”, premiato alla Mostra di Venezia nel 2012. Daniele Ciprì è un “occhio” attraverso il quale l’intera storia del cinema si riaffaccia e si rinnova in ogni singola inquadratura da lui creata. Se il cinema è visione e sguardo, Daniele Ciprì è il cinema.
“The end” del regista candidato all’Oscar, Joshua Oppenheimer presentato nelle profondità della miniera di sale di Petralia
Più di 80 giornalisti provenienti da tutta Europa, invitati dalla società di Distribuzione I Wonder, hanno vissuto una delle esperienze più straordinarie e immersive che difficilmente potranno dimenticare nella loro vita. La miniera di sale di salgemma di Raffo, frazione di Petralia Soprana, in provincia di Palermo, gestita dalla società Italkali, per oltre un mese, aveva ospitato, nel 2023, un centinaio di maetsranze, provenienti da tutto il mondo, per girare il film del regista, candidato all’Oscar, Joshua Oppenheimer, “The end”. E’ qui che è tornato assieme ai produttori e parte del cast per presentarlo in anteprima alla stampa internazionale. Arriverà in sala, distribuito da I Wonder Pictures, il prossimo 3 luglio.
La location
Lo scenario mozzafiato, un sito geologico di circa cinque milioni di anni fa, con oltre 80 km di gallerie, distribuite su otto livelli, scavate fino a profondità oceaniche. In una di esse gli organizzatori hanno installato un maxi schermo e proiettato il film, con una acustica perfetta. Tanti gli ospiti della Sicilia Film Commission della Regione siciliana, diretta da Nicola Tarantino e tutti autorevoli; per quasi due ore mezza sono stati rapiti dall’incanto del film e dell’ambiente circostante, totalmente isolato dal mondo esterno per via della sua profondità. Dopo un primo briefing con il direttore della miniera, caschetto di protezione in testa, la discesa nelle viscere della terra, visitando prima il Museo “SottoSale”, realizzato con opere straordinarie e, dopo la proiezione, con i pullmini a percorrere alcuni chilometri, poer raggiungere le location , che l’Italkali ha voluto mantenere. Pochi elementi di scena che, come per magia, hanno preso vita nel racconto emozionato di Oppenheimer, che a tutti è sembrata più una meditazione.
Il film
Lo aveva già fatto nell’opera che lo ha consacrato a livello internazionale, “The act of killing” (L’atto di uccidere, 2012), e si è ripetuto anche in questo straordinario lavoro, non abbandonando mai il suo sguardo sul senso di colpa e sulla rimozione, che affida a un cast stellare. The end è una sorta di musical atipico, con un linguaggio a metà tra il filosofico e il surreale affidando agli attori momenti di alienazione claustrofobica legati alla necessità di vivere in un bunker per la scomparsa fuori dell’intera popolazione. Durante il suo racconto ai giornalisti Joshua, con accanto la produttrice e l’attore George MacKay, ha chiesto agli ospiti di chiudere gli occhi e, nel buio, “ascoltare il silenzio” per riflettere sulla crisi irreversibile dell’essere umano e sulla sua incapacità di affrontare con responsabilità i suoi errori. Spetta all’uomo scegliere che direzione prendere nel futuro se continuare a distruggere la specie e l’ambiente e quindi vivere, come ha detto il regista, “nell’illusione confortante delle menzogne”.
La sceneggiatura
E’ firmata dallo stesso regista con Rasmus Heisterberg (“Uomini che odiano le donne”), prende vita nelle splendide musiche di Marius de Vries (“Romeo+Giulietta”) e Joshua Schmidt (“Adding machine”), con testi dello stesso Oppenheimer. E’ proprio l’uso del musical, come forma di linguaggio raffinato e coinvolgente, che caratterizza il film per la sua leggerezza che diventa intensità espressiva nel raccontare “un canto struggente” come è stato definito da Andrea Romeo, ideatore di Biografilm, nell’introdurre la proiezione. Presentato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival e successivamente al Toronto International Film Festival, il film nasce da una prestigiosa collaborazione internazionale tra Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Regno Unito e Svezia.
La trama
Il mondo è finito. Ma l’umanità, forse, no. In un bunker sotterraneo riarredato come una casa di lusso, vivono e sopravvivono: Madre (il premio Oscar Tilda Swinton), Padre (il candidato all’Oscar Michael Shannon) e Figlio (George Mackay); cercano di mantenere la speranza e un senso di normalità aggrappandosi a piccoli rituali quotidiani. Ma l’arrivo di una ragazza dall’esterno (Moses Ingram) incrinerà il delicato equilibrio di questo apparente idillio familiare.
Il regista
Joshua Oppenheimer è cresciuto ad Harvard e a Central Saint Martins; i suoi primi lavori, i cortometraggi The Globalisation Tapes, The Entire History of the Louisiana Purchase (1998), These Places We’ve Learned to Call Home (1996). L’esordio nel suo primo lungometraggio, nel 2012 con The Act of Killing dopo avere studiato per decenni l’opera terrificate delle milizie della morte in Indonesia e raccolto le testimonianze agghiaccianti delle vittime. Il film è stato presentato in anteprima in Italia, nel 2013, nel corso della nona edizione di Biografilm Festival, dove ha vinto il Premio della Giuria Internazionale con la motivazione “…un’avvincente, intrepida, terribile, esibizione del male e per la sua regia innovativa”. Ha vinto un BAFTA, il premio ecumenico Panorama a Berlino, il CPH:DOX Award e molti altri. Candidato agli Oscar per il Miglior Documentario 2013. Il suo secondo lungometraggio, The Look of Silence, sempre incentrato sui massacri indonesiani, ha vinto il Gran premio della giuria alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è stato distribuito in Italia prima che nel resto del mondo, ricevendo pure una nomination agli Oscar 2016.
Al via i bandi Biennale College Cinema – International e Biennale College Cinema – Immersive, aperti entrambi dal 6 maggio al 7 luglio.
Biennale College Cinema è un’attività strategica rivolta alla formazione di giovani filmmaker provenienti da tutto il mondo. Biennale College vuole promuovere i talenti offrendo loro di operare a contatto di maestri per la messa a punto di “creazioni”.
Il principale scopo è quello di affiancare e arricchire la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con un laboratorio di alta formazione, ricerca e sperimentazione, per lo sviluppo e la produzione di opere audiovisive a micro-budget, aperto team di registi e produttori di tutto il mondo.
Biennale College Cinema riceve il sostegno del Ministero della Cultura e il sostegno aggiuntivo di Chanel.
Biennale College Cinema si avvale della collaborazione accademica con TheGotham Film & Media Institute di New York e del TorinoFilmLab.
Biennale College Cinema – International
Il bando è rivolto a team composti da regista e produttore, provenienti da tutto il mondo.
Biennale College Cinema selezionerà nove progetti internazionali a microbudget che saranno invitati a partecipare a un workshop di 10 giorni a Venezia.
La sfida è di realizzare – al termine di un percorso della durata di un anno e che segue l’intero arco di ideazione, sviluppo, produzione, regia, marketing, audience engagement e distribuzione di un film – fino a quattro opere audiovisive di lungometraggio a micro-budget.
Torna a Palermo per la sua seconda edizione ON AIR, il Festival che intreccia il mondo delle Serie TV e del Cinema con le grandi tematiche sociali del presente. Dal 30 maggio al 1° giugno, tre giorni di talk tematici e incontri con i protagonisti del mondo dello spettacolo e realtà che operano nel sociale, per confrontarsi su temi come l’uguaglianza di genere, la diversità, l’inclusione sociale, la giustizia, la sostenibilità ambientale e il ruolo dell’arte nel cambiamento culturale. A fare da cornice agli appuntamenti, lo splendido Palazzo dei Normanni. Ospiti d’eccezione di questa edizione: Luca Argentero, tra i volti più popolari e amati dal pubblico, Vittoria Puccini, Romana Maggiora Vergano. Nel corso del Festival, ampio spazio sarà dedicato anche al dialogo con la nuova generazione di attori, tra cui Giovanni Nasta, Lea Gavino, Adriano Moretti, in un confronto aperto sulle opportunità e le insidie dei social media per chi cresce professionalmente sotto i riflettori.